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La linea sacra di San Michele : i luoghi dove Michele e' apparso che garantiscono l'ordine

Progetto di film documentario basato sugli scritti di MARIA GRAZIA LOPARDI
Scritto da
GERMANO DI MATTIA
MARIA GRAZIA LOPARDI
Regia
GERMANO DI MATTIA
Film documentario girato in digitale/Hd di 60’ prod. Italia 2017
Monte Sant'Angelo, Sacra di S.Michele, Le Mont Saint Michel, Saint Michael Mount... Sono solo quattro dei luoghi toccata da questa linea sacra di San Michele. Il film documentario per la regia di Germano Di Mattia è un progetto internazionale che vede il coinvolgimento dei seguenti paesi: Israele, Grecia, Italia, Francia, Inghilterra ed Irlanda, luoghi interessati dalla ley lines di Michael.
Da qualche anno purtroppo si parla ancora di costruire sul Grande Nadi di Energia che percorre i “Luoghi dell’Arcangelo Michele” la TAV , la linea per i treni ad altà velocità. Questi passerebbero sopra e sotto la Val di Susa . Il Monte Musinè, dove verrebbero praticati i fori per il passaggio della TAV. Il Musinè il luogo dove risiede uno dei Chakra più importanti della piattaforma Europea, ed è uno dei tre Chakra fondamentali del “Nutrimento” energetico spirituale delle nostre terre. Gli altri due sono Monte Sant’Angelo sul Gargano e Mont Sant Michel in Normandia. Lo smottamento minerale e metallico romperebbe il flusso

“arterioso” di questa energia, la morte della spina dorsale d'Europa, causando un ipossia di energia spirituale così già carente e necessaria. In poco tempo gli effetti sarebbero devastanti sui piani Emotivi e Mentali di tutti noi . E' un discorso che val aldilà della politica e non credo sia utile in questo momento capire se tutto ciò è orchestrato o casuale, a voi le dovute riflessioni sull'argomento, ma, preme, l'urgenza di fermare questo scempio! Se vogliamo parlare di cittadinanza e cultura europee, non possiamo non parlare di ley lines coincidenti spesso a percorsi di pellegrinaggio millenari. Il Grande Nadi, che va dal Gargano a Saint Michael Mount, la via dell'Angelo.
Nel silenzio respiri Dio...
Una linea retta sacra unisce i luoghi dove Michele è apparso, retta, da rectus la cui radice è nella parola rex, re, colui che garantisce l’ordine...Angelo dal greco angelos che significa messaggero,ambasciatore. I santuari micaelici d'Europa, Monte Sant’Angelo nel Gargano, la Sacra di San Michele alla Chiusa in val di Susa, di Le-Mont-Saint-Michel in Normandia e quello dell’isola gemella inglese St. Michael Mount in Cornovaglia, sono collegati da una invisibile linea retta, quella che noi chiamiamo appunto la Via dell’Angelo.
Per la verità un suo prolungamento verso sud toccherebbe l'isola di Corfù, Delphi, Atene, Delos, l'isola di Simi in Grecia, per terminare nel Monte Carmelo in Israele nei pressi di Haifa. A nord della Puglia toccherebbe Assisi, Perugia, Lucca, Sacra di San Michele a Torino, Bruges, Le Mont Saint Michel In Normandia, Saint Michael Mount in Cornovaglia e le isole Skellig Michael in Irlanda.
Un tratto o una deviazione di questa corrente europea è quella che unisce Chartres, la regina delle cattedrali, a Castel del Monte di Puglia: dove lungo il suo tragitto sorge all'Aquila in Abruzzo S. Maria di Collemaggio, la chiesa voluta e realizzata dal santo eremita Pietro Angeleri salito sul soglio pontificio con il nome di Celestino V.
E’ un caso che i luoghi pagani prescelti dall’Arcangelo siano allineati? O gli antichi erano in grado di tracciare la lunghissima retta per lasciare un messaggio di “rettitudine” come l’invito di Giovanni a raddrizzare i sentieri del Signore?
Mi-Ka-el Quis ut Deus? Chi è come Dio? Principe degli angeli,arcistratega e capo delle milizie celesti,impegnato nella lotta contro il male,rappresentato dal drago e dalla quale dipende il futuro dell’umanità. Egli ci accompagna nella nostra stessa esistenza di uomini dalla cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre e sarà lui che ci farà conoscere il Mondo ultraterreno e suonerà la tromba nel giorno del Giudizio universale, Michele dunque segna l’inizio e la fine, l’alfa e l’omega.
Ovunque c’è Michele si erge un monte nel cui interno si apre una grotta, ovunque l’Arcangelo ha manifestato la sua presenza, spesso prendendo in prestito
elementi di suoi predecessori, vi è la stessa energia sacra. Michele è è uno dei tre Arcangeli della Bibbia. Nel Talmud uno dei testi sacri dell'Ebraismo,Michele è l’Angelo dell’Acqua e rappresenta il mondo acqueo, oltre al Cristianesimo anche per L'Islam è oggetto di venerazione.
Sotto la sua speciale protezione è il grande fiume Nilo, la città di Bruxelles in Belgio, Mikael è considerato il sacro protettore del popolo d'Israele e secondo alcuni anche della Francia, la sua statua imponente e bellissima troneggia sulla parte più alta della basilica di Notre dame de la Fourviere a Lione, Roma stessa era posta sotto la sua tutela e persino a Mosca la Chiesa funeraria del Cremlino è dedicata all'arcangelo Michele. Non c'è paese al Mondo che non testimoni la grande venerazione per il Santo condottiero degli Angeli.
Questo culto è dovuto al fatto che Michele ha uno dei compiti più importanti:quello di lottare contro le Forze del Male e viene spesso rappresentato con la spada di un guerriero nell’atto di sconfiggere Satana,nei panni di un drago. La spada ha un valore simbolico con essa egli squarcia le tenebre e riporta la Luce. Capo da sempre delle milizie Celesti, considerato il vincitore per eccellenza di tutte le battaglie e di quella finale contro la bestia e le forze oscure.
La devozione agli angeli è propria di tutte le religioni e gli esseri di luce sono da sempre gli intermediari tra Dio e l’umanità. Storicamente l’inizio della devozione all’arcangelo Michele risale alle radici della cristianità in Europa. Nel 313 l’imperatore Costantino da persecutore dei cristiani diventa un sostenitore di quella fede dopo aver avuto una visione,gli apparve una croce fiammeggiante nel cielo con una scritta: "In hoc signo vinces", IHS (con questo segno vincerai). In nome di quel segno,accetta l'avvertimento del cielo,vince la battaglia contro Massenzio e fa costruire il Micheleion a Costantinopoli, un imponente santuario dedicato all'arcangelo ponendo la stessa città sotto la sua ala protettrice. Dal mondo bizantino, il culto dell’Arcangelo Michele dilaga rapidamente ovunque verso quello carolingio e attraverso la cultura Longobarda l’immensa popolarità di questa figura è risale dall’area del Mediterraneo,attraversando l’Italia, per raggiungere i cristiani di Aquitania, Francia, Germania, Spagna e delle isole britanniche divenendo così un fenomeno continentale.
Dalla Puglia alla Cornovaglia, passando per il Piemonte e la Normandia, la particolarità della linea retta dell’Arcangelo ha indotto a ritenere che volesse esprimere il rispetto della legge di Dio senza deviazioni, ma qualcosa di più si cela in questa vena tellurica dove si manifestano copiose le energie della Dea Madre.
Nel Somerset in Inghilterra e precisamente nella Glastonbury Tor, la collina che viene identificata con la mitica Avalon, si dice si trovi il punto d’incrocio di due principali ley lines, quella maschile, detta di “San Michele”, e quella femminile, detta di “Santa Maria Maddalena”.
Quell'isola leggendaria di Avalon, ora in secca, dove, secondo credenze celtiche,tra le nebbie dorate approdavano le barche per condurre le anime dei
defunti nel paradiso. Oggi Glastonbury, è una bizzarra mescolanza cosmopolita di Mondi pagani, cristiani e atei dove la storia di San Giuseppe di Arimatea che si dice avesse portato qui il Graal, si mischia alle leggende di Artù,di Ginevra, e dei cavalieri della Tavola Rotonda. Glastonbury è indubbiamente avvolta da un'aura di mistero, complice anche una natura dal fascino particolare, che sembra fatta apposta per evocare spiriti di cavalieri, e storie di maghi, di fate, di battaglie e di passioni ed è interessante verificare come la leggenda della Spada nella Roccia si confonda con la storia toscana di San Galgano,le cui narrazione hanno notevoli punti in comune. La sostanza di Excalibur però è una storia mediorientale e di un fatto storico di origine italiana che da sud emigra a nord diventando un mito ed una leggenda nordica,un tema non di origine celtica né cristiana, ma che risale ad origini indoeuropee, dall’Iran arcaico alle pianure sarmatiche, dove fino all'alto medioevo vivevano le popolazioni bianche caucasiche delle steppe, fino all’idea romana di nobiltà cavalleresca e al mondo franco-germanico e provenzale che rielaborò le cose cristianizzando questo mito.
Nelle vicinanze di Siena, presso Chiusino,in un'atmosfera magica c'è la famosa abbazia meraviglia dell'architettura gotica cistercense in rovina, dal tetto fatto di cielo e il pavimento di prato verde...
L’Abbazia fu costruita tra il 1182 ed il 1185, sopra alla capanna dove visse San Galgano l'ultimo anno della sua vita,poco distante sorge la Rotonda di Montesiepi dove ancora oggi è possibile vedere la spada infissa dal santo nella roccia.La scenografia suggestiva dell’Abbazia è stata inoltre utilizzata per ambientare i film Nostalghia di Andrej Tarkovskij e il Paziente Inglese di Antony Minghella. Uno spaccato di Toscana che sembra un angolo di Gran Bretagna e che fu Teatro della leggenda della spada nella roccia e del cavaliere eremita Galgano, dove con il mitico fascino le loro ombre incombono Parsifal e Lancillotto.
Chi è Michele?
Nel silenzio è il respiro di Dio
Con il progressivo ritorno del femminino sacro nella fase di passaggio dall’età dei Pesci a quella dell’Acquario in cui sarà appunto il principio femminile in ripresa, riemerge anche il culto di Michele, l’Arcangelo dal volto distaccato, come quello esprimente la dignità regale della Dea. Ma chi è Michele così indissolubilmente unito al femminile? Mi ka el vuol dire “chi come Dio?”, frase con cui si scagliò contro la schiera degli angeli ribelli capeggiati da Lucifero nel momento che la tradizione chiama “la prima caduta”, quella delle creature angeliche che osarono opporsi al piano divino. Seguì la caduta della creatura umana nel momento in cui Adamo, la prima umanità scelse di disubbidire al Signore e mangiò del frutto del bene e del male abbandonando uno stato di coscienza unitario ed indifferenziato, come quello del bambino non ancora consapevole di essere qualcosa di diverso dal corpo della madre che l’ha generato. L’effetto fu che Adamo si ritrovò nudo e si vergognò e sentì anche la separazione da Eva oltre che dal divino ed allora si
coprì con una foglia di fico, la prima maschera con cui ha iniziato a nascondersi, il primo germe dell’ego, l’insieme delle foglie di fico con cui abbiamo cercato di proteggere la nostra vulnerabilità separandoci dal Dio che è in noi. Anche il bambino allorché avverte di essere separato e diverso dalla madre, da colei che gli dà nutrimento e gli garantisce la sopravvivenza, inizia a studiare tattiche difensive sorridendo se è questo che lo rende accetto alla madre, piangendo se così facendo riesce a catturarne l’attenzione e dunque l’energia. Ogni maschera indossata, bella o brutta che sia, benevola o terribile comporta una scelta dolorosa perché mentre la si indossa si rinuncia alle possibilità rifiutate in quanto inopportune a garantirci l’attenzione vitale, che vengono buttate nel sacchetto posto dietro le spalle lì dove non le vediamo più ma continuiamo a sentirne il peso. Ogni scelta è al contempo una rinuncia e, maschera dopo maschera, ci si sente accettati dal contesto familiare e sociale, ma si perde l’autenticità, quella che ci permette di essere sempre nuovi a seconda delle circostanze, quella che ci offre il dono del libero arbitrio. Già perché avviene che l’insieme di foglie di fico che proteggono la nostra vulnerabilità evitandoci il rifiuto e la mancanza di attenzione, finisce con il divenire una rigida corazza in cui ci immedesimiamo, tanto da poterci descrivere con le caratteristiche delle nostre maschere. Si tratta di energie divenute dominanti a cui corrispondono quelle represse a cui abbiamo rinunciato: la loro preoccupazione- sono voci, aspetti della personalità con loro precise ragioni- è di tutelarci dal rifiuto, dallo shock, dalla paura, di dare serenità al bambino vulnerabile che portiamo in noi, ma purtroppo questa benemerita intenzione determina l’isolamento del bambino che precipita in una prigione interiore dove non entra mai in contatto con nessuno; quando ciò succede corre un rischio, quello di essere ancora una volta rifiutato, spaventato ed allora intervengono di nuovo le voci primarie a dare la loro protezione. L’effetto della costruzione dell’ego è quello dell’aver mangiato il frutto del bene e del male perché quando appare il portatore di programmi non conformi al nostro, di voci dominanti differenti, scatta il giudizio trovandoci allo specchio le parti di noi rinnegate: in questo giudizio il bene è ciò che è conforme al programma, il male è lo specchio dell’ombra, delle nostre energie rinnegate che per non essere accettate si deformano divenendo maligne e così le vediamo proiettate sul palcoscenico delle nostre storie. Così il mondo viene diviso in due parti opposte, una buona e l’altra cattiva, ed il frutto della vita unica che scorre senza qualificazioni lascia il posto a quello della separazione. Per le coscienze frammentate non vi è posto nel giardino della purezza senza giudizio e proprio Michele interviene con la sua spada fiammeggiante a scacciare l’uomo e la donna, ormai separati, da una condizione che non è più confacente al loro stato di coscienza: da questo momento impareranno attraverso gli opposti, nutriranno il loro ego attraverso una lenta evoluzione, il dolore sarà lo strumento di conoscenza fin quando, come il bambino divenuto adulto, non inizierà il momento di affrontare l’ego strutturato in cui l’essere umano si è immedesimato tanto da renderlo un re usurpatore - Chi come Dio?- Grida allora Michele che con la spada del discernimento fornisce il suo aiuto per arrivare alla comprensione che l’errore è costituito dalle immedesimazioni, dall’essersi trincerati in una torre che impedisce l’accesso della luce ed anche...l’uscita della luce interiore, di quella scintilla divina, della pietra preziosa che non riesce a mandare i suoi bagliori
perché ricoperta da una coltre di incrostazioni. Frutto della separazione è il formarsi di dipendenze, di nodi energetici e con essi di ostacoli al naturale fluire della vita, di paure ed ansie che trovano origine nella grande ombra che abbiamo alimentato in noi gettando nel sacco del rinnego infinite possibilità di essere.

Di sotto il trailer promo del film :

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TUMORI : La melatonina elimina le cellule tumorali fino all'80-90%

La melatonina è la famosa sostanza prodotta dalla ghiandola pineale nelle ore notturne, e in misura minore viene secreta anche dalle piastrine, dalla retina e dalla mucosa gastro enterica. La melatonina, come sempre più studi confermano, è un vero e proprio concentrato anti-cancro. Agisce infatti sul sistema immunitario grazie ai suoi profondi effetti antiossidanti, su quello cardiocircolatorio proteggendo i vasi sanguigni (è anche antiaggreggante) e sul sangue. Regola infatti la produzione di piastrine e la formula leucocitaria. La melatonina favorisce la morte cellulare (apoptosi) e arresta la proliferazione incontrollata delle cellule maligne riducendo i fattori di crescita.

Il Dott. Mariano Bizzarri, medico chirurgo e ricercatore internazionale, afferma che la melatonina“consente un aumento della morte delle cellule tumorali fino all’80-90%.” Infatti spiega: 

“Il mio laboratorio si è da sempre caratterizzato, ed è attualmente il laboratorio leader, nel campo degli studi della melatonina in Italia. Siamo inoltre in stretto rapporto con il primo grande padre degli studi in questo settore, il professor Reiter dell’Università di San Antonio in Texas, e abbiamo evidenziato come la melatonina come principio farmacologico intervenga su diversi percorsi della cellula tumorale, sia della mammella che del colon, attivando quei processi che facilitano il suicidio della cellula stessa.


La melatonina riesce a superare le barriere che il tumore della mammella frappone cercando di evitare di morire. Di fatto associando la melatonina alle terapie convenzionali o anche dandola in associazione ad altri principi naturali, come per esempio la vitamina D, si riesce ad avere un aumento della morte delle cellule tumorali fino all’80-90%.

Questo è importante perché la melatonina è un farmaco pressoché privo di effetti collaterali e può essere associato con assoluta tranquillità ai trattamenti potenziandoli fino a livelli fino a ieri impensabili.”

 
La melatonina ha un ruolo importantissimo nella terapia Di Bella per la cura del cancro. In questo studio pubblicato sulla rivista International Journal of Molecular Sciences intitolato EFFETTI ANTICANCRO DELLA MELATONINA leggiamo che:


“La melatonina (N-acetil-5-metossitriptammina), il principale increto della ghiandola pineale, esercita proprietà, oltre la regolazione circadiana, anche antiossidanti, antinvecchiamento ed immunomodulatorie. La melatonina svolge un ruolo rilevante nella crasi ematica, nella dinamica midollare, nella piastrinogenesi, nella protezione degli endoteli vasali, come nell’aggregazione piastrinica, nella regolazione della formula leucocitaria e sintesi dell’emoglobina. Sono altresì documentate le rilevanti e atossiche proprietà apoptotiche, oncostatiche, angiogenetiche, differenzianti, antiproliferative di questo indolo su tutte le patologie neoplastiche, sia solide che liquide. Attraverso la sua notevole versatilità funzionale, la melatonina può infatti esercitare un effetto antitumorale sia diretto che indiretto in sinergismo fattoriale con altre molecole differenzianti/antiproliferative/immunomodulanti/trofiche del metodo di cura antitumorale formulato da Luigi Di Bella (Metodo Di Bella, MDB: Somatostatina, Retinoidi, Acido Ascorbico, Vitamina D3, Inibitori prolattinici, Condroitinsolfato). L’interazione della melatonina con le molecole MDB contrasta i molteplici processi che caratterizzano il fenotipo neoplastico (induzione, promozione, progressione e/o disseminazione, mutazione tumorale). Tutte queste peculiarità suggeriscono l’impiego di tale molecola nelle patologie oncologiche.”



 
Per chi volesse approfondire ecco i meccanismi di azione diretti e indiretti della melatonina nella cura del cancro.

 
Principali meccanismi antitumorali diretti della melatonina
1. Pro-apoptotica: l’azione antitumorale diretta si attua inibendo la proliferazione e la crescita delle cellule tumorali; ostacolando quindi la tendenza delle cellule sane a divenire neoplastiche; inducendo il ricambio cellulare e la sostituzione di cellule tumorali con cellule sane attraverso il meccanismo dell’apoptosi. La via intrinseca, mitocondrio dipendente, della attivazione delle caspasi (cistein-aspartasi) costituisce il “punto di non ritorno” verso la morte cellulare programmata indotta dalla MLT [22-24]. Numerosi studi documentano le proprietà antitumorali della MLT nelle neoplasie solide e nelle leucemie, con particolare efficacia in quelle linfoproliferative [25-28].
L’uso della MLT affiancata all’Ac. Retinoico, sulle cellule del tumore della mammella ormonodipendente MCF-7, ha rilevato una completa cessazione della crescita cellulare e una riduzione del numero delle cellule tramite l’attivazione dell’apoptosi [29-32].

2. Antiproliferativa: vari studi hanno mostrato come la MLT possegga spiccate proprietà oncostatiche, che possono ridurre la promozione o la progressione tumorale. Diversi autori hanno documentato che le proprietà antiproliferative della MLT si realizzano mediante l’inibizione/blocco del ciclo cellulare [33-38].
Il dato è confermato da studi clinici in cui, secondo l’affermazione di Luigi Di Bella, la MLT da sola non guarisce alcun tumore, ma senza MLT è difficile guarire qualsiasi tumore. La MLT rappresenta pertanto in oncoterapia una componente assolutamente necessaria, anche se non sufficiente [39-42].
Vi sono studi che hanno dimostrato l’effetto inibitorio diretto e selettivo della melatonina sui processi di crescita cellulare linfoblastoide [26-28]; El Missiry et al. hanno studiato l’effetto della MLT sulle cellule del carcinoma epatico ascite di Ehrlich (EAC), notando che non solo ne riduceva vitalità e volume, aumentando la sopravvivenza degli animali da esperimento, ma che induceva apoptosi nelle cellule tumorali EAC [43].
Un dato clinico significativo emerge da uno studio su 250 ammalati di varie forme neoplastiche metastatizzate, avanzate, in cui il tasso di sopravvivenza a 1 anno e il tasso di oggettiva regressione del tumore erano molto più alti nei pazienti trattati anche con MLT, rispetto a quelli che avevano ricevuto solo chemioterapia. Inoltre, la somministrazione di MLT riduceva in maniera significativa trombocitopenia, neurotossicita, cardiotossicità, stomatiti e astenia [44].

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Mediavilla, Sancez-Barcelo et al. hanno osservato un’interessante modalità d’azione oncostatica della MLT, attraverso l’attivazione e l’incremento dei geni soppressori p21/WAF1 e p53 che agiscono arrestando il ciclo riproduttivo cellulare tumorale [45]. Sono state studiate, in vitro, le cellule dell’adenocarcinoma mammario umano (MCF-7) e accertato che, a concentrazioni fisiologiche, dopo 48 ore, la MLT riduce il numero e la vitalità delle cellule neoplastiche. L’anno precedente fu pubblicato uno studio sull’effetto della MLT, insieme alla Somatostatina, sul cancro murino del colon (Colon-38), evidenziando, oltre l’effetto antiproliferativo, un’evidente azione proapoptotica [46].

3. Differenziante: al 7° Eur. Pin. Soc. Colloquium a Sitges nel 1966, furono presentate diverse relazioni sull’effetto oncostatico della MLT e sulla sua proprietà di inibire la diffusione metastatica delle cellule tumorali. Fu dimostrato che alcuni geni oncogeni, tra cui Rat sarcoma (RAS; Hras, Kras, NRas) sono significativamente inibiti dalla MLT [47]. Meccanismi biochimici e molecolari dell’azione oncostatica della MLT comprendono anche l’architettura del citoscheletro e la funzione intracellulare di ossidoriduzione (Redox). Un meccanismo importante di mediazione della melatonina, sull’azione inibitoria della crescita circadiano-dipendente del tumore, è la soppressione del recettore del fattore di crescita epidermico (Epidermal growth factor receptor, EGFR) e dell’attività della protein-chinasi mitogeno-attivata (Mitogen-activated protein kinase, MAPK) [9,48,49]. Questo avverrebbe attraverso l’ossidazione dell’acido linoleico e la sua conversione in acido 13-idrossioctadecadienoico (13-Hode) in grado di attivare sia EGFR che MAPK [50-51].

4. Anti-Angiogenetica: altri potenziali meccanismi riguardano la capacità della melatonina di ridurre l’angiogenesi tumorale, inibendo l’espressione della proteina HIF-1alpha, inducendo ipossia nelle cellule cancerose ed agendo sul Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF). [52-57].

 

Principali meccanismi antitumorali indiretti della melatonina.
1. Azione Free Radical Scavenger: contrasta la carcinogenesi mediante effetti antiossidanti ed anti-radicali liberi [58-61]. Limita la tossicità dei chemioterapici, potenziandone contemporaneamente la risposta clinica [62-62]. La chemioterapia causa un’evidente diminuzione dei livelli sierici di melatonina [64].

2. Azione Mieloprotettiva/Mielostimolante: la mielosoppressione rappresenta un grave danno dei protocolli chemioterapici. La MLT protegge il midollo osseo e i relativi tessuti linfoidi dagli effetti tossici chemioterapici, esercita una mieloprotezione, con riflessi determinanti sulla crasi ematica, la dinamica midollare, la eritro-leuco-trombocitopoiesi [62-63].
Un dato essenziale scoperto circa 30 anni fa da Di Bella è la stretta interazione funzionale tra MLT e piastrina. Quest’associazione è indispensabile, per comprendere una quantità di fenomeni essenziali non solo per la fisiologia del sangue, ma di tutti i tessuti, in particolare del sistema nervoso sia centrale sia periferico. Il supporto funzionale della MLT è la piastrina che la veicola in strutture del suo citoplasma, i “corpi densi”, dove con meccanismo omeostatico viene mobilizzata in base alla concentrazione plasmatica [65-69].
La coniugazione con l’Adenosina, mediante il legame d’idrogeno, secondo la formulazione di Luigi Di Bella (Figura 1), rende la MLT perfettamente idro-solubile ed assimilabile dalle membrane cellulari. Le piastrine aderiscono alla parete del Megacariocita, possono liberare la Melatonina già legata alla Adenosina. La Melatonina si può legare a ATP, ADP, AMP, acidi polinucleici e ribonucleici ed è a questo livello che esplica la sua azione antiblastica [70-72].

3. Azione della melatonina nella regolazione del sistema immunitario: la MLT è coinvolta nella regolazione cellulare e umorale dell’organismo, agendo come molecola endocrina, autocrina e/o paracrina [73]. Questa attività viene sostenuta dalla sua espressione recettoriale sia nucleare che di membrana, con una caratteristica intrinseca delle popolazioni linfocitarie umane. L’esistenza di specifici recettori per la MLT in cellule linfoidi attesta questo effetto indiretto nella regolazione e potenziamento della risposta immunitaria [74-76].
Questi siti di legame proteici sono stati descritti oltre che nei linfociti umani anche nei granulociti e nei serbatoi biologici linfoidi (Timo, Milza, Borsa di Fabrizio, etc). E’ documentato pertanto il fondamentale ruolo fisiologico della MLT nel sistema immunitario umano. La regolazione umorale si esplica attraverso la produzione di citochine nelle cellule immunocompetenti. La MLT non solo stimolerebbe la produzione delle cellule natural killer, monociti e leucociti, ma aumenterebbe la produzione di Interleukina 2-6-10-12 (IL-2-6-10-12) e Interferone-gamma (IFN-γ) da parte delle cellule mononucleate, promuovendo una risposta linfocitaria T helper 1 (Th-1) [25,77-80].

https://www.dionidream.com/melatonina-cellule-tumorali/

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LA SOIA FA BENE O FA MALE? LEGGETE E' IMPORTANTE!

….Una ricerca condotta in Gran Bretagna ha mostrato l’interruzione del ciclo mestruale nelle donne che hanno assunto 60 g di proteine di soia al giorno per un mese intero. Il ciclo è riapparso solamente 3 mesi dopo che la soia era stata eliminata dalla dieta. Questo ha fatto capire che bastano due bicchieri di latte di soia al giorno in un mese per modificare la sincronizzazione del ciclo mestruale femminile e causare ritardi o mancanza di ovulazione….

I TRATTAMENTI ALLA SOIA: LA SOIA PERCHE’ POSSA ESSERE CIBO PER GLI UMANI DEVE ESSERE MOLTO TRATTATA :Questi procedimenti elaborati e così «estremi» maltrattano la materia prima di partenza, procurando una serie di svantaggi, quale ad esempio la denaturazione della maggior parte delle proteine della soia a causa delle alte temperature che le rendono pressocché inutili. Anche la formazione di nitrosammine cancerogene durante il processo di essicazione, o il rilascio di alluminio nel corso del lavaggio acido in serbatoi composti di questo materiale, rappresentano effetti collaterali che abbiamo già ricordato. Segue, infine, l’aggiunta di additivi come aromi artificiali, dolcificanti, emulsionanti e conservanti per mascherare il forte e poco appetibile sapore di fagioli e conferire invece il sapore della carne o del latte….

LEGGI TUTTO:

Le proprietà della soia oggi sono molto dibattute e oggetto di controversie. Fino a pochi decenni fa la soia era praticamente sconosciuta a noi consumatori italiani. Anche in Asia, dove la sua coltivazione ha avuto origine, inizialmente non veniva considerata adatta per l’alimentazione umana. Il suo principale utilizzo era come fertilizzante dei terreni; solamente con la messa a punto delle tecniche di fermentazione fu resa commestibile.

L’interesse per questo legume è cresciuto velocemente e ha raggiunto l’Occidente. Inizialmente solo il suo olio aveva un utilizzo industriale e per molto tempo le proteine che rimanevano dopo la sua estrazione furono date in pasto agli animali da allevamento. Con il progresso tecnologico è stato possibile trasformarle in cibo, poiché necessitano di diversi trattamenti prima di poter essere consumate.

Oggi la soia è una delle colture più importanti al mondo, per l’industria alimentare come per quella mangimistica, proprio per il suo contenuto in olio e per l’alta percentuale di proteine. L’interesse crescente nei confronti della soia come alimento in Occidente è dovuto al fatto che essa è percepita come uno dei capisaldi della dieta tradizionale dei popoli orientali, notoriamente tra i più longevi al mondo e soggetti a una minor incidenza di patologie.

La soia riscuote grandi consensi innanzitutto tra chi vuole seguire una dieta «salutista», come quella vegana e vegetariana, per i quali è un valido sostituto della carne. Oggi assistiamo a una vera e propria invasione di prodotti a base di soia nei nostri supermercati, soprattutto dopo che le moderne tecnologie hanno consentito di estrarre facilmente una proteina versatile e «plastica», da poter trasformare in qualsiasi cosa, aggirando i lunghi procedimenti tradizionali con cui è preparata nelle culture orientali.

In questo modo sono stati creati «nuovi» prodotti, concepiti per essere imitazioni della carne e degli altri alimenti di origine animale e promossi da aggressive strategie di marketing. 

Grazie al duro lavoro dei tecnologi alimentari è stato possibile camuffare il vero colore, il sapore e la consistenza delle proteine isolate dalla soia e migliorare le caratteristiche organolettiche dei prodotti derivati. In passato, infatti, uno dei  principali ostacoli a far accettare la soia ai palati occidentali era il suo retrogusto sgradevole, spesso oggetto di scherno e umorismo, come ci ricorda il detto: «Se in un magazzino ci fossero cereali e soia, i ratti mangerebbero i cereali e lascerebbero la soia».

Oggi la soia è un ingrediente presente in una vasta gamma di alimenti, in bella mostra tra i prodotti etichettati come «salutari», come la lecitina di soia.

Ma questi cibi innovativi possiedono davvero le stesse virtù positive della soia consumata dai popoli asiatici? Sembra
infatti che gli abitanti di Cina, Corea, Vietnam, Thailandia, Indonesia, Mongolia e perfino del Giappone non ne mangino poi così tanta, sicuramente non nelle modalità diffuse oggi in Occidente.

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Recenti studi mostrano diversi lati oscuri della soia e fanno sorgere molti dubbi tra i medici e i nutrizionisti. La soia è davvero la panacea che molti dicono? La ricerca, in continua evoluzione, sta aprendo la strada a nuovi e interessanti scenari.

Fertilità, Ciclo mestruale e pubertà

L’idea che la soia colpisca la fertilità dell’uomo non è nuova e la ricerca in questo campo non si ferma. È stato già evidenziato che gli isoflavoni hanno gravi effetti negativi sulla salute di molti mammiferi, causando malattie della tiroide e del fegato e anche la sterilità. Questi dati sono particolarmente allarmanti per i neonati a cui vengano somministrati formulati per l’infanzia a base di soia, col rischio di provocare danni irreversibili al sistema endocrino: gli isoflavoni, infatti, possono modificare le condizioni della fertilità, perché interferiscono con gli ormoni sessuali.

Uno studio sui ratti ha mostrato l’influenza degli isoflavoni sullo sviluppo dei testicoli e nei ragazzi adolescenti è stato osservato un ritardo nella maturazione fisica e un mancato sviluppo degli organi sessuali. Al contrario, nelle ragazze alimentate con soia nella prima infanzia si è manifestata una pubertà precoce e lo sviluppo del seno prima degli 8 anni di età. Questo studio conclude che lo sviluppo della pubertà in questo caso è «fortemente legato all’eccessiva assunzione giornaliera di soia», oltre ad altri alimenti ricchi di fitoestrogeni, distruttori del sistema endocrino. 

Una ricerca condotta in Gran Bretagna ha mostrato l’interruzione del ciclo mestruale nelle donne che hanno assunto 60 g di proteine di soia al giorno per un mese intero. Il ciclo è riapparso solamente 3 mesi dopo che la soia era stata eliminata dalla dieta. Questo ha fatto capire che bastano due bicchieri di latte di soia al giorno in un mese per modificare la sincronizzazione del ciclo mestruale femminile e causare ritardi o mancanza di ovulazione.

I trattamenti della soia

Per poter creare i vari alimenti a base di soia, un impasto liquido di fagioli di soia viene mescolato in grandi impianti industriali con una soluzione alcalina, fatto precipitare, separato con un lavaggio acido e neutralizzato in una soluzione alcalina. I cagli vengono così vaporizzati e asciugati ad alte temperature, quindi segue il trattamento di estrusione ad alta pressione e alta temperatura. Questi procedimenti elaborati e così «estremi» maltrattano la materia prima di partenza, procurando una serie di svantaggi, quale ad esempio la denaturazione della maggior parte delle proteine della soia a causa delle alte temperature che le rendono pressocché inutili. Anche la formazione di nitrosammine cancerogene durante il processo di essicazione, o il rilascio di alluminio nel corso del lavaggio acido in serbatoi composti di questo materiale, rappresentano effetti collaterali che abbiamo già ricordato. Segue, infine, l’aggiunta di additivi come aromi artificiali, dolcificanti, emulsionanti e conservanti per mascherare il forte e poco appetibile sapore di fagioli e conferire invece il piu’ piacevole sapore della carne o del latte.

I prodotti a base di soia vengono così venduti soprattutto a quella fascia di popolazione, sempre più numerosa, che esclude i prodotti di origine animale dalla propria dieta, ma senza rinunciare ad avere nel piatto un qualcosa che assomigli all’alimento che rifiuta, sia nell’aspetto che nel gusto. Strategie di marketing e una pubblicità massiccia, che sottolinea tutti i possibili vantaggi che i vari prodotti apportano alla salute, fanno in modo che questi vengano venduti anche a caro prezzo. Se ne esaltano le virtù miracolose e si fa leva sul fatto che la soia fa parte della dieta tradizionale degli orientali.

Ma, come abbiamo avuto modo di renderci conto finora, in realtà le cose non stanno proprio così: le modalità di consumo della soia in Oriente non sono le stesse dell’Occidente. I prodotti tradizionali orientali sono fermentati, sono ottenuti con metodi semplici e soprattutto vengono consumati in piccole porzioni, insieme ai prodotti di origine animale. I prodotti attuali invece sono processati, il che compromette le proprietà nutrizionali. In molti di essi vengono perse componenti importanti, come amminoacidi essenziali, degradati dalle alte temperature, si denaturano vitamine, si ossidano acidi grassi polinsaturi, o come nel caso del latte di soia, la fibra viene totalmente scartata.

Estratti dal libro La Soia: fa Bene o fa Male? di Susanna Bramante

Senza contare che le colture di soia hanno distrutto meta’ delle foreste ammazzoniche: via gli alberi per i campi di soia cosi’ richiesti dal mercato !

 

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Il contadino che non ha studiato e sta rivoluzionando l'Agricoltura

Il contadino che non ha studiato sta rivoluzionando l'Agricoltura!!!

Pomodori senz’acqua ne pesticidi: questo metodo affascina i biologi

I metodi di Pascal Poot, lontani dall’agricoltura moderna, sono oltre ché iperproduttivi anche naturali e poco costosi.

Gli scienziati pensano di trovare delle risposte ai cambiamenti climatici.

Qui il terreno è così sassoso e il clima così arido che le querce vecchie di 50 anni sono più piccole di un uomo.

All’entrata della fattoria di pascal Poot, sulle alture di Lodève (Hérault) troneggia un vecchio cartello in cartone:

“conservatoria di pomodori”

Ogni estate, i pomodori gialli a pera e altri Neri di Crimea crescono qui in una pazza abbondanza. 

Senza irrigazione malgrado la siccità, senza tutore, senza cure e alcun pesticida ne concimi, le sue migliaia di piante

producono fino a 25 kg di pomodori ciascuna.

Il suo segreto? E’ nei semi che Pascal Poot semina davanti a me, con dei gesti che mischiano pazienza e nonchalance.

L’inverno sta per terminare nella regione, è venuto il tempo per Lui di affidare i suoi semi alla terra. Sono le prime semine dell’anno

L’uomo ha 52 anni ma sembra senza età. 

Questo figlio di agricoltori che ha lasciato la scuola a 7 anni si dichiara completamente autodidatta.

Ha allevato pecore e coltivato castagneti prima di specializzarsi nelle sementi. Oggi semina su del terriccio, dentro una serra,

quindi mette i vasetti su un enorme mucchio di letame fresco, per cui la temperatura nei giorni successivi arriverà a 70 gradi,

riscaldando la serra e permettendo la germinazione dei semi.

La tecnica del letto caldo è molto antica. Questo permetteva agli orticoltori del XIX secolo di raccogliere meloni in città

dalla fine della primavera. E questo permette a Pascal Poot di far germinare ogni anno migliaia di piante di pomodori,

zucchini, peperoni, poi li pianta in piena terra e non se ne occupa più fino alla raccolta.

Mentre semina, Pascal mi spiega i dettagli del suo metodo:

“La maggior parte delle piante che oggi chiamiamo “erbacce” erano piante che si mangiavano nel Medioevo,

come l’amaranto o il dente di cane. 

Mi son sempre detto che se loro sono così resistenti è perché nessuno se ne è più occupato da generazioni .

Tutti cercano di coltivare gli ortaggi proteggendoli il più possibile, io invece 

cerco di incoraggiarli a difendersi da soli.

Ho cominciato a piantare pomodori su un terreno pieno di sassi vent’anni fa, e all’epoca non c’era una goccia d’acqua.

Tutti pensano che facendo così le piante muoiono, ma questo non è vero in effetti tutte le piante sopravvivono.

All’inizio abbiamo pomodori piccoli, ridicoli. Bisogna raccogliere i semi dei frutti e seminarli l’anno seguente.

Allora si cominciano a vedere veri pomodori, possiamo raccoglierne 1 o 2 kg per pianta.

Meglio ancora se aspettiamo un anno o due. All’inizio mi hanno preso per matto ma alla fine, i vicini hanno visto che io avevo più pomodori

di loro e senza peronospora, allora la gente ha cominciato a parlarne e dei ricercatori sono venuti a vedere.”

 

 

“Alla fine degli anni 90, durante la lotta contro gli OGM, ci siamo detti che bisognava lavorare anche sulle alternative,

ed abbiamo cominciato a fare l’inventario degli agricoltori che si facevano le proprie sementi.

Ne abbiamo trovati tra 100 e 150 in Francia.

Ma il caso di Pascal Poot era unico. Il minimo che si può dire è che lui ha una grande indipendenza di spirito,

segue le sue regole, e per mia conoscenza nessuno fa come lui. 

Lui seleziona le sue sementi in un contesto molto difficile e di stress per le piante e ciò le rende estremamente tolleranti,

migliora le loro qualità gustative e fa si che i nutrienti sono più concentrati.

Oltre ciò lui coltiva diverse centinaia di varietà differenti, pochi agricoltori hanno una conoscenza così vasta”

I ricercatori cominciano solo ora a capire i meccanismi biologici che spiegano il successo del metodo di Pascal Poot

...assicura Véronique Chable, specialista in materia a l’INRA-Sad de Rennes che ha realizzato delle ricerche sulle selezioni

di Pascal Poot dopo il 2004

“Il principio base è di mettere le piante nelle condizioni in cui vogliamo che crescano. L’abbiamo dimenticato ma da molto tempo

fa parte del buon senso contadino, oggi si chiama ereditarietà dei caratteri acquisiti in altre parole c’è una trasmissione dello stress

e dei caratteri positivi delle piante per più generazioni.

Bisogna comprendere che il DNA è un supporto di memorizzazione plastico , non è solo la mutazione genetica

che causa il cambiamento , c’è anche l’adattamento , con geni che sono dormienti , ma che possono risvegliarsi .

La pianta produce dei semi dopo aver vissuto il suo ciclo, e conserva memoria di alcuni aspetti acquisiti

Pascal Poot gestisce bene questo, le sue piante non sono molto differenti dalle altre a livello genetico ma hanno una capacità

di adattamento impressionante.”

Questa capacità di adattamento ha un valore commerciale. 

 

Durante la mia visita, molti hanno chiamato Pascal per ordinare delle sementi.

L’agricoltore vende i suoi semi a molte aziende bio, come Germinance. Kevin Sperandio, artigiano sementiere di Germinance, ci spiega:

“Il fatto che le sementi di Pascal Poot si siano adattate a un territorio difficile fa si che hanno una capacità di adattamento enorme,

valida per tutte le regioni e per tutti i climi.

Non non abbiamo i mezzi di fare questo genere di test ma sono sicura che se facessimo un confronto tra una varietà ibrida,

quella di Pascal Poot e un seme bio classico sarebbero quelle del conservatore dei pomodori che otterrebbero i migliori risultati”

Una parte dei semi sono venduti illegalmente, perchè non sono iscritti nel catalogo ufficiale delle specie e varietà vegetali

del GNIS(raggruppamento nazionale interprofessionale delle sementi e delle piante)

“Una delle mie migliori varietà è laGregori Altaï. 

Ma non è iscritta nel catalogo, forse perché non è abbastanza regolare. Molte varietà sono come questa. L’autunno scorso,

la sementiera Sementi del Paese a un controllo di repressione frodi ha trovato 90 infrazioni nel loro catalogo

, il principio stabilisce che siamo autorizzati a vendere i semi che danno frutti tutti uguali e danno gli stessi risultati in ogni luogo.

Per me questo è il contrario della vita, che riposa sull’adattamento permanente. 

Questo porta a produrre dei cloni ma vediamo sempre più che questi cloni sono come zombi...”

 

Alla domanda su questi controlli, un rappresentante di GNIS spiega:

“Il nostro obiettivo è quello di fornire una protezione per l’utente e il consumatore.

Il settore francese delle sementi è molto importante, ma ha bisogno di un’organizzazione e di un sistema di certificazione”.

 

Tuttavia la standardizzazione della frutta e dei semi si fa spesso a scapito del gusto e delle qualità nutrizionali .

E potrebbe , in futuro , danneggiare gli agricoltori , diceVeronique Chable

“Il lavoro di selezione dei semi dimostra che siamo in grado di far crescere la pianta in condizioni molto particolari . Ma l’agricoltura moderna ha perso di vista che tutto questo si basa sulla capacità di adattamento. In un contesto di rapidi cambiamenti climatici e ambientali il mondo agricolo avrà bisogno di questo . Dovremo preservare non solo i semi , ma anche la conoscenza degli agricoltori , le due cose vanno insieme”.

Per condividere questa conoscenza , ho chiesto a Pascal di spiegare come si selezionano e raccolgono i suoi semi. 

 

Ecco i suoi consigli:

"Bisogna raccogliere il frutto più tardi possibile, appena prima del primo gelo così avrà vissuto non solo la siccità estiva ,

ma anche le piogge autunnali.

 

Il pomodoro è molto speciale . Quando si apre un pomodoro , i semi sono in una specie di gelatina, come un bianco d’uovo .

Questa gelatina impedisce ai semi da germogliare all’interno del frutto , che è caldo e umido . 

I semi non germoglieranno fino a quando la gelatina non sarà marcita e fermentata.

È necessario dunque far fermentare i semi . 

Per questo bisogna aprire il pomodoro , togliere i semi e lasciarli per alcune ore nel loro succo ,

per esempio in una ciotola e ci sarà poi una fermentazione lattica.

Dobbiamo monitorare la fermentazione come il latte sul fuoco , può durare tra 6 e 24 ore ,

ma non deve formarsi della muffa. Poi se prendendo un seme col dito si stacca bene dalla gelatina allora è pronto.

Si mette il tutto in un colino da tè ,si lava con l’acqua e si mette ad asciugare. così si ottiene una percentuale

di germinazione tra il 98 % e il 100 %

 

Il peperone è diverso , basta lavare i semi , asciugarli su un setaccio fine e conservare.

Per il peperoncino è lo stesso ma occorre fare attenzione perché i semi sono molto piccanti ,

e questo passa anche attraverso i guanti . Una volta che ho raccolto i semi di peperoncini Espelette senza guanti

, ho dovuto passare la notte con le mani in acqua ghiacciata !"

 

Fonte: https://pantagruel2020.wordpress.com/2016/05/18/pascal-poot-un-francese-che-coltiva-ortaggi-senzacqua/

http://ilnuovomondodanielereale.blogspot.it/2016/05/il-contadino-non-studiato-che-sta.html

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Medicina naturale e medicina tradizionale: quando l'unione fa la forza

È triste cronaca recente il caso del piccolo morto per otite perchè "curato" solo con omeopatia, e ci riporta alla memoria una delle ultime vicende accadute proprio a Torino, quella della signora morta di tumore dopo essere stata curata esclusivamente con "cure" alternative. Inevitabilmente, nel leggere storie di questo tipo, si creano dubbi, pregiudizi e fantasie e diventa necessario approfondire il discorso. Premetto che non trovo utile entrare nelle singole storie (nessuno di noi, se non chi è direttamente coinvolto, ne conosce i risvolti), per cui mi attengo a chiarire alcuni concetti fondamentali per chiunque segua o voglia curarsi affiancando percorsi naturali alle cure tradizionali.

Devo dire in tutta onestà che mi diventa difficile parlarvi di tutto ciò che la Natura ci offre per stare bene, cosa che faccio ormai tutte le settimane da 4 anni con la mia rubrica, senza sottolineare quanto sia differente seguire protocolli naturali seri supportati da professionisti competenti rispetto a cialtronerie e false illusioni. Prima di tutto dovrebbe entrare nel linguaggio comune che tutto ciò che riguarda la medicina naturale è "complementare", perché si può ben comprendere come la parola "alternativo" nel suo significato ci rimandi ad un'idea di "scelta", quindi per molti quella di usare solo prodotti naturali e non medicine. E qui si genera già confusione: infatti la medicina allopatica offre indagini, diagnosi, cure, interventi che innegabilmente curano e la maggior parte delle volte guariscono, e tutti gli studi in continua evoluzione lo dimostrano. La medicina complementare invece, è basata sulla prevenzione, il trattamento e la promozione della salute ottimale attraverso l’uso di metodi terapeutici e modalità che incoraggiano il processo di autoguarigione e non sono invasivi. Addirittura nel 2010 l'OMS ha sancito che, "se praticata correttamente, può contribuire a proteggere e migliorare la salute e il benessere dei cittadini".

 

Ed ecco il nodo: la pratica corretta! Non sono certo di esempio i casi citati, per dimostrare che le cure naturali sono inefficaci e, tra l'altro, il modo in cui vengono riportati destabilizza chi invece ne fa uso in modo corretto. Infatti non c'entrano le cure ma le persone: chi dice di essere esperto e non lo è, o chi per fragilità o ignoranza gli si affida, senza utilizzare quel buon senso personale che sarebbe implicito in ogni cosa. In ogni lavoro ci sono professionisti seri e no, e se milioni di italiani utilizzano rimedi verdi e si affidano alle terapie non convenzionali migliorando la loro qualità di vita forse è davvero il caso di fermarsi e chiedersi il perché. Sarà perché sono seguiti da medici e terapeuti validi? O perché, seguendo percorsi di questo tipo, si attiva quella consapevolezza che permette di distinguere ciò che ci fa stare meglio da ciò che ci danneggia? Oppure per non ricorrere subito a farmaci quando davvero non occorrono?

Certo è che seguire queste vie non significa che se si ha un'infezione non si prende l'antibiotico o se si ha un tumore non si segue il protocollo medico oncologico. Significa, come capita ormai sempre più frequentemente, cercare un supporto, consigli per gestire meglio gli effetti collaterali delle cure senza esagerare con i farmaci, ma soprattutto per ottenere ascolto. Troppo facile cadere nel tranello degli animi semplici e suggestionabili che vengono abbindolati dagli stregoni, quelle sono altre storie, non è medicina complementare, la cui esperienza dai tempi più antichi ci ha portato fino a qui. Le statistiche confermano, tra l'altro, che chi si riferisce a queste vie è un'utenza colta, informata e attenta al proprio corpo e alle proprie emozioni.

 

Ma torniamo un attimo indietro e proviamo a ricordare com'era la figura del medico di una volta, e come visitava: non lo ricordiamo un po' dottore e un pò confessore, con l'intento di sviscerare in profondità un'anamnesi utile non solo per la diagnosi, ma per la cura e per il sostegno dell'ammalato? Oggi il medico conosce praticamente tutto del nostro corpo, grazie a macchinari straordinari che lo scannerizzano millimetro per millimetro, e a tutto ciò che la scienza studia e scopre (e infatti la vita si è allungata), ma anche tutto questo ha un limite: non arriva all'anima, e purtroppo per "guarire" e per vivere bene deve essere in buona salute anche "lei". Tutti ormai abbiamo accettato la disumanizzazione dei rapporti sia a livello privato che lavorativo e, volenti o nolenti, ci conviviamo, siamo figli dei tempi e occorre viversela così. Però quando si sta male no, nessuno è disposto ad entrare in un meccanismo in cui si è numeri, in cui i protocolli sono tutti uguali, e visto che noi non lo siamo, abbiamo piacere di essere ascoltati, di fare domande per avere risposte e, anche quando non ci può essere garantita la guarigione, cerchiamo aiuto, forza e speranza per gestire sentenze crude. Vogliamo poter essere considerati e compresi, conoscere per scegliere, perchè in definitiva poi chi deve affrontare tutto siamo noi.

 

Ovviamente in un momento storico in cui ci può operare un robot, pensate che cosa straordinaria, ci sta provare a gestire la cefalea femminile con l'agopuntura e la moxibustione come avviene al Sant'Anna di Torino per esempio, oppure nei casi di autismo affiancare alle cure tradizionali la Pet Therapy, che aiuta il bambino ad uscire da quella sua realtà non reale, come a sempre a Torino un convegno straordinario tenuto alla Città della Salute ha dimostrato con enorme risonanza. E quanto altro... Ma ciò che è da considerare davvero è l'immensa possibilità, grazie alle

cure complementari, di quella mano tesa che è l'ascolto, e vi assicuro che non è acqua fresca, ma una vera e propria cura, non in sostituzione, ma in accompagnamento a tutti gli strumenti tecnici tradizionali fondamentali per guarire. Detto questo, dalla prossima settimana mi sarà di nuovo " limpido e cristallino" proporvi suggerimenti green per vivere al meglio!
www.monicapiani.it

http://torino.repubblica.it/cronaca/2017/06/05/news/medicina_naturale_e_medicina_tradizionale_quando_l_unione_fa_la_forza-167294368/

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