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Categoria: "Notizie scottanti"

Il tuo emisfero cerebrale dominante : scoprilo da come utilizzi il cellulare

Uno studio dell’Henry Ford Hospital di Detroit pubblicato sulla rivista JAMA Otolaryngology-Head & Neck Surgery rivela che abbiamo un orecchio preferito per utilizzare il cellulare ed è dallo stesso lato della mano di preferenza.

Per qualche motivo non ancora identificato, forse dovuto alla posizione dei centri del linguaggio, tendiamo a tenere il telefono appoggiato all'orecchio del lato opposto rispetto a quello dell'emisfero cerebrale dominante.

Lo studio ha coinvolto un campione di cinquemila individui, di questi il 90% era destrimane, il 9% mancino e i restanti ambidestri.

Quasi tutti i destrimani tenevano il cellulare con la mano destra sull'orecchio destro, viceversa i mancini.

Questo studio è importante anche nell'ambito delle valutazioni circa l’eventuale legame tra l’uso del cellulare e i tumori al cervello.

http://www.sanihelp.it/news/17366/orecchio-preferito-cellulare/1.html

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Medici : violati diritti umani e aumenta consumo psicofarmaci

Nei Cie viene violato il diritto alla salute delle persone recluse. E' una delle evidenze piu' gravi riscontrate da un team di Medici per i Diritti Umani che nel 2012 e nel 2013 hanno ispezionato tutti i centri di identificazione e di espulsione in funzione in Italia (vedi lanci precedenti). Questo accade a causa della chiusura dei Centri di identificazione ed espulsione al mondo esterno e del prolungamento della detenzione a un anno e mezzo in strutture inizialmente costruite per un trattenimento di soli 30 giorni. In tutti i centri il personale sanitario e' contrattato e gestito direttamente dagli enti gestori. "Accade cosi' che i Cie si trovino in un'anomala condizione di extraterritorialita' sanitaria del tutto svincolata dalle aziende sanitarie locali e quindi dal servizio sanitario pubblico, al cui personale e' perfino interdetto l'accesso", denuncia l'Ong nel primo rapporto indipendente sul tema, dal titolo "Arcipelago Cie". Innanzitutto non c'e' un controllo sul livello dei servizi sanitari che possono essere erogati solo dalle cooperative che gestiscono i centri e che quindi dipende "eccessivamente dalla discrezionalita' e dall'efficienza dei singoli enti gestori". I problemi riscontrati in tutti i Cie sono: difficolta' di accesso alle cure e alle prestazioni diagnostiche presso le strutture ospedaliere; impossibilita' di accesso ai centri del personale delle Asl; carente comunicazione tra i singoli Ciee tra i Cie e le carceri nei casi di trasferimento di trattenuti malati; carenza di personale medico specialistico (ad esempio psichiatrico e ginecologico) che sarebbe particolarmente necessario dato il contesto dei centri, reciproca sfiducia tra i trattenuti ed il personale sanitario con conseguente compromissione del rapporto medico-paziente; notevole discrezionalita' tra i veri centri nella valutazione dell'idoneita' sanitaria al trattenimento. Quando un migrante soffre di una patologia grave, le cure arrivano in ritardo a causa di "un ostacolo logistico rilevante e oggettivo", cioe' della necessita' di organizzare una scorta di forze di polizia ogni volta che un trattenuto deve essere trasferito presso una struttura sanitaria esterna al Cie. Spesso queste scorte non sono disponibili per carenza di personale fra gli agenti.Un altro aspetto molto grave che secondo Medu compromette il diritto alla salute "e' il venir meno del rapporto di fiducia tra medico e paziente". Se da un lato i pazienti lamentano scarsa attenzione nei confronti dei loro problemi di salute da parte del personale sanitario, dall'altro i medici nutrono il sospetto di trovarsi di fronte a sintomi simulati da "finti pazienti" il cui unico scopo sarebbe il trasferimento presso strutture esterne al Cie da dove poi tentare la fuga. Questa dinamica provoca ritardi nella diagnosi tempestiva di malattie potenzialmente gravi. L'indagine riporta "casi sconcertanti" di migranti che continuavano a rimanere trattenuti nonostante le loro condizioni cliniche fossero chiaramente incompatibili con la permanenza nel CieE. Nei Cie si riscontra un profondo disagio psichico, che puo' diventare devastante soprattutto nel caso di trattenimenti prolungati, e l'autolesionismo come gesto estremo di protesta contro un trattenimento ritenuto ingiusto oppure attuato nella speranza di uscire in qualche modo dal Cie. In tutti i centri e' stato verificato un diffuso utilizzo di psicofarmaci, in particolare ansiolitici, che si attesterebbe nella maggior parte dei casi intorno al 40-50 per cento del totale dei trattenuti, con la punta massima presso il Cie di Milano (90 per cento) e il livello piu' basso a Caltanisetta (10 per cento). Secondo quanto riferito dai sanitari gli ex-detenuti che gia' facevano abuso di psicofarmaci prima dell'ingresso nei Cie, sono la categoria che fa maggior richiesta, oltre che delle piu' comuni benzodiazepine, di farmaci come il clonazepam e il biperidene. Sostanze, conosciute comunemente come "droghe di strada". "In caso di abuso - scrivono i Medu - entrambi i farmaci possono tra l'altro indurre un effetto che provoca ansieta', euforia, stati di eccitazione e disturbi del comportamento". Oltre a coloro che gia' facevano abuso di psicofarmaci in precedenza vi e' poi un gruppo di trattenuti che fa richiesta di ansiolitici per placare il profondo malessere provocato dall'internamento nel Cie. "Nel complesso destano preoccupazione le modalita' di gestione degli psicofarmaci all'interno dei centri - afferma il rapporto - in considerazione sia dell'alto numero e della complessita' dei casi sia del fatto che nessun ente gestore dispone di personale medico specialistico". A fronte di un quadro di questo tipo, destano grandi perplessita' le affermazioni degli operatori di alcuni enti gestori. A Milano, ad esempio, il personale sanitario intervistato ha asserito che in tredici anni non e' mai stata verificata all'interno del centro, la presenza di vittime di violenza, tortura o tratta. Le cause del disagio psichico sono l'inattivita' forzosa per prolungati periodo di tempo, in spazi angusti ed inadeguati, insieme all'incertezza sulla durata e l'esito del trattenimento. Per ragioni di sicurezza e ordine pubblico, le disposizioni di molte Prefetture tendono ad inasprire le norme che regolano la vita all'interno dei Cie "contribuendo a rendere ancor piu' afflittive e degradanti le condizioni di trattenimento dei migranti". A Ponte Galeria, ad esempio, ai trattenuti non e' consentito disporre di pettini, penne, libri o giornali. Nello stesso centro a novembre 2011 scoppio' una protesta poiche' i trattenuti erano stati obbligati da una direttiva, poi ritirata, ad indossare esclusivamente ciabatte per evitare il pericolo di fughe. Nei centri di Gradisca d'Isonzo e Milano non e' consentito invece il possesso di telefoni cellulari. Anche la possibilita' di colloquio con persone provenienti dall'esterno non risulta essere garantita in modo adeguato ed e' eccessivamente affidata, nei modi e nei tempi, a criteri discrezionali delle singole Prefetture. In un quadro cosi' desolante, c'e' il caso delle donne cinesi trattenute al Cie di Ponte Galeria che rispondono al vuoto di attivita' del centro producendo borse con i pochi materiali che hanno a disposizione: lenzuola monouso, forchette di plastica e indumenti intimi. Un altro problema e' la promiscuita'. Gli ex detenuti rappresentano circa il 50 per cento del totale dei migranti trattenuti nell'intero sistema dei Cie italiani, con picchi del 90 per cento a Milano e Lamezia Terme. L'orientamento di molte Questure sembra essere proprio quello di dare priorita' alle richieste di trattenimento per i soggetti provenienti dal carcere o comunque con precedenti penali. Oltre ad un cospicuo numero di migranti provenienti dal carcere, l'indagine ha rilevato la presenza delle seguenti tipologie di persone: migranti appena giunti in Italia; richiedenti asilo; cittadini comunitari; stranieri presenti da molti anni in Italia, spesso con famiglia, ma senza un contratto di lavoro regolare; immigrati con il permesso di soggiorno scaduto. Per quanto riguarda le principali nazionalita' - dagli ultimi dati nazionali disponibili, relativi all'anno 2011 - risultava preponderante la presenza di migranti tunisini, per la quasi totalita' uomini, che rappresentavano il 49 per cento del totale dei trattenuti. Tra gli uomini le altre nazionalita' piu' frequentemente dichiarate erano nell'ordine la marocchina, la rumena e l'albanese. Per quanto concerne i paesi di provenienza delle donne, figurava al primo posto la Nigeria seguita dalla Cina, dall'Ucraina e dalla Romania. Un dato che sconcerta e' la presenza di un elevato numero di cittadini dell'Unione europea all'interno dei Cie. Nel 2011, infatti, sono transitati ben 494 migranti di origine rumena, terza nazionalita' in assoluto per numero di presenze. Nel solo Cie di Ponte Galeria a Roma sono stati trattenuti nel triennio 2010-2012 oltre mille rumeni.

 

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Aritmetica del dualismo

Aritmetica del dualismo

di Gian Piero Abbate 

Noi viviamo in un mondo tridimensionale, dove ogni cosa e ogni evento viene percepito dai nostri sensi come duale.

Il dualismo è insito in noi e in ciò che ci circonda, sin dalla nostra nascita.

Ma un conto è la realtà, altro conto è la sua percezione, altra cosa l’interpretazione che diamo a tutto questo.

Da sempre l’interpretazione data alla dualità delle cose è stata legata alle prime due operazioni aritmetiche che l’uomo impara, cioè la somma e la sottrazione, e all’esistenza degli opposti, cioè dei numeri negativi.

La logica è molto semplice: se esiste n, allora deve esistere il suo opposto -n in modo che n+(-n)=0

Questa è la logica che ha dominato il mondo sin’ora, in ogni settore, incluso la spiritualità.

In particolare questa logica è stata applicata nel mondo occidentale. Gli esempi possono essere molteplici e diversi: così come il bianco e il nero sono definiti come opposti, altresì se esiste un “Cristo” allora deve esistere un “Anticristo”.

Anche rispetto alle energie si parla di energie positive ed energie negative, con la possibilità di accrescere l’energia, sommandone pezzi tra loro, o perdere l’energia, sottraendola.

Così si sviluppa il concetto del bene e del male come opposti in lotta tra loro, e di angeli e demoni, sino a di fatto creare un dio del bene e un dio del male, Dio e Diavolo, anche in quelle religioni che si professano monoteiste.

Solo recentemente alcuni teologi hanno iniziato a dire che in ogni caso gli Angeli e i Diavoli obbediscono entrambi a Dio, ma questo non è in disaccordo con la visione degli opposti, né comporta il suo abbandono, è solo un piccolo passo avanti.

Per sviluppare una nuova visione bisogna introdurre ulteriori concetti.

Però sempre restando agli opposti, è da notare che lo zero è frutto della somma di due elementi eguali ed opposti. In questa visione l’assoluta mancanza del tutto è frutto di un annientamento, di una specie di disintegrazione dell’elemento con il suo opposto. È il concetto di materia ed antimateria, ma l’esperienza fisica ci dice che la realtà è diversa: se due particelle, una di materia e una di antimateria, s’incontrano, è vero che si “annichiliscono”, cioè spariscono, ma la reazione non è nulla, anzi provoca una radiazione elettromagnetica, cioè della luce, di energia pari alla somma delle energie delle due particelle.

Insomma, l’esperimento fisico smentisce la nostra modalità interpretativa basata sugli opposti.

Infine l’infinito matematico, in questa schematizzazione, non è unico, ma esistono due infiniti, uno positivo e un negativo, che si trovano agli estremi opposti.

La tipica rappresentazione geometrica del tutto è una retta, con un punto detto zero, e i numeri positivi e negativi disposti in modo contrapposto. Ma questo è un “uni-verso”, e partire dall’infinito negativo per procedere verso l’infinito positivo non ha molto senso e non corrisponde all’esperienza storica, quindi la rappresentazione deve essere tale da avere un unico verso pur mantenendo la dualità delle cose e certi equilibri che conosciamo “empiricamente”.

Ulteriore elemento di confusione in questa rappresentazione è lo zero, perché zero è il risultato della somma algebrica di qualsiasi numero con il suo opposto, però zero è anche il limite a cui tende l’inverso dell’infinito, cioè  lim(1/)= 0. Ma i due zeri hanno significati ben diversi: il primo è “il niente”, l’insieme nullo dovuto all’annullamento, mentre il secondo è la rappresentazione dell’immanifesto, del contrario di tutto, come può essere il buio il contrario della luce.

Tutta l’evoluzione attualmente in atto, i relativi cambiamenti, gli stessi messaggi che stanno arrivando a molti sensitivi, tutto ci porta a capire come questo schema sia errato e si debba passare a qualche cosa di diverso, la cui portata inizia a dispiegarsi solo recentemente.

Una visualizzazione che ho già proposto in passato è quella della medaglia che per esistere deve avere due facce. Le due facce sono inverse tra loro, inverse ma non opposte, sono “reciprocamente” le due facce della medaglia. In nessun modo è possibile contrapporre le due facce, altrimenti la medaglia perde di senso. Nessuno può stabilire quale sia la faccia “A”, ma semplicemente, a caso, se chiamiamo “A” una faccia, l’altra può essere “B”, ma resta valido anche il viceversa.

Questo è un modo diverso di rappresentare la stessa dualità di prima.

Solo che ora le operazioni fondamentali non sono più somma e sottrazione, ma moltiplicazione e divisione.

Tornando all’aritmetica, i numeri inversi, o reciproci, sono quelli il cui prodotto da l’unità.

In pratica 1/n è l’inverso, il reciproco, di n.  

Ipotizziamo che queste siano le due facce della medaglia. Allora in questa rappresentazione non c’è più spazio per la negatività, ma tutto è sempre positivo.

Molte cose non cambiano, ad esempio l’inverso del nero resta il bianco, e viceversa, ma per capirlo dobbiamo ragionarci sopra, perché non siamo abituati a questa modalità di pensiero.

Se n=5, allora il suo inverso è 1/5. Tanto più il numero cresce, tanto più il suo inverso decresce, sino ad arrivare al limite. Anche in questo caso il limite è l’infinito, ma esiste solo un infinito, e il suo reciproco è lo zero. Ma questo è un limite, anche nella nostra realtà. Finalmente otteniamo uno schema coerente con la parola “universo”: tutto procede sempre in un verso solo, a partire dal nulla iniziale che contiene il tutto, che non appena si manifesta (il così detto “big bang”) si mette in una fase crescente di espansione che non ha mai fine, ma presenta solo un limite teorico non raggiungibile, detto infinito.

E se restiamo al simbolo della medaglia, allora questo significa che il nulla e il tutto sono la stessa cosa, l’uno è l’inverso dell’altro, ma a questo punto la medaglia non esiste più perché entrambi sono dei “limiti” non raggiungibili.

Siccome preso un qualsiasi elemento, il prodotto con il suo inverso è l’unità, cioè (n) x (1/n) = 1, allora l’unione si ottiene proprio dal prodotto (notare il termine “prodotto”, risultato di una produzione) di due inversi.

Angeli e diavoli non sono contrapposti, non si fanno la guerra, e neppure il Cristo e l’Anticristo si danno battaglia, ma semplicemente sono inversi tra loro, e necessari, perché non può esistere una medaglia con una faccia sola. E anche perché la Vita e l’evoluzione nell’universo si produce attraverso la collaborazione degli “inversamente eguali”.

Se prendiamo l’insieme dei numeri naturali (1,2,3,…) e dei loro inversi, possiamo notare che i numeri naturali sono interi, mentre i loro inversi sono sempre decimali, tranne che in un caso.

Questo caso singolare è proprio l’unità, perché l’inverso dell’unità è nuovamente l’unità.

Quando raggiungiamo l’unità, allora siamo uno con tutto e con tutti, e la medaglia è perfetta, quindi paralare di una faccia A e una faccia B non ha più senso, nell’unità le due facce sono identiche e indistinguibili.

Altra considerazione: se associamo il mondo delle cose “positive” della vecchia rappresentazione all’insieme dei numeri naturali, e di conseguenza il mondo delle cose “negative” all’insieme degli inversi, ci accorgiamo che se il valore di una entità positiva cresce, il valore del suo inverso decresce.

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È un nuovo concetto di equilibrio, contrario all’idea preconcetta che se il bene cresce allora anche il male deve crescere per bilanciarlo. È in questo modo che possiamo far “vincere” il Cristo: più ci uniamo al suo corpo mistico, più Lui si espande, più l’Anticristo tende a sparire.

Prima se il bene aumentava, per mantenere l’equilibrio anche il male doveva aumentare in proporzione, essendo l’equilibrio lo zero.

Ma ora l’equilibrio è l’uno, e se il bene cresce il male deve decrescere, secondo la funzione inversa, in modo che il prodotto sia sempre l’unità.

Questa visione è molto più rispondente sia all’esperienza sia alla fisica, anche se ci risulta poco intuitiva.

Abbiamo detto che l’inverso del bianco è il nero, e questo è capibile se si conosce il triangolo dei colori e le sue coordinate, e in ogni caso anche verbalmente che il bianco sia l’inverso del nero può essere un concetto intuitivo, ma se ci chiediamo cosa sia l’inverso della luce, allora la tentazione sarebbe subito di rispondere: “il buio”.

Invece in questa rappresentazione solo l’inverso di una luce infinita può produrre il buio, e quindi essendo questo un concetto limite, ancora una volta non è applicabile alla realtà. Normalmente l’inverso della luce è ancora luce, d’intensità molto minore, ma sempre luce.

L’inverso del bene è il male, ma in questa rappresentazione il male cambia i suoi connotati. Il male diventa una certa quantità di bene, una quantità tanto più piccola quanto più grande era il bene di partenza. Esattamente come il peccato non è una caduta, ma è solo aver sbagliato la mira e non aver fatto centro.

In ogni caso la rappresentazione attraverso il simbolo della medaglia non è perfetta, e mi scuso se non ho trovato di meglio, mentre la codifica matematica con i numeri naturali e i loro inversi è molto più potente, ma meno intuitiva.

Materia e antimateria divengono due elementi che non si possono incontrare, perché sono due facce inversamente eguali della realtà. Per nostra fortuna questo incontro non avviene frequentemente in natura, altrimenti questo universo sarebbe già collassato.

Però quando questo avviene, il risultato non è nullo, ma è il ricongiungimento delle due particelle nell’unità, con liberazione di luce, simbolo della “trasformazione”, ovvero della conversione in energia della medaglia.

Ogni volta che una medaglia sparisce c’è una emissione di luce. Ogni volta che un busco nero sparisce nasce una nuova stella.

Cioè il creato continua a creare, ma in questo processo tende sempre verso l’unità, dove l’unità è perenne dinamismo, e non staticità.

È la musica del creato, che non è silenzio, è la danza del creato, che non è staticità.

Purtroppo spesso abbiamo diffuso una immagine di Dio come di una realtà statica, perfetta e immobile, sempre eguale a se stessa. Questa immagine è però molto limitante, e poco appropriata anche rispetto alle intuizioni che la moderna fisica ed astronomia ci suggeriscono.

Una immagine di un Dio creatore in continua espansione, e di conseguenza che crea continuamente, è una immagine più appropriata, anche se ci può dare fastidio perché mina la staticità dei dogmi e la nostra necessità di rinchiudere “dio” in uno schema.

Ma questo riguarda anche noi e la scoperta di noi stessi.                                  

La vecchia rappresentazione per opposti suddivideva il mondo in buoni e cattivi, in perenne lotta.

La nuova rappresentazione vede l’unità come elemento di separazione tra le due schiere, dove l’inverso dei buoni sono i meno buoni.

In questa rappresentazione i cattivi non hanno più spazio. Ci sono azioni “malvagie”, ma non esistono cuori malvagi, le azioni possono essere cattive, ma i cattivi non esistono. Esistono i meno buoni, i più deboli, che bilanciano i più buoni.

Forse per questo l’antica Cabala ebraica non dice che il nostro cuore è diviso in due parti una buona e una cattiva, ma dice che è diviso in due parti, una buona e una potenzialmente cattiva. Potenzialmente, perché la parte sinistra è buona anch’essa, solo è che è “inversamente” buona.

Tutto il nostro io, il nostro mondo, l’intero universo deve essere ripensato in questa logica.

E vedendo il tutto in una prospettiva diversa, prende corpo il concetto della espansione.

Usiamo l’immagine di una torta. Se passiamo da una fetta grande un sesto della torta ad una un po’ più grande, diciamo un suo quinto, ad una ancora più grande, il suo quarto, cioè 1/6, 1/5, 1/4 e così via, arrivando a 1, cioè una torta, per poi continuare verso 4 torte, e poi 5, e poi 6, e così via, sia nella prima sequenza che nella seconda il processo può essere visto come una espansione, dove all’espansione del lato integro, cioè degli interi, corrisponde una contrazione dei reciprochi.

Per questo motivo le due facce della medaglia hanno sempre la stessa dimensione: se dico che una faccia vale 5,  all’ora la faccia opposta deve “contenere” il suo reciproco, cioè 1/5, ma non può essere grande 1/5 perché l’attribuzione dei valori è del tutto arbitraria, e quindi se la faccia deve contenere 1/5, allora deve poter contenere anche 5.

Inoltre il concetto di espansione comporta uno spostamento della centratura. Pensiamo rispetto a noi stessi. Nella vecchia rappresentazione se espandevo la mia “sfera d’influenza”, ad esempio, da 5 a 6, allora l’opposto passava da -5 a -6, e il centro restava sempre fermo sullo zero. Il raggio d’influenza era passato da 10 a 12.

Adesso se mi espando da 5 a 6, il reciproco si sposta da 1/5 a 1/6, e quindi anche il centro si sposta.

Calcolare dove capita il centro non è difficile: per 5 e 1/5 il centro sarà (5+1/5)/2=26/10=2,6 mentre per 6 e 1/6 sarà (6+1/6)/2=37/12=3,083 cioè la nostra centratura ha fatto un passo avanti.

Anche il diametro della nostra sfera d’influenza è cambiato: nel primo caso valeva (5-1/5) =24/5 =4,8 mentre ora diviene (6-1/6)=35/6=5,83, cioè è aumentato. Come ci aspettavamo. Il bello di questa rappresentazione, se si riesce a visualizzarla, è che la sfera cresce sempre di più, ma anche si sposta sempre più avanti con il suo centro, cosa che non accadeva nel precedente modo di vedere la realtà.

E così di espansione in espansione, quando si arriva alla massima espansione, cioè ad essere prossimi all’infinito, allora l’inverso tende ad annullarsi, e il tutto si ricompone nell’unità.

Anzi, nell’Unità del Tutto.

A questo punto abbiamo raggiunto il limite della nostra espansione nel mondo reale, e per andare oltre dobbiamo cambiare schema. È importante osservare come in questo limite il nostro diametro tende all’infinito così come la nostra centratura tende a spostarsi verso l’infinito, e non verso l’unità. Questo ci dice che essere uno con tutto e con tutti non significa essere l’unità, ma essere l’infinito, che tutto abbraccia e tutto comprende. L’unità è solo l’elemento “singolare” di questo insieme, quello che separa gl’inversi tra loro, quello che ci permette di scoprire la reciprocità.

Quindi non si tratta di essere 1, ma di sperimentare l’unità essendo, simultaneamente, il nulla e il tutto, che attraverso e grazie all’uno, sono reciproci tra loro.

 

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QUALCOSA DI STRANO ACCADE:ci facciamo coraggio con le parole del maestro OSHO

Qualcosa di strano accade

Queste piogge, troppe, sono il “buio annunciato”?

Accadono solo dove irrorano le scie chimiche? 

Se il sole  viene cosi’ poco, il nostro corpo non potra’ essere piu’ in equilibrio. 

Per farmi e farvi coraggio vi invio le parole-anima del Maestro OSHO

Egli dice: 

“ Io non uso mai la parola rinuncia.

Io affermo: gioisci  nella vita, nell’’amore, nella meditazione, in tutto cio’ che e’ bello nel mondo, nell’estasi dell’esistenza…gioisci in ogni cosa…

Trasforma cio’ che e’ mondano in qualcosa di sacro. 

Trasforma questa sponda nell’altra, muta la Terra in un paradiso. 

A quel punto, in modo del tutto indiretto, iniziera’ a prendere forma una rinuncia

Accadra’ senza che tu faccia nulla 

Non e’ un fare, e’ un accadere. 

Inizi a rinunciare alle tue stupidita’,inizi a rinunciare alle tue assurdita’, al tuo “pattume”.

Rinunci alle tue relazioni prive di significato

Rinunci a lavori che non appagano il tuo essere

Rinunci a luoghi in cui non ti e’ possibile alcuna crescita

Rinunci ad avere paura

Ma io non definisco tutto questo una rinuncia, la chiamo comprensione, consapevolezza. 

Se hai in mano delle pietre e te le porti appresso pensando che sono diamanti non ti diro’ di rinunciarci, ti diro’ semplicemente, stai attento, guardale di nuovo.

Se tu stesso vedrai che non sono diamanti devi forse rinunciarci?

Cadranno da sole dalle tue mani.

In realta’ se ancora vorrai portartele dietro dovrai fare un grande sforzo, dovrai usare tutta la tua volonta’ e comunque non potrai tenerle a lungo,

 quando vedrai che sono prive di significato inevitabilmente le butterai via. 

E quando le tue mani saranno vuote, potrai metterti alla ricerca dei veri tesori: non sono nel futuro

Qualcosa di remoto o di imprecisato.

Sono proprio qui, adesso

Nel tuo consapevole presente.” 

Qualunque esso sia, mi permetto io di aggiungere!

 carmen di www.spaziosacro.it

 

 

Grazie  maestro Osho

carmen

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FUNZIONE DEGLI OLIGOELEMENTI

                                                                       FUNZIONE DEGLI OLIGOELEMENTI

 ( presi sotto controllo di un esperto)

ALLUMINIO

Oligoelemento complementare, regola le funzioni cerebrali

BISMUTO

Oligoelemento complementare, regola le affezioni della gola. 

CALCIO

Oligoelemento essenziale,  aiuta in caso di rachitismo, carie, fragilità ossea, problemi alle unghie, reumatismi, eczemi

COBALTO

E' l'oligoelemento che fa parte integrante della molecola di Vitamina B12 detta anche cianocobalamina.

Una carenza di cobalto compromette la biosintesi della vitamina stessa e induce anemia. E' un oligoelemento principale, regola il sistema neurovegetativo

FERRO

Fa parte integrante dell'EME, un gruppo atomico ferro-porfirinico, presente nell'emoglobina, nella mioglobina, e in numerosi enzimi

Trasporta ossigeno alle cellule, è fondamentale nella formazione dell'emoglobina, una sua carenza induce anemia da carenza di ferro.

FLUORO

Indispensabile nel metabolismo del calcio, indicato nella lassità dei legamenti, rachitismo, distorsioni, strappi muscolari

FOSFORO

utilizzato nei fenomeni spasmodici e spasmofilici, svolge un ruolo importante nel metabolismo delle ossa e dei lipidi

IODIO

usato nelle affezioni tiroidee, garantisce un buon funzionamento della ghiandola tiroidea, aiuta nei disturbi dell'accrescimento

LITIO

Regolatore  degli stati di ansia e depressivi, insonnia, disturbi psichici (da utilizzare  come con lo iodio su controllo medico)

MAGNESIO

E’ utile  nel metabolismo delle cellule nervose, nella irritabilità, nella depressione, nei disturbi cardiaci, è complementare del Calcio

MANGANESE

E' presente nell'arginasi che permette la trasformazione dell'Arginina in urea, è presente in enzimi che catalizzano il trasferimento del gruppo fosfato e nell'enzima che catalizza la produzione dell'ossigeno nei cloroplasti, ha un ruolo importante in numerosi processi enzimatici, nello sviluppo osseo, nelle lubrificazioni delle articolazioni, nel corretto utilizzo degli zuccheri,  nell'affaticamento generale, nella diminuzione della libido, nell'insonnia, nelle vertigini, nei disturbi artritici.

MANGANESE-COBALTO

Indicato nei disturbi vascolari, cutanei di origine allergica, nei disturbi nervosi

MANGANESE-RAME

Combinazione indicata nei casi di disturbi respiratori, intestinali, urinari, nelle lesioni cutanee infettive

NICHEL- COBALTO

Combinazione indicata negli squilibri e disfunzioni delle secrezioni pancreatiche, turbe digestive ed aerofagie

POTASSIO

impiegato nei disturbi artrosici e del metabolismo idrico, nella stitichezza, nella spossatezza, nei disturbi del ritmo cardiaco, nei crampi e nei disturbi metabolici per eccessiva assunzione di grassi animali, di zuccheri raffinati, di sale.

RAME

Oligoelemeto principale, è antinfettivo e stimola le difese organiche, indicato nell'anemia, nell'affaticamento generale, nell'osteoporosi, nei disturbi cutanei, nella perdita dei capelli

RAME-ORO-ARGENTO

Combinazione essenziale negli stati di affaticamento psico-fisico, depressione, diminuzione della libido, malattie infettive e infiammatorie

SELENIO

Stimola il sistema immunitario, ha una azione antiossidante, essenziale per la produzione delle cellule linfatiche, agisce come protettore del sistema cardiovascolare, protegge le cellule dai radicali liberi, può rallentare il processo di invecchiamento

ZINCO

indispensabile per la sintesi di vari enzimi, specie nei disturbi ginecologici

ZINCO-NICHEL-COBALTO

Combinazione indicata per i  disturbi del metabolismo del glucosio

ZINCO-RAME

Combinazione che regola il sistema endocrino, specie nei disturbi degli organi sessuali

ZOLFO

regolatore dei disturbi dermatologici, epatici, artrosici, reumatici e  per problemi alle vie respiratorie

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