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Categoria: "Notizie scottanti"

Rosso e' buono. Un semaforo nel cervello guida le scelte sul cibo

Comunicato stampa - Se è rosso allora “via libera, abbuffati”, se è verde “hmm, no, lascia stare”: un semaforo “al contrario” nel nostro cervello ci guida quando dobbiamo decidere se mangiare o non mangiare qualcosa. Lo dice uno studio della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste, appena pubblicato sulla rivista Scientific Reports, secondo cui la visione, il senso principale che ci guida nelle scelte alimentari, per valutare l’apporto calorico dei cibi si basa su un “codice colore”

neuroscienzevisionealimentazione
Trieste 14 novembre 2016 - “Secondo alcune teorie il nostro sistema visivo si è evoluto per identificare facilmente bacche, frutta e verdura particolarmente nutrienti nel mezzo del fogliame della giungla”, spiega Raffaella Rumiati, neuroscienziata della SISSA e coordinatrice del nuovo studio. Il sistema visivo umano è tricromatico: nella retina, l’organo fotosensibile dell’occhio, ci sono tre classi di fotorecettori (coni) sintonizzate preferenzialmente su tre diverse bande dello spettro visivo. Questo implica che possiamo vedere un gran numero di colori (più degli animali monocromatici e dicromatici, meno di quelli che hanno 4 o addirittura 5, e più, tipi di fotorecettore). “In particolare siamo molto efficienti nel distinguere il rosso dal verde” precisa Rumiati.  La raffinatezza raggiunta da questo nostro senso testimonia il fatto che siamo “animali visivi”, a differenza di altri, come il cane, che  per esempio dipendono principalmente dall’olfatto. “È soprattutto il colore degli alimenti a guidarci e i nostri esperimenti finalmente mostrano come”, spiega Rumiati. “Finora infatti gli studi su questo argomento sono stati davvero pochi”.
 
Cosa cerchiamo in un cibo? Che sia nutriente, ovviamente, cioè che abbia un alto contenuto calorico (e anche proteico). “Nei cibi naturali, non processati, il colore è un buon predittore dell’apporto calorico” spiega Francesco Foroni, ricercatore della SISSA e primo autore della ricerca. “Più un cibo non processato tende al rosso più è probabile che sia nutriente, mentre quelli verdi tendono a essere poco calorici”. Il nostro sistema visivo si è evidentemente adattato a questa regolarità . “I partecipanti ai nostri esperimenti valutano come più ‘stimolanti’ e calorici i cibi il cui colore tende 
al rosso, mentre accade il contrario per quelli verdi”, continua Giulio Pergola, ricercatore all’Università di Bari fra gli autori della ricerca. “Questo risulta vero anche per i cibi processati, cioè quelli cotti, dove il colore perde la sua efficacia come indicatore delle calorie”.
 
In realtà, la letteratura scientifica mostra chiaramente che i cibi cotti vengono sempre preferiti a quelli naturali e l’effetto si osserva anche in specie diverse da quella umana. “I cibi cotti sono sempre preferiti perché rispetto a quelli naturali, a parità di quantità, offrono più nutrimento”, spiega Rumiati. “Nel caso del cibo cotto però la dominanza rosso/verde non offre più un’informazione affidabile, quindi si potrebbe pensare che il cervello non applichi questa regola ai cibi processati. Questo però non è vero e dunque ci suggerisce la presenza di meccanismi evolutivi molto antichi, precedenti all’introduzione della cottura”.
 
Un ulteriore dato a favore di quest’ipotesi è che il codice colore, negli esperimenti di Rumiati e colleghi, non entra in funzione per oggetti diversi dal cibo: “La preferenza del rosso sul verde non si osserva con oggetti non commestibili”, spiega Rumiati. “Questo significa che il codice colore del sistema visivo si attiva, correttamente, solo con gli stimoli alimentari”.
 
Un semaforo per un’alimentazione più sana
L’osservazione dell’esistenza di questo effetto, oltre ad approfondire le conoscenze sul sistema visivo, offre prospettive interessanti su molti fronti, dal marketing del cibo al trattamento dei disturbi alimentari, quindi con una importante ricaduta sulla gestione della salute pubblica. “Molto si sta facendo oggi per incentivare un’alimentazione più sana”, commenta Rumiati, “per esempio cercando di convincere il pubblico ad assumere meno cibi ipercalorici”. In alcuni paesi si è addirittura proposto di bandire certi tipi di alimenti, come le bibite gassate, e altri cibi molto grassi. In alcuni casi si sono introdotti dei disclaimer sulle confezioni, come si è già fatto per le sigarette. Forse anche il colore dei cibi potrebbe essere usato in questo senso, magari con colorazioni artificiali”.

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Prodotti e luoghi profumati : i rischi per le persone sono ora documentati

Sommario:
Oltre un terzo di Statunitensi evidenzia problemi di salute - attacchi d'asma ed emicrania - quando esposti a prodotti comuni profumati come deodoranti per ambienti, prodotti per le pulizie e per il bucato, candele profumate, acqua di colonia e articoli per la cura personale. Lo stesso studio ha anche riscontrato che i prodotti profumati hanno una ricaduta anche sui profitti: oltre il 20% degli intervistati sostiene che, una volta entrata in un esercizio commerciale, deve uscirne il più rapidamente possibile se sente l'odore di deodoranti o di altri prodotti profumati.

L'articolo completo
Una ricercatrice dell'Università di Melborne ha scoperto che oltre un terzo degli Statunitensi evidenzia problemi di salute - attacchi d'asma ed emicranie - quando esposti a prodotti comuni profumati come deodoranti per ambienti, prodotti per le pulizie e per il bucato, candele profumate, acqua di colonia e articoli per la cura personale. Lo stesso studio ha anche riscontrato che i prodotti profumati hanno una ricaduta anche sui profitti: oltre il 20% degli intervistati sostiene che, una volta entrata in un esercizio commerciale, deve uscirne il più rapidamente possibile se sente l'odore di deodoranti o di altri prodotti profumati.
Più del doppio dei clienti sceglie alberghi e aerei senza aria profumata contro quelli con l'aria con fragranze.
Sul luogo di lavoro, oltre il 15% della popolazione ha perso giornate occupazionali o il posto di lavoro a causa dell'esposizione a prodotti profumati. Più del 50% degli Statunitensi intervistati preferirebbe posti di lavoro liberi da profumazioni. E oltre il 50% preferirebbe che le strutture sanitarie e i professionisti lavorassero senza indossare profumazioni.
La ricerca è stata condotta dalla professoressa Anne Steinemann, esperta mondiale di inquinanti ambientali, presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Melbourne.
La professoressa Steinemann ha condotto un sondaggio rappresentativo a livello nazionale della popolazione negli Stati Uniti, utilizzando un campione casuale di 1.136 adulti da un grande elenco web informatico di proprietà della Survey Sampling International (SSI). I risultati sono stati pubblicati nella rivista internazionale Qualità dell'Aria, Atmosfera & Salute/international journal Air Quality, Atmosphere & Health.
A contatto con prodotti profumati, il 34,7% degli Statunitensi soffre di effetti dannosi alla salute, quali difficoltà respiratorie, mal di testa, vertigini, eruzioni cutanee, congestione, convulsioni, nausea e una serie di altri problemi fisici. Per la metà di queste persone gli effetti sono potenzialmente invalidanti, come statuito dalla Americans with Disabilities Act (la legge che tutela gli Americani con disabilità).
"Questo è un problema gigantesco: è un’epidemia", ha detto la professoressa Steinemann.
I prodotti profumati sono sovrautilizzati nella società e oltre il 99% degli Statunitensi è regolarmente esposto ai prodotti profumati per l'uso personale o degli altri. Le segnalazioni sugli effetti dannosi per la salute sono state così frequenti e ad ampio raggio per tutti i tipi di prodotti profumati.
"Sostanzialmente, se il prodotto contiene una fragranza, si creano problemi per le persone", dice la professoressa Steinemann.
La professoressa Steinemann è particolarmente preoccupata per l'esposizione involontaria dei prodotti profumati o quello che lei definisce "profumi di seconda mano".
Ha scoperto che oltre il 20% della popolazione soffre per problemi di salute causati da profumatori e deodoranti per l'ambiente, e oltre il 17% non può utilizzare i bagni pubblici che hanno deodoranti d'ambiente. Inoltre il 14% della popolazione non può lavarsi le mani con un sapone se contiene profumo. Oltre il 12% della popolazione sperimenta problemi di salute per il profumo ventilato all'esterno dal bucato, più del 19% per trovarsi in una stanza pulita con prodotti profumati e sopra del 23% per stare vicino a qualcuno che indossa un prodotto profumato.
Più in generale, oltre più del 22% degli Statunitensi intervistati non può andare da nessuna parte, perché l'esposizione a un prodotto con fragranza potrebbe farli ammalare.
"Questi risultati hanno implicazioni enormi per le imprese, i luoghi di lavoro, i servizi di cura, le scuole, le case e altri luoghi pubblici e privati" ha detto la professoressa Steinemann.
Per esempio, un numero crescente di cause legali con l'Americans with Disabilities Act è dovuta all'esposizione involontaria e disabilitante dei prodotti profumati.
Precedenti ricerche della professoressa Steinemann hanno scoperto che i prodotti profumati - anche quelli chiamati green, naturali e organici - emettono inquinanti pericolosi per l'aria.
Tuttavia, i produttori di articoli di consumo profumati venduti negli Stati uniti (e altri paesi) non sono tenuti a elencare tutti gli ingredienti nelle etichette o nelle schede di sicurezza.
Quasi due terzi della popolazione intervistata non erano a conoscenza di questa mancanza d'informazione, e non avrebbero continuato a utilizzare un prodotto profumato se avessero saputo che emetteva inquinanti pericolosi per l'aria.
La ricerca della professoressa Steinemann continuerà a indagare il motivo per cui le emissioni dei prodotti profumati sono associate con una simile gamma di effetti nocivi e lesivi della salute.
Nel frattempo, come soluzione temporanea, la professoressa Steinemann suggerisce di utilizzare dei prodotti che non contengano alcun profumo (inclusa la fragranza di mascheramento, che i prodotti inodori possono contenere). Si raccomandano inoltre linee di condotta senza profumi all'interno degli edifici e in altri luoghi.
"E' un modo relativamente semplice e conveniente per ridurre i rischi e migliorare la qualità dell'aria e della salute", ha spiegato.
La professoressa Steinemann ha anche completato uno studio della popolazione australiana, i risultati attendono di essere pubblicati a breve. " I numeri sono similarmente impressionanti", ha detto.

Informazioni aggiuntive:
I prodotti di consumo profumati includevano uno o più dei seguenti:
a) profumatori e deodoranti ambientali (ad esempio spray, solidi, liquidi, dischi);
b) prodotti per la cura della persona (ad esempio saponi, disinfettanti per mani, lozioni, deodoranti, creme solari, shampoo)
c) prodotti di pulizia (ad esempio detergenti per tutti gli usi, disinfettanti e detersivo per piatti);
d) prodotti per il bucato (per esempio detersivi, ammorbidenti per tessuti, fogli profumati per asciugatrici)
e) prodotti per la casa (ad esempio candele profumate, carta igienica con fragranza, sacchetti per la spazzatura aromatizzati, prodotti per neonati);
(f) Fragranze (per esempio, profumi, acqua di colonia, dopobarba);
(g) e altri.

Gli effetti sulla salute includevano uno o più dei seguenti, con la percentuale di popolazione colpita:
a) emicrania (15,7%/;
b) attacchi di asma (8,0%);
c) problemi neurologici (7,2%), per esempio vertigini, convulsioni, mal di testa, svenimenti, perdita di coordinazione;
d) problemi respiratori (18,6%), ad esempio difficoltà di respirazione, tosse, mancanza di respiro;
e) problemi della pelle (10,6%), per esempio eruzioni cutanee, orticaria, pelle arrossata, prurito, formicolio o pizzicore della pelle, dermatiti;
f) problemi cognitivi (5,8%), per esempio difficoltà a pensare, a concentrarsi o a ricordare;
g) sintomi delle mucose (16,2%), per esempio occhi rossi e lacrimosi, congestione nasale, starnuti;
h) problemi del sistema immunitario (4,0%), per esempio gonfiore delle ghiandole linfatiche, febbre, stanchezza;
i) disturbi gastrointestinali (5.5%), per esempio nausea, gonfiore/meteorismo, crampi, diarrea;
j)disturbi cardiovascolari (4.4%), per esempio battito cardiaco veloce o irregolare, nervosismo, dolore toracico;
k) problemi muscolo scheletrici (3,8%), dolore articolare o muscolare, crampi, debolezza;
l) altri problemi di salute (1.7%).

I prodotti di consumo profumati sono esenti dal divulgare tutti gli ingredienti al pubblico. Per i deodoranti d'ambiente, gli articoli per la pulizia, i prodotti per il bucato e altri prodotti di consumo, le etichette non sono tenute a elencare tutti gli ingredienti o la presenza di fragranze nel prodotto. Per i prodotti per la cura personale e i cosmetici, le etichette sono tenute a elencare tutti gli ingredienti, tranne che per il termine "fragranza/profumo" che può essere utilizzato in modo generico invece di elencare i singoli ingredienti della fragranza. Per tutti i prodotti, le schede di sicurezza non sono tenute a elencare tutti i componenti. Gli ingredienti dei profumi sono esenti dalla divulgazione completa in qualsiasi prodotto, non solo negli Stati Uniti, ma anche a livello internazionale.

Story Source:
Materials provi ded by University of Melbourne. Note: Content may be edited for style and length.
/story_source

Journal Reference:
Anne Steinemann. Fragranced consumer products: exposures and effects from emissions. Air Quality, Atmosphere & Health, 2016; DOI: 10.1007/s11869-016-0442-z


L'articolo completo è disponibile gratuitamente sul sito web della dott.essa Steinemann:
http://www.drsteinemann.com/publications.html (articolo in alto)
o sul sito web ufficiale:
http://dx.doi.org/10.1007/s11869-016-0442-z
La professoressa Steinemann è disponibile per interviste. Per ulteriori informazioni si prega di contattare:
Annie Rahilly (Media Office): +61 3 9035 5380; +61 3 0432 758 734
arahilly@unimelb.edu.au
Prof. essa Anne Steinemann: +61 3 8344 5001
anne.steinemann@unimelb.edu.au

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E se gli psichiatri prescrivessero gite nei boschi anziché antidepressivi?

Gli “Shinrin-yoku” (letteralmente “bagni nella foresta”) sono una pratica comune in Giappone e consistono in brevi visite nei boschi che permettono di respirare sostanze volatili capaci di migliorare l’intera funzione immunitaria. Una camminata o escursione in una foresta corrisponde ad una pratica naturale di aromaterapia. Evidenze scientifiche hanno dimostrato come questa possa ridurre in maniera significativa ansia, depressione e rabbia.


Grazie alla presenza di fragranze e profumi, in particolare modo quelli emanati dalle conifere (fitoncidi), comunemente noti come “oli essenziali legnosi”, il rischio di problemi psicosociali legati allo stress risulta essere inferiore negli individui che compiono regolarmente tali immersioni nei boschi come parte integrante del loro stile di vita. (1, 2)


Le resine prodotte dalle piante nelle foreste sono principalmente composte da terpeni, molecole lipidiche che ricoprono un ruolo chiave nei rimedi erboristici tradizionali (oltre che ad una varietà di scopi, da aromi per la cucina a profumi di detergenti).


La natura ci offre un’incredibile varietà di terpeni di immensa importanza per tutti noi. Sono infatti più di 10.000 i terpeni individuati fino ad ora, diversi tra loro in struttura, aroma e funzione.


Alcuni esempi sono l’umulone, costituente del luppolo, responsabile del sapore amarognolo della birra; il mentolo, parte integrante di molti dentifrici; la citronella comunemente usata in detersivi liquidi; il geraniolo, presente negli spray anti-zanzare e la lavanda, per tisane serali…


Alcuni terpeni dimostrano proprietà anti-depressive e calmanti, con effetti ansiolitici.


Chiaramente, ad esclusione di specifiche allergie, questi terpeni sono sostanze ampiamente sicure e vengono perciò utilizzate in un’ampia gamma di attività umane. Ciò nonostante, le potenzialità dei terpeni non vengono ancora prese con la giusta considerazione dalla maggior parte di psichiatri e psicologi. (3)


Queste sostanze mostrano inoltre una grande biodisponibilità. Questo significa che gli effetti positivi dei terpeni possono essere riscontrati anche a concentrazioni impercettibili nel siero, e che possono quindi essere assorbiti facilmente tanto attraverso la respirazione quando l’ingestione e l’assorbimento cutaneo. (4, 5)

 


Quail terpeni possono funzionare come antidepressivi e ansiolitici?

 

Limonene


Numerosi studi comportamentali in seguito alla somministrazione di olii citrici su roditori sono stati effettuati. I risultati di tali test hanno dimostrato come il limonene riduca significativamente i livelli di ansia e stress sociale. (6;7)


È stato infatti dimostrato come questa molecola veicoli le sue proprietà antidepressive attivando i recettori 5-HT 1A che portano ad un successivo rilascio di serotonina (un neurotrasmettitore capace di regolare l’umore) nella corteccia prefrontale; questa è la parte del cervello associata a funzioni quali l’espressione personale, le interazioni sociali ed i processi decisionali.


In aggiunta, il limonene aumenta anche i livelli di dopamina (un altro neurotrasmettitore in grado di portare sensazioni di appagamento) nell’ippocampo; la parte del cervello responsabile dell’apprendimento e della memoria. (8; 9)


Questi effetti sono stati confermati da uno studio clinico che ha visto un gruppo di pazienti depressi ospedalizzati essere sottoposti ad inalazioni di fragranze citriche presenti nell’aria, con una successiva normalizzazione della Hamilton Rating Scale of Depression, e l'interruzione con successo di farmaci antidepressivi in 9 su 12 pazienti e perfino un miglioramento globale della risposta immunitaria (Scopri come l’infiammazione contribuisce enormemente ad aumentare gli stati depressivi qui) (10)

 


Linalolo


Il linalolo è un terpene largamente noto per la sua attività ansiolitica. È un terpene psicotropo e gioca un ruolo cruciale negli effetti sedativi e calmanti veicolati da piante come la lavanda e la cannabis.


Il linalolo agisce attraverso la modulazione di GABA. Questo rende questo olio essenziale importante per il trattamento di convulsioni, stress ed ansia. (GABA è infatti il principale neurotrasmettitore inibitore e viene attivato da ansiolitici e anticolvulsivi).


L’olio di lavanda può anche essere di aiuto per controllare comportamenti ossessivi legati a stati di dipendenze (ad esempio shopping o alimentazione compulsiva o assunzione di droghe).


Uno studio clinico con pazienti obesi sottoposti a bypass gastrico ha riscontrato una riduzione del bisogno di assunzione di morfina nei pazienti sottoposti a somministrazioni di olio essenziale di lavanda. Riduzione non registrata nel gruppo di controllo a cui tale olio non era stato somministrato. (12)

 


Fitolo


Il fitolo, presente nella maggior parte delle piante verdi, aumenta GABA, bloccando uno degli enzimi che lo decompone.


Questo potrebbe essere il meccanismo che giace dietro gli effetti rilassanti della Cannabis Sativa e della Lactuca Sativa (lattuga).

 


Effetti dei “bagni nelle foreste” sullo stress ormonale


I livelli di adrenalina e noradrenalina liberi presenti nelle urine, forniscono una misura affidabile della concentrazione presente nel sistema sanguigno di questi ormoni. Bassi livelli di stress vengono generalmente associati con una diminuzione della concentrazione di attività adrenosimpatica.

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Similmente, i soggetti sottoposti a “bagni nelle foreste” in studi clinici giapponesi hanno riportato una diminuzione significativa delle concentrazioni di adrenalina e noradrenalina nelle urine; un evento registrato tanto per soggetti di sesso maschile quanto di sesso femminile. (1)


Successivi studi di follow-up sono stati condotti nel 2008 con l’obiettivo di verificare se tali ridotti livelli di stress fossero esclusivamente legati al maggior tempo libero dal lavoro a disposizione dei soggetti o meno. Questa volta è stato richiesto ai soggetti di passeggiare non in un bosco ma in una normale città, in totale assenza di foreste o parchi.

 


La visita turistica alle città non ha registrato alcun effetto sui livelli di stress ormonale, suggerendo come sia proprio la presenza di un ambiente naturale l’elemento chiave per ottenere risultati positivi sullo stress ormonale, come evidenziato nella figura seguente.


Inoltre, bassi livelli di adrenalina in circolazione nel corpo sono stati associati ad un aumento diretto dei linfociti NK, cellule del sistema immunitario di grande importanza per la loro attività anti-tumorale come spiegheremo nel prossimo articolo su terpeni che aiutano la prevenzione dei cancri. (13, 14)

 

 

Come abbiamo spiegato in questo video, un altro elemento indicativo di stati depressivi è il livello di cortisolopresente nel sangue. È stato dimostrato come i “bagni nelle foreste” da una parte riducano i livelli di cortisolo salivari e dall’altra stabilizzino l’attività nervosa automatica. (15, 16)
Quanto spesso si dovrebbero compiere queste escursioni nei boschi?


Nei soggetti partecipanti allo studio, la maggior attività immunologica e la contemporanea minor risposta allo stress è perdurata per più di 30 giorni dopo la gita nei boschi, suggerendo come un “bagno nella foresta” al mese possa essere una raccomandazione ideale per un programma di prevenzione di stress e depressione.


Gli oli essenziali possono essere inalati o massaggiati sul corpo di una persona affetta da stress acuto o insonniae gli effetti sono genericamente quasi immediati, rendendo questo metodo, possibilmente in congiunzione con altri cambiamenti nello stile di vita (se sei interessato in nutraceutici ideali per il controllo della depressione puoi approfondire l’argomento qui), un ottimo trattamento iniziale per tali patologie completamente privo di effetti collaterali, al contrario di quanto avviene con la maggior parte degli interventi farmacologici (SSRI, MAOs, e benzodiazepine).


Referenze:


1) Qing Li. (2010). Effect of forest bathing trips on human immune function. Environ Health Prev Med . 15 (1), 9-17.


2) Morita, E Fukuda, S Nagano, J Hamajima, N Yamamoto, H Iwai, Y, et al.. (2007). Psychological effects of forest environments on healthy adults: Shinrin-yoku (forest-air bathing, walking) as a possible method for stress reduction. Public Health. 121 (1), 152-9.


3) Simonsen, J L (1947) The Terpenes. Volume I (2nd edition), Cambridge University Press, 230-249


4)Falk-Filipsson A, Lof A, Hagberg M, Hjelm EW, Wang Z (1993). d-limonene exposure to humans by inhalation: uptake, distribution, elimination, and effects on the pulmonary function. J Toxicol Environ Health 38: 77–88.


5) Jäger W, Buchbauer G, Jirovetz L, Fritzer M (1992). Percutaneous absorption of lavender oil from a massage oil. J Soc Cosmet Chem 43 (Jan/Feb): 49–54.


6) Carvalho-Freitas MI, Costa M (2002). Anxiolytic and sedative effects of extracts and essential oil from Citrus aurantium L. Biol Pharm Bull 25: 1629–1633.


7)Pultrini Ade M, Galindo LA, Costa M (2006). Effects of the essential oil from Citrus aurantium L. in experimental anxiety models in mice. Life Sci 78: 1720–1725.


8) Komiya M, Takeuchi T, Harada E (2006). Lemon oil vapor causes an anti-stress effect via modulating the 5-HT and DA activities in mice. Behav Brain Res 172: 240–249.


9) Yang Y, Raine A (November 2009). "Prefrontal structural and functional brain imaging findings in antisocial, violent, and psychopathic individuals: a meta-analysis". Psychiatry Research 174 (2): 81–8.


10) Komori T, Fujiwara R, Tanida M, Nomura J, Yokoyama MM (1995). Effects of citrus fragrance on immune function and depressive states. Neuroimmunomodulation 2: 174–180.


11) Noma Y, Asakawa Y (2010). Biotransformation of monoterpenoids by microorganisms, insects, and mammals. In: Baser KHC, Buchbauer G (eds). Handbook of Essential Oils: Science, Technology, and Applications. CRC Press: Boca Raton, FL, pp. 585–736


12) Russo EB (2001). Handbook of Psychotropic Herbs: A Scientific Analysis of Herbal Remedies for Psychiatric Conditions. Haworth Press: Binghamton, NY.


13) Li Q, Morimoto K, Kobayashi M, Inagaki H, Katsumata M, Hirata Y, et al. (2008) Visit ing a forest, but not a city, increa ses human natural killer activity and expression of anti-cancer proteins. Int J Immunopathol Pharmacol. 21:117-28


14) Li Q, Morimoto K, Kobayashi M, Inagaki H, Katsumata M, Hirata Y, et al. (2008) A forest bathing trip incre ases human natural killer activity and expression of anti-cancer proteins in female subjects. J Biol Regul Homeost Agents. 22:45-55


15) Park BJ, Tsunetsugu Y, Kasetani T, Hirano H, Kagawa T, Sato M, et al. (2007) Physiological effects of Shinrin-yoku (taking in the atmosphere of the forest)- using salivary cortisol and cerebral activity as indicators. J Physiol Anthropol. 2007;26:123-8


16) Tsunetsugu Y, Park BJ, Ishii H, Hirano H, Kagaw T, Miyazaki Y. (2007) Physiological effects of Shinrin-yoku (taking in the atmosphere of the forest) in an old-growth broadleaf forest in Yamagata Prefecture, Japan. J Physiol Anthrpol. 26:135-42


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LA SOIA HA UN EFFETTO NEGATIVO SU LIQUIDO SEMINALE

Non esagerare con la soia e perche’ le sue piantagioni hanno distrutto una grande parte della foresta amazzonica e perche’ se si sta cercando di diventare papà diventa piu’ problematico.



Sostanze come la daidzeina e la genisteina (fitoestrogeni), presenti in prodotti a base di questo legume come latte, yogurt, tofu o miso, influiscono negativamente sulla qualità del liquido seminale e, di conseguenza, sulla capacità riproduttiva.

Lo stesso effetto ha il metil-parabene, 'ingrediente' di molti prodotti cosmetici.

Lo rivela uno studio presentato dal ricercatore della Fondazione Ivi, Francisco Dominguez, e dal suo team al meeting dell’American Society for Reproductive Medicine (Asrm).

 

Questo studio pilota, che ha coinvolto 25 volontari, ha cercato di analizzare l'influenza di inquinanti ambientali - i cosiddetti 'interferenti endocrini' - e altre sostanze che come i fitoestrogeni che incidono con la variazione nel numero dei cromosomi (aneuploidia) o con aberrazioni cromosomiche nel liquido seminale, modificandone la qualità.

"Gli interferenti endocrini sono agenti esterni con cui si entra in contatto ogni giorno, e che influenzano il nostro equilibrio ormonale.

Questo tipo di ricerca - afferma Dominguez - ci aiuta a chiarire ciò che influisce sulla capacità riproduttiva degli uomini e quindi permette loro di adottare misure per contribuire ad aumentare le possibilità di successo quando sottoposti a trattamenti di riproduzione assistita".

L'indagine ha innanzitutto determinato, attraverso un questionario, a quali contaminanti sono stati regolarmente esposti i donatori di seme.

Sono stati poi effettuati test per stabilire se queste sostanze erano presenti nel sangue, nell’urina e nel liquido seminale e se sì, a che livello.

Il gruppo di ricerca ha riscontrato alte concentrazioni di questi interferenti endocrini nel seme dei donatori, che possono dare origine a spermatozoi con un numero inadeguato di cromosomi.

 

Per esempio, queste anomalie sono le causa di una scarsa motilità degli spermatozoi che, tra gli altri difetti, influenza negativamente la capacità riproduttiva dei donatori in questione.

 

L'equipe ha intenzione di replicare, in futuro, lo studio con le donne e valutare se questi agenti influenzano anche il numero di ovociti e la loro capacità di riproduzione.

 

www.lasaluteinpillole

 

Salute: dormire poco fa ingrassare, 385 calorie in più con notti bianche
Milano, 2 nov. (AdnKronos Salute) 16:18
Notti bianche, giorni affamati.

Dormire poco fa ingrassare, confermano gli scienziati che stavolta si spingono oltre, a calcolare con precisione le calorie in più lasciate quotidianamente in eredità dalla carenza di sonno: sarebbero più o meno 385, le stesse di un piattino di tiramisù o di 4 fette e mezzo di pane, un regalo extra sulla bilancia ma senza neanche il piacere per il palato.

E così restare svegli diventa un 'peso' in tutti i sensi.

 

 

Alimenti: esperto, da portapranzo a caffè come evitare plastica a tavola
Roma, 31 ott. (AdnKronos Salute) 16:51
Si comincia con un caffè, preparato con le capsule in plastica.

E si continua con un pranzo, anche sanissimo, portato in ufficio con un portapranzo di plastica e una bottiglietta d'acqua, magari poi riciclata per trasportare del tè verde o una tisana.

Nulla di apparentemente 'pericoloso' ma l'onnipresenza delle plastiche non va sottovalutata.

"I contenitori e gli imballaggi sono sicuri, se usati correttamente.

Ma micro quantità di plastificanti comunque migrano nei cibi.

La questione dell'accumulo, se i prodotti a contatto con la plastica sono tanti, va considerata", spiega Giacomo Dugo, docente di chimica degli alimenti dell'università di Messina, che da 25 anni studia questi argomenti insieme alla sua équipe di cui fanno parte Giusy Di Bella e Marcello Saitta. Una 'linea di ricerca' nata quasi per caso, quando, dopo la decisione della Coca-Cola di non importare più dalla Sicilia gli oli essenziali di agrumi (presenti nella loro ricetta) perché risultati contaminati, è cominciata l'indagine degli scienziati.

Il gruppo di studio di Dugo riuscì ad individuare di cosa si trattava, ovvero plastificanti.

E a scoprire come c'erano finiti, considerando che gli oli erano contenuti in contenitori d'acciaio.

"Abbiamo scoperto che il passaggio attraverso i tubi da travaso, in plastica, faceva migrare negli oli queste sostanze: una vera minaccia anche per il produttore, visto che costano circa 100 euro a litro.

Oggi sappiamo che nella produzione tutti i materiali degli strumenti che l'alimento incontra devono essere considerati", racconta Dugo all'Adnkronos Salute.

Da allora molte sono state le ricerche come quelle sulla moka classica, che al cambio di guarnizioni può rilasciare plastificanti nei primi passaggi, o sulle capsule in plastica del caffè.

"In Italia il problema è stato affrontato, a livello normativo, dal 1973, con limiti previsti per i contenitori che non pongono nessun problema per la salute.

E anche la normativa comunitaria, arrivata nel 2011, tutela i consumatori".

Bottiglie, vaschette e altro vengono prodotte, a seconda di ciò che dovranno contenere, in modo che la 'migrazione' dei plastificanti resti nei limiti (o al di sotto) dei livelli, già prudenziali, previsti dalla legge.

Ma è necessario usare la plastica correttamente e assicurarsi che sia prodotta in Europa.

"Ci sono prodotti un po' più a rischio, quelli acidi o grassi, che vanno conservati nei contenitori realizzati appositamente", spiega l'esperto.

La plastica delle bottigliette d'acqua, ad esempio, non è uguale a quella delle bibite gasate e acide.

"Bisogna considerare poi - continua l'esperto - che questi contenitori sono monouso, non vanno riutilizzati all'infinito né per prodotti di diverso tipo".

Riempire diverse volte con acqua di rubinetto le bottiglie di acqua minerale non è una buona idea.

Come non lo è esporle alla luce o al caldo eccessivo. Un grave errore, poi, usare la plastica destinata all'acqua per contenere olio, aceto, te' al limone.

Mentre, in generale, limitare l'uso di questi materiali a tavola è una buona pratica.

"Non ci sono problemi se i consumi sono limitati.

Una bottiglietta di tè da 200 ml e tre caffè con cialde di plastica in una giornata non pongono problemi.

Ma un po' di attenzione è utile, anche per una questione di riduzione dell'inquinamento", aggiunge Dugo che offre alcuni suggerimenti per limitare la presenza delle plastiche a tavola.

I piatti di plastica, per esempio, andrebbero limitati o sostituiti con quelli, oggi disponibili, di carta.

E comunque sono da utilizzare solo per alimenti freddi e non grassi.

"La lasagna bollente - spiega - è una pessima idea".

Se si preferisce l'acqua del rubinetto "meglio portare in borsa una borraccia di vetro, ce ne sono rivestite di plastica, per evitare che si rompano.

Il vetro è il materiale migliore per tutti i tipi d'alimento". Una 'buona pratica' è quella di non usare la plastica nelle mense scolastiche e negli ospedali.

Mentre per chi mangia in ufficio il vecchio portapranzo di metallo è una buona scelta, insieme al vasetto di vetro.

Ai party, poi, no al finger food.

"I mini contenitori usa e getta spesso sono realizzati con plastica di bassa qualità e importati dall'estero, per limitare i costi.

Meglio le stoviglie classiche o gli spiedini di legno, anche per evitare l'inquinamento".

Attenzione infine alle stoviglie per i bambini, per i quali si preferisce frequentemente la plastica, perché infrangibile, con l'aggravante dei decori colorati: "anche i coloranti migrano nel cibo", ricorda Dugo.

"Sarebbe meglio tornare ad antiche abitudini.

Un tempo, per lo svezzamento, si regalava al bambino un cucchiaio d'argento, che veniva usato fino ai 10 anni.

Un metodo sano e assai poco inquinante.

Ovviamente non c'è bisogno dell'argento.

Semplici posate di metallo e stoviglie di vetro infrangibile restano la scelta più sana", conclude

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50 curiosita' sul nostro cervello

Una raffica di informazioni sull’organo più complesso e misterioso del corpo

in occasione della Settimana mondiale del cervello che c’’e gia’ stata

….finalmente lo conosciamo meglio!

·          

-Facciamo dai quattro ai sette sogni per notte
E almeno la metà la rimuoviamo entro i primi minuti dopo il risveglio

-Si calma con l’odore di cioccolata…BASTA SOLO L’AROMA

È il posto più grasso del corpo
-Contiene per circa il 60% sostanze lipidiche, che sono fondamentali per il suo funzionamento e in particolare per l’integrità quindi occorre inserirle nel cibo!

….leggi tutto sotto e’ interessantissimo   

l’edizione 2016 della Settimana mondiale del cervello, appuntamento annuale della Brain Awareness Week, Promossa a livello globale dalla Dana Alliance for the Brain, l’iniziativa accende i riflettori sull’organo più interessante e ricco di misteri del nostro corpo coinvolgendo ancora una volta gli scienziati, le associazioni di pazienti e, in generale, tutti i cittadini desiderosi di cogliere le ultime dal mondo della ricerca o di informarsi sulle nuove prospettive di diagnosi o terapeutiche.

Nel nostro Paese, dove l’evento è appoggiato dalla Società italiana di neurologia, il tema chiave di quest’anno è Il tempo del cervello, a sottolineare l’importanza di agire in modo tempestivo sulle malattie che lo prendono di mira, della diagnosi precoce e della necessità di passare dalla ricerca all’applicazione il più velocemente possibile.

Per l’occasione, ecco pronta per per voi una vasta serie di news e curiosità su quest’organo: non solo per capire meglio com’è fatto e come funziona, ma anche per provare, attraverso stili di vita scientificamente approvati, a tenere in forma i nostri neuroni. A proposito: sapete quanti ne abbiamo nella testa?

 

FORSE NON SAPEVAMO CHE:

·         Diventa buio in soli 5 minuti
Il mancato apporto di ossigeno anche per un piccolo intervallo di tempo può comportare un danno permanente ai tessuti cerebrali


·         La meditazione modifica la morfologia del cervello
Chi pratica regolarmente questa disciplina ha mostrato cambiamenti nelle aree della corteccia deputate alla memoria, allo stress e alla consapevolezza di sé


Chi gioca ai videogiochi in modo compulsivo ha connessioni cerebrali alterate
·         Si è visto che queste persone riescono a rispondere più rapidamente ad alcuni stimoli improvvisi, ma allo stesso tempo diventano più distratte

·          


No, non si perde e riacquista la memoria con una botta in testa
Certo, un brutto colpo può generare confusione, ma non cancella la memoria autobiografica come succede nei film, né tantomeno una botta successiva la fa riacquistare

·         Le funzioni del cervello sono migliorate dalla pratica sportiva
L’esercizio svuota la mente, ossigena il cervello e può essere una vera e propria terapia per alcuni disturbi mentali


La mente dei teenager non è fatta per abbracciare la prospettiva di qualcun altro
La capacità di immedesimarsi negli altri si sviluppa infatti solo verso la fine dell’adolescenza

·         Si lavora a cortecce cerebrali in miniatura
Tentano di riprodurle oggi gli scienziati in laboratorio per lo studio ravvicinato di disturbi come la schizofrenia e la depressione

·         Nessun dolore
Diversamente dalla pelle, dai muscoli e dagli altri organi, nel cervello non ci sono nocicettori, i recettori per gli stimoli dolorosi. Insomma, il cervello non fa mai male

La sua salute risente molto di quel che mangiamo
·         Esiste un’intera branca della ricerca che studia i rapporti tra alimentazione e funzionalità del cervello

Apprezza la curiosità
·         Attraverso il neuroimaging si è scoperto che le menti più assetate di conoscenza modificano fisicamente la struttura del cervello, predisponendolo all’apprendimento la struttura del cervello, predisponendolo all’apprendimento

·          

·         FACCIAMO QUELLO CHE UN ALTRO FA:

·          


Basta guardare qualcuno compiere un gesto, che nel nostro cervello si attivano cellule nervose come se lo stessimo facendo anche noi
Questa, in sintesi, la teoria dietro la grande scoperta dei neuroni specchio


·         Meno aree, più network
Anziché mappare le aree del cervello, i neuroscienziati sono oggi più concentrati a ricostruire le reti fra le aree tra loro interconnesse che funzionano insieme, cioè i network


Esiste un collegamento tra i microbi del nostro intestino e il cervello
Si chiama gut brain axis ed è il legame dimostrato tra il microbiota, cioè le migliaia di miliardi di microbi

·         dell’organismo, soprattutto nel tubo digerente, e le funzioni cerebrali

·          


Dimenticare è importante come ricordare
Cancellare le informazioni non necessarie per far spazio alle nuove è un processo attivo, necessario a conservare l’integrità dei processi nervosi

·         Si forma tutto il cervello a partire da un “tubo”
A sole tre settimane dal concepimento, uno strato di cellule si ripiega a generare il tubo neurale, il precursore del sistema nervoso centrale

·         Alcuni circuiti cerebrali vengono fisicamente manomessi dall’ansia
In particolare quelli che elaborano le potenziali minacce, portando a una percezione alterata della realtà e un continuo stato di allerta


Alcune alterazioni al lobo frontale sono state associate ad alcuni reati d’impeto
Già, le neuroscienze, e in particolare il neuroimaging, stanno penetrando sempre più il campo della criminologia e le aule dei tribunali, anche se per gli esperti bisogna andarci coi piedi di piombo

·         La depressione ha una base biologica
Pur essendo di origine psicologica o traumatica, le ipotesi sui meccanismi di questo disturbo mentale puntano tutto su alcuni processi molecolari

Pesa poco meno del nostro fegato
Nell’essere umano adulto, si aggira tra 1,3 e 1,4 chilogrammi


Il sonno ripulisce il cervello
Oltre che ripulirlo dalle tossine, dormire migliora le capacità di giudizio e aumenta la nostra velocità d’azione


La caffeina ci aumenta la RAM
·         Grazie al neuroimaging sappiamo che questa sostanza attiva le aree della corteccia frontale deputate alla memoria a breve termine e all’attenzione

·          


L’olfatto è il senso che più stimola i ricordi
Inoltre gli scienziati hanno dimostrato che alcuni odori sono in grado di attivare più di altri le aree cerebrali deputate alla memoria autobiografica

·         La percezione del tempo nel cervello è un campo tutto da scoprire
Anche solo per coordinare i movimenti per colpire una pallina in movimento il cervello deve elaborare moltissime informazioni temporali. Il come rimane ancora una domanda senza risposta


Le donne non vengono da Venere, gli uomini non vengono da Marte
·         Nessuna ricerca sul cervello ha confermato lo stereotipo che le donne siano più emozionali, così come non è dimostrato che gli uomini siano più razionali o aggressivi

·          


·         Uno degli animali più utili per capire il cervello umano è il furetto
Questo animale si è dimostrato una finestra per capire lo sviluppo cerebrale e per studiare condizioni problematiche come l’autismo o le lesioni


È impossibile riempirlo tutto
La memoria del cervello è diversa da quella di un hard disk ed è virtualmente illimitata

·         La violenza domestica fa male (anche) al cervello
I bambini che subiscono stress e abuso tra le mura di casa sono esposti a un rischio più elevato di sviluppare ansia e depressione da adulti


Si calma con l’odore di cioccolata…BASTA SOLO L’AROMA….

·         Gli scienziati hanno visto che questo aroma fa aumentare le onde cerebrali connesse alla rilassatezza


Non c’è alcun legame tra emisfero, lato razionale e lato creativo
Emisfero destro e sinistro non sono associati a tratti della personalità, bensì lavorano insieme in modo integrato


·         Da mille a diecimila È invece il numero di sinapsi di ciascun neurone
 
·         Operazioni da svegli
Sì, esistono interventi chirurgici che è possibile effettuare con il paziente sveglio senza che senta dolore

·         Genera decine di migliaia di pensieri al giorno
Anche 70mila, secondo gli esperti


Non è vero che ne usiamo solo il 10%
Si tratta solo di una credenza. Le scansioni cerebrali hanno dimostrato infatti che non ci sono aree

·         Si tratta solo di una credenza. Le scansioni cerebrali hanno dimostrato infatti che non ci sono aree inattive, ma solo aree più attive di altre

Facciamo dai quattro ai sette sogni per notte
E almeno la metà la rimuoviamo entro i primi minuti dopo il risveglio

·         Più grande il cervello, maggiore l’intelligenza?
No, la nostra capacità di capire, imparare ed elaborare i concetti non è proporzionale alla taglia del cervello, dipende piuttosto da quanto esso è ricco di connessioni

·         L’alcol dà alla testa per davvero
Intercorrono appena sei minuti tra il momento in cui beviamo vino o birra e quello in cui l’alcol inizia ad alterare la comunicazione tra le cellule del cervello


Non è mai troppo tardi perche’ si continui a sviluppare…
Anche verso la fine degli “anta” il nostro cervello continua a svilupparsi

·         Raggiunge il 90% delle sue dimensioni nei primi anni di vita
Più o meno quando siamo in prima elementare


È una questione cerebrale se non soffriamo il solletico facendocelo da soli
Questo perché il cervello distingue tra uno stimolo esterno inaspettato e un tocco fatto da noi stessi
·         È una macchina che brucia senza badare a spese
Il cervello richiama il 20% dell’afflusso di sangue corporeo e consuma il 20% dell’ossigeno dell’organismo


Lo stress cronico danneggia il cervello
Il meccanismo passa attraverso squilibri ormonali che, a lungo termine, finiscono per logorare le cellule nervose

·         Il sesso? Una ginnastica per il cervello
Migliora il sonno, è antistress e ha dimostrato di attivare alcune aree della corteccia deputate alla memoria

·         Districarsi tra le connessioni neuronali è un vero labirinto
Tanto che una branca delle neuroscienze si dedica esclusivamente a ricostruire (un po’ come la genetica col dna) la mappa completa del connettoma, cioè di come sono legati gli uni con gli altri i neuroni nel sistema nervoso centrale


L’arrivo di un figlio lascia una traccia anche nel cervello
E questa traccia è diversa tra la neo-mamma e il neo-papà, dove l’attivazione dei circuiti relativi ai comportamenti genitoriali avviene con tempistiche diverse

Non solo ossa, muscoli e occhi
Ma anche il cervello subisce alterazioni in condizioni di microgravità.

È il posto più grasso del corpo
·         Contiene per circa il 60% sostanze lipidiche, che sono fondamentali per il suo funzionamento e in particolare per l’integrità quindi occorre inserirle nel cibo!

·          


Ridere è tutt’altro che semplice
La risata è il risultato dell’azione integrata di ben cinque aree della corteccia


Come si fissano i ricordi?
Il dibattito è aperto, ma sembra che le informazioni vengano scritte nel cervello con la formazione (o il rafforzamento) di sinapsi tra i neuroni

·         Anche nel cervello ci sono i recettori del gusto
Gli scienziati li hanno trovati anche nello stomaco, nell’intestino, nei polmoni e persino nei testicoli

·         Cento miliardi
Questo (più o meno) il numero di neuroni che formano il nostro cervello

Grandioso……

http://maticciofive.com/50-curiosita-sul-nostro-cervello/

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