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Categoria: "Cure Naturali"

STITICHEZZA O DOLORI MESTRUALI ? LA SOLUZIONE E' IL MASSAGGIO PER EFFLEURAGE

MAI SOFFERTO DI PROBLEMI DI STITICHEZZA o DOLORI MESTRUALI O VUOI AIUTARTI IN GRAVIDANZA ?
ECCO UN VALIDO AIUTO : IL MASSAGGIO FLOREALE PER EFFLEURAGE SULL'ADDOME

Massaggio Floreale per Effleurage sull’Addome :
massaggio dolce e profondo con oli essenziali purissimi e fiori di Bach per vari disagi addominali (es: stitichezza), dolori mestruali e aiuto nella gravidanza e nel parto.

Massaggio floreale per EFFLEURAGE sull’addome: massaggio con oli essenziali purissimi e fiori di Bach per i disagi intestinali (es: stitichezza) per uomini e donne, per lenire i dolori mestruali, per il periodo della gestazione e la preparazione al parto.

Effleurage significa sfiorare o toccare dolcemente, il massaggio per effleurage possiamo definirlo l’arte di accarezzare Il tocco sapiente, dolce, la forma che fa scivolare le mani e i vostri sentimenti del momento, il variare della velocità, sono una vasta gamma di stimoli che possono incantare la persona ricevente. Percepirete la persona nei suoi bisogni e nella sua sensibilita’ .

Esso può Essere utile anche come una cura di transizione tra le diverse tecniche di massaggio. L’accarezzare lento è una fonte di relax. Come suggerisce il nome, è il movimento lento che contraddistingue questa tecnica. Esso porta con un effetto benefico a calmare i nervi riducendo in tal modo l’ansia.

Stimolando il corpo, la sua applicazione consente di ottimizzare la circolazione sanguigna e linfatica. Effleurage permette un’ efficace penetrazioni di oli essenziali purissimi e fiori di Bach e con questa base anche lo slittamento delle mani sulla superficie della pelle è più semplice e il sangue regola il flusso linfatico locale.Dopo gia’ 40 minuti la microvascolarizzazione cutanea si riattiva cosi’ anche il “lavoro dell’intestino” poiche’ la stitichezza crea spesso i piu’ grandi disagi.

Vengono leniti dolori mestruali e anche le GESTANTI possono provarne i benefici. Puo’ essere utile nei problemi della pelle, dei muscoli e dei tendini
Nel seminario esperienziale verranno insegnate le basi del massaggio per Effleurage sull’addome per i diversi disagi addominali per le cure e verranno indicati gli oli essenziali PURISSIMI utilizzati e i fiori di Bach corretti per le problematiche sopra elencate.

Per approfondire ed iscriversi al seminario nel quale imparare il massaggio :
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caduta dei capelli : cure naturali

Si può fare qualcosa per fermare la caduta dei capelli? Diverse strategie semplici si sono dimostrate efficaci, tra cui correggere le carenze vitaminiche diffuse ed evitare le tossine che possono rovinare i follicoli del cuoio capelluto. Se il diradamento dei capelli vi sta mandando in panico, non siete da soli. La perdita dei capelli è un problema comune a uomini e donne.

 
La perdita dei capelli si crede erroneamente possa essere una malattia maschile, ma il 40% dei malati sono in realtà le donne. La perdita dei capelli può essere particolarmente devastante per le donne poiché spesso legano l’immagine che hanno di sé alla loro capigliatura.

La cura richiede di arrivare prima alle 10 cause principali della perdita dei capelli:

 
Invecchiamento
Fluttuazioni ormonali
Farmaci
Tossine
Carenze nutrizionali
Perdita eccessiva di peso
Malattie (tra cui il diabete e le condizioni autoimmuni come il lupus)
Stress
Acconciature troppo strette
Altri fattori (cambio di stagione, genetica)
A volte questa condizione si risolve da sola, ma molte volte non si ferma fino a quando la causa non viene individuata e corretta. Non temete, ci sono cure che funzionano!

Riconoscere la normale caduta dei capelli
Da ciascuno dei follicoli dei capelli nasce una ciocca nel corso di quattro – sei anni, detta  fase anagena, poi c’è un periodo di riposo dai due a quattro mesi, detta fase telogena. Dopo questo periodo viene prodotto un nuovo filamento che spinge fuori il vecchio, causandone la caduta. In qualsiasi momento, circa il 90 % dei capelli è in fase anagena e il 10 % è in fase telogena. Questo ciclo è ciò che avviene nella normale perdita di capelli, ma molte cose possono alterarlo, causando una riduzione della fase anagena o un eccesso di follicoli in fase telogena. Effluvio telogeno, o TE, è il termine che indica quando ben il 70% dei follicoli dei capelli vanno in fase telogena tutti insieme.

 
Può essere scatenato da fattori di stress come malattie o infortuni, febbre alta, chirurgia, farmaci, traumi psicologici, o cambiamenti ormonali che accompagnano il parto e la menopausa. Si verifica in genere due o tre mesi dopo qualche importante fattore di stress, sia mentale o fisico, che  produce un “shock” per il sistema. La perdita dei capelli generalmente aumenta con l’avanzare dell’età. A 40 anni, il tasso di crescita dei capelli rallenta in uomini e donne. È interessante notare che noi esseri umani possiamo fare la muta come i visoni. Secondo l’associazione americana “perdita dei capelli”:

“Gli studi dimostrano che gli esseri umani, almeno in Nord Europa, perdono più capelli in autunno e in misura minore in primavera. Questo aumento temporaneo del numero di follicoli piliferi telogeni è probabilmente dovuto alle variazioni di ormoni in risposta alle variazioni di esposizione alla luce. Studi nei visoni e in altri mammiferi dimostrano che l’esposizione alla luce altera in modo significativo i livelli di prolattina e che quest’ormone ha un effetto significativo sulla muta. Gli esseri umani probabilmente hanno più o meno la stessa risposta. Tale perdita di capelli dovrebbe essere temporanea.”

 
Le carenze nutrizionali che causano la caduta dei capelli
Se i capelli sono visibilmente assottigliati o si notano più capelli sulla spazzola, la prima cosa da considerare è se si abbia sperimentato forte stress o traumi nel corso degli ultimi mesi, che da soli potrebbero spiegare il diradamento dei capelli. Hai avuto una grave malattia o un intervento chirurgico? Hai subito un infortunio? Sei in menopausa? Se la causa non è evidente, la prossima cosa da considerare è una carenza nutrizionale. Le cinque più comuni carenze dannose per i capelli sono le seguenti:

Proteine: state ottenendo abbastanza proteine di alta qualità nella vostra dieta? La proteina è fondamentale per rafforzare e sostenere la crescita dei capelli.

Ferro: Come sono i vostri livelli di ferro? Le donne sono particolarmente inclini a una carenza a causa delle mestruazioni. Fare attenzione a utilizzare un integratore solo se si è veramente carenti, perché l’eccesso di ferro è tossico e può esso stesso innescare la perdita dei capelli. Le donne con livelli di ferritina sierica inferiori a 30 milligrammi / millilitro mostrano più alto rischio di perdita dei capelli. Ho spiegato come aumentare naturalmente i livelli di ferro nell’articolo Anemia: La dieta, gli integratori naturali e l’analisi psicosomatica che curano.

Zinco: La carenza di zinco è una causa comune di perdita di capelli negli uomini e nelle donne. Agisce direttamente sui follicoli e lo stress  può triplicare la perdita zinco. Esso aiuta a metabolizzare il testosterone, che in eccesso può causare ricadute. La carenza di zinco è spesso associata a un eccesso di rame. Assicurati di assumerne almeno 15 milligrammi al giorno.

Vitamine B (biotina B7, acido pantotenico B5): la biotina promuove la crescita e aiuta a ricostruire i capelli danneggiati, ed è per questo che è anche incluso in alcune formulazioni di shampoo. Le donne sono particolarmente a rischio di carenza di biotina durante la gravidanza e l’allattamento. L’acido pantotenico stimola la crescita dei capelli, sostenendo le ghiandole surrenali, migliorando così la gestione dello stress.

Omega 3: oli ricchi di acidi grassi omega-3, come l’olio di pesce sono da tempo noti dare beneficio della pelle e dei capelli. Gli Omega-3 favoriscono l’inspessimento dei capelli e aiutano a ridurre l’infiammazione. Uno studio del 2015 ha mostrato che un integratore (grassi omega-3, più omega-6 e antiossidanti) ha diminuito la perdita di capelli e aumentato lo spessore e la densità in un gruppo di donne sane.

Lo squlibrio del Rame è sempre più diffusa ed è legata alla perdita dei capelli
Molti non sono consapevoli che lo squilibrio di rame ha raggiunto proporzioni epidemiche, colpisce quasi l’80% di tutti gli uomini, donne e bambini, e la perdita dei capelli non è che un sintomo. Abbiamo bisogno di rame, ma solo in piccole quantità. esso attiva più di 30 enzimi ed è importante per la produzione di  collagene e melanina, per mantenere un tessuto connettivo sano e per mantenere un colore naturale dei capelli.

La carenza di rame causa il deterioramento delle strutture proteiche nei capelli inibendo la lisina – ossidasi, un enzima di sintesi del collagene. Questo enzima è necessario per la reticolazione e l’elasticità del collagene nei tessuti connettivi. E’ necessario per avere un cuoio capelluto sano, per una funzione corretta del follicolo pilifero e per una sana struttura del capello. La sintesi di elastina e di collagene maturo è controllata almeno in parte dalla biodisponibilità del rame.

Il problema è che molte diete oggi sono ricche di rame, in particolare le diete a base vegetale. Il rame è un componente importante dei semi di soia, molte noci e semi, e alcuni degli alimenti favoriti come caffè, tè e cioccolato fondente. Se siete carenti di zinco potreste accumulare il rame perché zinco e rame sono antagonisti. Un eccesso di rame è altamente stimolante sulle ghiandole surrenali, con sintomi che comprendono affaticamento, ansia, irritabilità, iperattività, mancanza di concentrazione, insonnia, problemi di pelle e di perdita di capelli. Un eccesso di rame è importante da affrontare in quanto può danneggiare la tiroide e portare ad un aumento di peso e altri problemi gravi. Se si sospetta uno squilibrio di rame, un supplemento di zinco al giorno è una scelta eccellente, oltre a ridurre il consumo di alimenti ricchi di questo minerale.

Farmaci che causano la perdita dei capelli
Molti farmaci che vengono prescritti sono dannosi per i capelli. Diversi esempi sono elencati nella seguente lista, ma ce ne sono molti altri.

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Antibiotici
Antimicotici
Anticoagulanti
Anticonvulsivanti
Antidepressivi
Antipertensivi
Cardiovascolari (ACE-inibitori, beta-bloccanti, statine, etc.)
Chemioterapici
Farmaci per la gotta
Anti-infiammatori non steroidei(FANS)
Contraccettivi ormonali orali
Inibitori della pompa protonica (PPI)
Farmaci per l’ulcera
Lo squilibrio ormonale come causa della caduta dei capelli
Se non si è indebitamente stressati e non siete stati malati, se non assumete farmaci e il vostro stato nutrizionale è buono (è molto raro nell’alimentazione di oggi dove i cibi hanno perso l’80% dei nutrienti rispetto ad alcuni decenni fa), allora il fattore successivo da considerare è quello degli ormoni.

E’ stato a lungo noto che gli ormoni sessuali maschili (gli androgeni) contribuiscono alla perdita di capelli negli uomini e nelle donne (perdita di capelli e calvizie femminile).

La calvizie negli uomini si verifica per gli effetti del testosterone. Esso viene convertito in una forma più potente, il DHT (diidrotestosterone), che si attacca ai recettori del follicolo pilifero nel cuoio capelluto e, a seconda della quantità, può portare alla perdita di capelli.

Rendetevi conto che le donne sono altrettanto colpite, meno del 45%  di esse passano la vita con una testa piena di capelli. Prima dei 30 anni, il 12 % delle donne sviluppano la perdita di capelli, e dai 70 anni, il 41 % hanno diradamento rilevabile. Oltre all’eccesso di androgeni, la genetica, l’insulino-resistenza, il diabete e lasindrome dell’ovaio policistico (PCOS) sono tutti fattori associati alla perdita dei capelli nelle donne. Qualsiasi cambiamento ormonale può influenzare i capelli, in particolare un calo improvviso dei livelli ormonali. È per questo che molte donne sperimentano la caduta un paio di mesi dopo il parto (alopecia post-partum), così come durante la menopausa.

Molte riportano un episodio di perdita di capelli dopo la sospensione di contraccettivi orali o della terapia ormonale sostitutiva, ma questo è generalmente limitato nel tempo e si risolve nel corso di sei mesi a un anno. Una delle cause del diradamento dei capelli nelle donne di tutte le età è un eccesso di estrogeni, il che significa che il vostro rapporto estrogeni/progesterone è troppo alto. Sostanze sintetiche estrogeno-simili (contenute in molti cosmetici, creme e prodotti per l’igiene), lo stress, i cambiamenti mestruali, e anche un apporto di fibra alimentare insufficiente (si lega a un eccesso di estrogeni) possono causare il caos ormonale. Infatti molte tossine sono contenute nei prodotti dell’igiene usati dalle donne che squilibrano gli ormoni agendo in modo simile agli estrogeni.

Durante la perimenopausa e la menopausa, i livelli di testosterone possono anche salire. E poi c’è la tiroide. La perdita dei capelli è uno dei primi sintomi di ipotiroidismo. A volte può essere applicata direttamente sul cuoio capelluto una miscela di progesterone composto e T3 (un ormone tiroideo) per stimolare i follicoli piliferi. Bisogna essere consapevoli che il progesterone sintetico (progestinico) non funziona allo stesso modo di quello naturale. Abbiamo già discusso del rame. I livelli di estrogeni e di rame tendono ad andare di pari passo. I livelli di rame nelle donne possono salire dopo la gravidanza, altro motivo per cui molte donne sperimentano la perdita dei capelli un paio di mesi dopo il parto.

Ancora un altro ormone da considerare è la vitamina D. La vitamina D è in realtà più un ormone che una vitamina, quindi non è sorprendente che bassi livelli questa sostanza sono associati con la perdita di capelli, particolarmente all’alopecia areata, una malattia autoimmune in cui vengono attaccati i follicoli piliferi.

Rimedi naturali per fermare la caduta dei capelli
Se non siete la Raperonzolo che volete essere, ci sono alcuni semplici passaggi da adottare per porre rimedio alla situazione. Eseguire una messa a punto alimentare di base, ridurre lo stress, eliminare le tossine e altre strategie. Queste descrizioni sono basate su risultati testati dalla Dr.ssa Ann Louise Gittleman esperta in medicina integrativa e funzionale, autrice di più di 30 libri e best-seller nella classifica del New York Times.

1. La dieta per rinforzare i capelli e curare i follicoli
I capelli richiedono alcuni elementi nutrizionali di base, e senza di loro semplicemente non possono crescere o ripararsi. L’approccio migliore è  una dieta pulita,assumere alimenti con abbondanza di proteine di alta qualità, grassi, verdure, semi e frutti. Il brodo di ossa è anche un ottimo “cibo per i capelli” per la sua abbondanza di  minerali, amminoacidi, proteine e collagene. Assicuratevi di bere molta acqua ogni giorno. Il diradamento dei capelli può essere un segno di celiachia o di intolleranza al glutine. La celiachia è associata con alopecia areata, che può progredire in calvizie. L’intolleranza al glutine, d’altra parte, è più tipicamente caratterizzata da diradamento dei capelli. In entrambi i casi, una dieta priva di glutine risolve il problema. Ecco la vostra lista di controllo nutrizionale:

Proteine sufficienti e acidi grassi essenziali (in particolare Omega-3)
Ferro (soprattutto donne)
Zinco (riduce il sovraccarico di rame)
Vitamine del gruppo B (acido pantotenico o B5, B6, biotina o B5 e B12)
Vitamina C (riduce lo stress ossidativo, che colpisce l’invecchiamento dei capelli)
MSM (Metilsulfonilmetano, un composto di zolfo che sostiene la produzione di cheratina, una delle proteine primarie nei capelli)
L-lisina (un amminoacido)
Aloe vera
2. Eliminare le tossine
Lo stress è una tossina. Depressione e ansia possono influenzare l’equilibrio ormonale e abbassare livelli di vitamina B12. Una buona dose di ricerca supporta l’idea che lo stress e i traumi emotivi possono cambiare la biochimica del follicolo pilifero e causare una maggiore percentuale di follicoli che entrano nella fase telogena, in particolare se si è geneticamente prediposti. Secondo Ken Anderson, direttore della Anderson Hair Sciences Center:

“Lo stress può causare perdita di capelli, ma non è lo stress tipico della vita quotidiana come un capo difficile, un lavoro stressante, o l’insicurezza finanziaria. La perdita di capelli legata allo stress tende ad essere associata con eventi emotivamente molto potenti, come la perdita di una persona cara. E ‘il tipo di evento che provoca la perdita del sonno, o cambia l’appetito di una persona e aumenta significativamente il livello di ormoni dello stress.”
Le erbe adattogene, come l’ashwagandha e la rhodiola migliorano il modo in cui il vostro corpo si occupa dello stress, favorendo la crescita dei capelli sani. Secondo me non c’è niente di più potente per lo stress che la meditazione e posso dirlo per esperienza personale dopo aver provato varie tecniche, integratori, terapie. L’ideale è farla inizialmente con qualcuno esperto e che irradia una pace interiore. Puoi imparare una potente tecnica di meditazione nell’articolo Come fare la meditazione Vipassana. Altre tecniche molto utili per abbassare lo stress sono: EFT, EMDR e Bioenergetica.

Evitare le seguenti tossine note per i capelli:

Zucchero e farine raffinate
Prodotti alimentari trasformati
Cibo spazzatura
Eccesso di alcol o di caffeina
Shampoo carichi di sostanze chimiche, balsami, coloranti, decoloranti, tinture e altri trattamenti
Acqua con cloro e fluoro (portano alla rottura dei capelli, intasano e irritano i follicoli, si può prendere in considerazione l’installazione di un filtro per l’acqua della doccia)
Muffa in casa
Radiazioni (nubi radioattive, radioterapia, raggi X)
Docce troppo calde (disidratano i capelli e portano alla fragilità; lavare e sciacquare i capelli con acqua fresca)
Esposizione al piombo, all’ arsenico, al mercurio, al tallio e ad altri metalli pesanti
3. Rimedi naturali per bloccare la conversione di testosterone in DHT
Diversi composti naturali bloccano la conversione del testosterone in DHT follicolo-soppressivo. Sono elencati di seguito:

Semi di lino (se si soffre di ipotiroidismo sono da evitare)
Radice di liquirizia (da evitare in chi soffre di pressione alta)
Ortica
Tè verde (ricco di EGCG)
Estratto di Pygeum (è una pianta sempreverde originaria dell’Africa)
Olio di semi di zucca
Olio di cocco
4. Altre strategie
Alcuni altri interventi possono essere utili verso il ripristino dei follicoli.

Un facile approccio è l’applicazione di olio essenziale di rosmarino sul cuoio capelluto. In uno studio recente, l’olio di rosmarino si è dimostrato migliore rispetto al minoxidil (trattamento farmacologico più comune per l’alopecia) in una prova di sei mesi che ha coinvolto chi soffre di alopecia androgenetica. Un modo per stimolare i follicoli è mediante l’applicazione di alcune gocce di questa sostanza su una spazzola a setole naturali, quindi spazzolarsi gentilmente 100 volte prima di coricarsi. Questo è anche meravigliosamente rilassante per i muscoli sotto il cuoio capelluto! In alternativa, massaggiare il cuoio capelluto con i polpastrelli inumiditi con un paio di gocce di olio essenziale.
Altri oli che aumentano la circolazione del cuoio capelluto includono lavanda, legno di cedro, salvia e menta piperita. Poco conosciuto è l’olio di nardo (pianta himalayana, grandiflora, simile alla valeriana) che è stato dimostrato essere efficace.
Se si dispone di alopecia areata, ci sono prove che l’aglio o il succo di cipolla possano stimolare una nuova crescita. Non credo che una testa piena di succo di cipolla aumenterà la vostra popolarità, ma è solo temporaneo.
Infine, la Low Level Laser Therapy può avere un valore terapeutico.
Come puoi vedere, ci sono tanti interventi comprovati per il diradamento dei capelli. Potrebbe essere semplice come aggiustare la vostra dieta, avere più ore di sonno o ridurre lo stress. A volte la perdita dei capelli si risolverà da sola nel giro di pochi mesi. Se l’alopecia persiste nonostante i vostri sforzi, parlare con un medico potrà escludere un problema più serio.

https://www.dionidream.com/caduta-capelli-rimedi/

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SLA: due piante indiane per rallentarne il decorso

La Withania somnifera e la Mucuna pruriens: negli estratti di questi due arbusti, utilizzati comunemente nella medicina ayurvedica, sarebbero presenti alcuni fitoderivati che contrasterebbero i sintomi e le alterazioni cellulari del morbo di Gehrig, patologia attualmente senza cura


Thinkstock

La SLA, sclerosi laterale amiotrofica, è una malattia degenerativa che colpisce le cellule cerebrali preposte al controllo dei muscoli, compromettendo progressivamente i movimenti della muscolatura volontaria. Come ogni malattia, anche la SLA manifesta un decorso variabile da soggetto a soggetto, ma ha comunque un carattere invalidante e presenta prognosi spesso negative. La progressiva debolezza muscolare ha diverse conseguenze: gli oggetti cadono spesso dalle mani, c’è incertezza nell’uso delle gambe, difficoltà nel lavarsi e nel compiere semplici gesti di vita quotidiana. Può presentarsi anche un cambiamento del timbro della voce, conseguente alla difficoltà di movimento della lingua. Con il progredire della malattia, aumentano i muscoli che vengono compromessi, come quelli che presiedono alla deglutizione o che sono coinvolti nella respirazione: il soggetto va facilmente in affanno, anche nel compiere i movimenti più semplici o gli sforzi più lievi.  Anche se rara - in Italia presenta un’incidenza di circa 2/3 casi su 100 mila persone ogni anno - la SLA è, dunque, una malattia terribile. (1.200-1.800 persone all'anno!)

Fortunatamente, buone notizie giungono ora da uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports, effettuato da un team di scienziati coordinato da Anna Liscia, docente di Fisiologia all’Università di Cagliari, secondo il quale alcuni fitoderivati, estratti da due piante indiane abitualmente impiegate dalla medicina ayurvedica, aiuterebbero a contrastare gli effetti della sclerosi laterale amiotrofica; si tratta, specificatamente, della Withania somnifera e della Mucuna pruriens.

«La ricerca - afferma Anna Liscia - è stata realizzata sul comune moscerino della frutta, la Drosophila melanogaster, il quale possiede geni e un’organizzazione del sistema nervoso simili a quelli umani; cosicché si presenta come un potente modello traslazionale per lo studio delle basi biologiche di malattie neurodegenerative attualmente senza cure, come la SLA».

Secondo quanto emerso dallo studio, sembra proprio che gli estratti di queste piante siano in grado di diminuire i sintomi e le alterazioni cellulari in un organismo ammalato della sindrome laterale amiotrofica; cosicché esso potrebbe aprire nuove strade nell’affrontare trattamenti alternativi di questa e di altre malattie simili.

Pubblicato il: 

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14-02-2017
Di: Redazione Salute  -  http://salute.ilgiornale.it/news/25248/sla--malattia-soggetto-estratti/1.html
FONTE : Scientific Reports, Università di Cagliari

ALTRO STUDIO SU SLA e MERCURIO !  (21 febbraio 2017)

 Il metallo si trova soprattutto nel pesce spada, nello squalo,
nel tonno obeso e nel pesce marlin.

Servono però nuovi e più approfonditi studi (ce ne sono già!)
per poter affermare con maggiore sicurezza che ci sia

un nesso tra il mercurio e lo sviluppo della Sla

Portare in tavola almeno due volte alla settimana il pesce è assolutamente salutare. Fa bene a tutti, dai bambini piccoli, agli anziani, passando per gli adolescenti e le donne in gravidanza.
I benefici del pesce 
Il pesce è infatti un’eccellente fonte di proteine di alta qualità, contiene sali minerali preziosi come selenio, zinco, iodio e ferro e vitamine A, B e D. Generalmente considerato un alimento magro, il pesce è ricco per lo più di grassi polinsaturi “buoni”, come gli omega 3, che fanno bene a cuore e cervello.

Da anni c’è attenzione sui
pesci di grande taglia che hanno molto mercurio
(Giapponesi per primi, ghiottissimi di sushi-tonno!)

È già noto da anni che uno dei pochi limiti al consumo di pesce è dato dalla presenza di mercurio che è più facile ritrovare nei pesci di grande taglia, come ad esempio il pesce spada. Qui puoi trovare tutte le specie di pesci che puoi mangiare quanto vuoi, una volta a settimana o devi evitare.

Ora (in realtà già da molto tempo, per il mercurio contenuto sui vacini!)
si pensa che possa favorire anche lo sviluppo della Sla 

Una nuova ricerca ha nuovamente puntato il dito contro la presenza di mercurio nel pesce di grandi dimensioni. L’alta presenza di questo metallo nel pesce può infatti aumentare il rischio di sviluppare la Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, una delle più gravi malattie neurodegenerative.

Lo studio sarà presentato al Congresso dei Neurologi americani ad aprile 
Lo afferma uno studio condotto dal Dartmouth College di Hanover, nel New Hampshire, negli Stati Uniti, che verrà presentato all’American Academy of Neurology’s 69th Annual Meeting a Boston, nel mese di aprile.

Oltre 500 le persone analizzate
I ricercatori americani hanno sottoposto a un test 518 persone, 294 delle quali avevano la Sla.
Il questionario prevedeva domande sulla quantità di pesce e frutti di mare che erano soliti consumare e di quale tipo.

I risultati
I risultati hanno evidenziato che chi per assunzione stimata di mercurio annuale si collocava ai livelli più alti aveva un rischio doppio di sviluppare la Sla rispetto a chi ne consumava livelli più bassi. Il 61% del campione dei volontari con la Sla si trovava nella categoria del tasso più alto di consumo di mercurio, rispetto al 44 per cento delle persone che non avevano la malattia.

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Inquinamento dei mari: il pesce contaminato abbassa le difese immunitarie
"...gli inquinanti ambientali presenti nel pesce che portiamo in tavola ostacolano il sistema di difese naturali del nostro organismo
, impedendogli di espellere tossine nocive.   ...le sostanze inquinanti interferiscono sulla proteina P-gp ... che ha la capacità di proteggere le nostre cellule.
“Abbiamo dimostrato che questi inquinanti si trovano nel pesce che mangiamo ..... quando mangiamo pesce contaminato quindi si riducono le capacità del nostro corpo di difendersi”.
Il problema è che gli inquinanti possono essere trasmessi anche ai neonati,....
 
Longevità: la dieta di Valter Longo

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Helicobacter pylori : la miscela a base di miele e semi di cumino nero lo cura

Uno studio scientifico ha dimostrato che la combinazione di due antichissimi rimedi naturali, il miele e i semi di cumino nero, possono eliminare l’infezione di Helicobacter pylori nel 57% dei casi.

 
L’Helicobacter pylore è un batterio molto diffuso che attecchisce nello stomaco danneggiando la mucosa gastrica e causando:

acidità
reflusso
bruciore di pancia
eruttazione frequente
alitosi
gonfiore
gastrite
ulcera
cancro
Gli scienziati sono molto attenti alla questione dell’H. pylori e la ricerca di soluzioni naturali sta guadagnando maggiore attenzione a causa del fallimento degli antibiotici convenzionali nella risoluzione permanente della malattia senza produrre effetti collaterali. In un precedente articolo dal titolo Helicobacter pylori. I rimedi naturali dimostrati che curano il nostro stomaco abbiamo riportato alcuni rimedi naturali efficaci. Ora, un nuovo studio pubblicato sulla rivista International Journal of Antimicrobial Agents rivela che il millenario cumino nero in combinazione con il miele garantisce la guarigione dello stomaco e l’eliminazione del batterio dell’Helicobacter pylori in più di un caso su due.

 
Per molti probabilmente il cumino nero (il cui nome botanico è Nigella Sativa) è una novità e non ne hanno mai sentito parlare. In realtà è considerato uno dei rimedi fitoterapici più curativi al mondo con più di 630 articoli scientifici peer-reviewed che sono stati pubblicati sui benefici che apporta al nostro organismo e informandosi è chiaro che sono pochissimi i problemi di salute che non può aiutare il corpo a superare. Praticamente senza effetti collaterali, la prodezza di guarigione del cumino nero è in realtà abbastanza nota anche nella storia della medicina tradizionale tanto che Maometto stesso dichiarò che esso è “il rimedio a tutto tranne la morte“.

In sintesi possiamo dire che i numerosi principi attivi del cumino nero agiscono come segue

 
Antivirale, antifungino e antibatterico (HIV, H. pylori, stafilococco, tubercolosi, influenza, gonorrea, candida, malaria e stafilococco aureo (MRSA))
Anticancro (colon, seno, ecc.)
Depura e guarisce il fegato
Contrasta il diabete
Alzheimer
Demenza
Schizofrenia
Parkinson
Cura pelle e capelli
Epilessia
Asma
Psoriasi
Protegge il cuore
Quindi già ci sono tante ragioni per consumarlo quotidianamente mettendo i semi come condimento nei vari piatti, facendoci una tisana oppure assumendo direttamente l’olio di cumino nero che è un concentrato di tutti i suoi effetti benefici.

Per rendere onore anche al miele, usato nello studio, dobbiamo ricordarci che è uno dei rimedi medicinali usati fin dagli albori della storia e presente in moltissime preparazioni mediche antiche migliaia di anni fa. Oggi molto del miele in commercio è di qualità scadente e perciò dobbiamo affidarci a miele biologici o andare direttamente dal piccolo produttore di campagna se vogliamo usarlo a scopo curativo. Il miele è ottimo per rigenerare le ferite, eliminare l’herpes, potenziare il sistema immunitario, dare energia, elimina i sintomi dell’allergia ed è eccezionale contro tosse e mal di gola.

 
Miele e Cumino Nero eradicano l’Helicobacter pylori
Lo studio intitolato Combination of Nigella sativa and Honey in Eradication of Gastric Helicobacter pylori Infection spiega il crescente problema grave dell’antibiotico resistenza comunemente ignorato dalla popolazione e quindi di come l’eradicazione del batterio H. pylori rimane una sfida globale. A causa dello stato attuale del trattamento farmacologico convenzionale, gli autori dello studio hanno cercato di testare “nuove alternative sicure, praticabili e accessibili.”

Diciannove pazienti che hanno avuto esito positivo al test dell’infezione da H. pylori hanno assunto un cucchiaino della miscela formata da 2 grammi di semi di nigella sativa macinati e e 4 grammi di miele, per 3 volte al giorno dopo i pasti per due settimane. Dopo un mese dalla fine della cura è stato eseguito nuovamente il test che ha scoperto come il 57,1% (8 su 14) dei partecipanti non aveva più alcuna traccia del fastidioso batterio H. pylori.

Questi risultati sono di enorme importanza se si considera che due studi precedenti utilizzando antibiotici convenzionali hanno portato a tassi inferiori di eradicazione e più effetti collaterali avversi. Il primo che ha coinvolto l’uso di 4 farmaci (omeprazolo, amoxicillina, ciascuno somministrati due volte al giorno per i primi cinque giorni, seguiti da omeprazolo, claritromicina e furazolidone, due volte al giorno per i rimanenti nove giorni) ha determinato eradicazione 50,9% dei pazienti. Il secondo studio, che ha utilizzato 4 farmaci, (omeprazolo, claritromicina, amoxicillina e bismuto due volte al giorno per 14 giorni) ha determinato la riduzione del 49,1%.

Inoltre chi ci segue conosce l’importanze vitale della flora intestinale e di come un ciclo di antibiotico (in questo caso addirittura 4 farmaci sono somministrati!) può portare a pesanti conseguenze per i batteri intestinali con danni evidenti alla digestione, all’umore, alla protezione dal cancro, all’insonnia al peggioramento della salute mentale.

Quindi miele con l’aggiunta di semi di cumino nero macinati (o ancora più efficace è l’olio di cumino nero) è più efficace dei farmaci convenzionali nel trattamento dell’H. pylori e non ha gli stessi effetti collaterali gravi per l’organismo. E’ quindi una soluzione naturale da provare per chi soffre di questa patologia soprattutto qualora gli antibiotici avessero fallito o si vuole evitare di assumerli.

Riccardo Lautizi

https://www.dionidream.com/helicobacter-pylori-miele-cumino-nero/

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Sale : i 5 cibi piu' salati che non ti aspetti e che non fanno bene alla salute

Il sale fa male, ormai lo sanno anche i bambini. Purtroppo, anche se si fa attenzione a ridurne le quantità in cucina, molto spesso il sale si nasconde in alimenti considerati insospettabili.

L'eccessivo consumo di sale provoca l'aumento della pressione e favorisce malattie cardiovascolari, infarto del miocardio e ictus cerebrale, ma è associato anche ad altre malattie cronico-degenerative, come i tumori dell’apparato digerente, l’osteoporosi e la malattia renale cronica.

Limitare l'utilizzo del sale è utile ma non basta se si considera che gran parte del sale che consumiamo ogni giorno proviene dai prodotti alimentari presenti sul mercato, dal pane ai formaggi.

Il SALE MARINO INTEGRALE: È MIGLIORE DEL COMUNE SALE DA CUCINA

 

Ecco 5 alimenti insospettabili, che contengono sale:

1. Cioccolata calda
Ebbene sì. Pensando a una bella tazza bollente, la prima cosa che ci viene in mente è lo zucchero. Ma la cioccolata contiene anche tanto sale, il cui sapore è ovviamente nascosto dallo zucchero.

 

2. Cereali per la colazione
Una porzione di cornflakes Kellogg contiente 0,34 grammi di sale, la stessa quantità trovata nei cereali più dolci, come quelli al caramello ad esempio.

 

LEGGI anche: CEREALI PER LA COLAZIONE: COSA C'È VERAMENTE DENTRO (E PERCHÉ FANNO MALE AI NOSTRI FIGLI)

3. Insalate preconfezionate
Inutile dire che farsele da soli è decisamente la soluzione. Ciò vale ancora di più se si considera che alcune insalate contengono tantissimo sale.

 

4. Maionese
Anche la maionese contiene troppo sale. Forse non è proprio tra gli insospettabili ma magari ad essa è solitamente associata una grande quantità di grassi. Come sempre, il nostro consiglio è di preparla in casa.

 

5. Hummus e creme di formaggio (i fomaggini)
Il formaggio è certamente un alimento saporito ma le creme lo sono ancora di più. Anche l'hummus acquistato nella grande distribuzione contiene troppo sale. Meglio prepararlo in casa abbondando di spezie e aromi, non credete?

 

Cosa si può fare inoltre per ridurre il consumo di sale?
·         Leggiamo sempre le etichette

·         Scegliamo gli alimenti che ne contengono meno, meglio se a basso contenuto di sale, cioè inferiore a 0.3 grammi per 100 g

·         Riduciamo il sale a tavola preferendo il sale marino integrale, le spezie, le erbe aromatiche

·         Riduciamo gli alimenti trasformati ricchi di sale (snack salati, patatine in sacchetto, alcuni salumi e formaggi, cibi in scatola)

 

Importante, nel primo anno di vita evitare il sale nelle pappe dei bambini.

Francesca Mancuso

 

Il sale e l’ipertensione

La pressione sanguigna sale e si abbassa naturalmente, ma quando essa, a causa di diversi fattori, raggiunge livelli eccessivamente elevati e provoca il fenomeno denominato ipertensione, può trasformarsi nella causa scatenante di problemi al cuore, ai reni e persino al cervello.

I medici consigliano solitamente a coloro che soffrono di pressione alta di ridurre il consumo di sale a tavola. Esso si nasconde in numerosi alimenti, alcuni dei quali dovrebbero essere eliminati, limitati o sostituiti con prodotti meno dannosi. Ecco dunque alcuni consigli utili in proposito.

1) Evitare i piatti pronti surgelati
I piatti pronti surgelati possono apparire come la soluzione più comoda a cui ricorrere per chi non ha tempo di cucinare, quando arriva il momento del pranzo o della cena. Soprattutto nel caso in cui si soffra di pressione alta, bisognerebbe porre particolare attenzione al contenuto di sale degli stessi, che potrebbero raggiungere i 1800 mg a porzione, a fronte dei 2300 mg consigliati come apporto massimo giornaliero di sodio. La soluzione potrebbe consistere nel surgelare porzioni di piatti preparati in casa a cui ricorrere nei momenti in cui non si avrà tempo di cucinare.

2) Sostituire il sale con le erbe aromatiche
Oltre al sale da cucina, vi sono altri alimenti che possono insaporire i vostri piatti e che riescono egregiamente a sostituire il sale. Si tratta delle erbe aromatiche e delle spezie, come rosmarino, prezzemolo, maggiorana, rafano, timo, paprica, erba cipollina, ma anche aglio e cipolla essiccati, che posseggono la proprietà naturale di abbassare la pressione sanguigna.

3) Evitare ketchup e salsa di soia
Ketchup, maionese, senape ed in particolar modo la salsa di soia, possono contribuire ad innalzare la pressione sanguigna per via del loro contenuto di sodio. Sarebbe dunque bene evitare le versioni commerciali delle salse più comuni, e sostituirle con preparazioni casalinghe a basso contenuto di sale per il condimento di insalate e panini, oppure semplicemente con olio e aceto.

4) Limitare i cibi in scatola
Altri alimenti di cui sarebbe bene limitare il consumo sono i cibi in scatola a cui sia stato aggiunto del sale per la conservazione. È necessario porre attenzione al contenuto di sodio presente in piselli, mais e legumi in lattina, sottovetro o confezionati in contenitori in tetra pak. I legumi in scatola possono essere facilmente sostituiti con la loro variante surgelata (senza sodio aggiunto) o essiccata, da cuocere e condire semplicemente con erbe aromatiche.

5) Limitare sottoli e sottaceti
Ci riferiamo in particolare a olive, cipolline, capperi, cetriolini e funghi, i cui liquidi di conservazione risultano spesso particolarmente ricchi di sodio. Spesso non basta sciacquarli accuratamente per eliminarne la maggior parte. Il sale viene utilizzato anche per la preparazione di conserve casalinghe, ma in questo caso potrete regolarne autonomamente la quantità. Le cipolline sott'aceto possono essere sostituite dalle cipolle borettane da preparare in umido o al forno, mentre i funghi sott'olio possono essere sostituiti dalla loro variante fresca o essiccata.

6) Attenzione a affettati e carni conservate
Non solo la carne in scatola, il tonno o gli sgombri sott'olio possono contenere un elevato contenuto di sodio, ma anche i salumi, con particolare riferimento alla loro versione affumicata e/o conservata sottovuoto. Chi soffre di pressione alta e consuma abitualmente tali alimenti, dovrebbe sempre porre attenzione al contenuto di sodio indicato sulle confezioni. 100 gr di prosciutto crudo possono contenere fino a 2600 mg di sale. Il suo contenuto può raggiungere i 1600 mg per il salame e i 1500 mg per la coppa.

7) Evitare patatine e snack salati
Patatine, salatini, crackers, grissini, pop-corn ed altri snack che presentano un elevato contenuto di sale dovrebbero essere accuratamente evitati da parte di chi soffre di pressione alta. Essi possono essere sostituiti da frutta secca e da semi oleosi a patto che vengano scelti nella loro variante senza sale aggiunto. I pop-corn possono essere facilmente preparati in casa senza l'aggiunta di sale. Anche crackers e grissini possono essere preparati in casa o acquistati nella loro variante iposodica.

8) Cucinare senza sale
Si tratta di una delle opzioni che i medici consigliano in caso di ipertensione e che più spesso spaventa i pazienti, che temono di dover gustare da quel momento in poi cibi completamente privi di sapore. In realtà, cucinare senza sale o con pochissimo sale, optando preferibilmente per il sale marino integrale, potrà portare ognuno a riscoprire i veri sapori dei cibi. Il sale, di per sé, non deve essere demonizzato. Senza di esso il nostro organismo si disidraterebbe. È necessario però farvi ricorso con cautela, soprattutto se si soffre di ipertensione.

9) Attenzione ai formaggi
Chi soffre di pressione alta dovrà imparare a prendere in considerazione il contenuto di sodio presente nei formaggi che acquista abitualmente. Alcuni di esse potrebbero esserne, a propria insaputa, particolarmente ricchi. Nei formaggi più salati il contenuto di sodio può raggiungere l'8%. Tra i formaggi a maggior contenuto di sodio vi sono taleggio (870 mg di sodio ogni 100 gr) e grana (700 mg ogni 100 gr). È dunque bene che chi soffre di ipertensione si regoli di conseguenza.

10) Concedersi cioccolato fondente e banane
Dopo una lunga serie di rinunce, ecco una piccola consolazione, da concedersi in modiche quantità. Si tratta del cioccolato fondente ad elevata percentuale di cacao. Il suo ricco contenuto di flavonoidi può infatti contribuire a mantenere dilatati i vasi sanguigni e ad abbassare la pressione. Per via del loro contenuto di potassio, le banane contribuiscono al mantenimento della salute cardiovascolare ed aiutano a contrastare l'ipertensione portando la pressione arteriosa a valori migliori.

Marta Albè

Greenme.it

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