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La scoperta del premio Nobel Linus Pauling e del Dr. Rath sulle vere cause delle malattie cardiache

Linus Pauling, chimico e vincitore del Nobel per la chimica, sosteneva che le sostanze specifiche inibitrici della Lp (a), assunte per via orale impediscono la formazione della placca nelle arterie e possono anche sciogliere quelle già esistenti. Questo lavoro si basa su almeno 2 premi Nobel per la medicina e gli sforzi di innumerevoli ricercatori medici. La teoria e le conclusioni offerte rappresentano il contributo finale di una gigante ricerca scientifica americana. Il fatto che non avete sentito parlare di questa scoperta nei media principali è inquietante. E la dice lunga su come gli interessi delle big pharma possono in qualche modo sopprimere informazioni vitali che sarebbero dannose per i loro interessi finanziari. Nel 1989, l’eminente scienziato americano Linus Pauling e il suo socio, il medico Matthias Rath, fecero un’importante scoperta.

Pauling e Rath hanno trovato la ragione per cui gli esseri umani soffrono di malattie cardiache
Poi, nel 1991, Linus Pauling ha inventato una cura non soggetta a prescrizione. Il due volte premio Nobel, chimico e ricercatore vincente sostiene che la malattia cardiaca può essere controllata, anche guarita, da una specifica terapia “mega-nutriente”. I malati di cuore con la terapia di routine di Pauling potevano evitare l’intervento chirurgico a cuore aperto detto angioplastica. Non abbassa il colesterolo, come i media vorrebbero farci credere, ma attacca la causa principale. Un recupero rapido è stata la regola, non l’eccezione. Stranamente, non ci sono effetti collaterali negativi, ma la professione medica ignora Pauling e Rath.

L’arteriosclerosi è un deposito di placche. Questo importante risultato ha portato al premio Nobel nel 1985 Brown-Goldstein per la medicina. La confusione nei media è stata quella di invertire l’effetto con la causa. Ovvero l’errore è stato nel considerare il colesterolo come la causa delle malattia cardiache, ma l’accumulo di placca è invece solo l’effetto della malattia. G. C. Willis, MD, ha fatto l’osservazione cruciale nei primi anni ’50. Questo medico canadese, ha notato che le placche aterosclerotiche nei suoi pazienti si formano negli stessi punti. Di solito vicino al cuore, dove i vasi sanguigni sono allungati e piegati. Willis è stato il primo a coinvolgere le alte pressioni di sangue e lo stress meccanico causato dal battito cardiaco. La teoria di Pauling e Rath si basa su questa osservazione, che la placca non si forma casualmente nel flusso sanguigno. Di conseguenza, è improbabile che la causa primaria delle lesioni che portano a malattie cardiache siano i “veleni” circolanti nel sangue.

Quali sono le cause delle fratture da stress nelle pareti dei vasi sanguigni, che portano alle malattie cardiache?
La teoria unificata Pauling / Rath  accusa la mancanza di una specifica proteina causata da una carenza di vitamina specifica. Immaginate un tubo da giardino continuamente calpestato 70-80 volte al minuto. Un destino simile alle arterie coronarie che alimentano il cuore. Come il tubo da giardino, le arterie perdono la loro forza e stabilità nel tempo. Secondo Pauling, solo dopo crepe o fratture da stress compaiono le placche aterosclerotiche che portano alla malattia coronarica.

 
 

La proteina che previene le malattie cardiache
La lipoproteina (a)  o Lp (a) è una variante del cosiddetto colesterolo “cattivo” LDL. Lp (a) è una sostanza “appiccicosa” nel sangue che Pauling e Rath ritengono inizi il processo di formazione di placche aterosclerotiche nelle malattie cardiache. Nel 1985 il Premio Nobel per la medicina è stato assegnato per la scoperta dei siti di legame del colesterolo. Si può pensare a un recettore chimico come una serratura semplice e una chiave. Una sola chiave (ad esempio la lisina) si adatta alla serratura (recettore sulla molecola Lp (a).) Ci possono essere molteplici recettori presenti sulla molecola, ma una volta che sono tutti riempiti con le chiavi (la lisina o prolina) la Lp (a)  perde la sua capacità di legarsi con altre sostanze. Quando tutte le serrature della la Lp (a) hanno una chiave, non sarà più in grado di creare la placca. Una volta che Linus Pauling ha appreso che la Lp (a) ha recettori per la lisina, ha saputo contrastare il processo di aterosclerosi chimicamente. La sua invenzione, la terapia Pauling, è quella di aumentare la concentrazione di questo acido essenziale e non tossico nel siero del sangue. Integratori di lisina e prolina ne aumentano la concentrazione. Maggiore è la concentrazione di lisina libera (e prolina) nel sangue,  più è probabile che molecole di Lp (a) si leghino ad essa piuttosto che al colesterolo,  e si appiccichi alle pareti arteriose.

Secondo Pauling, un’elevata concentrazione di lisina libera può distruggere le placche esistenti. Se non si assume abbastanza vitamina C per la produzione di collagene, i vasi sanguigni si infossano verso il basso, quindi la Lp (a) della placca è di grande beneficio. È sufficiente rimuovere la placca senza ripristinare la vena o l’arteria, è come strappare una crosta da una ferita. Il corpo ha bisogno di vitamina C in modo che le vene e le arterie possano guarire. L’aterosclerosi è un processo di guarigione. Come una crosta,le placche si formano dopo una lesione alla parete dei vasi sanguigni. Questi inibitori di legame (vitamina C / lisina) sono completamente atossici. Sono anche gli elementi di base del collagene. La teoria unificata accusa la scarsa produzione di collagene nelle malattie cardiache. Pertanto, la terapia Pauling non solo scioglie la placca, ma attacca la causa principale stimolando la produzione di collagene nel corpo.

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Con abbastanza collagene, le arterie rimangono forti
La teoria Pauling e Rath postula che la causa principale dei depositi di placca aterosclerotica è dovuta a una carenza cronica di vitamina C che limita il collagene nel corpo. Molte ricerche sperimentali sostengono questa teoria. Accurati studi sugli animali che non producono in modo endogeno la vitamina C, dimostrano che quando l’assunzione di questa vitamina è bassa, la produzione di collagene è limitata, e i vasi sanguigni tendono a diventare più sottili e più deboli. I depositi di placca si formano per compensare questa debolezza. Tali animali sono rari. I grandi studi sulla popolazione supportano anche l’idea che l’assunzione di vitamina C abbassa l’incidenza di malattie cardiovascolari e abbassa i tassi di mortalità.

Le malattie cardiache sono scorbuto- croniche
Senza placche, i vasi sanguigni indeboliti si romperebbero o ci sarebbero delle perdite di sangue che causerebbero una morte lenta da emorragia interna. Una versione più lenta dello scorbuto, malattia a lungo temuta dagli antichi marinai. Lo scorbuto acuto può essere prevenuto con una semplice integrazione di 10 mg di vitamina C al giorno. Questo processo di per sé uccide raramente le persone, ma la placca che fodera le arterie rende più probabile un attacco di cuore causato da un coagulo di sangue che blocca la circolazione. E ‘attualmente sconosciuta la quantità di vitamina C che previene le placche aterosclerotiche da scorbuto cronico, ma Linus Pauling spesso raccomanda 3000 mg. Per molti anni, il colesterolo LDL ordinario è stato incolpato perché suoi livelli elevati sono stati correlati con la malattia del cuore. Altri scienziati hanno correlato elevati di omocisteina e colesterolo ossidato. Anche in questo caso, la confusione è causa ed effetto. Se il colesterolo provoca crepe o lesioni, la placca deve essere distribuita in modo più casuale in tutto il flusso sanguigno. Secondo la teoria unificata Pauling / Rath, sia omocisteina elevata e sia il colesterolo ossidato sono i sintomi di scorbuto.

 
Finalmente la medicina tradizionale si mette al passo con Pauling?
Il team di ricerca tedesco del Dr. Rath ha esaminato la placca delle aorte umane (vasi sanguigni vicino al cuore) post mortem. Ha scoperto che le placche aterosclerotiche sono composte principalmente da Lp (a) e colesterolo LDL. La scienza medica tradizionale ha riconosciuto dal 1989 che la Lp (a) si lega al colesterolo LDL per formare la placca. Il Dr. Rath, si rese conto che la Lp (a) è stata collegata in qualche modo con la vitamina C e si è unito al Linus Pauling Institute of Science and Medicine. Insieme, Pauling e Rath hanno sviluppato la loro teoria unificata che sostiene che un aumento di Lp (a) agisce come un surrogato per bassi livelli di vitamina C e  indurisce i vasi sanguigni deboli. I loro esperimenti per testare la loro teoria hanno dimostrato che l’assunzione di bassi livelli di vitamina C aumenta i livelli ematici di Lp (a) in animali di laboratorio, rispetto al controllo. Un risultato importante è che questa Lp (a) appiccicosa è stata trovata solo in pochissime specie animali che non producono la propria vitamina C, compresi gli esseri umani. La maggior parte degli animali producono la vitamina C nel fegato o reni in grandi quantità (da 9.000 mg a 12.000 mg adattata al peso corporeo) e non hanno Lp (a) nel sangue, e raramente soffrono di malattie cardiovascolari. Noi esseri umani siamo quasi gli unici sulla Terra che dobbiamo ottenere la nostra vitamina C del tutto dalla dieta.

La scienza ha conosciuto per quasi due decenni che il danno alle pareti dei vasi sanguigni (o lesioni) sono una condizione necessaria per la formazione di placche aterosclerotiche negli  esseri umani. Le teorie più popolari sul motivo per cui si verificano queste lesioni sono:

Colesterolo ossidato nel sangue
Elevati livelli di omocisteina e ossidati nel sangue
Queste teorie in competizione devono essere in grado di spiegare perché le malattie cardiovascolari occlusive non si verificano negli animali, e perché l’infarto del nell’uomo solito si verifica nelle arterie in posizioni in cui è presente stress meccanico (pressione sanguigna, flessione arteriosa stretching, ecc), piuttosto che distribuito in modo più casuale in tutto il corpo. Queste due osservazioni sono i cardini della teoria della vitamina C e lisina. Inoltre, i primi risultati dei medici canadesi Patterson e Willis non devono essere dimenticati. La loro ricerca ha indicato che i livelli di acido ascorbico nel tessuto arterioso sono molto più bassi nei pazienti con malattie del cuore rispetto ai controlli, e che l’integrazione di vitamina C  potrebbe ridurre i depositi arteriosi. Questo lavoro pionieristico sarebbe dovuto essere immediatamente seguito.

https://www.dionidream.com/pauling-rath-malattie-cardiache/

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NETTUNO: ILPIANETA DELLA PROFONDITA' INTERIORE

NETTUNO: Trattandosi del segno della rinascita, E indicano il buon sviluppo e l’uso futuro della forma, nonché lo sviluppo della sensibilità psichica, sia inferiore che superiore. Sono conseguimenti importanti per l’anima che ha deciso di incarnarsi. La costruzione di forme adatte, il loro uso e controllo sono essenziali se si vuole cooperare con precisione e saggezza al Piano di Dio

Nettuno e’ il pianeta dell’INTUIZIONE e della capacita’ di DISTACCO

In Nettuno c’è il misticismo e quell’amore incondizionato che esula dal giudizio e da ogni volontà di ricompensa

Dal giorno 13 giugno 2017 parte la fase buia della nona onda.  La fase buia è quella che ci obbliga ad immergerci nella nostra parte ombra per portare a galla le nostre paure e i traumi che ancora non sono stati superati.  A questo guarda caso si aggiunge la retrogradazione di Nettuno che ci spinge ad entrare nelle nostre profondità.

Non pensiate necessariamente che questo sia un male, ne che debbano accadere cose nefaste, è la mente buonista positivista con la quale ci hanno cresciuto che ci ha abituato a pensare che gli accadimenti positivi siano buoni e quelli negativi non lo siano.

Pensate invece a quante volte vi siete tolti da una situazione dannosa perché non stavate bene si aggiungeva un accadimento negativo che ci ha fornito “la scusa” per andarcene.

Oppure quando di fronte ad un conflitto dalla quale tendavamo a scappare un malessere o un accadimento ci ha obbligato ad affrontarlo.

Noi non siamo venuti al mondo completi, siamo venuti a trasformare delle parti di noi e a trovarne altre, queste parti di noi le troviamo attraverso le relazioni, i conflitti e la nostra modalità di reazione ai grandi accadimenti. Dopo aver trovato e trasformato noi possiamo pensare alla nostra autorealizzazione.

Questo folle Mondo ci ha convinto che l’autorealizzazione è l’unica cosa importante, portando la competizione e la voglia di emergere ad una fase esasperante. In realtà le nostre relazioni sono la scuola che ci fa trovare noi stessi: in primo luogo le primarie (genitori fratelli) finchè non troviamo la modalità per vivere bene la nostra naturale conflittualità o dipendenza da loro non sapremo chi siamo.

Le relazioni d’amore: sono il primo strumento di crescita, io dico che sono solo per coraggiosi, perché l’amore per l’altro fa crescere come nessuna relazione, ma allo stesso tempo mette in crisi come nessun’altra relazione. (infatti adesso per non entrare mai in profondità con noi stessi NON SI ENTRA IN PROFONDITA CON LA RELAZIONE!)

La relazione con i figli: se guardate veramente i vostri figli vedrete che specchio sono! Basta biasimare loro, guardate voi stessi!Le relazioni con gli amici: subdola relazione che cela paure, insicurezza e vigliaccheria o può portare a galla l’aspetto più bello dell’essere umano: l’amore disinteressato.  Infine la relazione con colleghi e vicini di casa: la vostra capacità di adattamento al Mondo e alla Vita si misurerà con la qualità delle relazioni che instaurate in questi ambiti…

Allora vi invito a usare questi giorni di buio prima del 23 giugno per fare il punto della situazione sulle vostre relazioni e su cosa realmente volete fare con voi stessi. Siete venuti a fare riempimento e lasciare che la vita scorra sopra le vostre teste senza mai rendervi conto cosa REALMENTE siete venuti ad imparare oppure vi decidete a prendere in mano le redini della vostra Vita e cominciate a non scusarvi più, a non usare i sensi di colpa o altro per giustificare le vostre non riuscite. Usate l’energia del 23 giugno per porvi l’obiettivo di quali relazioni volete trasformare e cominciate ad agire.  Vi auguro di usare al meglio la splendida opportunità che ci offre il buio!

DIONIDREAM. It

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La scoperta di Nettuno, ottavo pianeta del sistema solare, avvenne nel 1846 dopo anni di ricerche mirate sulle irregolarità del moto orbitale di Urano.
Furono due matematici, l’inglese Johm Adams e il francese Urbain Le Verrier, che individuarono, con dei complessi calcoli, la possibile esistenza di un altro pianeta.
A settembre del 1846 i loro elaborati furono inviati all’osservatorio di Berlino e il giorno 23 di quello stesso mese l’astronomo Johan Galle notò la presenza di un astro brillante in un punto del cielo non ancora esplorato ed Heinrich D’Arrest, dall’osservatorio di Berlino confermò tale scoperta. Poco dopo William Lassel individuò il primo dei satelliti del pianeta: Tritone.  La sua distanza dal Sole è approssimativamente di 4.495 milioni di km.  Si sa poco della sua composizione ed è invisibile a occhio nudo. Al telescopio appare bianco tendente al celeste-verdino. È stato raggiunto da una sonda, il Voyager 2, che nel 1989 inviò sulla Terra le sue prime immagini, rivelando che è il pianeta più ventoso del sistema solare, ha cinque anelli e sei lune alle quali sono stati dati nomi di deità che hanno attinenze con Nettuno, dio del mare.
Come dimensioni e struttura è simile a Urano: è un miscuglio di ghiacci, acqua, ammoniaca e metano. Nella parte centrale c’è un piccolo nucleo di roccia e, forse, ghiaccio.


NETTUNO NEL MITO
Nettuno ha più di un mito di riferimento: è Dioniso, il dio dell'estasi, oppure è Orfeo, il musicista e poeta ma è più conosciuto come Poseidone, figlio di Cronos, quella divinità greca che divorava i figli per evitare (come diceva una profezia) di esser da loro detronizzato. Suo fratello era Zeus (per i romani Giove), che una volta liberatosi, insieme agli altri fratelli, dal loro padre, divise con essi il dominio dei suoi regni. Zeus ebbe il dominio sul cielo e su tutte le terre, Ades (Plutone) fu il re dell'oscuro mondo sotterraneo e del regno dei morti, Poseidone (Nettuno) fu signore delle acque e del mare.
Si narra che vivesse in un grande palazzo sottomarino al largo di Egea in Eubea. Viaggiava su un cocchio d'oro trainato da cavalli bianchi dalla criniera d'oro. Come scorta aveva le creature degli abissi.
Il suo simbolo era il tridente e in astrologia il suo glifo è proprio a forma di tridente.. Usava il suo tridente per causare dei sommovimenti nelle acque e nella terra. Con un sol colpo della sua arma faceva sprofondare intere isole o provocava maremoti e terremoti. Usato per il bene questo suo tridente riusciva a far scaturire l'acqua dalle rocce.
Tra le creature marine a lui più vicine ci sono gli ippocampi e i delfini.

COSA RAPPRESENTA NEL TEMA NATALE
Nettuno è il pianeta che, agendo dall’interno, ci aiuta a sgretolare quelle barriere che ci dividono dagli altri. E’ il pianeta della metamorfosi, ossia di quella capacità di trasformazione ed evoluzione che accompagna il percorso dell’essere umano.
Nel tema di nascita non rappresenta persone fisiche ma si riferisce a quella possibilità insita in ciascuno di noi, di varcare la soglia del visibile e creare una connessione con il mondo attorno a noi e con le nostre qualità superiori.
E’ il pianeta della grande compassione, dell’intuizione e del senso artistico. E’ l’ottava superiore di Venere ed è legato, quindi, ai sentimenti, ma il suo tipo di amore è meno carnale perché si riferisce a un senso di fusione, compartecipazione, empatia, dono di sé.
Governa, insieme a Giove, il segno dei Pesci e quello del Sagittario. Con lui condivide un ideale spirituale, una volontà di trascendenza.
In Nettuno c’è il misticismo e quell’amore incondizionato che esula dal giudizio e da ogni volontà di ricompensa. Un amore che può riguardare non solo una persona ma anche un’idea, una causa, un’entità religiosa o una fede. Lui insegna a dare senza aspettarsi nulla in cambio.
Sotto la sua influenza si perde il senso dell’io e si trova una connessione con quella parte d’infinito alla quale aspiriamo. Dalla casa in cui si trova, nel tema di nascita, descrive come e dove desideriamo mescolarci e dissolverci in qualcosa di più grande rispetto a noi.
Il senso del sacrificio scaturisce da un’influenza positiva o negativa di questo pianeta. E’ negativa quando diventa negazione di sé o materia di scambio per ottenere amore e considerazione.

NETTUNO NELLA VITA PRATICA
E’ vaga l’influenza di Nettuno nella vita pratica, ciò non toglie che, a modo suo, riesce a farsi sentire.
E’ legato ai sogni e alla fantasia, ai viaggi, alle dipendenze. In quest’ultima categoria non dobbiamo considerare soltanto la droga o l’alcol ma anche tutti gli altri tipi di vincoli che portano a una forma di schiavitù.
E’ il pianeta degli artisti e di tutto ciò che riguarda l’arte (teatro e cinema compresi). Nel tema natale delle persone con un talento artistico c’è sempre una posizione importante di questo pianeta. Lui governa tutto ciò che è fisicamente invisibile o intangibile.
Il mare è, naturalmente, sotto la sua protezione, come pure gli ospedali e i luoghi di culto.. Nella natura protegge le piante che vivono nell'acqua o vicino ad essa e la fauna marina.
Tra le qualità a lui connesse citiamo: trascendenza, redenzione, resa, incantamento, fascino, desiderio struggente, disillusione, confusione, tendenza alla fuga….VISIONE, capacita’ di canalizzare altre ENTITA’ BENEFICHE.


NETTUNO NELLA SALUTE
La ghiandola governata da Nettuno è l’epifisi. Nel corpo è di sua competenza il citoplasma, i leucociti,  il liquido amniotico e il sistema linfatico. Le malattie infettive e i virus sconosciuti sono direttamente a lui associati, così come le allergie, l’alcolismo e la tossicodipendenza. Ci sono poi le intossicazioni da veleni, problemi con l’anestesia, le intossicazioni. Inoltre ha un’attinenza con gli incidenti in mare o a causa dell’acqua.

Il suo elemento di appartenenza è l’acqua.
Il chakra sul quale ha il dominio è il sesto: quello che riguarda l’intuizione e il pensiero elevato.
Il suo colore è l’indaco e il blu violetto. Le sue pietre sono: fluorite, giada, ametista, sugilite. 
Nell’aromaterapia i profumi a questo pianeta associati sono: mirra, rosmarino, ginepro, elicrisio.

Fonte : Maria Santucci

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NETTUNO E’ IL PIANETA DELL’INTUIZIONE E DELLA CAPACITA’ DI DISTACCO:

 

L’intuizione non è un afflusso d’amore verso gli altri e quindi di comprensione del prossimo. Gran parte di ciò che viene detto intuizione non è che il riconoscimento di affinità e la proprietà di una mente chiara e analitica. Uomini intelligenti che abbiano vissuto a lungo, dotati di molta esperienza e di molti contatti umani, in genere riescono a discernere i problemi e le disposizioni altrui, purché vi siano interessati, ma questa facoltà non si deve confondere con l’intuizione.

Essa non ha nulla a che fare con lo psichismo, superiore o inferiore; avere una visione, udire la Voce del Silenzio, reagire compiaciuti ad un insegnamento, non provano che l’intuizione sia attiva. Né basta vedere dei simboli, poiché questo tipo di percezione è la capacità di intonarsi con la Mente Universale là dove essa produce i modelli delle forme su cui sono basati i corpi eterici. Non è psicologia intelligente, né amorevole desiderio di porgere aiuto, che derivano dal rapporto fra una personalità spiritualmente orientata e l’anima, che ha coscienza di gruppo.

Intuizione è la comprensione sintetica che è prerogativa dell’Anima e questa si manifesta solo quando, dal proprio livello, si protende in due direzioni: verso la Monade e verso la personalità integrata e che sia (anche solo temporaneamente) coordinata e unificata. È il primo indizio d’unione profondamente soggettiva che troverà il proprio compimento alla terza iniziazione.

Intuizione è afferrare il principio di universalità e, quando è attiva, il senso di separazione scompare, almeno temporaneamente. Nella sua espressione più elevata è nota come Amore universale, che non ha alcun nesso con il sentimento o la reazione affettiva, ma è prevalentemente identificazione con tutti gli esseri. Si prova allora la vera Compassione, diviene impossibile criticare e solo allora si può scorgere il germe divino, latente in tutte le forme. L’intuizione è la luce stessa e quando è ridesta il mondo è visto come luce e il corpo di luce di tutte le forme si fa gradatamente visibile. Ciò comporta la facoltà di entrare in contatto con il seme di luce esistente in ogni forma; si stabilisce così un rapporto essenziale e il senso di superiorità e di separazione recede. Perciò l’intuizione introduce con il suo apparire tre qualità: Illuminazione, Comprensione, Amore.

Un accenno su cosa sia la rinuncia o il distacco

La vera rinuncia, non è l’abbandono del mondo, ma soltanto quella rivolta all’attaccamento e all’avversione. Si può vivere come degli eremiti, in solitudine e povertà, ma continuare a provare attaccamento e avversione. La rinuncia è una questione interiore, un riorientamento di tutta la personalità affinché si allinei alla volontà e all’Amore dell’Essere.

Per cercare la verità occorre rinunciare al mondo, ma questo non è da intendersi con l’abbandono. Il raggiungimento dell’illuminazione non prescinde o vieta l’essere sposati, l’avere un lavoro o vivere nel benessere materiale. Rinunciare, non vuol dire andare a vivere in una grotta e in isolamento. La rinuncia è nei frutti dell’azione ovvero all’attaccamento o avversione che si genera. Il rinunciante detto anche Sannyasin non è colui che abbandona gli affari, la famiglia e il mondo, ma chi riesce ad allineare la personalità alla Volontà e all’Amore dell’anima, trasformandola nel suo strumento di espressione nei tre mondi.

La materia è sempre un espressione, seppur rivestita di veli dello Spirito; come tale essa va elevata al cielo non ripudiata, va perfezionata non scartata: “La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo”. I frutti dell’albero sono nella parte più alta, ma l’albero esiste grazie alle radici che prendono nutrimento dalla terra. Le radici sono importanti quanto i rami, seppur sono questi ultimi che danno il frutto della Saggezza e il fiore dei poteri dell’anima.

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Sannyasin, è colui il quale riesce a vivere nel mondo pur non essendo attaccato a esso. Ha compreso il potere del desiderio, il valore del distacco e l’abilità di camminare fra le paia degli opposti. Ogni sensazione piacevole sviluppata nel cervello, in assenza del discernimento spirituale, porta a sviluppare l’attaccamento. Questo è il desiderio mal indirizzato. Nel caso opposto prende il nome di avversione, odio, repressione, critica e invidia. Ma in entrambi i casi quando il desiderio diviene inappagato si trasforma in collera. Rabbia e odio sono solo una repressione all’Amore non un energia uguale e contraria. Il punto più distante dal quel centro da cui hanno comunque origine. Inducono a chiudere il cuore, dell’uomo come farebbe un riccio per difesa. Ma in realtà la persona che dà sfogo all’ira nasconde e invoca silenziosamente solo il bisogno d’amore.

L’attaccamento e l’avversione, che si generano dalla maya, dall’annebbiamento astrale e dall’illusione mentale, sono il match decisivo della partita della realizzazione. Non si riferiscono solo al piano fisico, dove è facile discernere sulla scelta da compiere. Man mano che si progredisce, il Sannyasin gioca la sua partita sui piani più sottili.

La rinuncia all’attaccamento è anche per le visioni che si sviluppano nella meditazione, nei fenomeni occulti e psichici, nella medianità, nel channeling e nella magia; nell’amore per un maestro (per la sua personalità), nel nirvana e perfino per l’Anima stessa qualora esista ancora una visione dualistica e separativa tra se stesso, gli altri esseri viventi nei quattro regni della natura e lo Spirito.

 

La rinuncia vale anche per l’abbandono dei legami con gli altri sé personali. L’Anima deve imparare a conoscere e incontrare gli altri soltanto sul piano dell’anima. È una dura lezione per molti, anche per i più progrediti. Anche se si è giunti a un notevole distacco personale perché trasceso il non-sé, ancora però non si è riusciti a trascendere l’amore per la personalità della famiglia, dei figli e degli amici. Questa è un’altra prigione che provoca attaccamento e dolore.

Partire dal punto di vista dell’anima, vuol dire operare da quel punto in ogni situazione e aspetto della vita, ma soprattutto essere in contatto con le anime delle altre persone e non con i loro aspetti inferiori. Così come noi attraverso la nostra esperienza, siamo arrivati all’attuale condizione e consapevolezza solo dopo essere morti e nati tanti volte, solo dopo lunghe sofferenze, e dolore, dopo aver calcato il sentiero in solitudine, sbattuto la testa tante volte per imparare determinate lezioni utili, così anche gli altri stanno percorrendo lo stesso medesimo percorso. Proprio per questo dobbiamo capire che l’Anima in realtà non soffre e non muore; l’Anima è onnisciente nel suo piano; è solo la personalità immersa nell’illusione e nell’ignoranza della dualità a soffrire, ammalarsi e morire. È solo la personalità che si dispera, prova odio, rabbia e risentimento, non l’anima. Stabilendo il contatto con la propria Anima e con le anime di tutti gli esseri senzienti, non resteremo mai delusi, tristi e lasceremo che gli altri compiano il proprio cammino in libertà e con i propri tempi.

La rinuncia è inoltre rivolta ai frutti del servizio. L’Anima deve servire senza badare ai risultati, ai mezzi, alle persone o alle lodi; alla fama o al potere; e anche al karma positivo che genera, altrimenti il servizio non sarebbe un’impulso dell’amore incondizionato ma guidato dall’opportunismo e sentimenta-lismo della personalità.

L’avversione invece sui piani mentali si rivela come egoismo, orgoglio, arroganza, saccenteria, critica ed assenza di consapevolezza di gruppo. Essi nascono dall’incapacità di vedere il divino in ogni forma di vita, dal senso di superiorità, da un’imposizione del proprio volere che vede giusti e veri i propri metodi e la propria interpretazione, falsi ed errati quelli altrui, da una visione limitata e rigida. Ognuno di noi fa il proprio dovere e si assume le proprie responsabilità, occorre lasciare che gli altri facciano altrettanto, senza la pressione del nostro pensiero o parole di critica. Talvolta, però, la critica oltre che per un orgoglio mentale o un’intolleranza, nasce anche da una repressione dell’invidia e quindi del desiderio. Tuttavia la critica è valida solo se richiesta o messa in moto per fini costruttrici ed educativi, e dovrebbe derivare da un intenzione distaccata e altruistica.

Questo è quanto maya offre ai suoi spettatori immersi come pesci nel mare dell’annebbiamento astrale e dell’illusione mentale, che li conduce all’annientamento della vita spirituale.

Il distacco che sviluppa il Sannyasin non è soltanto fisico ma soprattutto emotivo e mentale. Egli percorre il sentiero della vita in equanimità, senza che il suo benessere, la sua pace e serenità vengano turbati.

In tempi antichi il sannyasin lasciava la casa e gli affari e andava per il mondo, seguendo la luce, cercando il Maestro, e sempre insegnando sul suo cammino. Oggi, nella civiltà occidentale e sotto l’albeggiante influsso della Nuova Era, il richiamo è lo stesso, ma il discepolo non abbandona la famiglia e la propria utilità esterna. Resta dov’è, continuando a compiere i suoi doveri esterni e fisici, ma in lui avviene un grande cambiamento e un preciso riorientamento. Il suo atteggiamento verso la vita e gli affari è profondamente alterato. Tutta la sua vita interiore tende a divenire un sistematico ritirarsi. Attraversa lo stadio della Via cui Patanjali allude negli Yoga Sutra col termine “giusta astrazione”.

È alquanto diversa dal “distacco”, poiché quel processo o attività motivata si applica principalmente alla natura astrale-emotiva, al desiderio, qualunque siano gli attaccamenti o i desideri. Questa è invece un’attività mentale; è un atteggiamento della mente che domina tutta la vita della personalità.

Comporta non soltanto il distacco dal desiderio e da ciò che è familiare, desiderato e acquisito da lunga abitudine, ma anche un completo riadattarsi dell’intero triplice uomo inferiore al mondo dell’anima. È qui che le rette abitudini e i giusti atteggiamenti verso il mondo degli affari e le relazioni di famiglia entrano in gioco, e consentono al “sannyasin” “di continuare la via ascendente con cuore distaccato e libero”, e tuttavia farlo mentre si compie la giusta azione, mediante la giusta abitudine e il giusto desiderio, verso tutti coloro cui è legato per destino. Ora l’Anima ti chiama a questo difficile compito. È il problema principale della sua vita: rimanere libero anche se circondato; operare nel mondo soggettivo mentre è attivo in quello esteriore; conseguire il vero distacco mentre da a tutti ciò che è dovuto”.

La rinuncia del Sannyasin è quella che vede il dimorare nel centro interiore dell’essere spirituale percependo e attuando il proposito divino. Raggiunto quel nettare di beatitudine eterno la vera rinuncia, nel senso puramente letterale, la compiono solo le persone ancora attaccate al mondo dell’ignoranza e delle illusioni trascinati senza meta e senza pace dalla corrente tumultuosa del desiderio, per infrangersi poi negli scogli del dolore, della povertà spirituale, della malattia e della morte.

Bibliografia:

[1] Alice Bailey – Trattato dei Sette Raggi – Vol.III – Astrologia Esoterica – Il Libraio delle Stelle.

 

MANTRA PER PROPIZIARSI NETTUNO:

AUM RAM RAHUVE NA MA AUM

 

E’ forte il mantra cantato per 20 minuti la notte del solstizio d’estate

 

Che la profondita’ dei sentimenti che svela Nettuno ci porti il dono della consapevolezza e dell’innocenza

Che non dimentica le responsabilita’

 

Baci e abbracci e buon solstizio…..di rinnovamento

 

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La linea sacra di San Michele : i luoghi dove Michele e' apparso che garantiscono l'ordine

Progetto di film documentario basato sugli scritti di MARIA GRAZIA LOPARDI
Scritto da
GERMANO DI MATTIA
MARIA GRAZIA LOPARDI
Regia
GERMANO DI MATTIA
Film documentario girato in digitale/Hd di 60’ prod. Italia 2017
Monte Sant'Angelo, Sacra di S.Michele, Le Mont Saint Michel, Saint Michael Mount... Sono solo quattro dei luoghi toccata da questa linea sacra di San Michele. Il film documentario per la regia di Germano Di Mattia è un progetto internazionale che vede il coinvolgimento dei seguenti paesi: Israele, Grecia, Italia, Francia, Inghilterra ed Irlanda, luoghi interessati dalla ley lines di Michael.
Da qualche anno purtroppo si parla ancora di costruire sul Grande Nadi di Energia che percorre i “Luoghi dell’Arcangelo Michele” la TAV , la linea per i treni ad altà velocità. Questi passerebbero sopra e sotto la Val di Susa . Il Monte Musinè, dove verrebbero praticati i fori per il passaggio della TAV. Il Musinè il luogo dove risiede uno dei Chakra più importanti della piattaforma Europea, ed è uno dei tre Chakra fondamentali del “Nutrimento” energetico spirituale delle nostre terre. Gli altri due sono Monte Sant’Angelo sul Gargano e Mont Sant Michel in Normandia. Lo smottamento minerale e metallico romperebbe il flusso

“arterioso” di questa energia, la morte della spina dorsale d'Europa, causando un ipossia di energia spirituale così già carente e necessaria. In poco tempo gli effetti sarebbero devastanti sui piani Emotivi e Mentali di tutti noi . E' un discorso che val aldilà della politica e non credo sia utile in questo momento capire se tutto ciò è orchestrato o casuale, a voi le dovute riflessioni sull'argomento, ma, preme, l'urgenza di fermare questo scempio! Se vogliamo parlare di cittadinanza e cultura europee, non possiamo non parlare di ley lines coincidenti spesso a percorsi di pellegrinaggio millenari. Il Grande Nadi, che va dal Gargano a Saint Michael Mount, la via dell'Angelo.
Nel silenzio respiri Dio...
Una linea retta sacra unisce i luoghi dove Michele è apparso, retta, da rectus la cui radice è nella parola rex, re, colui che garantisce l’ordine...Angelo dal greco angelos che significa messaggero,ambasciatore. I santuari micaelici d'Europa, Monte Sant’Angelo nel Gargano, la Sacra di San Michele alla Chiusa in val di Susa, di Le-Mont-Saint-Michel in Normandia e quello dell’isola gemella inglese St. Michael Mount in Cornovaglia, sono collegati da una invisibile linea retta, quella che noi chiamiamo appunto la Via dell’Angelo.
Per la verità un suo prolungamento verso sud toccherebbe l'isola di Corfù, Delphi, Atene, Delos, l'isola di Simi in Grecia, per terminare nel Monte Carmelo in Israele nei pressi di Haifa. A nord della Puglia toccherebbe Assisi, Perugia, Lucca, Sacra di San Michele a Torino, Bruges, Le Mont Saint Michel In Normandia, Saint Michael Mount in Cornovaglia e le isole Skellig Michael in Irlanda.
Un tratto o una deviazione di questa corrente europea è quella che unisce Chartres, la regina delle cattedrali, a Castel del Monte di Puglia: dove lungo il suo tragitto sorge all'Aquila in Abruzzo S. Maria di Collemaggio, la chiesa voluta e realizzata dal santo eremita Pietro Angeleri salito sul soglio pontificio con il nome di Celestino V.
E’ un caso che i luoghi pagani prescelti dall’Arcangelo siano allineati? O gli antichi erano in grado di tracciare la lunghissima retta per lasciare un messaggio di “rettitudine” come l’invito di Giovanni a raddrizzare i sentieri del Signore?
Mi-Ka-el Quis ut Deus? Chi è come Dio? Principe degli angeli,arcistratega e capo delle milizie celesti,impegnato nella lotta contro il male,rappresentato dal drago e dalla quale dipende il futuro dell’umanità. Egli ci accompagna nella nostra stessa esistenza di uomini dalla cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre e sarà lui che ci farà conoscere il Mondo ultraterreno e suonerà la tromba nel giorno del Giudizio universale, Michele dunque segna l’inizio e la fine, l’alfa e l’omega.
Ovunque c’è Michele si erge un monte nel cui interno si apre una grotta, ovunque l’Arcangelo ha manifestato la sua presenza, spesso prendendo in prestito
elementi di suoi predecessori, vi è la stessa energia sacra. Michele è è uno dei tre Arcangeli della Bibbia. Nel Talmud uno dei testi sacri dell'Ebraismo,Michele è l’Angelo dell’Acqua e rappresenta il mondo acqueo, oltre al Cristianesimo anche per L'Islam è oggetto di venerazione.
Sotto la sua speciale protezione è il grande fiume Nilo, la città di Bruxelles in Belgio, Mikael è considerato il sacro protettore del popolo d'Israele e secondo alcuni anche della Francia, la sua statua imponente e bellissima troneggia sulla parte più alta della basilica di Notre dame de la Fourviere a Lione, Roma stessa era posta sotto la sua tutela e persino a Mosca la Chiesa funeraria del Cremlino è dedicata all'arcangelo Michele. Non c'è paese al Mondo che non testimoni la grande venerazione per il Santo condottiero degli Angeli.
Questo culto è dovuto al fatto che Michele ha uno dei compiti più importanti:quello di lottare contro le Forze del Male e viene spesso rappresentato con la spada di un guerriero nell’atto di sconfiggere Satana,nei panni di un drago. La spada ha un valore simbolico con essa egli squarcia le tenebre e riporta la Luce. Capo da sempre delle milizie Celesti, considerato il vincitore per eccellenza di tutte le battaglie e di quella finale contro la bestia e le forze oscure.
La devozione agli angeli è propria di tutte le religioni e gli esseri di luce sono da sempre gli intermediari tra Dio e l’umanità. Storicamente l’inizio della devozione all’arcangelo Michele risale alle radici della cristianità in Europa. Nel 313 l’imperatore Costantino da persecutore dei cristiani diventa un sostenitore di quella fede dopo aver avuto una visione,gli apparve una croce fiammeggiante nel cielo con una scritta: "In hoc signo vinces", IHS (con questo segno vincerai). In nome di quel segno,accetta l'avvertimento del cielo,vince la battaglia contro Massenzio e fa costruire il Micheleion a Costantinopoli, un imponente santuario dedicato all'arcangelo ponendo la stessa città sotto la sua ala protettrice. Dal mondo bizantino, il culto dell’Arcangelo Michele dilaga rapidamente ovunque verso quello carolingio e attraverso la cultura Longobarda l’immensa popolarità di questa figura è risale dall’area del Mediterraneo,attraversando l’Italia, per raggiungere i cristiani di Aquitania, Francia, Germania, Spagna e delle isole britanniche divenendo così un fenomeno continentale.
Dalla Puglia alla Cornovaglia, passando per il Piemonte e la Normandia, la particolarità della linea retta dell’Arcangelo ha indotto a ritenere che volesse esprimere il rispetto della legge di Dio senza deviazioni, ma qualcosa di più si cela in questa vena tellurica dove si manifestano copiose le energie della Dea Madre.
Nel Somerset in Inghilterra e precisamente nella Glastonbury Tor, la collina che viene identificata con la mitica Avalon, si dice si trovi il punto d’incrocio di due principali ley lines, quella maschile, detta di “San Michele”, e quella femminile, detta di “Santa Maria Maddalena”.
Quell'isola leggendaria di Avalon, ora in secca, dove, secondo credenze celtiche,tra le nebbie dorate approdavano le barche per condurre le anime dei
defunti nel paradiso. Oggi Glastonbury, è una bizzarra mescolanza cosmopolita di Mondi pagani, cristiani e atei dove la storia di San Giuseppe di Arimatea che si dice avesse portato qui il Graal, si mischia alle leggende di Artù,di Ginevra, e dei cavalieri della Tavola Rotonda. Glastonbury è indubbiamente avvolta da un'aura di mistero, complice anche una natura dal fascino particolare, che sembra fatta apposta per evocare spiriti di cavalieri, e storie di maghi, di fate, di battaglie e di passioni ed è interessante verificare come la leggenda della Spada nella Roccia si confonda con la storia toscana di San Galgano,le cui narrazione hanno notevoli punti in comune. La sostanza di Excalibur però è una storia mediorientale e di un fatto storico di origine italiana che da sud emigra a nord diventando un mito ed una leggenda nordica,un tema non di origine celtica né cristiana, ma che risale ad origini indoeuropee, dall’Iran arcaico alle pianure sarmatiche, dove fino all'alto medioevo vivevano le popolazioni bianche caucasiche delle steppe, fino all’idea romana di nobiltà cavalleresca e al mondo franco-germanico e provenzale che rielaborò le cose cristianizzando questo mito.
Nelle vicinanze di Siena, presso Chiusino,in un'atmosfera magica c'è la famosa abbazia meraviglia dell'architettura gotica cistercense in rovina, dal tetto fatto di cielo e il pavimento di prato verde...
L’Abbazia fu costruita tra il 1182 ed il 1185, sopra alla capanna dove visse San Galgano l'ultimo anno della sua vita,poco distante sorge la Rotonda di Montesiepi dove ancora oggi è possibile vedere la spada infissa dal santo nella roccia.La scenografia suggestiva dell’Abbazia è stata inoltre utilizzata per ambientare i film Nostalghia di Andrej Tarkovskij e il Paziente Inglese di Antony Minghella. Uno spaccato di Toscana che sembra un angolo di Gran Bretagna e che fu Teatro della leggenda della spada nella roccia e del cavaliere eremita Galgano, dove con il mitico fascino le loro ombre incombono Parsifal e Lancillotto.
Chi è Michele?
Nel silenzio è il respiro di Dio
Con il progressivo ritorno del femminino sacro nella fase di passaggio dall’età dei Pesci a quella dell’Acquario in cui sarà appunto il principio femminile in ripresa, riemerge anche il culto di Michele, l’Arcangelo dal volto distaccato, come quello esprimente la dignità regale della Dea. Ma chi è Michele così indissolubilmente unito al femminile? Mi ka el vuol dire “chi come Dio?”, frase con cui si scagliò contro la schiera degli angeli ribelli capeggiati da Lucifero nel momento che la tradizione chiama “la prima caduta”, quella delle creature angeliche che osarono opporsi al piano divino. Seguì la caduta della creatura umana nel momento in cui Adamo, la prima umanità scelse di disubbidire al Signore e mangiò del frutto del bene e del male abbandonando uno stato di coscienza unitario ed indifferenziato, come quello del bambino non ancora consapevole di essere qualcosa di diverso dal corpo della madre che l’ha generato. L’effetto fu che Adamo si ritrovò nudo e si vergognò e sentì anche la separazione da Eva oltre che dal divino ed allora si
coprì con una foglia di fico, la prima maschera con cui ha iniziato a nascondersi, il primo germe dell’ego, l’insieme delle foglie di fico con cui abbiamo cercato di proteggere la nostra vulnerabilità separandoci dal Dio che è in noi. Anche il bambino allorché avverte di essere separato e diverso dalla madre, da colei che gli dà nutrimento e gli garantisce la sopravvivenza, inizia a studiare tattiche difensive sorridendo se è questo che lo rende accetto alla madre, piangendo se così facendo riesce a catturarne l’attenzione e dunque l’energia. Ogni maschera indossata, bella o brutta che sia, benevola o terribile comporta una scelta dolorosa perché mentre la si indossa si rinuncia alle possibilità rifiutate in quanto inopportune a garantirci l’attenzione vitale, che vengono buttate nel sacchetto posto dietro le spalle lì dove non le vediamo più ma continuiamo a sentirne il peso. Ogni scelta è al contempo una rinuncia e, maschera dopo maschera, ci si sente accettati dal contesto familiare e sociale, ma si perde l’autenticità, quella che ci permette di essere sempre nuovi a seconda delle circostanze, quella che ci offre il dono del libero arbitrio. Già perché avviene che l’insieme di foglie di fico che proteggono la nostra vulnerabilità evitandoci il rifiuto e la mancanza di attenzione, finisce con il divenire una rigida corazza in cui ci immedesimiamo, tanto da poterci descrivere con le caratteristiche delle nostre maschere. Si tratta di energie divenute dominanti a cui corrispondono quelle represse a cui abbiamo rinunciato: la loro preoccupazione- sono voci, aspetti della personalità con loro precise ragioni- è di tutelarci dal rifiuto, dallo shock, dalla paura, di dare serenità al bambino vulnerabile che portiamo in noi, ma purtroppo questa benemerita intenzione determina l’isolamento del bambino che precipita in una prigione interiore dove non entra mai in contatto con nessuno; quando ciò succede corre un rischio, quello di essere ancora una volta rifiutato, spaventato ed allora intervengono di nuovo le voci primarie a dare la loro protezione. L’effetto della costruzione dell’ego è quello dell’aver mangiato il frutto del bene e del male perché quando appare il portatore di programmi non conformi al nostro, di voci dominanti differenti, scatta il giudizio trovandoci allo specchio le parti di noi rinnegate: in questo giudizio il bene è ciò che è conforme al programma, il male è lo specchio dell’ombra, delle nostre energie rinnegate che per non essere accettate si deformano divenendo maligne e così le vediamo proiettate sul palcoscenico delle nostre storie. Così il mondo viene diviso in due parti opposte, una buona e l’altra cattiva, ed il frutto della vita unica che scorre senza qualificazioni lascia il posto a quello della separazione. Per le coscienze frammentate non vi è posto nel giardino della purezza senza giudizio e proprio Michele interviene con la sua spada fiammeggiante a scacciare l’uomo e la donna, ormai separati, da una condizione che non è più confacente al loro stato di coscienza: da questo momento impareranno attraverso gli opposti, nutriranno il loro ego attraverso una lenta evoluzione, il dolore sarà lo strumento di conoscenza fin quando, come il bambino divenuto adulto, non inizierà il momento di affrontare l’ego strutturato in cui l’essere umano si è immedesimato tanto da renderlo un re usurpatore - Chi come Dio?- Grida allora Michele che con la spada del discernimento fornisce il suo aiuto per arrivare alla comprensione che l’errore è costituito dalle immedesimazioni, dall’essersi trincerati in una torre che impedisce l’accesso della luce ed anche...l’uscita della luce interiore, di quella scintilla divina, della pietra preziosa che non riesce a mandare i suoi bagliori
perché ricoperta da una coltre di incrostazioni. Frutto della separazione è il formarsi di dipendenze, di nodi energetici e con essi di ostacoli al naturale fluire della vita, di paure ed ansie che trovano origine nella grande ombra che abbiamo alimentato in noi gettando nel sacco del rinnego infinite possibilità di essere.

Di sotto il trailer promo del film :

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TUMORI : La melatonina elimina le cellule tumorali fino all'80-90%

La melatonina è la famosa sostanza prodotta dalla ghiandola pineale nelle ore notturne, e in misura minore viene secreta anche dalle piastrine, dalla retina e dalla mucosa gastro enterica. La melatonina, come sempre più studi confermano, è un vero e proprio concentrato anti-cancro. Agisce infatti sul sistema immunitario grazie ai suoi profondi effetti antiossidanti, su quello cardiocircolatorio proteggendo i vasi sanguigni (è anche antiaggreggante) e sul sangue. Regola infatti la produzione di piastrine e la formula leucocitaria. La melatonina favorisce la morte cellulare (apoptosi) e arresta la proliferazione incontrollata delle cellule maligne riducendo i fattori di crescita.

Il Dott. Mariano Bizzarri, medico chirurgo e ricercatore internazionale, afferma che la melatonina“consente un aumento della morte delle cellule tumorali fino all’80-90%.” Infatti spiega: 

“Il mio laboratorio si è da sempre caratterizzato, ed è attualmente il laboratorio leader, nel campo degli studi della melatonina in Italia. Siamo inoltre in stretto rapporto con il primo grande padre degli studi in questo settore, il professor Reiter dell’Università di San Antonio in Texas, e abbiamo evidenziato come la melatonina come principio farmacologico intervenga su diversi percorsi della cellula tumorale, sia della mammella che del colon, attivando quei processi che facilitano il suicidio della cellula stessa.


La melatonina riesce a superare le barriere che il tumore della mammella frappone cercando di evitare di morire. Di fatto associando la melatonina alle terapie convenzionali o anche dandola in associazione ad altri principi naturali, come per esempio la vitamina D, si riesce ad avere un aumento della morte delle cellule tumorali fino all’80-90%.

Questo è importante perché la melatonina è un farmaco pressoché privo di effetti collaterali e può essere associato con assoluta tranquillità ai trattamenti potenziandoli fino a livelli fino a ieri impensabili.”

 
La melatonina ha un ruolo importantissimo nella terapia Di Bella per la cura del cancro. In questo studio pubblicato sulla rivista International Journal of Molecular Sciences intitolato EFFETTI ANTICANCRO DELLA MELATONINA leggiamo che:


“La melatonina (N-acetil-5-metossitriptammina), il principale increto della ghiandola pineale, esercita proprietà, oltre la regolazione circadiana, anche antiossidanti, antinvecchiamento ed immunomodulatorie. La melatonina svolge un ruolo rilevante nella crasi ematica, nella dinamica midollare, nella piastrinogenesi, nella protezione degli endoteli vasali, come nell’aggregazione piastrinica, nella regolazione della formula leucocitaria e sintesi dell’emoglobina. Sono altresì documentate le rilevanti e atossiche proprietà apoptotiche, oncostatiche, angiogenetiche, differenzianti, antiproliferative di questo indolo su tutte le patologie neoplastiche, sia solide che liquide. Attraverso la sua notevole versatilità funzionale, la melatonina può infatti esercitare un effetto antitumorale sia diretto che indiretto in sinergismo fattoriale con altre molecole differenzianti/antiproliferative/immunomodulanti/trofiche del metodo di cura antitumorale formulato da Luigi Di Bella (Metodo Di Bella, MDB: Somatostatina, Retinoidi, Acido Ascorbico, Vitamina D3, Inibitori prolattinici, Condroitinsolfato). L’interazione della melatonina con le molecole MDB contrasta i molteplici processi che caratterizzano il fenotipo neoplastico (induzione, promozione, progressione e/o disseminazione, mutazione tumorale). Tutte queste peculiarità suggeriscono l’impiego di tale molecola nelle patologie oncologiche.”



 
Per chi volesse approfondire ecco i meccanismi di azione diretti e indiretti della melatonina nella cura del cancro.

 
Principali meccanismi antitumorali diretti della melatonina
1. Pro-apoptotica: l’azione antitumorale diretta si attua inibendo la proliferazione e la crescita delle cellule tumorali; ostacolando quindi la tendenza delle cellule sane a divenire neoplastiche; inducendo il ricambio cellulare e la sostituzione di cellule tumorali con cellule sane attraverso il meccanismo dell’apoptosi. La via intrinseca, mitocondrio dipendente, della attivazione delle caspasi (cistein-aspartasi) costituisce il “punto di non ritorno” verso la morte cellulare programmata indotta dalla MLT [22-24]. Numerosi studi documentano le proprietà antitumorali della MLT nelle neoplasie solide e nelle leucemie, con particolare efficacia in quelle linfoproliferative [25-28].
L’uso della MLT affiancata all’Ac. Retinoico, sulle cellule del tumore della mammella ormonodipendente MCF-7, ha rilevato una completa cessazione della crescita cellulare e una riduzione del numero delle cellule tramite l’attivazione dell’apoptosi [29-32].

2. Antiproliferativa: vari studi hanno mostrato come la MLT possegga spiccate proprietà oncostatiche, che possono ridurre la promozione o la progressione tumorale. Diversi autori hanno documentato che le proprietà antiproliferative della MLT si realizzano mediante l’inibizione/blocco del ciclo cellulare [33-38].
Il dato è confermato da studi clinici in cui, secondo l’affermazione di Luigi Di Bella, la MLT da sola non guarisce alcun tumore, ma senza MLT è difficile guarire qualsiasi tumore. La MLT rappresenta pertanto in oncoterapia una componente assolutamente necessaria, anche se non sufficiente [39-42].
Vi sono studi che hanno dimostrato l’effetto inibitorio diretto e selettivo della melatonina sui processi di crescita cellulare linfoblastoide [26-28]; El Missiry et al. hanno studiato l’effetto della MLT sulle cellule del carcinoma epatico ascite di Ehrlich (EAC), notando che non solo ne riduceva vitalità e volume, aumentando la sopravvivenza degli animali da esperimento, ma che induceva apoptosi nelle cellule tumorali EAC [43].
Un dato clinico significativo emerge da uno studio su 250 ammalati di varie forme neoplastiche metastatizzate, avanzate, in cui il tasso di sopravvivenza a 1 anno e il tasso di oggettiva regressione del tumore erano molto più alti nei pazienti trattati anche con MLT, rispetto a quelli che avevano ricevuto solo chemioterapia. Inoltre, la somministrazione di MLT riduceva in maniera significativa trombocitopenia, neurotossicita, cardiotossicità, stomatiti e astenia [44].

Mediavilla, Sancez-Barcelo et al. hanno osservato un’interessante modalità d’azione oncostatica della MLT, attraverso l’attivazione e l’incremento dei geni soppressori p21/WAF1 e p53 che agiscono arrestando il ciclo riproduttivo cellulare tumorale [45]. Sono state studiate, in vitro, le cellule dell’adenocarcinoma mammario umano (MCF-7) e accertato che, a concentrazioni fisiologiche, dopo 48 ore, la MLT riduce il numero e la vitalità delle cellule neoplastiche. L’anno precedente fu pubblicato uno studio sull’effetto della MLT, insieme alla Somatostatina, sul cancro murino del colon (Colon-38), evidenziando, oltre l’effetto antiproliferativo, un’evidente azione proapoptotica [46].

3. Differenziante: al 7° Eur. Pin. Soc. Colloquium a Sitges nel 1966, furono presentate diverse relazioni sull’effetto oncostatico della MLT e sulla sua proprietà di inibire la diffusione metastatica delle cellule tumorali. Fu dimostrato che alcuni geni oncogeni, tra cui Rat sarcoma (RAS; Hras, Kras, NRas) sono significativamente inibiti dalla MLT [47]. Meccanismi biochimici e molecolari dell’azione oncostatica della MLT comprendono anche l’architettura del citoscheletro e la funzione intracellulare di ossidoriduzione (Redox). Un meccanismo importante di mediazione della melatonina, sull’azione inibitoria della crescita circadiano-dipendente del tumore, è la soppressione del recettore del fattore di crescita epidermico (Epidermal growth factor receptor, EGFR) e dell’attività della protein-chinasi mitogeno-attivata (Mitogen-activated protein kinase, MAPK) [9,48,49]. Questo avverrebbe attraverso l’ossidazione dell’acido linoleico e la sua conversione in acido 13-idrossioctadecadienoico (13-Hode) in grado di attivare sia EGFR che MAPK [50-51].

4. Anti-Angiogenetica: altri potenziali meccanismi riguardano la capacità della melatonina di ridurre l’angiogenesi tumorale, inibendo l’espressione della proteina HIF-1alpha, inducendo ipossia nelle cellule cancerose ed agendo sul Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF). [52-57].

 

Principali meccanismi antitumorali indiretti della melatonina.
1. Azione Free Radical Scavenger: contrasta la carcinogenesi mediante effetti antiossidanti ed anti-radicali liberi [58-61]. Limita la tossicità dei chemioterapici, potenziandone contemporaneamente la risposta clinica [62-62]. La chemioterapia causa un’evidente diminuzione dei livelli sierici di melatonina [64].

2. Azione Mieloprotettiva/Mielostimolante: la mielosoppressione rappresenta un grave danno dei protocolli chemioterapici. La MLT protegge il midollo osseo e i relativi tessuti linfoidi dagli effetti tossici chemioterapici, esercita una mieloprotezione, con riflessi determinanti sulla crasi ematica, la dinamica midollare, la eritro-leuco-trombocitopoiesi [62-63].
Un dato essenziale scoperto circa 30 anni fa da Di Bella è la stretta interazione funzionale tra MLT e piastrina. Quest’associazione è indispensabile, per comprendere una quantità di fenomeni essenziali non solo per la fisiologia del sangue, ma di tutti i tessuti, in particolare del sistema nervoso sia centrale sia periferico. Il supporto funzionale della MLT è la piastrina che la veicola in strutture del suo citoplasma, i “corpi densi”, dove con meccanismo omeostatico viene mobilizzata in base alla concentrazione plasmatica [65-69].
La coniugazione con l’Adenosina, mediante il legame d’idrogeno, secondo la formulazione di Luigi Di Bella (Figura 1), rende la MLT perfettamente idro-solubile ed assimilabile dalle membrane cellulari. Le piastrine aderiscono alla parete del Megacariocita, possono liberare la Melatonina già legata alla Adenosina. La Melatonina si può legare a ATP, ADP, AMP, acidi polinucleici e ribonucleici ed è a questo livello che esplica la sua azione antiblastica [70-72].

3. Azione della melatonina nella regolazione del sistema immunitario: la MLT è coinvolta nella regolazione cellulare e umorale dell’organismo, agendo come molecola endocrina, autocrina e/o paracrina [73]. Questa attività viene sostenuta dalla sua espressione recettoriale sia nucleare che di membrana, con una caratteristica intrinseca delle popolazioni linfocitarie umane. L’esistenza di specifici recettori per la MLT in cellule linfoidi attesta questo effetto indiretto nella regolazione e potenziamento della risposta immunitaria [74-76].
Questi siti di legame proteici sono stati descritti oltre che nei linfociti umani anche nei granulociti e nei serbatoi biologici linfoidi (Timo, Milza, Borsa di Fabrizio, etc). E’ documentato pertanto il fondamentale ruolo fisiologico della MLT nel sistema immunitario umano. La regolazione umorale si esplica attraverso la produzione di citochine nelle cellule immunocompetenti. La MLT non solo stimolerebbe la produzione delle cellule natural killer, monociti e leucociti, ma aumenterebbe la produzione di Interleukina 2-6-10-12 (IL-2-6-10-12) e Interferone-gamma (IFN-γ) da parte delle cellule mononucleate, promuovendo una risposta linfocitaria T helper 1 (Th-1) [25,77-80].

https://www.dionidream.com/melatonina-cellule-tumorali/

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LA SOIA FA BENE O FA MALE? LEGGETE E' IMPORTANTE!

….Una ricerca condotta in Gran Bretagna ha mostrato l’interruzione del ciclo mestruale nelle donne che hanno assunto 60 g di proteine di soia al giorno per un mese intero. Il ciclo è riapparso solamente 3 mesi dopo che la soia era stata eliminata dalla dieta. Questo ha fatto capire che bastano due bicchieri di latte di soia al giorno in un mese per modificare la sincronizzazione del ciclo mestruale femminile e causare ritardi o mancanza di ovulazione….

I TRATTAMENTI ALLA SOIA: LA SOIA PERCHE’ POSSA ESSERE CIBO PER GLI UMANI DEVE ESSERE MOLTO TRATTATA :Questi procedimenti elaborati e così «estremi» maltrattano la materia prima di partenza, procurando una serie di svantaggi, quale ad esempio la denaturazione della maggior parte delle proteine della soia a causa delle alte temperature che le rendono pressocché inutili. Anche la formazione di nitrosammine cancerogene durante il processo di essicazione, o il rilascio di alluminio nel corso del lavaggio acido in serbatoi composti di questo materiale, rappresentano effetti collaterali che abbiamo già ricordato. Segue, infine, l’aggiunta di additivi come aromi artificiali, dolcificanti, emulsionanti e conservanti per mascherare il forte e poco appetibile sapore di fagioli e conferire invece il sapore della carne o del latte….

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Le proprietà della soia oggi sono molto dibattute e oggetto di controversie. Fino a pochi decenni fa la soia era praticamente sconosciuta a noi consumatori italiani. Anche in Asia, dove la sua coltivazione ha avuto origine, inizialmente non veniva considerata adatta per l’alimentazione umana. Il suo principale utilizzo era come fertilizzante dei terreni; solamente con la messa a punto delle tecniche di fermentazione fu resa commestibile.

L’interesse per questo legume è cresciuto velocemente e ha raggiunto l’Occidente. Inizialmente solo il suo olio aveva un utilizzo industriale e per molto tempo le proteine che rimanevano dopo la sua estrazione furono date in pasto agli animali da allevamento. Con il progresso tecnologico è stato possibile trasformarle in cibo, poiché necessitano di diversi trattamenti prima di poter essere consumate.

Oggi la soia è una delle colture più importanti al mondo, per l’industria alimentare come per quella mangimistica, proprio per il suo contenuto in olio e per l’alta percentuale di proteine. L’interesse crescente nei confronti della soia come alimento in Occidente è dovuto al fatto che essa è percepita come uno dei capisaldi della dieta tradizionale dei popoli orientali, notoriamente tra i più longevi al mondo e soggetti a una minor incidenza di patologie.

La soia riscuote grandi consensi innanzitutto tra chi vuole seguire una dieta «salutista», come quella vegana e vegetariana, per i quali è un valido sostituto della carne. Oggi assistiamo a una vera e propria invasione di prodotti a base di soia nei nostri supermercati, soprattutto dopo che le moderne tecnologie hanno consentito di estrarre facilmente una proteina versatile e «plastica», da poter trasformare in qualsiasi cosa, aggirando i lunghi procedimenti tradizionali con cui è preparata nelle culture orientali.

In questo modo sono stati creati «nuovi» prodotti, concepiti per essere imitazioni della carne e degli altri alimenti di origine animale e promossi da aggressive strategie di marketing. 

Grazie al duro lavoro dei tecnologi alimentari è stato possibile camuffare il vero colore, il sapore e la consistenza delle proteine isolate dalla soia e migliorare le caratteristiche organolettiche dei prodotti derivati. In passato, infatti, uno dei  principali ostacoli a far accettare la soia ai palati occidentali era il suo retrogusto sgradevole, spesso oggetto di scherno e umorismo, come ci ricorda il detto: «Se in un magazzino ci fossero cereali e soia, i ratti mangerebbero i cereali e lascerebbero la soia».

Oggi la soia è un ingrediente presente in una vasta gamma di alimenti, in bella mostra tra i prodotti etichettati come «salutari», come la lecitina di soia.

Ma questi cibi innovativi possiedono davvero le stesse virtù positive della soia consumata dai popoli asiatici? Sembra
infatti che gli abitanti di Cina, Corea, Vietnam, Thailandia, Indonesia, Mongolia e perfino del Giappone non ne mangino poi così tanta, sicuramente non nelle modalità diffuse oggi in Occidente.

Recenti studi mostrano diversi lati oscuri della soia e fanno sorgere molti dubbi tra i medici e i nutrizionisti. La soia è davvero la panacea che molti dicono? La ricerca, in continua evoluzione, sta aprendo la strada a nuovi e interessanti scenari.

Fertilità, Ciclo mestruale e pubertà

L’idea che la soia colpisca la fertilità dell’uomo non è nuova e la ricerca in questo campo non si ferma. È stato già evidenziato che gli isoflavoni hanno gravi effetti negativi sulla salute di molti mammiferi, causando malattie della tiroide e del fegato e anche la sterilità. Questi dati sono particolarmente allarmanti per i neonati a cui vengano somministrati formulati per l’infanzia a base di soia, col rischio di provocare danni irreversibili al sistema endocrino: gli isoflavoni, infatti, possono modificare le condizioni della fertilità, perché interferiscono con gli ormoni sessuali.

Uno studio sui ratti ha mostrato l’influenza degli isoflavoni sullo sviluppo dei testicoli e nei ragazzi adolescenti è stato osservato un ritardo nella maturazione fisica e un mancato sviluppo degli organi sessuali. Al contrario, nelle ragazze alimentate con soia nella prima infanzia si è manifestata una pubertà precoce e lo sviluppo del seno prima degli 8 anni di età. Questo studio conclude che lo sviluppo della pubertà in questo caso è «fortemente legato all’eccessiva assunzione giornaliera di soia», oltre ad altri alimenti ricchi di fitoestrogeni, distruttori del sistema endocrino. 

Una ricerca condotta in Gran Bretagna ha mostrato l’interruzione del ciclo mestruale nelle donne che hanno assunto 60 g di proteine di soia al giorno per un mese intero. Il ciclo è riapparso solamente 3 mesi dopo che la soia era stata eliminata dalla dieta. Questo ha fatto capire che bastano due bicchieri di latte di soia al giorno in un mese per modificare la sincronizzazione del ciclo mestruale femminile e causare ritardi o mancanza di ovulazione.

I trattamenti della soia

Per poter creare i vari alimenti a base di soia, un impasto liquido di fagioli di soia viene mescolato in grandi impianti industriali con una soluzione alcalina, fatto precipitare, separato con un lavaggio acido e neutralizzato in una soluzione alcalina. I cagli vengono così vaporizzati e asciugati ad alte temperature, quindi segue il trattamento di estrusione ad alta pressione e alta temperatura. Questi procedimenti elaborati e così «estremi» maltrattano la materia prima di partenza, procurando una serie di svantaggi, quale ad esempio la denaturazione della maggior parte delle proteine della soia a causa delle alte temperature che le rendono pressocché inutili. Anche la formazione di nitrosammine cancerogene durante il processo di essicazione, o il rilascio di alluminio nel corso del lavaggio acido in serbatoi composti di questo materiale, rappresentano effetti collaterali che abbiamo già ricordato. Segue, infine, l’aggiunta di additivi come aromi artificiali, dolcificanti, emulsionanti e conservanti per mascherare il forte e poco appetibile sapore di fagioli e conferire invece il piu’ piacevole sapore della carne o del latte.

I prodotti a base di soia vengono così venduti soprattutto a quella fascia di popolazione, sempre più numerosa, che esclude i prodotti di origine animale dalla propria dieta, ma senza rinunciare ad avere nel piatto un qualcosa che assomigli all’alimento che rifiuta, sia nell’aspetto che nel gusto. Strategie di marketing e una pubblicità massiccia, che sottolinea tutti i possibili vantaggi che i vari prodotti apportano alla salute, fanno in modo che questi vengano venduti anche a caro prezzo. Se ne esaltano le virtù miracolose e si fa leva sul fatto che la soia fa parte della dieta tradizionale degli orientali.

Ma, come abbiamo avuto modo di renderci conto finora, in realtà le cose non stanno proprio così: le modalità di consumo della soia in Oriente non sono le stesse dell’Occidente. I prodotti tradizionali orientali sono fermentati, sono ottenuti con metodi semplici e soprattutto vengono consumati in piccole porzioni, insieme ai prodotti di origine animale. I prodotti attuali invece sono processati, il che compromette le proprietà nutrizionali. In molti di essi vengono perse componenti importanti, come amminoacidi essenziali, degradati dalle alte temperature, si denaturano vitamine, si ossidano acidi grassi polinsaturi, o come nel caso del latte di soia, la fibra viene totalmente scartata.

Estratti dal libro La Soia: fa Bene o fa Male? di Susanna Bramante

Senza contare che le colture di soia hanno distrutto meta’ delle foreste ammazzoniche: via gli alberi per i campi di soia cosi’ richiesti dal mercato !

 

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