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Categoria: "Vivere naturalmente"

COME SCEGLIERE UN MATERASSO PER DORMIRE BENE ED IN SALUTE

Come scegliere il proprio materasso? Acquistare un materasso di qualità e che duri realmente nel tempo, accompagnando il nostro riposo notturno per numerosi anni senza problemi, può rappresentare un investimento non di poco conto dal punto di vista economico.

 

 

Prima di decidere quale tipologia di materasso acquistare, è bene valutare con attenzione le proprie esigenze e conoscere le specifiche del prodotto maggiormente in grado di incidere sul suo prezzo, oltre alle differenti caratteristiche delle tipologie di materasso che possono più comunemente essere reperite in vendita.

1) Prezzo

 

E' bene sapere come sul prezzo finale del prodotto incidano molti i materiali utilizzati per il rivestimento e per l'imbottitura. Prima di chiedere se un materasso sia realmente anallergico, è consigliabile informarsi riguardo alla tipologia e alla provenienza dei materiali utilizzati, in modo da evitare quei componenti a cui si possa risultare allergici e in modo da poter giustificare il prezzo a cui l'oggetto viene venduto.

2) Fodera

 

Una delle parti più importanti del materasso è costituito dalla fodera, poiché essa rappresenta l'elemento posizionato più vicino al nostro corpo. Alcuni materassi venduti come "anallergici" potrebbero presentare una fodera in poliestere o in altri materiali sintetici, che potrebbero essere causa di sudorazione nel corso delle ore notturne. E' consigliabile dunque accertarsi che il rivestimento del materasso sia costituito da un tessuto naturale come il cotone. La scelta ideale potrebbe ricadere su di una fodera in cotone biologico e traspirante.

3) Letto

 

La conformazione del proprio letto non deve essere sottovalutata per poter orientare la scelta del proprio materasso. Per questioni di risparmio dello spazio, spesso i letti in vendita attualmente sono dotati di scomparti situati al di sotto del materasso, che permettono ad esempio di riporre le coperte invernali nel corso della bella stagione. Ciò però ostacola la circolazione dell'aria al di sotto del materasso e potrebbe portare alla formazione di muffe. Il problema riguarda in maniera particolare i materassi in lattice.

4) Sonno

 

Materasso in lattice o in memory foam? La scelta tra le due differenti tipologie di materasso potrebbe essere basata anche sulle proprie abitudini durante il riposo notturno. Nel caso in cui infatti si tenda ad agitarsi di frequente durante il sonno, il materasso in lattice è in grado di garantire maggiore libertà di movimento, mentre il materasso in memory foam è ritenuto più adatto a coloro che tendono a rimanere immobili durante il riposo, in quanto nel materasso si crea uno spazio confortevole per il corpo sulla base di una stessa posizione mantenuta a lungo.

5) Zone

 

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Esistono materassi a 3, a 5 ed a 7 zone (in alcuni casi anche oltre). Le zone del materasso sono state pensate per garantire un maggior sostegno alle differenti parti del corpo, con particolare riferimento alle aree della schiena ed alle gambe. E' dunque possibile, nel caso delle zone, orientarsi verso il materasso che dia maggior sostegno a seconda delle parti del proprio corpo considerate più problematiche (ad esempio, per via del dolore)

6) Memory Foam

 

Il materasso in Memory Foam è stato progettato per adattarsi perfettamente alle forme del corpo. Non tutti sono a conoscenza del fatto che esso venga plasmato non tanto dal peso del corpo, quanto dal calore emanato da esso. Ecco perché, se si opta per l'acquisto di un materasso in Memory Foam, è bene accertarsi che esso sia costituito da tessuti il più possibile traspiranti. In quanto in grado di adattarsi alla forma del corpo il materasso in Memory Foam è considerato di tipo ortopedico.

7) Lattice

 

Il materasso in lattice è spesso ritenuto come la scelta migliore in caso di allergia agli acari della polvere, trattandosi di una tipologia di materasso che non permette l'assorbimento della polvere e degli acari che essa può portare con sé da parte del materiale con cui è realizzato. Al contrario non è adatta per chi, invece, ha problemi di allergia al lattice stesso. L'allergia al lattice è normalmente correlata al lattice naturale. In questo caso potreste optare per un materasso in lattice ricoperto nello strato superiore dal memory foam.

8) Rigidità

 

Le differenti tipologie di materasso (a molle, a zone, in lattice, in memory foam, eccetera) possono presentare diversi livelli di rigidità. Un materasso maggiormente rigido è indicato a sorreggere individui dal peso maggiore ed una maggiore rigidità potrebbe garantire in tal caso una più prolungata durata del prodotto nel tempo. Un materasso eccessivamente morbido potrebbe non fornire alla colonna vertebrale il sostegno necessario. Esistono materassi di rigidità media, variabile a seconda dei materiali di fabbricazione, che potrebbero rappresentare un buon compromesso in alcuni casi. I materassi più morbidi sono considerati adatti a bambini ed anziani, oltre che alle persone più leggere.

9) Rete

 

E' bene, al momento dell'acquisto del materasso, richiedere dei consigli riguardanti la rete più adatta da abbinare ad esso. L'accoppiata tra rete e materasso non sarebbe infatti per nulla scontata. Nel caso dei materassi dallo spessore più sottile, la rete risulta maggiormente sollecitata e dovrebbe dunque essere più rigida. Dal medesimo punto di vista, è inoltre bene selezionare una rete dalla rigidità regolabile, in modo da poterla adattare sia al materasso a propria disposizione che alle proprie esigenze.

10) Biomaterasso

 

Attenzione alle truffe ed alle trovate commerciali. Il "biomaterasso" in realtà non esiste. Secondo quali criteri un materasso potrebbe essere definito come "bio"? Il Centro Tutela Consumatori ci informa infatti di come l'attributo "bio" possa essere utilizzato solo per gli alimenti e solo quando questi soddisfano i requisiti europei per le coltivazioni biologiche, opportunamente certificati da un organismo di controllo autorizzato. Tale attributo non può dunque essere applicato ad altre categorie di prodotti (a meno che essi non abbiano qualità alimentare).

Marta Albè

http://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/10498-come-scegliere-materasso

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VACANZE SPIRITUALBENESSERE A PALINURO (Salerno) e CAPOLIVERI (Isola d'Elba)

Siete invitati a partecipare a 2 VACANZE "SPIRITUALBENESSERE"

promosse dalla Associazione Culturale “SPAZIO SACRO” di Bologna

che opera da 10 anni nel mondo olistico :

 

DUE METE FANTASTICHE :

1)    VILLAGGIO COSTA DEL MITO A CAPO PALINURO (in provincia di Salerno)

2)    CAMPANELLA RESORT A CAPOLIVERI ( Isola d’Elba )

 

Soggiorni anche solo di 1 settimana

VILLAGGIO COSTA DEL MITO Dal 13 LUGLIO AL 27 LUGLIO

Via Torracca snc, Caprioli ( Salerno )

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Presso un Villaggio Alberghiero nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, nella baia di Capo Palinuro direttamente sul mare, l’Associazione Culturale SPAZIO SACRO organizza una vacanza speciale per il benessere del vostro corpo, della vostra mente e del vostro spirito ! Le attività olistiche proposte sono tenute dai Maestri della Scuola di Reiki “Spazio Sacro” di Bologna, Emanuel Celano e Carmen Cattani.

 

CAMPANELLA RESORT ELBA Dal 31 AGOSTO al 14 SETTEMBRE

Loc. Piano di Mola 57031 Capoliveri (LI)

Presso il Meraviglioso Resort Campanella, in una proprietà di circa 20.000 mq. riservata, a Capoliveri nell’Isola d’Elba, l’Associazione Culturale SPAZIO SACRO organizza una vacanza speciale per il benessere del vostro corpo, della vostra mente e del vostro spirito ! Le attività olistiche proposte sono tenute dai Maestri della Scuola di Reiki “Spazio Sacro” di Bologna, Emanuel Celano e Carmen Cattani.

 

ATTIVITA’ PROPOSTE  :

Seminario di Dendroterapia Energetica : le Energie degli Alberi ; Seminario di Breathwork : il potere del Respiro ;  Introduzione al Massaggio con i Fiori di Bach secondo il metodo del dott. Kramer ; Meditazioni in spiaggia + Yoga Nidra e Visualizzazioni Creative ; Serate di trasmissione di due potenti Mantra  ; Consulto del vostro tema natale secondo la Numerologia Tantrica ; Trattamenti di Reiki e di Riflessologia Plantare.

 

COSTI-PRENOTAZIONI o DOMANDE :

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Come fare il compost domestico in 5 mosse

Detto anche terricciato, il compost fai-da-te sta diventando una pratica sempre più diffusa. Se volete provarci ma non sapete come iniziare, qui potrete trovare le regole step-by-step per creare un sistema di compostaggio a casa.

 

 

Grazie al terricciato casalingo – ottimo fertilizzante per prati e orticelli – garantirete un’ottima crescita a fiori, piante, frutta e verdura mentre in casa i rifiuti caleranno drasticamente.

 

Cosa state aspettando, allora?

Ecco come fare:

1. Acquista il composter che fa al caso tuo

Per iniziare nel modo giusto acquistate un contenitore adatto alle operazioni di compostaggio. Potrete trovare ciò che fa al caso vostro in vivai e negozi per il giardinaggio. Oppure, provate a informarvi presso il vostro comune, alcuni li forniscono ai residenti applicando uno sconto sulla tariffa di smaltimento dei rifiuti. E, se state progettando un finesettimana da IKEA, l’azienda svedese offre ai clienti un tipo di composter particolarmente adatto a chi non ha molto materiale da compostare.

Una scelta mirata dovrà basarsi su due parametri, il tempo che solitamente dedicate al verde di casa e la quantità di rifiuti mediamente prodotti dal vostro giardino.

Quando parliamo di composter dobbiamo immaginarci una campana in plastica, aperta alla sommità e, possibilmente, su un lato o alla base. La prima apertura servirà a inserire i rifiuti organici, quella laterale, che potrete pensarla come una porticina da aprire e chiudere, servirà per estrarre il compost pronto per l’utilizzo.

Qualsiasi sia la vostra scelta, non dimenticatevi che i composter devono essere: privi di fondo, magari dotati di una rete, per far asciugare i rifiuti umidi favorendo l’areazione, per prevenire anche i cattivi odori. Possibilmente dotati di coperchio o teli di copertura, per evitare sole diretto o piogge troppo forti.

2. Scegli il luogo più adatto

Il posto migliore per il nuovo composter sarà una zona non eccessivamente esposta ai raggi solari e nemmeno troppo umida. Questo, per evitare che il contenuto marcisca.

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Tra le caratteristiche immancabili per il luogo ideale, un terreno asciutto e possibilmente pianeggiante. E, se volete ottimizzare il processo di compostaggio, ricordatevi di spezzettare rametti, bucce, radici, foglie e quant’altro prima di metterli nel contenitore.

3. Cosa compostare e cosa no

Assicuratevi di aver messo le cose giuste nel cestino del compost in modo da produrre un prodotto sano e nutriente per il giardino. Generalmente si pensa che se si decompone allora, può finire nel bidone. Ma non è proprio così.

Per esempio, ci sono dei tipi di frutta che è meglio non compostare, ma esistono anche 15 cose che non avreste mai pensato di poter compostare.

Quindi si a verdura, bustine del tea utilizzate, giornali letti e spezzettati, foglie, erba tagliata e altri rifiuti da giardino. No, invece, per frutta e verdura cotte, carne, latticini, fazzoletti usati e piante malate. Solo così il terriccio sarà sano, privo di ospiti indesiderati e cattivi odori.

E per fare in modo che il processo inizi velocemente, metteteci anche qualche attivatore per il compost.

4. Un po’ di pazienza

Una volta inserito tutto il necessario, potete rilassarvi, magari con una bella attività a impatto zero e aspettare che il processo inizi. Di tanto in tanto assicuratevi che il compost non sia né troppo umido né troppo secco e, per bilanciare la consistenza, aggiungete delle sostanze che asciughino o umidifichino il contenuto.

Ricordatevi di mantenere il compost sempre ben areato e non abbiate fretta, questo processo può necessitare anche di mesi.

5. Inizia a usare il compost

Il compost sarà pronto quando il terreno alla sommità del composter avrà raggiunto una tonalità molto scura, quasi nera. A questo punto mescolatelo con il terriccio per le piante e date libero sfogo al vostro pollice verde tra fiori e ortaggi.

Buon lavoro.

Serena Bianchi

http://www.greenme.it/abitare/eco-fai-da-te/3731-come-fare-il-compost-domestico-in-5-mosse

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Il lamento sonoro degli alberi assetati

La scarsità d'acqua nel suolo provoca bolle d'aria nei vasi linfatici del tronco: lo schiocco che ne deriva somiglia al rumore di una cannuccia che aspira il liquido dal fondo del bicchiere.

Un albero che soffre per la siccità non lo fa in silenzio. Anche le piante si lamentano, e lo fanno con suoni appena percepibili, ma facilmente catturabili da un microfono. Un team di ricercatori dell'Università di Grenoble (Francia) ha provato a registrare questi rumori studiandone la precisa provenienza.

Gli alberi trasportano la linfa dal terreno alle estremità grazie a speciali vasi chiamati xilemi, che sfruttano le forze intermolecolari dell'acqua e quelle tra le molecole d'acqua e le pareti dell'albero per creare una singola colonna d'acqua da far salire in direzione dei rami. 

In caso di siccità, in queste colonne di linfa si formano bolle d'aria: un fenomeno detto cavitazione, cui alcune piante fanno fronte aumentando la pressione dell'acqua raccolta attraverso le radici, ma che in alcuni casi può risultare fatale.

Tutte le più belle foto di alberi: guarda

Un pianto sommesso per la sete

In alcune piante, il rumore della cavitazione è distinguibile sottoforma di uno schiocco non udibile dall'uomo ma percepibile nella gamma degli ultrasuoni. Immaginate di aspirare con una cannuccia le ultime gocce del vostro cocktail preferito sul fondo del bicchiere: ecco, qualcosa di simile, ma molto più attutito e facilmente scambiabile per uno scricchiolio del legno o un altro dei suoni presenti in natura.

I ricercatori hanno ricreato la situazione di un albero assetato in laboratorio, immergendo un pezzo di legno di pino completo di xilema in un gel dal quale era stata fatta evaporare tutta l'acqua: ben presto avvicinando un microfono al tronco sono stati registrati distintamente i suoni della cavitazione, circa la metà di tutti gli scricchiolii emessi dal legno. La ricerca potrebbe contribuire a insegnare a riconoscere i segnali d'allarme lanciati dagli alberi sotto stress, e arrivare magari a innaffiarli per tempo.

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Come fanno le radici degli alberi ad evitare gli ostacoli?
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radici

Le radici degli alberi riescono a insinuarsi ovunque: emergono dal terreno spaccando l'asfalto e aggirano sassi e altre radici che incontrano durante la crescita. Uno studio condotto dal John Innes Centre, un istituto di ricerca inglese specializzato in botanica e microbiologia, ha mostrato che questa capacità è permessa da un sistema di "navigazione" basato su una particolare peluria di cui tutte le radici sono ricoperte. Questa peluria agisce come le vibrisse (baffi) dei gatti: "sente" gli ostacoli lungo il percorso di sviluppo alla ricerca di nutrimenti.

Radici "a tastoni". Quando incontra una roccia, un sasso o un altro ostacolo, come ad esempio le fondamenta di una casa, la peluria lo percepisce grazie a un sistema chimico decisamente evoluto: sulla punta di ogni "pelo" è collocata infatti una proteina (Rhd2) coinvolta nella produzione delle sostanze che stimolano l'assorbimento di calcio proveniente dal terreno, indispensabile per la crescita della pianta. Il calcio mette in funzione la Rhd2, generando così un "circolo virtuoso" che si interrompe solo quando i peli incontrano qualcosa che ne blocca l'assorbimento. È a quel punto che, per riprendere il normale ciclo, la radice cambia direzione aggirando l'ostacolo.

 

 

Le radici degli alberi riescono a insinuarsi ovunque: emergono dal terreno spaccando l'asfalto e aggirano sassi e altre radici che incontrano durante la crescita. Uno studio condotto dal John Innes Centre, un istituto di ricerca inglese specializzato in botanica e microbiologia, ha mostrato che questa capacità è permessa da un sistema di "navigazione" basato su una particolare peluria di cui tutte le radici sono ricoperte. Questa peluria agisce come le vibrisse (baffi) dei gatti: "sente" gli ostacoli lungo il percorso di sviluppo alla ricerca di nutrimenti.

Radici "a tastoni". Quando incontra una roccia, un sasso o un altro ostacolo, come ad esempio le fondamenta di una casa, la peluria lo percepisce grazie a un sistema chimico decisamente evoluto: sulla punta di ogni "pelo" è collocata infatti una proteina (Rhd2) coinvolta nella produzione delle sostanze che stimolano l'assorbimento di calcio proveniente dal terreno, indispensabile per la crescita della pianta. Il calcio mette in funzione la Rhd2, generando così un "circolo virtuoso" che si interrompe solo quando i peli incontrano qualcosa che ne blocca l'assorbimento. È a quel punto che, per riprendere il normale ciclo, la radice cambia direzione aggirando l'ostacolo.

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Detersivo per la lavatrice fatto in casa

Oramai tutti sanno quanto dannosi siano per l'ambiente, nonché per il nostro corpo, i vari tipi di detersivi dei quali ci serviamo ogni giorno. Ce ne sono di ogni tipo e per ogni esigenza: sgrassatori, pulitori per piastrelle, per vetri, per sanitari, per forno, per wc, per box doccia. Una quantità infinita di prodotti e di formulazioni diverse.

 

Ma abbiamo veramente bisogno di tutti i tipi di detergenti che affollano i nostri armadietti? Certamente no, infatti la maggior parte dei risultati promessi dai detersivi in commercio si può ottenere ricorrendo ad alcuni semplici prodotti di base che, miscelati e utilizzati nel modo più opportuno, forniscono le stesse garanzie di igiene dei prodotti specifici che troviamo sugli scaffali dei supermercati. L'importante è tenere presenti e rispettare alcuni concetti base sull'utilizzo degli ingredienti.

 

Gli ingredienti da utilizzare sono i seguenti:

 

acqua ossigenata: il disinfettante per eccellenza;

bicarbonato di sodio: ottimo per molteplici usi;

aceto e acido citrico: usati singolarmente hanno un'efficacia contro il calcare, miscelati insieme potenziano e aumentano il ph della soluzione, uccidendo gran parte dei batteri che si annidano su ogni superficie;

percarbonato di sodio e soda solvay: igienizza i capi anche durante l'ammollo ed è attivo già a 40°.

Una regola importante da tenere presente è che non bisogna miscelare prodotti acidi e prodotti basici perchè l'effetto si annullerebbe. Prodotti acidi sono: aceto, limone, acido citrico, sale. Prodotti basici sono: bicarbonato di sodio, percarbonato di sodio e soda. Prodotti neutri sono: acqua ossigenata e sapone di Marsiglia.

 

Per preparare il detersivo in polvere per la lavatrice, dobbiamo semplicemente grattugiare un panetto di sapone di Marsiglia da 300 gr. e aggiungere 150 gr di percarbonato (o soda solvay) e 150 gr. di bicarbonato di sodio. Ne utilizzeremo 2-3 cucchiai per ogni lavaggio, per capi bianchi e colorati, direttamente nell'oblò della lavatrice.

 

Per preparare il detersivo liquido serviranno 5 litri d'acqua. Si porterà a ebollizione 2 litri d'acqua e si aggiungeranno pian piano le scaglie di 200 gr. di sapone di Marsiglia grattugiato, mescolando finchè non sarà sciolto completamente (se risultasse necessario, ci si può aiutare con un frullatore a immersione). Si lascerà intiepidire il liquido e si aggiungeranno 100 gr. di bicarbonato di sodio e 100 gr. di percarbonato di sodio (o soda solvay) mescolando con cura. Infine si aggiungeranno i restanti 3 litri d'acqua con alcune gocce di olio essenziale per la profumazione.

 

Si lascerà riposare il composto per alcune ore in un vecchio flacone di detersivo e, se si addensasse troppo, si aggiungerà ancora dell'acqua fredda per diluirlo e si agiterà. Per un lavaggio a pieno carico sarà sufficiente un tappo dosatore di detersivo. Per un'azione disinfettante si potrà aggiungere al lavaggio dell'acqua ossigenata.

http://news.supermoney.eu/ambiente/2013/04/come-fare-in-casa-il-detersivo-per-la-lavatrice-che-non-inquina-0014809.html

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