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Categoria: "Cure Naturali"

DEPURARSI : sambuco per depurarsi

Le proprietà benefiche del sambuco nella medica popolare tra mito e scienza

Il sambuco è una pianta utilizzata fin dagli arbori della storia della civiltà umana. Sono stati ritrovati resti di preparazioni a base di bacche risalenti all' età della pietra. Il sambuco era considerata una pianta "magica" a cui venivano attribuite capacità soprannaturali di protezione contro il "maligno". Con l' evoluzione dell' uomo la visione si avvicinò più alla realtà e la pianta perse i poteri magici, e acquisì una valenza di vegetale guaritore di moltissimi malesseri. I fiori di sambuco erano utilizzati per "ripulire il sangue" grazie alla sua capacità di stimolare diuresi e sudorazione.

La moderna fitoterapia ha cercato di dare una valenza scientifica a queste credenze popolari, identificando all' interno della pianta una serie di composti utili che ne giustificassero le sue azioni salutari . Al sambuco vengono infatti identificate proprietà diuretiche, sudorifere ( viene definito aspirina vegetale), lassative, digestive, antigeodetica (diminuzione dei gas intestinali) antireumatiche, antinevralgiche ed emollienti. Il fitocomplesso favorisce l’eliminazione degli acidi urici (utilissimo per la gotta). I fiori sono ricchi di flavonoidi la cui azione favorisce l' apparato circolatorio. I flavonoidi agiscono sulle vene diminuendo la fragilità capillare. I frutti hanno effetto lassativo. Come accade spesso con i complessi fitoterapici anche la scienza si deve arrendere alle complesse interazioni biochimiche delle molteplici molecole che spesso vanno ben oltre l' azione di un singolo principio attivo. Aggiungo anche che pochi esperimenti sono stati fatti per valutare la valenza energetica della pianta. Per approfondimenti su questo delicato tema , rimando alla lettura di questo articolo.

Il sambuco nell' era moderna scienza erboristica e gli estratti freschi

Di estratti secchi e tinture di sambuco c'è solo l' imbarazzo della scelta. Differente il discorso quando si parla di permettere l'utilizzo di pinta fresca. Infatti la conservazione senza alterazione e inquinamento da conservanti è un problema ben noto per tutti i ricavati da "pianta fresca". Anche per il sambuco sorge lo stesso problema e tra i molti preparati ho identificato un solo metodo che garantisce la sicurezza e la genuinità del succo ricavato: l' uperizzazione a 30 °

Esiste Una bevanda di sambuco senza conservanti e ancora vitale?

Si grazie al processo di Uperizzazione 30 ° Del sambuco Sambu. L' uperizzazione distrugge la carica batterica e permette la conservazione senza additivi. Normalmente avviene a 140 ° con evidente distruzione di vitamine alterazione biochimica a carico di altre molecole. L' azienda Dr. Dunner che produce il Sambu utilizza un costoso processo di uperizzione effettuato a soli 30 ° ( il macchinario costa 2 milioni di € ed è lungo 50 mt) che permette la conservazione di tutte le caratteristiche vitali e biochimiche del succo di sambuco (pianta e fiori)

Le proprietà della bevanda al sambuco Sambu

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La bevanda al sambuco Sambu, non contiene nessun conservante grazie all' uperizzazione. In questo modo gli elementi benefici si mantengono: i fiori e le bacche del sambuco contengono numerosi principi attivi con un'azione depurativa del sangue. Moltissime le vitamine presenti nel sambuco, tra cui la vitamina A, la vitamina B1, B2 e B6 e la vitamina C. Non mancano i sali minerali tra cui sodio potassio calcio fosforo e ferro.

Sambuco Per disintossicarsi

La bevanda Sambù, ha un importante effetto disintossicante e depurativo. La sua assunzione diluito in acqua permette di aumentare l' eliminazione delle tossine. Inoltre, grazie al contenuto di fruttosio presente e dello sciroppo di glucosio, fornisce anche un apporto calorico che può consentire una dieta ipocalorica. L' associazione tra sambuco, acqua e moderazione nel mangiare, è una sinergia perfetta per depurarsi velocemente e sopratutto in modo naturale e sano.

La preparazione del sambuco

Una bottiglia di sambu da 500ml permette la preparazione di 2 lt di bevanda.

La dieta al sambuco

Il sambu, oltre alle proprietà depurative, ha un 'altra caratteristica peculiare che lo rende adatto anche al controllo del peso. Infatti l' elevato contenuto di fruttosio permette un rifornimento di energia in regime ipodietetico. E' possibile perdere peso in modo naturale e sano. Per approfondimenti rimando alla lettura dell' articolo dedicato alla "dieta al Sambuco"

http://www.naturopataonline.org/articoli/45-guida-prodotti-naturali/1958-sambu-depurarsi-e-dimagrire-con-il-sambuco/1.html

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STRESS : LE PIANTE CHE CURANO LO STRESS

“L’Anima è l’energia che da vita al corpo. Quando la psiche è sana l’anima può manifestare le sue peculiarità: amore, altruismo, calore, profondità. Quando invece è alterata, la psiche soffoca le qualità positive dell’anima e manifesta le proprie qualità negative: odio, egoismo. Molti credono che la nostra personalità si identifichi con la psiche, invece no, è l’anima che la caratterizza.” (Robert Tisserand)

 

Cosa siginifica "stare bene"

 

 

Se stare bene significa avere un buon equilibrio tra mente, corpo e spirito ed esprimere la propria bellezza esteriore e interiore, stare male è sinonimo non solo di malattia fisica, ma anche di conflitti dell’anima, di incomprensione, di mancanza di amore per se stessi, per gli altri, per la vita. Purtroppo oggi stare bene sta diventando sempre più difficile a causa dei ritmi e delle aspettative sociali e lavorative. Pensieri, preoccupazioni assillanti, cattive abitudini, intoppi quotidiani, pesanti responsabilità e surplus lavorativo creano irritabilità e ci portano ad una situazione di stress psico-fisico.

 

 

Che cos’è lo stress?

 

 

Lo stress può essere definito come l’insieme delle reazioni che l’organismo mette in atto in situazioni di emergenza o stimoli negativi a livello emozionale, psichico o fisico. Dopo la prima fase di “allarme” si passa alla fase in cui l’organismo consuma tutte le energie per resistere e infine, se non correttamente sostenuto, crolla e si arriva alla fase dell’esaurimento.

 

 

Cosa succede quando siamo sotto stress?

 

 

Quando siamo sotto stress il nostro corpo non funziona in maniera corretta e la mente si sente oppressa, confusa. La nostra anima, la parte più sensibile e vulnerabile, si stanca e come conseguenza perdiamo la gioia di vivere. Inoltre il sistema immunitario si indebolisce, l'organismo diventa più fragile ed è facile essere vittime di infezioni e malattie. Questi malesseri sono messaggi, avvertimenti che ci invia il nostro corpo. L’organismo ci avverte che qualcosa non va e ci invita a porvi rimedio. A volte le conseguenze dello stress ce le portiamo dietro per lunghi periodi anche dopo che è terminata la situazione pesante o particolarmente impegnativa. Le conseguenze sono spesso irritabilità, disturbi digestivi, tachicardia, ansia e generale debolezza che, se trascurate, possono portare a vere e proprie depressioni.

 

 

La Fitoterapia nella gestione dello stress

 

 

Le piante sono state usate nel corso dei secoli per infondere pace e oggi possono aiutarci a a ritrovare la pace perduta, calmare la mente, allentare le tensioni del corpo e dell’anima.

 

 

Le erbe si possono prendere in estratto secco, in tintura madre oppure in tisana. Consiglio sempre la tisana, magari unendo due o più delle erbe sotto elencate, poiché nel gesto di prepararsi una tisana c’è anche la consapevolezza di concedersi un momento per se stessi, una pausa, e già questo costituisce l’inizio di un processo di guarigione.

 

 

Ecco alcune delle piante più indicate:

 

 

VALERIANA: tranquillante del sistema nervoso, utile anche per mal di testa da stanchezza e nevralgie.

 

 

PASSIFLORA: eccellente per l’insonnia da stress e superlavoro. In sinergia con Valeriana, Camomilla e Luppolo è un’eccellente tisana che garantisce un sonno profondo.

 

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MELISSA: calmante, una delle piante più utilizzate per contrastare gli stati di agitazione da stress. In sinergia con la Camomilla aiuta a calmare gli spasmi a livello gastrico che spesso colpiscono chi è sotto pressione.

 

 

LUPPOLO: conosciuto fin dall’antichità per il suo potere di contrastare la malinconia, l’ansia, il nervosismo. Risulta molto utile anche quando c’è una perdita di appetito per le troppe preoccupazioni.

 

 

LAVANDA: ristora lo spirito e rilassa profondamente. Allevia il mal di testa riequilibra le emozioni e l’umore. Utilissimo anche l’olio essenziale, una goccia sulle tempie o dietro la nuca prima di dormire o al bisogno.

 

 

TIGLIO: Blandamente tranquillante è una tisana profumata e rilassante, indicata per un momento di piacere e relax prima di andare a dormire.

 

 

CAMOMILLA: rilassa il sistema nervoso e l’apparato gastrointestinale. Ottima in caso di crampi allo stomaco insieme alla Melissa.

 

 

BIANCOSPINO: il biancospino possiede una efficace azione nel contrastare gli stati ansiosi. Svolge un’azione sedativa sul sistema nervoso e regola il battito cardiaco.

 

 

RODIOLA: aumenta i livelli di serotonina con azione antidepressiva e stimolante. Inoltre essendo un potente adattogeno, aumenta la resistenza alla fatica e aiuta l’organismo ad adattarsi alle situazioni difficoltose o ai cambiamenti.

 

 

Altri aiuti dalla naturopatia

 

 

Da associare alle piante sopra descritte è sempre molto utile il Magnesio per contrastare l’ansia, l’insonnia l’ipereccitabilità e soprattutto per rilassare la muscolatura. E’ noto infatti che quando siamo sotto stress il nostro organismo tende ad eliminare magnesio attraverso l’urina e aumentando invece il deposito di calcio nelle cellule creando così rigidità muscolari spesso associate a crampi. Reintegrare il magnesio perduto è fondamentale per il benessere del nostro apparato muscolare. Infine grande importanza rivestono gli oligoelementi e in particolare il Manganese-Cobalto nella fase di “resistenza” in cui sovente si presentano ansia o insonnia o palpitazioni, oppure la combinazione di Rame-Oro-Argento se invece si è già andati oltre e quindi si attraversa la fase di stanchezza cronica.

 

 

L’importanza di muovere il corpo per scaricare le tensioni

 

 

Non serve essere degli sportivi o praticare attività agonistiche per avere dei benefici. E’ sufficiente camminare, con regolarità, in mezzo alla natura. La natura ci riporta alla nostra essenza, a dare il giusto peso alle cose. Non occorre andare lontano, molti pensano che per camminare nella natura serva prendersi una giornata e questo può scoraggiare, ma la natura è ovunque. Sui davanzali delle finestre, lungo le strade, nei mercatini a Km zero, nei banchi di piante e fiori, nei giardini della città. Se abbiamo un occhio disponibile possiamo trovare natura ovunque e trovare beneficio anche solo concedendoci una mezzora prima o dopo il lavoro.

http://www.naturopataonline.org/articoli/28-rimedi-naturali/2405-le-erbe-che-curano-l-anima-meno-stress-e-piu-benessere-con-i-rimedi-della-natura/1.html

 

 

Elisa Bignotto

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INFLUENZA : Rame-oro-argento ed eleuterocco rimedi naturali per ripartire dopo l'influenza

Tra i diversi rimedi naturali, un valido aiuto per recuperare più efficacemente energia e vitalità a seguito dell’influenza contratta durante la stagione invernale ci viene dato dagli Oligoelementi e dall’associazione di Gemmoderivati e di Tinture Madri.

L’oligoterapia e il concetto delle 4 diatesi

 

L’oligoterapia è un trattamento naturale che utilizza quegli elementi chimici che sono presenti in piccolissime percentuali negli organismi viventi (chiamati oligoelementi) e che intervengono nelle reazioni biochimiche delle nostre cellule. Una carenza degli stessi, conseguente ad esempio ad una carenza nutrizionale, stress e/o alterazioni dell’equilibrio acido-base, provoca uno squilibrio metabolico responsabile di diverse forme di disturbi funzionali dell’essere umano. L’uso degli oligoelementi ha principalmente lo scopo preventivo di mettere l’organismo in condizione di autodifendersi, stimolando le difese immunitarie e ripristinando l’equilibrio del patrimonio psico-fisico. Pur essendo quest’ultimo legato a ciascun individuo, Ménétrier, medico francese del secolo scorso, ha raggruppato i soggetti umani con determinate caratteristiche psicofisiche comuni in quattro tipologie, chiamate diatesi, termine utilizzato per indicare la tendenza a soffrire di alcune patologie piuttosto che di altre. Sono state così individuate quattro diatesi con determinate caratteristiche e predisposizione alle malattia e per ciascuna sono stati identificati e associati gli oligoelementi, riassunti nella tabella sotto riportata, in grado di agire efficacemente sulle caratteristiche di ciascuna e di mantenere l’organismo umano in un buono stato di salute.

 

Diatesi Caratteristica Oligoelementi associati

 

1 Allergica ipereattività Manganese

 

2 Ipostenica iporeattività Manganese - Rame

 

3 Distonica distonia generale Manganese - Cobalto

 

4 Anergica astenia, mancanza di autodifese Rame – Oro - Argento

 

Il riconoscimento di una diatesi piuttosto che di un’altra viene determinato mediante un colloquio approfondito e di reciproca collaborazione con la persona. Vengono inoltre definite “giovani” le diatesi Allegica e Ipostenica, reattive e vitali, mentre la Distonica e l’Anergica, definite “vecchie”, si considerano derivanti dalle prime per involuzione al passare dell’età o, come per la diatesi Anergica, a seguito di eventi scatenanti, causa di stati di astenia transitori. A questi ultimi appartengono le astenie post-influenzali come ad esempio anche quelle da cambio di stagione, post-intervento operatorio, post ferie, post parto, ecc.

 

Per una trattazione più approfondita dell’utilizzo e della base scientifica dell’oligoterapia si rimanda ad articoli e testi specifici sull’argomento.

 

Trattamento con Rame–Oro-Argento per astenia post-influenzale

 

Pur essendo considerata l’oligoterapia un trattamento naturale di prevenzione, costituisce un ottimo rimedio naturale sia durante la fase acuta della malattia, accanto ad un’eventuale terapia farmacologica suggerita dal proprio medico curante, che nella fase di convalescenza in cui la persona si sente priva di vitalità per poter affrontare e condurre le proprie attività quotidiane. Il trattamento con Rame – Oro – Argento, oligoelementi associato alla diatesi 4 – Anergica, può pertanto essere utilizzato sia allo scopo preventivo, nei casi in cui l’organismo è debole, privo di difese immunitarie e più predisposto alle malattie da virus, caratteristica fisica della diatesi 4 - Anergica, favorendo in tal modo il rafforzamento del terreno, sia a seguito dei sintomi influenzali a cui la persona è soggetta per la durata della malattia, come rimedio antiastenico al fine di recuperare più efficacemente e rapidamente energia e vitalità psico-fisica.

 

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Associazione con tintura madre di Eleuterococco

 

Per aumentare l’efficacia del trattamento con gli oligoelementi, anche se facoltativa, risulta molto utile l’associazione di alcuni rimedi a base di erbe. Accanto all’utilizzo di Rame – Oro – Argento, potremo pertanto aggiungere l’assunzione della Tintura Madre (T.M.) di Eleuterococco. Anche chiamato ginseng siberiano, l’ Eleuterococco è una radice nota per le sue proprietà toniche e adattogene in grado di stimolare il metabolismo ed equilibrare l’energia. Tra le diverse indicazioni per cui viene consigliato, rappresenta un valido aiuto fitoterapico nella convalescenze, nella stanchezza e nelle astenie tipiche degli stati post-influenzali.

 

Modalità di assunzione

 

Per contrastare lo stato di astenia post-influenzale, i rimedi trattati possono essere assunti secondo il seguente schema:

 

Rame – Oro – Argento: 1 fiala al mattino, a digiuno, 3 volte alla settimana fino al miglioramento e alla scomparsa dei sintomi. Se ne consiglia in ogni caso l’assunzione per almeno un mese. Il liquido va trattenuto sotto la lingua, zona riccamente vascolarizzata, per almeno un minuto al fine di renderne più efficace l’assorbimento.

 

Tintura madre di Eleuterococco: 20 gocce al giorno per non più di 10-20 giorni. Avendo un effetto tonico e stimolante se ne consiglia l’assunzione al mattino.

 

Entrambi i rimedi si possono facilmente reperire nelle farmacie, nelle erboristerie e nei negozi di prodotti biologici e naturali.

 

Controindicazioni

 

Gli oligoelementi, alle dosi consigliate, risultano atossici e privi di effetti collaterali e controindicazioni. Tuttavia, per un corretto trattamento che tiene conto in modo appropriato dello stato psico-fisico delle persona è sempre importante e consigliato il colloquio con una persona esperta.

 

Per quanto riguarda l’utilizzo della tintura madre di Eleuterococco, per le sue proprietà toniche e stimolanti, si raccomanda di non superare le dosi e la posologia consigliate. E’ inoltre controindicato in presenta di aritmie (extrasistoli, tachicardie), asma ed enfisema, nelle persone ipertese, in gravidanza, durante l’allattamento e nelle donne che assumono contraccettivi orali.

 

Barbara Leti

http://www.naturopataonline.org/articoli/50-minerali-oligoelementi/2408-oligoelementi-rame-oro-argento-per-astenia-post-influenzale/1.html

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OLIO DI ELICRISO

Originario dell'Europa meridionale, tipico della macchia mediterranea alla quale conferisce il profumo caratteristico, l'elicriso è una pianta officinale molto utilizzata per la proprietà antistaminica e antinfiammatoria, che svolge sulla pelle reattiva con tendenza allergica

Di Alessandra Romeo

 

 

L'olio di elicriso è un oleolito, ottenuto dalla macerazione delle sommità fiorite di Helichrysum italicum in un olio vegetale e dotato di una potente azione antistaminica, decongestionante, lenitiva, utile in molti disturbi della pelle. Questo prezioso olio è indicato in presenza di psoriasi, herpes d'ogni genere, eczemi ed irritazioni della pelle sensibile, soggetta ad allergia, come le dermatiti da contatto e rash cutanei.

Il nome della pianta deriva dal greco helios che significa "sole" e chrysos "oro", e si riferisce appunto alla forma a raggiera, al giallo dorato molto luminoso dei suoi fiori e al fatto che la pianta vegeta in luoghi molto assolati e caldi.

L'elicriso, appartiene alla famiglia delle Asteraceae, conosciuta un tempo anche come Compositae, che annovera numerose specie, ed è conosciuto anche col nome di "semprevivo", probabilmente perché conserva il colore dei fiori molto a lungo assieme al suo profumo, che ricorda l'aroma della camomilla, menta e liquirizia insieme.

 

Come si prepara l'olio di Elicriso

Per preparare l'oleolito di elicriso si utilizzano i capolini secchi (100 gr), lasciati essiccare in luoghi ventilati e bui e successivamente messi a macerare in olio di mandorle dolci o olio extra vergine di oliva (500 ml), in modo tale da trasferire i principi attivi liposolubili dai fiori all'olio.

Si mettono i fiori secchi in un barattolo di vetro scuro, dotato di coperchio ermetico. Quindi si aggiunge l'olio, fino a coprirli completamente, avendo cura di girare il macerarato ogni giorno, per evitare la formazione di muffe. Dopo circa 40 giorni, si può filtrare l’olio, attraverso una tela leggera, o una garza. Spremere il residuo, e se si desidera un olio purissimo, si può operare un secondo filtraggio usando una garza di cotone, in modo che le fibre catturino le ultime impurità. Conservate poi l'oleolito così ottenuto, in una bottiglia di vetro scuro, in un posto fresco e possibilmente al chiuso.

 

Olio di elicriso: proprietà e benefici

L'olio di elicriso, grazie all'azione sinergica dei suoi principi attivi, è usato in fitocosmesi nel trattamento topico di eczemi, psoriasi, soprattutto se localizzati su mani o piedi, ginocchia o gomiti. Inoltre per la proprietà analgesica e antinfiammatoria, quest'oleolito è consigliato in caso di dolori reumatici e le varici, in quanto aiuta a riattivare la circolazione sanguigna, risultando davvero efficace in presenza di mani e piedi freddi e geloni.

Inoltre quest'olio è un rimedio davvero efficace per rinforzare e decongestionare la pelle sensibile, reattiva con tendenza allergica, in presenza di piaghe e ustioni, o per sfiammare l'eritema solare. Per questi motivi viene iimpiegato anche come ingrediente funzionale in creme, unguenti e detergenti per ridurre il dolore, il prurito e il bruciore.

 

Olio di elicriso: descrizione della pianta

Le varie specie di elicriso crescono in Europa meridionale, ma è nella zona mediterranea che l'Helichrysum italicum ha la sua maggiore diffusione: in queste condizioni climatiche particolarmente favorevoli, la pianta cresce concentrando i suoi principi attivi, in luoghi aridi e sabbiosi e assolati, fino agli 800 metri; in Italia è diffuso quasi ovunque. Pianta erbacea perenne alta 30-40 cm con corimbi formati da capolini gialli, ha base legnosa alta circa 40 cm, molto resistente, con portamento leggermente prostrato sul terreno, dove forma fitte macchie odorose dal profumo molto intenso e particolare, che ricorda quello di camomilla, menta e liquirizia insieme. Possiede rametti e foglioline coperti da una fitta peluria grigio argentea, dall'aspetto vellutato, che li protegge dalle condizioni avverse del clima (calore estivo e siccità).  È provvisto di una modesta radice a fuso e numerose radichette da cui partono vari fusticini ramosi. Le foglie di color grigio/cinerino sono oblunghe-lanceolate, piatte e pubescenti su entrambe le facce. I fiori, riuniti in corimbi, sono capolini gialli di forma rotonda con petali sottili. Il frutto è un achenio.

 

Wikimedia

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La vitamina D

la vitamina non è solo tale, ma è anche un vero e proprio gruppo di pro-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5. Tuttavia quelle più attive sono

la vitamina D2 (ergocalciferolo) di provenienza vegetale e

la vitamina D3 (colecalciferolo), derivante dal colesterolo, sintetizzata negli organismi animali.

 

La sua più importante funzione è quella di favorire il riassorbimento di calcio a livello renale, l'assorbimento intestinale di fosforo e calcio ed i processi di mineralizzazione dell’osso; senza un adeguato apporto di vitamina D, l’organismo non può assorbire efficacemente il calcio. Come è noto un po’ a tutti, la vitamina D viene prodotta dalla nostra cute, più precisamente dai cheratinociti presenti; infatti la vitamina D3 deriva dal suo precursore 7-deidrocolesterolo che è disponibile in grandi quantità nella pelle dell’uomo e degli animali.

L’80% del fabbisogno di vitamina D è garantito dalla irradiazione solare in quanto il contenuto di questo nutriente nei cibi è molto basso. Ma proprio qui nasce il problema, perché diversi milioni di anni dell’ evoluzione umana li abbiamo passati in Africa, in una savana con pochi alberi, con il sole a picco e quindi con la pelle esposta al sole per quasi tutto il giorno. Ma circa 150.000 anni fa un gruppo di noi decise di andare fuori dal continente africano e si diffuse in tutto il mondo, compresi i territori più a nord come l’attuale scandinavia, dove di sole se ne vede decisamente ben poco. Per sopperire al problema le popolazioni proto-scandinave furono le prime a digerire il lattosio, per poter adattarsi almeno a prendere la vitamina D dai latticini; per questo motivo in scandinavia c’è tutt’ora il più alto tasso di tolleranza al lattosio al mondo. Questo non ha risolto del tutto il problema perché, come abbiamo visto, la vitamina D negli alimenti è scarsa e in più c’è a tendenza dei scandinavi ad essere chiusi e a ricercare la solitudine, che a volte diventa un problema, soprattutto durante la stagione invernale.

Il lungo, freddo e buio inverno di quei territori può uccidere, specialmente nei piccoli villaggi di campagna: difficili situazioni personali e familiari portano spesso a crisi depressive. Tante persone non riescono a superare queste crisi e, unitamente ai lunghi mesi di solitudine, arrivano a togliersi la vita. Il suicidio è un problema serio per esempio in Finlandia, visto che possiede la più alta percentuale di suicidi con arma da fuoco in Europa e la seconda più alta nel mondo dopo gli Stati Uniti, mentre qui in Italia i suicidi sono “solo” un terzo di quelli finlandesi. Per combattere il buio e la conseguente depressione stagionale in moltissime case viene installata una speciale lampada che simula il sorgere della luce del sole in modo da rendere il risveglio più naturale. Tutto questo perché c’è un collegamento poco conosciuto tra vitamina D e depressione, comprovato proprio da diversi studi scientifici sia scandinavi in adulti e anche in giovani americani (“Serum vitamin D concentrations are related to depression in young adult US population”: the Third National Health and Nutrition Examination Survey).

 

Ma in realtà questa situazione non riguarda solo le popolazioni a nord del mondo, ma anche tutti noi, perché siamo per la maggior del tempo chiusi nelle nostre case e nei nostri uffici, abbiamo vestiti che ci coprono completamente anche quando siamo all’aperto e non bastano certo i 15 giorni al mare per la fare la scorta di vitamina D per il resto dell’ anno.

Insomma, come al solito, l’ uomo ha bisogno di tantissimi anni (anche centinaia di migliaia) per adattare il DNA alla nuova situazione di cibo, ambiente e malattie al di fuori della natia Africa e quelle poche decine di migliaia di anni in giro per il mondo, chiusi nelle case, indossando abiti molto più coprenti (in alcune regioni medio-orientali sono scoperti solo gli occhi delle donne) non sono certo bastati per adattare il nostro organismo alla scarsità di sole.

 

La carenza di Vitamina D e la sua relazione con il grasso corporeo

Diversi studi hanno mostrato la scarsa informazione fornita dai medici sulla carenza di vitamina D, che è un significativo fattore di rischio per i soggetti in sovrappeso o con un indice di massa corporea alto, se si ha insufficiente apporto di integratori, l’appartenenza alla razza asiatica e vivere in zone non equatoriali.

Infatti, in tutto il mondo, due donne su tre in postmenopausa (64%) presentano livelli inadeguati di vitamina D, come nelle donne affette da osteoporosi in tutto il mondo, con percentuali fino al 90% nei paesi non equatoriali. Studi precedenti hanno addirittura mostrato percentuali dell’83% in Medio Oriente. Ma anche due terzi di donne affette da osteoporosi che vivono in zone soleggiate hanno inadeguati livelli di vitamina D e che l’insufficiente integrazione è un potente fattore predittivo per la presenza di livelli inadeguati di vitamina D. In Italia, uno studio multicentrico nazionale coordinato dall’ospedale Molinette di Torino, ha dimostrato che la vitamina D è insufficiente nel 76% delle donne italiane.

 

L’improvvisa scarsità di vitamina D disponibile nel giro di pochi migliaia di anni, ha provocato una reazione a catena nel nostro corpo, un vero e proprio sconquasso, non solo per il metabolismo del calcio, ma anche in tante problematiche di tipo ormonale, facendoci perdere virilità, forza, massa muscolare e addirittura incrementando il livello di obesità.

Per esempio, un recente studio austriaco (Hormone Metabolic Research, 43: 223-225, 2011) ha dimostrato che la supplementazione giornaliera di 3000 IU di vitamina D per un anno ha incrementato il testosterone del 20% e il testosterone libero biologicamente attivo del 17%. Questo vuol dire che semplicemente integrando la vitamina D potremmo avere maggior testosterone per i nostri allenamenti, per la nostra concentrazione mentale e anche per la nostra attività sessuale, il che non mi sembra proprio una cosa da buttar via.

Del resto, non certo a caso, l’ estate è da sempre la stagione degli amori, stimolati anche da una maggiore esposizione al sole in spiaggia, che permette così una surplus di sano testosterone per ambedue i sessi.

Controllare che i propri livelli di vitamina D siano nella norma, potrebbe essere addirittura fondamentale anche per poter dimagrire, in quando gli obesi producono il 10% di questa sostanza rispetto ai normopeso e questa carenza interferisce con la funzionalità della leptina. Quest’ ultima è un ormone-messaggero costituita da cellule adipose che comunica all’ipotalamo (un piccola ghiandola del cervello) quanto grasso è immagazzinato nel corpo e quindi segnala che lo stomaco è pieno, togliendo cosi la fame.

Ma se la percentuale di grasso corporeo è elevata, tende ad assorbire la vitamina D, impendendo il suo afflusso nel sangue, lasciando alti i livelli di leptina, provocando cosi una appetito insaziabile e costante durante tutta la giornata. Inoltre sembra che i soggetti in sovrappeso abbiano una minore capacità di di convertire la vitamina D nella sua forma ormonale attiva, cosa che crea un meccanismo perverso perché chi è grasso magari non va al mare per vergogna, oppure si copre, quindi i livelli di vitamina D sono sempre più bassi, la leptina più alta e la percentuale di grasso aumenta cosi anno dopo anno.

Quindi le persone obese hanno mediamente meno vitamina D e statisticamente la relazione tra obesità e carenza di D è statisticamente significativa. In pratica possiamo affermare che il soggetto in sovrappeso/obeso che non si espone al sole oppure non prende integratori di vitamina D, può non dimagrire mai e anzi aumentare di peso anno dopo anno.

Uno studio sulla popolazione canadese del 2010 pubblicato su “Obesity” ha dimostrato che sia il peso che il grasso corporeo erano molto più bassi nelle donne con livelli di vitamina D normali rispetto a quelle che li avevano insufficienti. Una delle ipotesi più accreditate per spiegare questa situazione è quella che la vitamina D, essendo liposolubile, quando viene prodotta dalla pelle o assunta con il cibo viene normalmente distribuita nel grasso corporeo, ma a parità di vitamina assunta dai normopeso, ovviamente gli obesi si ritroveranno conseguentemente nel sangue livelli più bassi di vitamina D biodisponibile per il fabbisogno.

E’ stato calcolato che se le cellule adipose sono in eccesso, possono far diminuire di quattro volte la capacità di produrre vitamina D, cioè se siete in sovrappeso è molto probabile che la vostra produzione di questa sostanza sia solo di un quarto di una persona normopeso. Questo vale anche per i bambini, visto che tra l’ altro quelli italiani seguirebbero la dietona mediterraneaona “patrimonio umanità Unesco”, sono i più obesi d’ Europa. Infatti in uno studio pubblicato sull ''American Journal of Clinical Nutrition" e condotto per 30 mesi dai ricercatori della Michigan University su 479 bambini di Bogotà (Colombia), dai 5 ai 12 anni, è stato riscontrato che livelli inferiori di vitamina D erano associati ad un più rapido aumento di peso e ad una maggiore tendenza ad accumulare grasso addominale, fattore di rischio di molte patologie in età adulta. Nelle bambine, invece, sono state riscontrate difficoltà relative alla crescita in altezza.

Vitamina D per il diabete e per prevenire gli infortuni

Ma la vitamina D agisce anche sul diabete; gli scienziati del Helmholtz Zentrum München hanno dimostrato proprio quest’anno che le persone con buoni valori di vitamina D sono a minor rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.

Lo studio, condotto in collaborazione con il Centro tedesco del Diabete e l’Università di Ulm, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Diabetes Care.

Un'altra ricerca ha scovato un altra sorprendente qualità della vitamina D, cioè la sua capacità di prevenire gli infortuni negli atleti.

Michael Shindle del Summit Medical Group in Madison (Wisconsin, USA – National meeting of American Orthopetic Society for Sports Medicine, Luglio 2011) ha scoperto che più dei 2/3 di 89 giocatori di football americano NFL infortunati avevano i livelli insufficienti di Vitamina D.

I livelli di questa vitamina devono essere maggiori di 32 ng/mL, e ben 27 giocatori avevano i livelli sotto i 20 ng/ml, mentre altri 45 avevano i livelli tra i 20-31,9 ng/mL.

Per tutti quelli che sono sempre infortunati e ce ne sono molti, potrebbe essere quindi una buona idea l’ integrazione di questa vitamina.

Ma la carenza di vitamina D è generalizzata anche nella normale popolazione, tanto che negli Stati Uniti, nonostante il latte sia stato addizionato con la vitamina D fin dal 1922, la rivista specializzata “Life Extension” ha analizzato 13.892 campioni di sangue tra i suoi lettori e il risultati sono stati assolutamente sorprendenti. Il 38% dei soggetti aveva i livelli inferiori ai 30 ng/mL, mentre il 69% era al di sotto dei 40 ng/mL e solo il 14,3% aveva un tasso superiore ai 50 ng/mL, cioè quello considerato ottimale per ottenere i maggiori effetti benefici dalla vitamina D.

In italia, nonostante il sole sia abbondante, risulta paradossalmente che il livello medio di vitamina D nella popolazione sia in realtà basso, anche perché non esistono in commercio prodotti fortificati con questo micro-nutriente, come avviene invece in nord-europa e negli Stati Uniti. Nel nostro paese e solo per i bambini, per evitare il rachitismo, viene venduto dell’ olio addizionato con vitamina D, ma per adulti nulla.

 

I benefici della Vitamina D in sintesi

la vitamina D agirebbe come un vero e proprio ormone su tantissime e fondamentali funzioni del nostro organismo:

• Scheletro

salute delle ossa, previene l’ osteopenia, osteoporosi, osteomalacia, rachitismo e fratture

• Salute cellulare

previene certi tipi di cancro, come quello alla prostata, al pancreas, mammella, ovaie e colon; previene malattie infettive e infezioni al tratto respiratorio superiore, asma e disturbi respiratori.

• Salute organi

previene malattie cardiche e infarti; previene il diabete di tipo 2, parodontite , perdita di denti e altre malattie infiammatorie.

• Salute dei muscoli

supporta la forza muscolare

• Salute del sistema autoimmunitario

previene la sclerosi multipla, il diabete mellito di tipo 1, il morbo di Crohn e l’ artrite reumatoide.

• Salute del cervello

previene la depressione, schizofrenia, morbo di Alzheimer e demenza.

• Salute degli stati d’animo

previene il disordine affettivo stagionale, la sindrome pre-mestruale, i disturbi del sonno e aumenta il senso di benessere

Ma quali sono i livelli ottimali di vitamina D nel sangue?

Il dottor Holich del Boston Medical Center è una delle massime autorità mondiali nello studio di questa vitamina, propone questo “barometro” di riferimento per ottenere i massimi risultati:

 

BAROMETRO DELLA VITAMINA D

meno di 20 ng/ml Deficienza

tra 21 e 29 ng/ml Insufficienza

tra 30 e 100 ng/ml Sufficienza

 

tra 40 e 60 ng/ml Ideale

 

 

Secondo Loren Cordain, l’ autore del rivoluzionario e fondamentale libro “Paleo Diet”, nei casi di carenza di vitamina D (<20 ng/mL), occorre seguire un’integrazione giornaliera di 2.000 – 7.000 UI per mesi per portare le concentrazioni di plasma a 40 ng/mL. Per mantenere le concentrazioni di plasma a 40 ng/mL, si consiglia un’integrazione giornaliera di 1.000-2.000 UI1; l’equivalenza è 100 UI = 2,5 mg e 400 UI = 10 mg.

In definitiva, anche se siamo in perfetto Paleo-style, mangiando frutta/verdura/carne/pesce e frutta secca, potremmo lo stesso avere problemi, in quanto non era prevedibile per l’ organismo l’ assunzione supplementare con il cibo di vitamina D, visto che per milioni di anni l’ abbiamo prodotta in quantità “industriale” con lo splendido sole africano. Quindi per ricreare il più possibile quell’ armonia di condizioni è assolutamente essenziale prendere più sole possibile durante l’ estate, in modo da fare un’ adeguata scorta per l’ inverno e/o e assumere cibi ad alto contenuto di vitamina D come l'olio di fegato di merluzzo, i pesci grassi (come i salmoni e le aringhe), il latte ed i suoi derivati, le uova, il fegato e le verdure verdi.

Ma è evidente che l’ olio di fegato di merluzzo sono decenni che non viene più sommistrato perché ha un sapore agghiacciante, mentre i pesci grassi vengono acquistati con parsimonia perché abbastanza costosi e magari pieni di mercurio, le uova vengono limitate dai medici perché “aumentano il colesterolo” (ma per favore…), il fegato non è di uso comune (anche perché quello di adesso è ricco di tossine) e il latte/derivati non possono essere assunti perché dannosi per tutti i motivi che già sappiamo legato al pH. Rimarrebbero le verdure, ma ammesso che si assumano in buone quantità, non sono tuttavia sufficienti per assumere la giusta quantità di vitamina D per raggiungere i livelli ottimali.

A questo punto l’ uso dell’ integratore di vitamina D potrebbe essere risolutivo, anche se come abbiamo visto è molto importante misurare prima il livello nel sangue, in quanto il livello di grasso corporeo ostacola l’ entrata nel sangue e quindi le dosi degli eventuali supplementi vanno calibrati perché potrebbero non bastare. Al laboratorio di analisi va richiesto il dosaggio del 25-idrossivitamina D (25-OH vitamina D) cioè la componente attiva della sostanza. Per chi volesse maggiori informazioni sull’ argomento, il 5 novembre terrò un Master a Roma su “Muscle Detox & Vitamina D” ), dove porterò ulteriori studi e approfondimenti su questa fondamentale ma sottovalutato nutriente.

Concludo questo articolo facendo una considerazione sul fatto che leggo spesso su riviste, internet, bacheche facebook deliranti articoloni contro la teoria dell’evoluzione, cercando in questo modo di screditare il sottoscritto e il suo lavoro.

A questi simpaticissimi personaggi dico solo che non vi siete messi contro di me, ma contro Sir Charles Darwin: AUGURI.

Claudio Tozzi

 

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