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Momento di svolta per l'omeopatia, riconosciuta dall'Aifa

Mai come in questi ultimi mesi l’omeopatia ha accesso il dibattito su chi è a favore e chi è contro a questa medicina che si definisce complementare e non alternativa alla medicina tradizionale.

 


 
 
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È ancora fresca nella memoria la vicenda del bimbo morto nelle Marche a causa di un’otite curata solo con rimedi omeopatici. Eppure quello è stato solo un caso limite perché in Italia sono sempre di più gli utilizzatori di farmaci omeopatici.

 

I dati del Rapporto Italia 2017 di Eurispes sottolineano la crescita della diffusione delle Medicine non Convenzionali nel nostro Paese e l’aumento della fiducia nei confronti delle cure alternative: se nel 2000 gli utilizzatori erano poco più di 6 milioni, oggi si arriva a oltre 12 milioni. Oltre un italiano su 5 fa uso di medicine complementari e l’omeopatia risulta essere la disciplina più utilizzata.

E se in Italia i consumatori crescono, negli altri paesi europei l’omeopatia è da tempo equiparata ai farmaci allopatici. Tanto che dal primo agosto in Svizzera, per esempio, i farmaci omeopatici verranno rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale, mentre in Germania la Bundensverband der Pharmazeutische Industrie (la Farmaindustria tedesca) ha affermato di sostenere l’omeopatia come terapia efficace per i pazienti, a volte anche come medicina di prima scelta.

Gorga, Presidente di Omeoimprese, qual è la situazione in Italia?

In Italia stiamo assistendo alla più importante rivoluzione del settore omeopatico e auspichiamo che questo possa mettere fine nel nostro Paese a forti condizionamenti di carattere ideologico nei confronti dell’omeopatia.

Una rivoluzione? Di che cosa si tratta?

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Il 30 giugno scorso è stato l’ultimo giorno utile concesso alle case farmaceutiche omeopatiche per consegnare all’Agenzia del farmaco i dossier per l’ottenimento dell’Aic, l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio. Ciò significa che i medicinali omeopatici passeranno sotto il vaglio dell’Aifa proprio come avviene per i medicinali tradizionali. L’Aifa, su indicazione del Ministero della Salute, ha indicato una serie di requisiti ai quali gli omeopatici devono sottostare. A partire dal primo gennaio 2019 tutti i medicinali omeopatici immessi in commercio avranno ottenuto la certificazione dall’Aifa. Questo dovrebbe essere sufficiente a spegnere qualsiasi polemica.

Cosa ha significato per le aziende adempiere a queste richieste?

Le aziende hanno sostenuto uno sforzo economico e burocratico importante che ha implicato grossi sacrifici. Le aziende omeopatiche sono spesso di piccole e medie dimensioni e non è stato facile per tutti permettersi di destinare risorse specifiche per soddisfare le richieste pervenute. Inoltre dalla produzione verranno eliminati il 40 per cento dei farmaci, unitari e complessi, attualmente in commercio. Questo perché il costo per certificare tutto sarebbe stato insostenibile e non per mancata dimostrazione dell’efficacia.

Da una parte la Svizzera inserisce i farmaci tra i rimborsabili del Servizio Sanitario Nazionale mentre l’Inghilterra li toglie. Come mai?

Ogni Paese ha un diverso modo di approcciarsi alle singole questioni. La Svizzera ha compiuto un notevole passo in avanti in materia lasciando la massima libertà ai cittadini di curarsi come ritengo opportuno. Quanto all’Inghilterra, ad oggi si tratta solo di una proposta in fase di valutazione e una scelta che ha più un carattere economico che di merito.

Cosa risponde quando le dicono che i farmaci omeopatici altro non sono che acqua e zucchero? Ci sono oppure no evidenze scientifiche?

Evidenze scientifiche ce ne sono e anche tante. Basterebbe documentarsi. Purtroppo, però, è più facile polemizzare che entrare nel merito delle questioni. Se ci fidiamo del Ministero e delle valutazioni dell’Aifa per quel che riguarda la medicina allopatica allora dovrebbe essere automatico che nel momento in cui la stessa Aifa definisce l’omeopatia una medicina e i prodotti omeopatici farmaci non ci dovrebbe essere più motivo di scontro. Ritengo che lo scontro tra sostenitori e detrattori sia giunto ad un punto fermo, servono meno pregiudizi e la capacità di vedere nell’omeopatia un sistema che integra e si affianca alle altre classi farmaceutiche e non che le sostituisce.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/omeopatia-gorga-omeoimprese-corso-rivoluzione-che-spazzer-1428292.html

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