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L'OSTEOPATIA ENTRA IN FABBRICA PER COMBATTERE LO STRESS

La Barilla, storico marchio dell'industria italiana, ha avviato un progetto pilota per offrire ai propri dipendenti dei trattamenti osteopatici

Riconoscimento importante e praticamente ufficiale per l'osteopatia e i suoi benefici: la Barilla, storico marchio dell'industria italiana, ha avviato un progetto pilota per offrire ai propri dipendenti dei trattamenti osteopatici che miglioreranno la resistenza fisica allo stress e consentiranno di ritrovare il benessere. 

Fino a qualche anno fa, chi parlava di trattamenti osteopatici veniva visto con un malcelato spirito critico da parte dei suoi ascoltatori: questa pratica medica alternativa, infatti, non godeva di particolare considerazione, anche per l'ostracismo delle discipline più tradizionali. Qualcosa per fortuna è cambiato, e come spiega anche il portale Tcio, scuola di formazione con sede a Milano, oggi anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto l'importanza della osteopatia per il mantenimento della salute, inserendola ufficialmente tra le Medicine Non Convenzionali.

Il progetto di Barilla. Da Parma, poi, arriva una notizia che conferma la nuova considerazione che l'osteopatia sta trovando anche in Italia: la Barilla, storico marchio dell'industria del made in Italy, ha fatto partire un progetto pilota che coinvolge 450 dipendenti con varie mansioni, che beneficeranno di trattamenti osteopatici per combattere lo stress.

Contro lo stress. Per la precisione, l'obiettivo dell'azienda - che sin dalla sua nascita ha messo al centro della propria filosofia il "People Care", con varie iniziative destinate a incentivare il benessere di fa parte della "famiglia" di lavoratori, come ricorda il comunicato ufficiale rilasciato dal gruppo parmigiano - è dimostrare che le pratiche messe in atto dai professionisti osteopatici possono migliorare la resistenza fisica allo stress e in generale rendere migliore la vita dei lavoratori.

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La prima valutazione degli effetti. I dipendenti del gruppo hanno aderito in modo volontario all'iniziativa, convinti dai benefici che possono derivare dallo studio pilota; interessante sarà verificare, per la prima volta in maniera così ampia e rigorosa, gli effetti che le pratiche di osteopatia apportano sulla vita di lavoratori che svolgono diverse mansioni nel corso della propria attività quotidiana, con i risultati dei test che saranno analizzati da statistici qualificati dell'università di Parma.

Benefici per dipendenti e azienda. Il progetto proseguirà fino all'aprile del 2018 e consentirà al personale di Barilla di usufruire in maniera gratuita di un osteopatico in azienda; ogni trattamento è composto da sei sedute, che avvengono nelle strutture di Parma, in appositi spazi allestiti proprio per l'occasione. Come accennato, l'obiettivo di questa iniziativa è dimostrare come utilizzo dell'osteopatia possa portare benefici sia ai dipendenti che all'azienda stessa, a cominciare dall'incremento della resistenza fisica allo stress lavorativo fino alla riduzione delle assenze causate da malattie; altri intenti dichiarati sono la diminuzione del numero di richieste medico-specialistiche e la riduzione di assunzione dei farmaci da parte dei dipendenti, seguendo l'approccio dell'osteopatia, che prevede tecniche preventive e non curative.

La filosofia di Barilla. Le sedute osteopatiche si inseriscono nei più ampi interventi che Barilla dedica alla salute dei propri dipendenti: molto importante è anche il progetto di educazione alimentare per i lavoratori del gruppo, avviato con il contributo del Barilla Nutrition Advisory Board in collaborazione con il dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell'università Federico II di Napoli. Inoltre, nello scorso anno è stato ampliato il programma di smart working, con i giorni "flessibili" per gli impiegati di ufficio (circa 1700 le persone che finora hanno aderito) che sono stati raddoppiati (da 4 a 8 al mese), con conseguente risparmio di tempo, costi e connesso beneficio per l'ambiente.

 http://www.startnews.it/notizie/start_write_news_10.asp?key=15878

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Il Sistema immunitario secondo la Nuova Medicina Germanica

Il sistema immunitario nel senso in cui lo abbiamo sempre immaginato, una specie di armata del nostro organismo che annienta le cellule maligne, non esiste.(NMG)

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Sistema immunitario secondo la Nuova Medicina Germanica
La Nuova Medicina Germanica® invece ha scoperto che non si tratta di "malattie" nel senso che si credeva fino ad ora, ma che i sintomi, che avevamo chiamato "malattie", sono "programmi speciali biologici sensati" della natura bifasici, nei quali la presunta malattia rappresenta solo una delle due fasi.


Nella medicina ufficiale che regna, la "malattia" in generale viene considerata un "errore della natura", come un crollo del cosiddetto "sistema immunitario", come qualcosa di "maligno", che cerca di distruggere l’organismo e perciò deve essere combattuto ed eliminato con tutti i mezzi a disposizione di una strategia medica militare. E così si era creduto che nella formazione del cancro il sistema immunitario, - qualsiasi cosa ci si immaginasse, comunque una specie di armata a difesa del corpo, - fosse indebolito, tanto che le piccole cellule maligne del cancro o dei microbi potessero trovare una breccia, invadere il tessuto ed espandersi. E perciò era importante mobilitare la nostra armata di difesa del corpo, il cosiddetto "sistema immunitario", contro l’armata maligna degli aggressori, dei microbi o anche delle cellule cancerogene, che volevano distruggerci.

In passato nella nostra ignoranza abbiamo visto grossolanamente circa 1.000 malattie. 500 di esse erano malattie fredde, nelle quali il paziente aveva i vasi sanguigni cutanei ristretti, era pallido, e perdeva peso. Le altre erano circa 500 malattie calde, con febbre, vasi sanguigni dilatati, buon appetito, ma grande stanchezza. Tutte queste presunte malattie erano considerate malattie a se stanti. Erano descritte nei nostri testi di studio e le dovevamo imparare a memoria per l’esame di stato. Adesso sappiamo che non era corretto così.
Si trattava ogni volta solo di metà di una malattia e di conseguenza conosciamo adesso grossolanamente all’incirca 500 programmi speciali biologici sensati (SBS) che sono bifasici: la 1° fase è sempre la fase fredda, di conflitto attivo, simpaticotonica, di stress. La 2° fase è, se avviene la soluzione del conflitto, sempre una fase di guarigione, calda, di conflitto risolto, vagotonica.


La 4° legge della natura riordina tutte le cosiddette malattie secondo la loro appartenenza ai foglietti embrionali, che si formano fin dall’inizio dello sviluppo dell’embrione: il foglietto embrionale interno, quello medio e quello esterno. Non solo si possono associare ogni cellula od ogni organo del corpo ad uno di questi foglietti embrionali, ma oltre a ciò, ad ognuno di questi foglietti embrionali appartiene anche, secondo l’evoluzione, una specifica parte del cervello, un determinato tipo di contenuto conflittuale, una determinata localizzazione nel cervello, una determinata istologia e specifici microbi a seconda del foglietto embrionale. Oltre a questo ogni SBS ha anche un senso biologico specifico.

I microbi, li avevamo intesi fino ad ora come se causassero le cosiddette malattie infettive, e sembrava sensato in quanto nelle cosiddette malattie infettive si trovavano sempre questi microbi. Ma in queste presunte malattie infettive avevamo solo dimenticato o non osservato la prima fase del processo. A queste presunte malattie infettive precedeva sempre una fase di conflitto attivo. Solo con la soluzione del conflitto questi microbi possono diventare attivi. Allora non sono nostri nemici ma ci aiutano, lavorano su nostro comando, su comando del nostro organismo, diretti dal nostro cervello.

Cerchiamo di immaginarci i microbi come tre tipi di lavoratori:
1. Quelli che devono eliminare le immondizie (spazzini), i micobatteri tubercolotici, che per esempio eliminano i tumori intestinali (del foglietto embrionale interno) nella fase di guarigione (solo diminuzione di cellule!). Vogliamo subito menzionare che i micobatteri, allo stesso ritmo dei tumori degli organi governati dal cervello antico dell’endoderma e (della parte antica) del mesoderma, si moltiplicano durante la fase di conflitto attivo, ma diventano attivi ed eseguono il loro lavoro solo nella fase di conflitto risolto.

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2. Quelli che devono risistemare un cratere provocato da una bomba (lavoratori di terreno), i virus che riempiono le ulcere, cioè le ri–elevano a livello del tessuto circostante (ricostruzione di cellule). I virus si trovano sempre solo in fase di guarigione e solo negli organi governati dalla corteccia cerebrale appartenenti al foglietto embrionale esterno. I sintomi concomitanti sono: vagotonia, di solito febbre, edemi dell’epidermide o della mucosa, però solo della mucosa di epitelio pavimentoso.

3. Quelli che elaborano solo i difetti (osteolisi, necrosi) degli organi del foglietto embrionale medio, i batteri, che sono da paragonare a degli scavatori, che puliscono il campo dalle macerie per poterci costruire una nuova casa, cioè per permettere all’organismo di riempire il difetto come si deve (demolizione e ricostruzione di cellule!). Anche qui avviene la moltiplicazione delle cellule esclusivamente nella fase di guarigione o dopo lesioni, dove sono presenti batteri.
Se non sono presenti "microbi specifici" la fase di guarigione si svolge naturalmente lo stesso, ma non in modo biologicamente ottimale, per esempio: epatite non A, non B, non C. I dotti epatici, che sono coperti di epitelio pavimentoso e che si alterano ulcerandosi in caso di conflitto biologico di disputa di territorio, per migliorare il deflusso di bile con un lume maggiorato senso biologico), si chiudono a causa dell’edema. Conseguenza: la bile ristagna, non riesce a defluire.
Se sono coinvolti contemporaneamente molti dotti epatici il paziente diventa giallo: ittero, urina scura, feci giallo chiare a causa della mancanza della sostanza che colora la bile. Ma non sono i virus a causare l’epatite, come credevamo noi medici intelligenti nella nostra ingenuità, piuttosto, il nostro organismo si serve di loro, se sono presenti, per ottimizzare il percorso di guarigione.
Comunque decide sempre il nostro cervello su quale tipo di microbo, in quale tipo di lavoro e quando ci debba aiutare; solo un determinato tipo, che il nostro cervello lascia lavorare a seconda del caso. Lo stesso su comando del nostro cervello, i presunti microbi patogeni si trasformano di nuovo in microbi benigni, apatogeni, e si ritirano in qualche parte del nostro organismo dove non disturbano, ma da dove possono sempre essere riattivati quando necessitano di nuovo. Visto che non lo sapevamo in passato, non solo avevamo male interpretato tutte le presunte malattie (SBS), ma non abbiamo neanche potuto trattare un solo paziente in modo corretto, secondo le cause.

Ma se i microbi non erano armate di nemici ma armate di amici, controllati e governati in modo sensato dall’organismo come simbionti, che cosa era allora il cosiddetto "sistema immunitario"? un’armata di cellule assassine, fagociti, linfociti T ecc., aiutato da uno squadrone di reazioni del siero? In altre parole: cosa resta del cosiddetto "sistema immunitario"?
Risposta: solo i fatti, non il presunto sistema, in quanto il "sistema immunitario" non esiste come concetto indefinito, spugnoso, che viene utilizzato indistintamente nella fase di conflitto attivo come nella fase di conflitto risolto, nel cancro, nei sarcomi, nella leucemia o nell’AIDS, attraverso tutte le cosiddette "malattie infettive".

Anche nella cosiddetta "malattia da immunodeficienza AIDS" dicono siano coinvolti virus e linfociti T. I virus dell’HIV però non vengono mai trovati nei pazienti con AIDS. Nessuno ha mai osservato una sintomatologia precisa dopo una cosiddetta infezione con HIV, come si è abituati per esempio con la rosolia o con il morbillo. Pure è molto strano che l’"AIDS", come presunta malattia virale, si comporti in modo del tutto differente dalle altre malattie virali, le quali vengono considerate superate quando il test degli anticorpi risulta positivo, cioè quando la "malattia" è superata. Che tali sintomi eclatanti comportino senza eccezione una serie di reazioni del sangue e del siero dovrebbe essere sottinteso. Ma dato che non esiste una specifica sintomatologia per l’"AIDS" si aprono le porte ad atti medici e diagnostici arbitrari.
Se una persona ha il test dell’HIV negativo e si ammala per esempio di cancro, reumatismo articolare, sarcoma, polmonite, diarrea, demenza, micosi, tubercolosi, febbre, herpes o tutti i possibili sintomi neurologici o di deficit, allora si tratta di normali "malattie" nel senso comune del termine, secondo la comprensione del passato. Se la stessa persona però ha il test dell’HIV positivo, subito tutti questi sintomi sono sintomi maligni dell’AIDS, viene quasi da dire metastasi dell’AIDS, che segnano già l’imminente e penosa morte del paziente di AIDS da compatire.
Per virus HIV, che non esiste (il presunto scopritore del AIDS, il Signor Montagnier, ha dichiarato in un’intervista ad un giornale spagnolo nel 1995 di non aver mai visto il virus HIV!), si intendeva fondamentalmente che il colpito "dall’epidemia mortale di AIDS" moriva infine di cachessia e panmieloftisi, cioè era incapace di produrre sangue.
Lo stesso processo lo troviamo anche in caso di cancro osseo o meglio dire in caso di cancro con diminuzione ossea, cioè osteolisi del sistema scheletrico, che comporta sempre una panmieloftisi (anemia) ed il conflitto correlato, secondo la locazione della parte scheletrica colpita, è sempre uno specifico conflitto di crollo dell’autostima. La guarigione di un tale conflitto di crollo dell’autostima sarebbe la formazione di callo osseo dell’osteolisi (ricalcificazione), con il segno della leucemia. Si ammala di "AIDS" solo chi sa o chi crede di essere HIV positivo!

Strano che nessuno abbia mai notato questo strano fenomeno. Tutta questa faccenda deve avere a che fare con la psiche. Per essere più precisi: se le persone si ammalano gravemente solo quando viene loro detto che sono HIV positivi, è urgente immaginare cosa succeda nella psiche di un tali pazienti ai quali viene comunicata una diagnosi annientante con la prognosi del 50% di mortalità!
Esattamente come ci fanno sempre paura con il cancro, in quanto è maligno, anche con i microbi maligni ci facevano paura.
Anche se la paura in caso di epidemie non è del tutto infondata, questo non è colpa dei microbi ma della civiltà, ed anche qui, dei molteplici errori della civiltà.
In fondo esistono solo due possibilità riguardo ai microbi: o i microbi sono endemici (per una zona), cioè tutti li hanno, quindi nessuno può avere "nuovi" microbi, in quanto ha tutti quelli che si possono avere in quella zona. O si impedisce con "l’igiene", separazione e vaccini, che le persone entrino in contatto coi microbi o le loro conseguenze, come le tossine. La nostra civiltà tenta quest’iltima strada. Nella natura, negli animali e nei popoli naturali questo non esiste.

Per quanto riguarda il "pericolo di infezione", specialmente con i microbi esotici, possiamo dire: esattamente come il nostro organismo o il nostro cervello computer non ha un programma per automobili, aerei o televisione, il nostro computer cervello non è neanche predisposto ad una cambiamento di territorio di migliaia di chilometri in poche ore, tanto meno in altre zone climatiche con altri microbi. Ciò che è del tutto normale per gli abitanti che vivono lì, poiché sono nati e cresciuti lì e si sono adattati, non è per niente normale per il visitatore. Un esempio è il morbillo per noi innocuo che superiamo di solito da bambini. Quando si è importato il morbillo in America, morirono molte migliaia di indiani adulti miseramente, ma non un singolo bambino. Ogni medico in Europa sa che anche da noi un’infezione primaria con il morbillo nell’adulto può essere mortale. Nel bambino invece è sempre innocuo. Si trasmette si il virus, ma si ammala solo colui o il bambino che ha vissuto precedentemente il conflitto correlato e si trova al momento in fase di guarigione. Nel caso del morbillo si tratta di un conflitto che ha da fare con il cavo orale o con i seni paranasali (per esempio "questa cosa mi puzza").
Il cosiddetto sistema immunitario, che avevamo immaginato come una specie di armata del nostro organismo, che annientava cellule cancerogene maligne o microbi maligni come in una grande battaglia, non esiste in questo senso. Corrisponde alla precedente completa ignoranza sulla tipologia della "malattie" e la completa incapacità di valutare e classificare gli innumerevoli fatti e sintomi della sierologia e dell’ematologia.

La nostra odierna medicina ufficiale con le sue innumerevoli ipotesi non dimostrate e non dimostrabili è un errore continuo e brutale. Avevamo trovato fatti veri da esami nella medicina ufficiale, come l’ematogramma, parametri di laboratorio o cambiamenti nella ematopoiesi ecc. o immagini di TAC, ma le conclusioni che avevamo tratte e la terapia che ne risultava erano completamente sbagliate. Di conseguenza il tasso di mortalità della terapia nel cancro era del 98% dopo 5 anni. Nella Nuova Medicina Germanica® si verifica il contrario, il tasso di sopravvivenza si trova al 98%.
Una "malattia" in questo senso, come ci è stato insegnato all’università, non esiste in senso stretto. Avevamo presupposto, in ciò che chiamavamo "malattia", un errore di "madre natura", cioè che il presunto "sistema immunitario" (pensato come un’armata di difesa del nostro organismo) fosse diventato troppo debole.
"Madre natura" invece non fa errori, magari può apparire un errore a prima vista, ma ha un senso, anche se a volte con sintomi concomitanti negativi per l’individuo, ma sempre a favore del bene del gruppo più grande.
Copyright by Dr. med. Ryke Geerd Hamer
Pubblicato su FB - Nuova medicina gruppo nazionale di Alice
http://cerchionelgrano.blogspot.it/2015/03/sistema-immunitario-secondo-la-nuova.html

http://compressamente.blogspot.gr/2015/03/il-sistema-immunitario-nel-senso-in-cui.html

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Autismo : reversibile al 100% con la Terapia CEASE ?

“L’autismo è uno squilibrio reversibile al 100%. Ecco la Terapia CEASE”
Dioni

Quando mi sono imbattuto in questo protocollo ho subito sentito che era qualcosa di buono e i risultati parlano chiaro. Il Dottor Tinus Smits, omeopata olandese, ha messo a punto la terapia CEASE che ha risultati miracolosi per la medicina allopatica che lo considera ‘incurabile’. Oggi un bambino nato ogni 100 è autistico, come è possibile? In questo articolo spiego la posizione del Dott. Smits, come funziona la sua cura e come metterla in pratica.

L’autismo è una vera e propria pandemia in crescita esponenziale, che in alcuni stati raggiunge addirittura numeri allarmanti, interessando 1 bambino ogni 50-80 nati. Il Dr. Smits ha fatto importanti scoperte che spiegano perché l’autismo sia in continua crescita ed è per questo che tale lettura risulterà di grande utilità per i genitori dei bambini autistici e per tutti coloro che si occupano dell’assistenza di questi bambini.

TESTIMONIANZE
La madre di Stephan scrive al Dr. Smits: “Nei nove mesi di trattamento nostro figlio, da un bambino che non parlava, si è trasformato in uno capace di frequentare una scuola normale, di parlare con frasi compiute e di relazionarsi con tutti. La sua Terapia CEASE è grandiosa. La nostra vita adesso è totalmente cambiata. Grazie per quello che fa“.
La madre di Dirkje afferma: “Dopo tre mesi e mezzo di trattamento, nostra figlia è diventata un’altra. Si è svegliata, è in grado di esprimersi verbalmente e dice cosa sente invece di urlare; è più flessibile, più aperta e più indipendente; la differenza è enorme“.
Siem J., ex bambino autistico, dice: “È come se avessi una seconda vita. Ora è completamente diversa da prima”.

COME APPROFONDIRE E SEGUIRE IL METODO CEASE
Il dr. Tinus Smits è morto nel 2011 ma rivela il metodo nel suo libro “Autismo. Oltre la disperazione” e il suo lavoro è portato avanti da colleghi medici anche in Italia attraverso il portale CEASE Thepay Italia dove è possibile consultare dei medici e ricevere la cura per il proprio caso.
Marcello Pamio ha messo a punto un’intervista per far conoscere i fondamenti del suo metodo, dove le risposte sono state estrapolate direttamente dal suo libro e dal materiale pubblicato nel sito ufficiale gestito dai colleghi medici che ancora oggi portano avanti il suo lavoro. Dopo questa intervista, per completare il quadro, ha chiesto aiuto al dottor Roberto Gava, medico tossicologo, farmacologo e omeopata di Padova che, oltre ad avere curato la revisione scientifica del libro in oggetto, ne ha scritto anche la prefazione.

INTERVISTA
D: Gentile dottor Tinus Smits quando è iniziato il suo interesse verso l’autismo?
R: Il mio interesse verso l’autismo è scaturito dalle prime esperienze di disintossicazione di bambini danneggiati dai vaccini pediatrici.
Molti disturbi comportamentali – quando si otteneva la disintossicazione dai vaccini – scomparivano completamente.
Ho visto nella mia pratica clinica che disturbi dell’attenzione (ADD), iperattività (ADHD), alterazioni dell’umore e aggressività erano spesso correlati alle vaccinazioni pediatriche. E quando effettuavo la disintossicazione dai vaccini ricevuti, si ottenevano miglioramenti incredibili e anche vere e proprie guarigioni.

D: Quando è giunto alla incredibile e straordinaria conclusione che l’autismo si può curare? E soprattutto, secondo lei quali sono le cause dell’autismo?
R: Sono giunto a tale conclusione dopo aver usato la terapia C.E.A.S.E. in più di 300 persone affette da autismo ai diversi livelli di gravità.
La mia esperienza mi ha portato a dedurre che l’autismo è una patologia ad eziologia multifattoriale. Tra queste cause, secondo la mia esperienza, il 70% è da imputare ai vaccini, il 25% alla somministrazione di farmaci o di altre sostanze tossiche, soprattutto durante la gravidanza, e il 5% è causato da patologie organiche.
L’autismo, quindi, è determinato da un accumulo di differenti sostanze tossiche, ma anche da traumi. Dirò di più: l’autismo non è il risultato di un danno permanente del tessuto cerebrale, è soltanto un blocco che rende impossibile il normale e corretto funzionamento del cervello stesso. L’autismo, quindi, non è una patologia fisica, ma è una patologia da squilibrio del normale funzionamento cerebrale, uno squilibrio reversibile!

D: Ha parlato di Terapia C.E.A.S.E.: cosa significa esattamente?
R: Letteralmente, in italiano C.E.A.S.E. Therapy (Complete Elimination of Autistic Spectrum Expression) significa “Completa Eliminazione delle Espressioni dello Spettro Autistico”. Questa terapia – quando si sospetta che una determinata sostanza chimica abbia contribuito o sia la causa principale dello sviluppo dell’autismo – consiste nell’impiego di questo stesso prodotto tossico in diluizioni omeopatiche.

D: Lei sta dicendo che se la causa dell’autismo è stata per esempio il vaccino trivalente M.P.R. (Morbillo-Parotite-Rosolia), lei somministrerà a quel bambino il vaccino M.P.R. omeopatizzato? Ho capito bene?
R: Esatto. Questa metodica è conosciuta in omeopatia come Isoterapia.
L’Isoterapia consiste nell’utilizzare quella sostanza (resa omeopatica grazie a specifici processi di diluizione e succussione) che in una determinata persona ha causato un danno tossicologico.
Per capire come agisca la disintossicazione, dobbiamo considerare che le malattie non sono solo provocate da sostanze come batteri, virus, funghi come crede la medicina convenzionale, ma che OGNI sostanza può lasciare un’impronta nel campo energetico di una persona.

D: In pratica, il prodotto Isoterapico specifico andrebbe a cancellare l’impronta energetica della sostanza che ha causato il danno?
R: Proprio così. Una volta cancellata l’impronta energetica, la guarigione è una spontanea conseguenza.
A questo punto però va ricordato che queste impronte energetiche non derivano solo da un danno diretto e fisico alla persona, come le vaccinazioni, una malattia, i traumi emotivi ecc., ma possono anche essere trasmessi dai genitori al feto. Ecco perché è importantissimo lo stile di vita della donna in gravidanza…

D: Quali sono le potenze omeopatiche utilizzate nella Isoterapia?
R: Se abbiamo il dubbio che un determinato vaccino, farmaco o sostanza chimica abbia provocato un danno (come l’autismo, ma non solo questo), possiamo somministrare il vaccino, il farmaco o la sostanza chimica incriminata alle seguenti potenze: 30ch, 200ch, 1M e 10M.

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D: Come si fa a capire se il rimedio somministrato è quello corretto?
R: E’ importante osservare attentamente le reazioni del bambino. Se un vaccino o un altro farmaco hanno effettivamente causato un danno al bambino, ci saranno delle reazioni molto significative al trattamento isoterapico (omeopatico).
Il bambino, per esempio, potrebbe sperimentare un’altra volta gli stessi sintomi che ha avuto quando ha ricevuto per la prima volta quel vaccino e/o farmaco. Si può avere una secrezione mucosa da naso, orecchi, occhi e/o gola, ma anche diarrea, urine torbide e di cattivo odore, sudorazione, eruzioni cutanee e febbre.
Queste importantissime eliminazioni non dovrebbero mai essere trattate (cioè soppresse farmacologicamente), perché fanno parte del processo fondamentale di guarigione.

D: Cosa può consigliare alle persone che stanno leggendo questo articolo?
R: In base alla mia comprensione di come si sviluppa l’autismo, è di grande importanza evitare OGNI farmaco in gravidanza e nei primi due anni di vita del bambino. Il feto e il neonato non sono in grado di metabolizzare in modo adeguato le sostanze tossiche. Perciò i bambini non dovrebbero essere vaccinati, almeno nei primi anni di vita, mentre dobbiamo fare in modo che crescano nel modo più sano possibile.

D: Quanto importante è lo stile di vita in generale e l’alimentazione in particolare?
R: Una dieta sana e corretta dovrebbe contemplare l’apporto di acidi grassi polinsaturi (Omega-3 e Omega-6), perché essi svolgono un ruolo fondamentale nella formazione e nel buon funzionamento del cervello, ma anche un ruolo nel conseguimento di una normale salute mentale ed emozionale.
Dovremmo eliminare tutte le sostanze tossiche come il glutammato monopodico e lo zucchero.
Il glutammato, per esempio, fa aumentare di 3 volte l’insulina prodotta dal pancreas e crea una dipendenza enorme perché spinge le persone a mangiare di più. Anche lo zucchero raffinato produce sia dipendenza, che stress ossidativo e alimenta la crescita di un lievito onnipresente nei bambini autistici: la Candida Albicans. La Candida è responsabile di un’ampia gamma di disturbi, tra cui il malassorbimento intestinale di vitamine e minerali.

D: Può dirci qualcosa di più sui pericoli dello zucchero raffinato?
R: Intorno al 1900, usavamo solo un chilogrammo di zucchero supplementare a persona ogni anno. Oggi, usiamo in media 70 kg di zucchero raffinato a persona. Tutti i bambini, autistici, con problemi di comportamento (ADHD), i bambini aggressivi, ecc. dovrebbero eliminare completamente lo zucchero dal loro regime alimentare.
Il solo zucchero che il corpo può digerire è il glucosio. Perciò tutti gli altri zuccheri che entrano nel corpo devono essere prima cosa trasformati in glucosio. Questo processo è possibile soltanto grazie a degli enzimi prodotti dal corpo.
I disaccaridi come lo zucchero da barbabietola, il saccarosio, il lattosio, l’iso-maltosio e i polisaccaridi non possono essere assorbiti nell’intestino tenue ed entrano quindi nel colon dove nutrono batteri ‘zucchero-dipendenti’, che a loro volta proliferando, alterano l’equilibrio degli utili e indispensabili batteri dell’apparato digerente. Questi batteri che si nutrono di zuccheri entrano in massa nell’intestino tenue e causano irritazione intestinale (tra cui malassorbimento), che provoca la produzione di muco, con funzione protettiva, e diarrea. I disaccaridi non entrano in contatto con le cellule del colon deputate all’assorbimento e diventano cibo per batteri che si nutrono di zucchero (funghi ma non solo).

D: Cos’è e quanto è importante la metallotioneina?
R: E’ una proteina e rappresenta la nostra prima linea di difesa contro i metalli pesanti.
E’ presente nella bocca, nello stomaco e in grandi quantità nell’intestino.
Se è presente in quantità sufficienti nell’intestino, i metalli pesanti come mercurio, alluminio o il piombo si legano a questa proteina scambiandosi con lo zinco!
Anche gli enzimi che metabolizzano la caseina e il glutine hanno bisogno, per il loro funzionamento, dello zinco. Perciò una carenza di metallotioneina porterà una carenza dell’enzima che scompone caseina e glutine.
Se la proteina metallotioneina non funziona per una mancanza di zinco, il mercurio, piombo o alluminio e altri metalli pesanti finiscono nel sangue e quindi anche nel cervello!
Non solo, ma la metallotioneina protegge anche dalle infezioni intestinali – diffusissime nei bambini autistici – e contrasta la Candida e gli altri funghi.
Secondo il Pfeiffer Institute, una metallotioneina mal funzionante spiegherebbe perché i maschi sarebbero più propensi a sviluppare l’autismo quattro volte più delle femmine. Le femmine infatti sarebbero più protette dalle sostanze tossiche esterne perché gli estrogeni e il progesterone stimolano la produzione di metallotioneina.

D: Anche se è evidente dalle sue risposte: cosa pensa dei vaccini pediatrici?
R: Il problema dei metalli pesanti nei vaccini è enorme.
I metalli pesanti, come alluminio e mercurio, iniettati tramite i vaccini, superano le barriere di difesa del nostro organismo e intossicano il corpo direttamente.
Tali metalli, bypassando la metallotioneina, possono entrare direttamente nel cervello, nonostante la barriera emato-encefalica che protegge.
A tutto questo, vanno aggiunti i metalli che entrano nell’organismo tramite l’alimentazione, l’aria e l’acqua. L’apporto giornaliero di mercurio presente nel cibo, sempre secondo il Pfeiffer Institute, è di circa 20 mcg (microgrammi) e se i denti sono otturati con amalgama, viene ceduto all’organismo molto mercurio ogni giorno (1mcg/giorno per una amalgama vecchia, e fino a 450mcg/giorno per una amalgama recente).
Per i vaccini posso dire che uno dei cambiamenti più positivi che la medicina potrebbe fare, allo scopo di fermare la piaga del’autismo e di molti altri problemi comportamentali e di salute dei nostri figli, sarebbe quello di posticipare i vaccini dopo i due anni di età.
La conferma di questo arriva dal Giappone.
Nel 1975 il Giappone ha interrotto le vaccinazioni nei bambini sotto i due anni di età. Questo ha fatto sì che questo paese avesse la più bassa incidenza di mortalità infantile al mondo, mentre prima era collocato al 17mo posto.
Con 300 casi di bambini autistici, sono arrivato alla conclusione che nella maggioranza dei casi sono coinvolte le vaccinazioni, ma questo non significa che siano l’unica causa.
Più farmaci un bambino ha assunto nei primi due anni di vita e maggiore è la probabilità che un bambino diventi autistico. Questo vale anche e soprattutto per il periodo di gravidanza e per il parto. Più farmaci prende la mamma, maggiore è la possibilità di avere un figlio autistico e non solo.
Nella mia esperienza, l’autismo è un disturbo tipicamente da accumulo.
Tutti i vaccini possono contribuire allo sviluppo dell’autismo, ma anche altre sostanze come gli spray nasali, antibiotici, antiepilettici, antiacidi, il fumo, l’anestesia del parto, e forse anche altre sostanze ancora sotto esame, come aspartame, glutammato, ftalati e bisfenolo A.

D: In conclusione, dottor Smits, i bambini autistici sono condannati a rimanere tali per tutta la vita? Avranno bisogno di una assistenza?
R: I numerosi casi clinici che ho seguito mi permettono di affermare che i bambini autistici possono essere guariti al 100% e avere una vita normale senza aver bisogno di una particolare assistenza!

DOMANDA AL DOTTOR ROBERTO GAVA CHE STA SEGUENDO BAMBINI AUTISTICI
D: Dottor Gava, dalla tua esperienza in ambito clinico e dalla vasta conoscenza in ambito vaccinale pediatrico, cosa ci puoi dire della crescita esponenziale dell’autismo, dell’Isoterapia e della CEASE Therapy in questo delicato ambito?
R: “L’autismo è un disordine neurologico dello sviluppo che compromette la comunicazione e le relazioni sociali della persona e che causa comportamenti ripetitivi. I più recenti studi epidemiologici rilevano un tasso di incidenza dell’autismo pari ad 1 caso ogni 100 nascite, con una crescita annuale di circa il 10-17%.
Questa patologia, pertanto, oltre ad essere estremamente grave, sta diventando anche drammaticamente comune. Sappiamo tutti che attualmente non esiste alcuna terapia capace di far regredire la sindrome autistica, ma questo libro di Tinus Smits sta veramente dando speranza a quei genitori che sono nella disperazione.
Personalmente, conosco la tecnica messa a punto da Smits da circa 6-7 anni, ma solo da un anno la sto utilizzando sistematicamente in tutti i bambini, autistici o meno, nei quali sospetto l’esistenza di un danno causato o dalle vaccinazioni pediatriche o da qualche altro farmaco.
Ho in cura più di 50 bambini ma, data la delicatezza dell’argomento, preferisco non esprimere giudizi affrettati; comunque, nel corso di quest’anno ho intenzione di esaminare ed elaborare statisticamente tutte le informazioni che i genitori dei miei piccoli pazienti mi stanno facendo gradualmente pervenire.
Per ora, comunque, posso dire che la terapia C.E.A.S.E. non è assolutamente priva di effetti.
Nella quasi totalità dei casi in cui c’è stato effettivamente un danno vaccinale emergono evidenti reazioni in diretta connessione causale con l’isovaccino omeopatico somministrato. In genere, la reazione si manifesta 1-2 giorni dopo l’assunzione delle potenze 30ch o 200ch e solo in un numero minore di casi inizia dopo l’assunzione delle due potenze maggiori. Le reazioni non sono di solito intense, durano circa 4-10 giorni e possono consistere in molti disturbi: dermatiti, febbre, patologie delle prime vie respiratorie, disturbi intestinali e spesso nervosismo e disturbi caratteriali. Queste reazioni, comunque, sono quasi sempre prevedibili, perché tendono praticamente sempre a ripresentarsi gli stessi sintomi che sono stati causati nel bambino dal vaccino o da qualche altro farmaco, come effettivamente può accadere con un qualsiasi rimedio omeopatico. Queste reazioni sono molto importanti, perché sono la prova che quel vaccino che il bambino ha assunto (e per il quale abbiamo somministrato il rimedio omeopatico ottenuto dinamizzando quella stessa sostanza) è realmente la causa del suo danno organico. Quindi, la terapia omeopatica C.E.A.S.E. di Tinus Smits permette sia di diagnosticare che di curare nello stesso tempo un danno vaccinale o un qualsiasi danno farmacologico.

Va inoltre detto che le reazioni che avvengono dopo la somministrazione dei vaccini omeopaticizzati non sono intense, sono qualsiasi sempre sopportabili dal bambino e dai suoi genitori e solo saltuariamente è necessario intervenire con qualche rimedio omeopatico classico per smorzarne l’intensità.
Gli effetti che l’uso di questa terapia ha indotto nei miei pazienti, come ho detto prima, non sono ancora chiaramente definibili, ma i dati di cui dispongo mi portano ad affermare che i bambini che hanno avuto una reazione sintomatologica dopo la somministrazione dei vaccini omeopaticizzati sono poi quasi sempre migliorati dal punto di vista caratteriale e mentale: alcuni che prima non parlavano hanno iniziato a parlare, alcuni che non camminavano hanno iniziato a camminare e in ogni caso sono migliorati a livello comportamentale con una maggior acquisizione del loro autocontrollo e della loro capacità di relazionarsi con gli altri.
Alcuni, invece, non hanno avuto alcun effetto dalla terapia, né in senso reattivo né in senso migliorativo, ed è quindi probabile che in questi soggetti non ci fosse un danno vaccinale ma, come dice Tinus Smits nel suo libro, sia da riesaminare l’intera storia del bambino in modo da individuare il vero fattore causale che, prima o dopo la sua nascita, ha alterato il suo equilibrio psico-neuro-endocrino-immunologico. A tale scopo, credo sia di grande utilità acquisire le conoscenze che Harry van der Zee, un amico di Tinus Smits, ha sintetizzato in un suo recente libro: L’Omeopatia nella cura dei traumi del parto: Capire, proteggere e curare i nostri bambini prima e durante la loro nascita.
Per quanto la mia esperienza con questa terapia sia per ora ancora parziale, posso però dire con tranquillità che la conoscenza di questa nuova tecnica di terapia omeopatica può veramente portare “oltre la disperazione” i genitori dei bambini diventati autistici o epilettici o A.D.H.D. o con disturbi caratteriali o comportamentali a causa delle vaccinazioni e dovrebbe essere conosciuta e utilizzata da tutti gli omeopati”.
http://www.dionidream.com/lautismo-e-uno-squilibrio-reversibile-al-100-ecco-la-terapia-cease/

http://compressamente.blogspot.gr/2016/03/lautismo-e-reversibile-al-100-terapia.html

 

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Infertilita' : curala con la dieta del dottor Mozzi

La mia avventura con la dieta del dr. Mozzi inizia nel 2010 quando una serie eventi legati alla salute sia mia che dei miei familiari mi fa accostare alle tematiche relative alla salute.
Erano circa 2 anni che io e mia moglie cercavamo di avere un secondo figlio senza riuscirci. Dato che non avevamo avuto difficoltà a concepire il primo non pensavamo assolutamente che potessero esserci problemi di fertilità fino a quando non decidemmo di fare gli esami sia io che mia moglie. Iniziò mia moglie e i risultati non evidenziarono problemi. A quel punto iniziai a preoccuparmi e l’esito dei miei esami confermò i miei sospetti… Ero praticamente diventato sterile in quanto i miei spermatozoi erano pochi e quei pochi non si muovevano. Con i risultati ci recammo dal ginecologo che seguiva mia moglie e che ci aveva prescritto gli esami da effettuare per sentire le sue valutazioni e possibili cure.
Vedendo i risultati e valutando l’età (all’epoca avevo 38 anni) ci disse che le cose potevano solo peggiorare e che l’unica via per avere un altro figlio era la fecondazione assistita. La strada più veloce era quella di effettuarla all’estero in quanto la tecnica che faceva al caso nostro non sarebbe stata possibile praticarla subito in Italia a causa della legge allora in vigore. In ogni caso la fecondazione artificiale prevedeva il prelievo e fecondazione di un certo numero di ovuli per poi impiantarli sperando che almeno uno attecchisse. Tutto ciò prevedeva un “bombardamento” ormonale per mia moglie e gli effetti collaterali per la sua salute non erano per niente trascurabili. Oltre tutto c’era anche un problema etico in quanto gli eventuali embrioni non utilizzati sarebbero rimasti nelle mani del centro dove avremmo dovuto recarci oppure sarebbero stati distrutti. Decidemmo allora di lasciar perdere e di tenerci stretto il nostro primo ed unico figlio.

Nello stesso periodo anche mia madre scopre di essere malata gravemente (cancro al colon-retto) ed il mio problema passa in secondo piano. Decidiamo di non dire niente ai miei genitori per non aggiungere ulteriori sofferenze (ci tenevano molto ad avere altri nipotini). Il 2010 si concentra attorno a mia madre che sopporta tutta la cura prevista per la sua malattia: chirurgia, chemio e radioterapia. Sono stati mesi terribili ma per fortuna al termine del percorso le cose si sono sistemate.

latticini causa dell'infertilitàCasualmente nell’ottobre del 2010 scopro le trasmissioni di Telecolor dove uno strano medico barbuto parla di medicina in termini molto semplici e comprensibili che subito cattura la mia attenzione. Sarà che sono di gruppo sanguigno 0, ma immediatamente mi si drizzarono le antenne ed ogni volta che accendevo la TV cercavo subito se c’era una puntata del dr.Mozzi. Una sera sento parlare di fertilità perduta e che secondo il dr.Mozzi la causa è legata al consumo di latte e derivati. Mentre sentivo le sue parole feci un rapido esame della mia alimentazione: a colazione latte e caffè con biscotti, a pranzo pasta con abbondante formaggio grattugiato, a cena spesso pasteggiavo a taleggio, asiago, gorgonzola, parmigiano ed affini e da qualche anno avevo preso l’abitudine di mangiare uno o due yogurt al giorno. E poi avevo una grande passione fin da bambino: adoravo il cioccolato al latte e ne mangiavo quantità industriali! Fu li che iniziò il mio interesse per la dieta del dr.Mozzi e speravo che potesse essere la strada giusta per risolvere il mio problema d’infertilità anche se nel profondo ero ancora scettico. Per fortuna anche mia moglie era interessata all’argomento in quanto anche lei aveva dei disturbi ricorrenti molto fastidiosi (nausea, vomito e dolori muscolari e articolari diffusi).
Decidemmo quindi di provare a seguire la dieta e a gennaio del 2011 iniziammo questo percorso che non abbiamo più abbandonato. All’inizio commettevamo molti errori e ci sono voluti alcuni mesi per capire quali erano gli alimenti, ma soprattutto gli abbinamenti corretti. Ho tenuto e tengo tuttora, il diario alimentare e ho segnato tutto ciò che introducevo ed ho scoperto quali erano gli alimenti che non tolleravo. Il frumento era responsabile della mia irregolarità intestinale ed ho scoperto che la frutta e soprattutto gli agrumi e le banane mi causavano la produzione di catarro che mi accompagnava ogni anno da novembre a marzo. Il caffè poi mi causava agitazione ed insonnia. Insomma notavo in me tutto ciò che il dr.Mozzi diceva e puntualmente tutto tornava. Passato l’entusiasmo iniziale, mia moglie, ma anche io, inizia a non essere più costante nella dieta e gli “sgarri” iniziano ad essere più frequenti. Puntualmente si ripresentano i vecchi disturbi e questo conferma ancora una volta l’efficacia di questo regime alimentare.
Acquista: la Dieta del dottor Mozzi
Dopo aver affinato la dieta ed aver fatto esperienza anche leggendo il libro “La dieta del dottor Mozzi“, che nel frattempo era stato pubblicato, vediamo concretizzarsi i risultati: io ritorno al peso forma, l’intestino si regolarizza e mia moglie non soffre più di mal di testa, nausee e i dolori articolari diventano un lontano ricordo. Era bello vedere che i farmaci che usavamo spesso scadevano senza essere rimpiazzati!

cura l'infertilità arriva un bambinoSiamo nel 2013 e tutto procedeva per il meglio, anche i miei genitori seguivano ormai da tempo il dr.Mozzi, anche se non proprio al 100%, ma quel mio problema d’infertilità non sembrava risolversi… A luglio del 2013 invece qualcosa cambia e scopriamo di aspettare un altro figlio! Alla prima ecografia si notano due sacche (2 gemelli!?) ma solo una purtroppo prosegue fino al termine. Il fatto che siano stati fecondati 2 ovuli mi conferma che non può essere stato un caso e che la dieta che abbiamo seguito ha inciso in modo determinante.

La gravidanza è stata stupenda senza nessun problema di rilievo fino al parto naturale che è avvenuto in pochissimo tempo e senza troppe sofferenze sia per il piccolo che per la mamma. La prima gravidanza, quando non seguivamo ancora il dr.Mozzi, invece è stata costellata di numerosi problemi: nausee constanti e forti acidità, dolori articolari e una “bella” pancreatite tra il 4° e 5° mese.
Che dire… Grazie dr.Mozzi! É stata dura ma alla fine i risultati sono arrivati tutti e ciò che sembrava impossibile per la medicina ufficiale non si è rivelato tale. Questa avventura mi ha fatto capire che non bisogna mai mollare e che se non ostacoliamo la Natura possiamo risolvere molti problemi semplicemente alimentandoci e vivendo in armonia con essa il più possibile
Marco
Fonte: Telecolor.net
http://dietagrupposanguigno.altervista.org/cura-infertilita-dottor-mozzi-storia-marco/

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Una prova genetica dell'incrocio tra umani moderni sub-sahariani e ominini sconosciuti

Un articolo pubblicato sulla rivista “Molecular Biology and Evolution” descrive una ricerca che da una proteina presente nella saliva umana ha dedotto che anticamente ci sono stati incroci tra homo sapiens e un’altra specie sconosciuta di ominini. Un team di scienziati ha condotto uno studio sul gene chiamato MUC7, il quale codifica una mucina, una proteina che determina alcune caratteristiche della saliva umana e tracciandone la storia hanno trovato le tracce di questi antichi incroci tra ominini nell’Africa sub-sahariana.

Questa conclusione è il risultato di una serie di ricerche sul gene MUC7 che avevano altri scopi. Alcuni degli autori avevano già partecipato a uno studio precedente su di esso i cui risultati erano stati pubblicati sulla rivista “Nature” che riguardava l’evoluzione di quel gene e prendeva in considerazione i mammiferi in generale. Esistono versioni leggermente diverse del gene MUC7 non solo in diverse specie ma anche all’interno di una specie perciò il loro confronto può essere utile a capire anche le varie parentele anche tra linee genetiche della stessa specie.

La nuova ricerca, portata avanti da ricercatori dell’Università di Buffalo, ha analizzato il gene MUC7 di oltre 2.500 umani moderni per studiare le loro differenze. In passato era stata ipotizzata una connessione tra il numero di sequenze ripetute in una regione del gene e la protezione contro l’asma perciò c’era anche una possibile finalità medica ma su questo punto non è stata trovata alcuna correlazione.

Il risultato sorprendente dell’analisi del gene MUC7 è stato che un gruppo di genomi dall’Africa sub-sahariana ne aveva una versione notevolmente diversa da quella di tutti gli altri esseri umani. Un allargamento dell’analisi ha mostrato che il gene MUC7 di questi individui era più simile a quello dei Neanderthal e dei Denisova, due specie di ominini, che tassonomicamente costituiscono una tribù chiamata tecnicamente Hominini all’interno della famiglia degli ominidi che include le varie specie del genere Homo.

Secondo i ricercatori, la spiegazione più plausibile è un’antica introgressione. Si tratta di un fenomeno biologico conseguente all’incrocio tra due specie diverse. In sostanza, gli ibridi si incrociano nuovamente con almeno una delle due specie originarie formando altri ibridi. Col passare del tempo, questi incroci introducono nella specie varie combinazioni di geni dall’altra specie. In questo caso specifico, le due specie sono l’Homo sapiens e un altro ominino sconosciuto.

I ricercatori hanno tenuto conto della velocità delle mutazioni genetiche per calcolare che l’incrocio tra gli Homo sapiens sub-sahariani e gli ominini sconosciuti è avvenuto attorno a 150.000 anni fa. Usando lo stesso metodo hanno anche calcolato che la separazione tra queste due specie è avvenuta tra 1,5 e 2 milioni di anni fa.

Questi ominini sono stati definiti una specie fantasma perché solo il loro gene MUC7 è stato identificato perciò è impossibile capire di che specie si tratti. È possibile che si tratti di una specie già conosciuta di cui abbiamo fossili troppo antichi per ricavarne DNA oppure di ominini sconosciuti, forse una sottospecie di Homo erectus. In ogni caso, si tratta dell’ennesima conferma dei tanti incroci avvenuti tra Homo sapiens e altri ominini.

http://netmassimo.com/2017/07/25/una-prova-genetica-dellincrocio-tra-umani-moderni-sub-sahariani-e-ominini-sconosciuti/?_utm_source=1-2-2

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