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Categoria: "Cure Naturali"

CAPELLI DANNEGGIATI : ricette Naturali Per Capelli Danneggiati

I continui trattamenti a cui sottoponiamo i nostri capelli, come permanenti, tinte, stirature, lavaggi troppo frequenti, rischiano a lungo andare di rovinarli e impoverirli. I capelli posso essere danneggiati per diverse cause e in diversi modi: nel caso dei capelli secchi, essi sono ruvidi al tatto, difficili da pettinare e opachi o spenti, nel caso dei capelli sfibrati essi sono visibilmente rovinati perché è stata modificata la struttura proteica della cheratina rendendo il capello più vulnerabile ad attacchi esterni o più sensibile allo stress psico-fisico della persona, nel caso dei capelli danneggiati da un uso troppo intenso del phon, essi sono disidratati e il diametro del loro fusto è ridotto, infine molto diffuso è il problema delle doppie punte che si formano nelle estremità di capelli molto rovinati e aridi, soprattutto quando questi sono molto fini. Esistono diversi rimedi per questi tipi di problemi come impacchi d’olio extravergine di oliva o di miele per ridare morbidezza e idratazione al cuoio capelluto indebolito, o maschere all’uovo e al limone.

 

Ecco alcune “ricette” per nutrire in maniera sana e naturale i nostri capelli: impacco a base di uovo, realizzato sbattendo un tuorlo d’uovo e tenendolo tra i capelli umidi per una ventina di minuti in modo che abbia il tempo di agire, e poi risciacquare molto bene e lavarli con lo shampoo. Questo è un rimedio alternativo al balsamo, veloce e semplice per rendere il capello sfibrato e spento visibilmente più lucente. Per risolvere il problema dello sgradevole odore dell’uovo, ad esso si può aggiungere un po’ di miele o dell’aceto bianco. La maschera all’olio extravergine di oliva invece è un trattamento naturale che dà idratazione ed elasticità al capello; Per realizzarla basta applicare l’olio d’oliva sulla chioma, fasciarla con della pellicola e lasciarla agire per una notte. Infine per chi ha i capelli grassi o spenti, si consiglia come ultimo risciacquo l’uso del limone diluito con acqua, che tende a seccare il capello e a schiarirlo.

 

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Come in tutte le cose, anche per la bellezza dei nostri capelli vale il detto “meglio prevenire che curare”, quindi ecco alcune piccole accortezze da tenere presenti nei nostri gesti quotidiani: non toccarsi in continuazione i capelli, perché si sporcano più in fretta e si rovinano, non spazzolarli troppo di frequente e con prepotenza, perché potrebbero rompersi e indebolirsi, non usare troppi prodotti di Styling o piastrare i capelli tutti i giorni perché diventano aridi, secchi e deboli, e infine non usare sempre lo stesso shampoo o balsamo, ma variare alternando ad essi anche prodotti e trattamenti naturali perché la fibra del capello si abitua in fretta alle sostanze che noi usiamo rendono così nullo il loro effetto.

 

http://www.senzabarcode.it/2013/04/24/ricette-naturali-per-capelli-danneggiati/

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La vitamina E aiuta il cuore e gli ex fumatori

la vitamina E, contenuta in vari alimenti, come frutta, ortaggi, cereali, aiuterebbe il cuore degli ex fumatori.

Una ricerca coordinata dagli studiosi della Ohio State University spiega come la vitamina E, contenuta in vari alimenti, tra cui anche il pistacchio, aiuterebbe gli ex fumatori a preservare in maniera più efficace il loro cuore. L’esperimento è stato effettuato su un piccolo campione di persone, ma i risultati sono stati ottimi, con un miglioramento della circolazione del sangue .Le azioni ed i meccanismi con cui la vitamina E agisce nell’organismo erano quasi del tutto oscuri fino ad un decennio fa. La vitamina ha un ruolo importante, quale fattore antiossidante, nella prevenzione dell’ossidazione degli acidi grassi polinsaturi, evento chiave nello sviluppo del processo di perossidazione lipidica.

 

Vitamina E aiuta il cuore di ex fumatori?

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Tale evento, scatenato dall’azione di radicali liberi, si sviluppa attraverso delle reazioni a catena che continuano il processo. La vitamina E è in grado di bloccare questo fenomeno donando un elettrone ai radicali perossilipidici, rendendoli in tal modo meno reattivi e bloccando di fatto la perossidazione lipidica. La perossidazione lipidica è un processo dovuto ai cosiddetti “radicali liberi” contenenti ossigeno molecolare con carenza di un elettrone. La presenza massiccia nel sangue di questi radicali può portare a gravi patologie, come diabete e cancro. Ora con questa ricerca si è scoperto un altro ruolo fondamentale della vitamina E, che potrebbe aiutare gli ex fumatori a limitare i problemi cardio-circolatori di circa il 10%. Sono ricchi di vitamina E gli alimenti di origine vegetale con semi e oli da essi derivati, seguiti da cereali, frutta ed ortaggi. Molto ricche ne sono le nocciole, le noci e le mandorle.

 

http://www.centrometeoitaliano.it/vitamina-e-aiuta-cuore-ex-fumatori-salute-26-4-2013/

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disintossicazione intestinale

La salute è qualcosa che tutti desideriamo. Spesso è possibile raggiungerla proprio partendo da un primo aspetto fondamentale: il benessere intestinale.

 

Se infatti il colon non funziona bene, non è solo questa parte del corpo ad esserne colpita, ma l'intero organismo.

 

La tossiemia… sono in tanti a soffrirne

Un’evacuazione quotidiana spesso non è sufficiente per eliminare tutte le scorie che si accumulano nel colon. Quando si intraprendono le tecniche di disintossicazione intestinale lo si può notare personalmente: si eliminano grandi quantitativi di detriti che intossicavano il corpo. È la tossiemia intestinale: tanti ne soffrono senza saperlo.

Ma che cos'è la tossiemia intestinale?

Il termine "tossiemia" indica un eccesso di tossine nell'organismo. Le tossine circolano nel sangue e nella linfa, per depositarsi nei tessuti, negli organi, nelle cellule, facendo ammalare il corpo. Questo concetto è fondamentale in Naturopatia: quando l'organismo viene disintossicato e alleviato dal carico tossiemico la salute migliora da subito! L’eccesso di tossine infatti indebolisce gli organi, le funzioni del corpo e influisce negativamente a livello fisico e anche a psichico. Il nostro corpo, infatti, è come la nostra casa: i rifiuti vanno eliminati regolarmente e completamente, per vivere in un ambiente salubre.

 

Sei intossicato? Scoprilo

Ci sono dei segni che segnalano uno stato di intossicazione. Ecco quelli più importanti.

 

Sintomi fisici di intossicazione

 

Bocca impastata, asciutta

 

Lingua patinata

 

Naso chiuso o necessità di soffiarsi spesso il naso

 

Necessità di tossire spesso

 

Palpebre gonfie, occhiaie, occhi arrossati

 

Alito pesante

 

Sudorazione acida

 

Feci maleodoranti

 

Disturbi digestivi

 

Problemi ginecologici, per esempio leucorrea e candida

 

Disturbi epatici

 

Problemi dermatologici

 

Dolori di vario tipo e stati infiammatori

 

Problemi prostatici

 

Emicrania e stanchezza

 

Sintomi psichici di intossicazione

 

Impressione di essere annebbiati

 

Poca lucidità mentale

 

Carenza di memoria

 

Cattivo umore

 

Mancanza di concentrazione

 

Umore oscillante

 

Alcuni sintomi di intossicazione, per esempio la lingua patinata e l'alito pesante, sono più visibili al mattino, al risveglio: durante la notte infatti, quando il corpo non è impegnato in altre attività, utilizza le sue energie per liberarsi dall'eccesso di scorie e ritornare alla salute.

 

Il fatto che la tossiemia sia una delle cause principali di malattia lo si può verificare dal fatto che, iniziando una disintossicazione, moltissimi sintomi sgradevoli scompaiono in breve tempo.

 

I benefici della disintossicazione intestinale

Quando si intraprende la disintossicazione intestinale i benefici sono quindi numerosissimi. L'organismo si libera dalle scorie e dalle tossine che lo affaticano e molte malattie migliorano: il corpo, una volta liberato dai sovraccarichi, ritorna in salute. Qualsiasi intervento naturopatico, se effettuato da un terapeuta competente, prevede come prima fase una disintossicazione intestinale: è il cardine di qualsiasi terapia naturale! Solo successivamente si procede con eventuali altri interventi. Spesso però non sono nemmeno necessari.

 

La disintossicazione intestinale aiuta per:

 

i disturbi dell'intestino: stitichezza, colite, disbiosi, sindrome da colon irritabile, emorroidi, meteorismo

i disturbi urologici: cistite, infiammazione delle vie urinarie

i disturbi ginecologici: vaginite, candida

i disturbi dell'apparato osteoarticolare: reumatismi e artrosi

i disturbi dell'apparato cutaneo: dermatiti, eczemi, acne, brufoli

l’affaticamento epatico

il dolore in generale

la debolezza del sistema immunitario

lo smaltimento di sostanze tossiche quali farmaci, chemioterapici, inquinanti ambientali e del cibo.

Inoltre:

riduce e snellisce la pancia

regala un nuovo senso di leggerezza e purezza.

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Un colon depurato, inoltre, lo si nota subito: la pelle diventa più liscia e luminosa. La disintossicazione intestinale è la “crema” migliore per il viso e per il corpo.

 

Nel colon si possono accumulare diversi chili di scorie

L'evacuazione quotidiana spesso non garantisce una completa eliminazione delle scorie che si accumulano nel colon. Innanzitutto perché dovrebbe avvenire almeno una, o meglio due, volte al giorno. E poi perché dovrebbe essere abbondante, quasi inodore e facile nella sua espulsione. Se queste condizioni mancano, le scorie possono accumularsi in tale quantità da ricoprire le pareti del colon densamente di scarti: possono verificarsi normali movimenti intestinali ma ciò non dimostra la salute del colon. Le materie di scarto si addensano e possono lasciare un’apertura al centro molto inferiore al diametro del colon – detta "tunnel di evacuazione" – che permette appunto un'evacuazione ma non garantisce la salute. Si può quindi avere una regolare peristalsi intestinale, anche se il colon è carico di scorie.

 

Un colon ostruito può essere paragonato a una casa dove il contenuto della pattumiera, anziché essere portato fuori, permane per giorni e giorni. Se succede, iniziano a formarsi esalazioni maleodoranti, gas putrescenti con la proliferazione di batteri e tossine. La stessa cosa avviene nel colon. Il nostro corpo, quindi, è come la nostra casa: i rifiuti vanno eliminati regolarmente e completamente, per vivere in un ambiente salubre.

 

Come funziona l'intestino sano

L'evacuazione deve avvenire almeno una volta al giorno. Secondo la Naturopatia meglio due. In questo modo il colon si libera regolarmente delle scorie, evitando che le tossine permangano all'interno.

 

Le feci devono essere morbide e ben formate. Se sono troppo dure, o troppo liquide, o appiccicose, o oleose, o con presenza di muco significa che l'intestino non sta funzionando bene e necessita di disintossicazione.

 

L'evacuazione deve essere anche quasi completamente inodore. Se è maleodorante significa che il colon è intossicato.

 

Le ricerche dimostrano che…

Quando si soffre di intossicazione intestinale i problemi di salute non riguardano solo l'intestino ma l’organismo in generale. Se il cibo e le scorie permangono troppo lungo all’interno, si decompongono e si putrefanno, causando intossicazione.

Le pareti del colon, quando è carico di scorie,si indeboliscono: insorge la sindrome dell’intestino irritabile, la colite, le emorroidi, la diverticolite, la diarrea cronica. Si formano batteri con produzione di gas tossici che si diffondono nel flusso sanguigno, e quindi in tutto il corpo. Sono anche causa di meteorismo, con imbarazzanti gas intestinali.

Viene ridotta anche la presenza della flora batterica eubiotica (i batteri buoni) che favorisce la salute dell’intestino e mantiene una buona peristalsi, garantendo una regolare evacuazione.

Se non curi l'intossicazione intestinale…

Vengono causati ristagni di sostanze tossiche che sono assorbite dall'organismo, mettendo in atto una serie di disturbi correlati: candida, vaginite, prostatite, dermatite, dolori articolari, cistite, appesantimento epatico, cattivi odori corporei.

Viene indebolito il sistema immunitario che in gran parte si trova nel colon e l'organismo diventa più esposto a intolleranze e allergie.

Si interferisce con la digestione e quindi con la qualità dei nutrienti assorbiti.

Il colon si infiamma e può dare problemi quali la sindrome del colon irritabile, la diarrea, la stitichezza, la disbiosi.

Ne risente anche l’estetica: la pelle si riempie di imperfezioni e appare più spenta e grigia; la cellulite peggiora.

È più difficile perdere peso. Le tossine infatti affaticano il metabolismo, che rallenta e fa accumulare chili superflui.

 

Soffri di intossicazione intestinale?

 

Verificalo rispondendo a queste domande.

 

Avverti spesso la pancia gonfia e contratta, come se dovessi eliminare qualcosa?

Senti il desiderio di disintossicare il tuo corpo, come se contenesse delle sostanze inutili?

La tua evacuazione è inferiore a una volta al giorno?

Ti resta una sensazione di evacuazione incompleta?

Per defecare devi sforzarti molto?

Le tue feci sono dure? O troppo liquide? O appiccicose?

L'evacuazione è maleodorante?

Soffri di colite, o diarrea, o stitichezza, o disbiosi, o colon irritabile, o pesantezza all’addome, o gonfiori addominali, o imbarazzanti gas intestinali?

Ti ritrovi con problemi quali mal di testa, disturbi dermatologici, disagi ginecologici o urologici?

I tuoi odori corporei non ti piacciono? Per esempio hai l'alito pesante o la sudorazione acida?

Hai problemi digestivi?

Hai provato lassativi di ogni genere (o altri prodotti per l'intestino), riscontrando che sul momento funzionavano e poi, dopo un certo tempo, non davano più l’effetto iniziale?

Se hai risposto sì ad almeno una di queste domande… la disintossicazione intestinale è ciò di cui hai bisogno…

 

Consigli di disintossicazione intestinale

Quando si consumano le fibre è necessario fare molta attenzione: se non lo si fa nel modo corretto la stitichezza può peggiorare, la diarrea diventare costante, il colon si può infiammare e la pancia gonfiare cronicamente. Io consiglio di abituarsi con gradualità alle fibre e di scegliere il semi-integrale per quanto riguarda i cereali. Se infatti i cibi raffinati affaticano l’intestino, altrettanto succede con i cibi integrali che possono infiammare il colon o causare ostruzione intestinale. Essendo inoltre ricchi di acido fitico, se assunti in eccesso, possono ridurre l’assorbimento dei sali minerali, per esempio dello zinco. Le farine raffinate agiscono invece nel colon come una colla: lo ostruiscono e rendono l'evacuazione difficile. Tra i cereali è particolarmente consigliato l’orzo perlato: esercita un’azione ammorbidente e sfiammante.

L’assunzione di liquidi è fondamentale per la buona funzionalità intestinale. Quando il corpo non è idratato nel modo corretto è obbligato ad estrarre i liquidi proprio dalle feci, che diventeranno secche e dure, con conseguente difficoltà di evacuazione. I liquidi estratti in questo modo, inoltre, intossicano l’organismo e causano patologie di ogni genere. Ci sono dei liquidi che idratano meglio l’organismo di altri: sono quelli biologici, provenienti da frutta e verdura. Sono più efficaci della semplice acqua, perché ricchi di vitamine e sali minerali organici, cioè già elaborati dalla pianta in una forma particolarmente compatibile con il nostro organismo.

Spesso l'azione migliore per la stitichezza non riguarda l'utilizzo di prodotti lassativi ma un intervento ad ampio raggio: se il fegato, per esempio, produce bile in modo equilibrato si ottiene la miglior azione lassativa. Anche una sana flora batterica intestinale è il miglior regolarizzatore dell’evacuazione.

Non tutti lassativi naturali sono benefici. Alcuni come la cascara, il rabarbaro, la senna o la cassia hanno un'azione catartica: cioè fanno funzionare l’intestino perché lo irritano. Queste piante si trovano in tantissimi prodotti naturali, proposti sia per i problemi intestinali che per altri disturbi. È sconsigliato assumerle! Quindi quando si acquista un prodotto è utile verificare che non siano presenti. Utilizzare queste sostanze nel lungo periodo è dannoso quasi quanto un farmaco.

Pepe e peperoncino causano infiammazione: gli alimenti piccanti, speziati e troppo saporiti, specialmente se assunti quotidianamente, hanno un'azione surriscaldate dell'apparato digerente. Il colon si infiamma e viene danneggiata la flora batterica, causando diversi disturbi intestinali. Lo zenzero, in qualsiasi forma, è invece molto benefico: ha un’azione antifermentativa e antiputrefattiva. È consigliabile assumerlo ai pasti. La tolleranza è personale: va ridotta la quantità quando si sente bruciare lo stomaco. In caso di gastrite è controindicato.

La sedentarietà è una causa di tossiemia intestinale: se non si ha il tempo per muoversi con regolarità è consigliato praticare alcune respirazioni profonde, addominali (cioè gonfiando bene la pancia).Esercitano un effetto positivo sul colon.

Le intolleranze alimentari sono spesso causate da un colon intossicato: migliorando la funzionalità intestinale migliora anche la capacità di digerire tutti cibi, senza doversi privare degli alimenti preferiti.

E i lavaggi intestinali?

Oggi si stanno riscoprendo i lavaggi intestinali, una pratica antica ed estremamente benefica. La mia lunga esperienza con questa tecnica (avvenuta soprattutto negli Stati Uniti) mi ha portato a non consigliare le idrocolonterapie, effettuate ambulatorialmente, ma a preferire i lavaggi intestinali effettuati con sostanze terapeutiche: si praticano facilmente in casa, con costi bassissimi e risultati sorprendenti. È però importante specificare che i lavaggi, se non effettuati correttamente, possono anche essere piuttosto dannosi. È fondamentale quindi impararli bene, da un terapeuta esperto.

 

 

 

Disintossicarsi da subito con la cuticola di psillio

 

Al mattino, al risveglio, versate mezzo cucchiaino, non di più, di cuticola di psillio (si può acquistare in erboristeria o in farmacia ma attenzione a non confondersi con i semi di psillio, molto meno efficaci della cuticola) in un bicchiere e stemperare con acqua tiepida, riempiendo il bicchiere per circa un terzo. Mescolate bene, dissolvendo i grumi e bevete subito. Poi assumete una bevanda calda: tra le più indicate vi è l’acqua con succo di mezzo limone; in caso di gastrite optate invece per la tisana di malva. Proseguite con la vostra routine mattutina e al termine fate colazione (in modo da lasciare un certo spazio prima di ingerire cibo). Questo rimedio naturopatico agisce come uno “spazzino” dell’apparato gastro-intestinale e regolarizza l’evacuazione in modo naturale. Va assunto per due settimane, poi una settimana di riposo e quindi, a necessità, si può ripetere.

 

Per vedere un intero video sulla disintossicazione intestinale:

.

 

 

 

Dottoressa Simona Oberhammer

 

È naturopata, specializzata in nutrizione, bioterapie e idrocolonterapia (USA).

 

Ha ideato diversi metodi. Tra i principali:

 

Naturopatia Oberhammer®, naturalmente sani;

 

Eucolon®, disintossicazione intestinale;

 

Olofem,®, la Via Femminile.

 

La dottoressa diffonde i suoi metodi in Italia e all’estero con libri, conferenze e corsi organizzati. Per maggiori informazioni: www.simonaoberhammer.com; facebook.com/naturopatiaoberhammer.

http://www.viviconsapevole.it/articoli/la-disintossicazione-intestinale.php

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Oli essenziali per combattere le allergie primaverili

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Il concetto di allergia è stato introdotto nel 1906 da Pirquet e Schick in seguito all’osservazione di una risposta negativa alla somministrazione di vaccini. Venne modificato nel 1963 da Gell e Coombs, che proposero uno schema di classificazione basato su quattro tipi di reazioni di ipersensibilità, delle quali solo una si può definire allergia. Allergia significa una maniera diversa di reagire da parte di alcuni individui verso alcune sostanze. Ogni individuo vivente ha a sua disposizione un insieme di meccanismi con la funzione di proteggere l’organismo dalla possibile penetrazione da parte di corpi estranei, definiti antigeni.

 

Gli antigeni possono essere di diversa natura ad esempio: particelle di inquinamento, batteri, virus, pollini, spore, alimenti e molto altro ancora. L’insieme dei meccanismi messi in atto da ogni individuo per la difesa dell’organismo stesso viene chiamato sistema immunitario. Allergia indica una condizione caratterizzata da una abnorme reattività dell’organismo nel caso di un contatto con determinate sostanze di per sé non pericolose, che vengono definite allergeni. La parola “allergia” deriva da due parole greche: allos che significa diverso ed ergon che significa effetto. Le allergie sono patologie atopiche (per atopia si intende una forte reattività nei confronti di agenti normalmente innocui) caratterizzate dalla presenza di anticorpi specifici (immunoglobuline E o nella versione abbreviata IgE).

 

 

 

L’allergene, introdotto una prima volta nell’organismo, rimane latente, ma induce la formazione di anticorpi specifici. Quando si verifica una seconda introduzione, l’organismo, ormai allergizzato, risponde con l’immediata, o quasi immediata, attuazione di fenomeni evidenti. I casi più diffusi di allergia sono imputabili a pollini, polvere, alimenti e farmaci. Attualmente circa un terzo della popolazione italiana soffre di una qualche forma di allergia. Alla base dei processi infiammatori vi è la formazione di istamina favorita dal contatto dell’allergene con gli anticorpi. Tra le cause delle allergie si riconoscono sia fattori genetici (le probabilità di sviluppare un’allergia sono più alte in soggetti con casi familiari di allergia) sia ambientali. Le allergie sono dunque delle reazioni immunitarie dell’organismo a sostanze estranee non-infettive (allergeni, antigeni). L’organismo reagisce con sintomi infiammatori e con la produzione di anticorpi (reazione antigeneanticorpo).

 

Le allergie più frequenti

 

Le allergie più frequenti si trovano:

 

nelle vie respiratorie: rinite allergica, sinusite allergica, asma bronchiale;

nella cute: orticaria, eczema di contatto, neurodermite;

negli occhi: congiuntivite allergica;

nel tratto digestivo: diarrea, nausea;

sistemiche: temperatura alta, stanchezza, disturbi del sonno.

L’istamina

 

L’istamina è un ormone che svolge svariate funzioni. Nel tessuto connettivo dermico e mucotico induce vasocostrizione e vasodilatazione, partecipa ai processi infiammatori e pruriginosi. Nei processi allergici, l’istamina liberata dalle mastcellule dermiche è un importante mediatore. Una liberazione di istamina non denota necessariamente un’allergia perché anche in altri processi ne viene liberata. Il contenuto di istamina nei prodotti alimentari può essere notevole, specialmente se si è in presenza di proteine stagionate come nei formaggi, nel pesce e nella carne conservata. L’iperproduzione o l’ipoproduzione di istamina può scatenare sintomi patologici di vario tipo, anche psichici. L’istamina è una sostanza presente in natura e nel corpo umano che viene prodotta dalla disgregazione di alcune proteine, nei normali processi di difesa dell’organismo. Se la quantità di istamina rilasciata è eccessiva, possono insorgere vari problemi, come ad esempio la dilatazione dei vasi sanguigni che rilasciano i fluidi nei tessuti circostanti provocando gonfiore e irritazione. L’istamina stimola anche lo stomaco e l’intestino, e può essere responsabile degli attacchi di asma, perché provoca la contrazione dei bronchi. Inoltre, l’azione allergica dell’istamina tramite mastcellule può essere scatenata dai pollini, dal pelo degli animali e da altre sostanze, e può provocare tutti i sintomi della febbre da fieno o dell’asma.

 

La soglia delle allergie

 

In quasi tutti i fenomeni biologici si registra l’esistenza di un livello di soglia e, tuttavia, parlando di reazioni allergiche, questo concetto appare a molti come rivoluzionario. Studi recenti testimoniano infatti che l’allergia non dipende solo dalla reazione a una singola sostanza, ma dalla somma di molte piccole reazioni che aumentano il livello di infiammazione generale dell’organismo, predisponendolo cioè a “esplodere” al contatto con sostanze anche solo lievemente irritanti. Una concezione che consente di interpretare l’allergia come un eccesso di difesa, piuttosto che come un difetto dell’organismo. In questa concezione dell’allergologia, il livello di soglia non è altro che l’espressione della capacità umana di adattarsi; si tratta di una realtà clinica evidente spesso negata dal mondo della medicina convenzionale, ma che oggi è sempre più accettata anche nel mondo accademico.

 

È importante ricordare che secondo questa visione concettuale, l’allergia non è mai un meccanismo assoluto, nel senso che o c’è o non c’è, ma è invece un meccanismo relativo, quindi estremamente modulato, che è sempre presente e che può essere al di sopra o al di sotto del livello di soglia del singolo individuo. Questo discorso vale per tutti i fenomeni allergici “classici”, come ad esempio: rinite, asma, dermatite, orticaria, diarrea e congiuntivite. Ciascun individuo infatti, pur essendo allergico e intollerante, può mantenere un controllo sulla propria reattività attraverso un meccanismo attivo. Quando una persona diventa clinicamente allergica, ovvero quando manifesta dei segnali di allergia o di intolleranza, è il segnale dell’avvenuto superamento del livello di soglia della propria capacità di adattamento.

 

I falsi nemici

 

Adottando il concetto di superamento della soglia di reattività è necessario rivedere il proprio rapporto con i “nemici” che scatenano l’allergia. Non serve prendersela solo con i “pollini cattivi” o con il “latte che fa male alla pancia”, ma bisogna considerare cosa sia avvenuto nell’organismo, per aiutarlo a ricreare tolleranza, sia attraverso un processo di progressiva iposensibilizzazione, sia attraverso strumenti indiretti come l’uso di alcuni minerali o oligoelementi. Non si tratta più di identificare la sostanza responsabile dell’allergia, ma di armonizzare ed equilibrare il terreno organico.

 

Raramente gli allergologi spiegano ai propri pazienti perché, pur risultando allergici a moltissimi pollini, soffrano di rinite o di asma solo in determinati periodi, ad esempio tra agosto e settembre, o solo tra maggio e giugno, o a volte non ne soffrono affatto, anche se quei pollini sono presenti nell’ambiente per periodi ben più lunghi di quelli caratterizzati dalla manifestazione allergica. Questa reazione non lineare, ovvero dove non c’è un nesso di causalità assoluto tra la presenza di una sostanza e la reazione, è dovuta al fatto che ogni organismo umano ha la possibilità di adattarsi alle circostanze avverse che incontra: pollini, freddo, caldo, inquinamento, acari della polvere, farmaci e alimenti.

 

Così avviene spesso che una persona, pur in presenza di IgE (immunoglobuline E) verso una certa sostanza non sviluppi allergia quando entra in contatto con quello specifico allergene. È anche grazie a questo fenomeno che non possiamo più considerare la terapia di un’allergia come qualcosa di mirato esclusivamente contro l’allergene. Un trattamento che non sia solo sintomatico, ma che incida sulle cause profonde, ha per obiettivo l’organismo intero. Lo scopo è quello di pensare a rieducare un organismo affinché possa controllare le reazioni allergiche riportandole all’interno della sua capacità di tolleranza. In altre parole si deve insegnare all’organismo a trovare quella “valvola di sfiato” che consente alla pentola a pressione di non scoppiare, ma anzi di eliminare gradualmente tutto il vapore prodotto senza arrecare danni.

 

Rinite allergica e Aromaterapia

 

La rinite allergica (o raffreddore da fieno) compare da fine marzo e dura fino a tutto giugno, quando la fioritura delle piante raggiunge l’apice, con effetti devastanti su naso, occhi e polmoni di milioni di individui. I disturbi compaiono la mattina appena svegli, si attenuano nelle ore centrali, per poi diminuire in serata. La rinite allergica è sempre più frequente, si calcola che riguardi il 15% circa della popolazione e per un 5% può diventare un vero e proprio incubo: starnuti a raffica, naso chiuso o colante, occhi fortemente arrossati e disagio continuo che sfocia in stanchezza cronica, sonno perturbato, irritabilità, difficoltà di concentrazione. Molti sono gli Oli Essenziali con una forte azione antinfiammatoria e balsamica che possono contrastare gli effetti irritativi degli allergeni come pollini e polveri. Il sistema respiratorio è la parte più esposta alle allergie, le sostanze allergizzanti che provocano irritazione sono facilmente dispersibili nell’aria, vengono ispirate e possono provocare attacchi più o meno forti di rinite allergica o anche di asma. Per contrastare l’infiammazione delle mucose del naso e degli occhi, così come cefalea, starnuti e naso chiuso o colante, gli oli essenziali più utili sono camomilla, chiodi di garofano, camomilla blu, lavanda, cipresso, maggiorana, pino silvestre. Possiedono una forte azione antistaminica, unitamente a proprietà balsamiche, decongestionanti, lenitive e antinfiammatorie. L’approccio aromaterapico può essere di grande aiuto per contrastare le manifestazioni allergiche, poiché agisce sull’intero organismo e non sul singolo sintomo.

 

Studi recenti testimoniano che l’allergia non dipende solo dalla reazione a una singola sostanza, ma dalla somma di molte piccole reazioni che aumentano il livello di infiammazione generale dell’organismo, predisponendolo cioè a “esplodere” al contatto con sostanze anche solo lievemente irritanti

 

 

 

 

 

Oli essenziali per combattere le allergie

 

Lavanda La Lavanda (Lavandula agustofolia) è uno dei migliori oli essenziali per combattere le allergie. La Lavanda di grado aromaterapeutico è un antistaminico naturale, dopo l’applicazione il sollievo giunge in pochi minuti.

 

Ecco come usare la Lavanda per il sollievo dall’allergia:

 

Frizione: applicare 1 goccia sui polsi o sul plesso solare.

Inalazione: diffonderla con un diffusore per 15 minuti ogni 2 ore.

Inalazione diretta: applicare 1-2 gocce sul palmo della mano, strofinare le mani e unirle a coppetta, metterle sotto il naso. Inspirare 4-6 respiri profondi.

Assunzione: 2-3 gocce di Lavanda emulsionate in olio di cumino nero, 2 volte al giorno.

 

Camomilla blu La Camomilla blu (Chamomilla matricaria) contiene naturalmente azulene, una sostanza che è in grado di contrastare gli effetti dell’istamina. La Camomilla blu di grado aromaterapeutico è un potente antiallergico in grado di apportare sollievo immediato alle manifestazioni infiammatorie più estese, come sfoghi cutanei, arrossamenti, irritazioni della pelle. Agisce come antidoto all’istamina, insostituibile nelle manifestazioni di natura allergica.

 

Frizione: applicare 1 goccia sui polsi o sul plesso solare.

Inalazione: diffonderla in sinergia con la Lavanda.

Inalazione diretta: applicare 1-2 gocce sul palmo della mano, strofinare le mani e unirle a coppetta, metterle sotto il naso. Inspirare 4-6 respiri profondi.

Assunzione: 2-3 gocce di Camomilla blu emulsionate in olio di cumino nero, 2 volte al giorno.

 

Cipresso Il Cipresso (Cupressus sempervirens) è perfetto per combattere le allergie, decongestiona rapidamente le mucose di naso e gola. Il Cipresso di grado aromaterapeutico è un potente antiallergico in grado di apportare sollievo anche nei casi più ostinati, come ad esempio nelle crisi di starnuti. Ecco come usare il Cipresso per il sollievo dall’allergia:

 

Frizione: applicare 2-3 gocce sui polsi o sul plesso solare emulsionandolo in poco olio vegetale di argan.

Inalazione: diffonderlo con un diffusore per 20 minuti ogni 2 ore.

Inalazione diretta: applicare 1-2 gocce sul palmo della mano, strofinare le mani e unirle a coppetta, metterle sotto il naso. Inspirare 4-6 respiri profondi.

Assunzione: 2-3 gocce di Cipresso emulsionate in olio di cumino nero, 2 volte al giorno.

 

Miscela contro le allergie forti

 

Una miscela di oli essenziali che allevia le allergie più forti si realizza con: 10 gocce di lavanda, 10 gocce di cipresso, 5 gocce di maggiorana, 5 gocce di copaiba. Diffusione ambientale per 20 minuti due volte al giorno.

 

Un trattamento per le allergie che non sia solo sintomatico, ma che incida sulle cause profonde, ha per obiettivo l’organismo intero

http://www.viviconsapevole.it/articoli/allergie-primaverili-combattile-con-gli-oli-essenziali.php

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Erbe belle e selvatiche nel piatto

Le erbe selvatiche, che oggi consideriamo infestanti perché spuntano non richieste nel nostro prato, un tempo aiutavano a sbarcare il lunario. Nei periodi di carestia o di guerra, insaporivano pietanze o costituivano il pasto principale.

 

Le erbe selvatiche possiedono infatti profumi e sapori che non troviamo nelle verdure comunemente in commercio.

 

Se decidiamo di raccogliere erbe selvatiche dobbiamo seguire alcuni semplici accorgimenti: non raccogliere piante vicino alle strade, ai campi trattati con concimi chimici o che non conosciamo. In questo periodo dell’anno sono davvero molte le erbe belle e selvatiche che, durante una salubre passeggiata in mezzo al verde, possiamo trovare e utilizzare per insaporire le nostre pietanze o per depurare il nostro organismo.

 

Alcune di queste sono molto comuni, altre poco conosciute, ma non per questo meno preziose.

 

Buone da mangiare

Cardo Mariano (Sylibun Marianum): è una pianta non molto amata, soprattutto dai contadini, a causa dei suoi spini robusti che procurano graffi. È un carciofo selvatico, ha foglie larghe e lucenti e fiori violetti.

Sono molte le leggende nate attorno a questa pianta. La più popolare è quella che fa derivare il nome “mariano” dal latte che la Madonna fece cadere sulle sue foglie, mentre allattava Gesù, durante la fuga da Betlemme; in epoca più recente era il simbolo della casa reale degli Stuart d’Inghilterra.

Con le radici si può preparare una confettura da spalmare sui crostini o buona per accompagnare il lesso.

 

Vitalba (Clematis Vitalba): questa pianta rampicante infestante è facile da incontrare durante le passeggiate lungo i sentieri, avviluppata ai tronchi degli alberi. Come tutte le ranuncolacee da adulta è tossica, ma se si raccolgono i germogli, freschi e giovani in primavera, è possibile preparare una buonissima frittata.

Nel passato era conosciuta come “erba dei cenciosi”, perché veniva usata dai mendicanti per procurarsi ulcerazioni e impietosire le persone. Provoca infatti ulcerazioni se sfregata sul corpo.

 

Ortica (Urtica Urens e Urtica Diona): è una delle erbe selvatiche più conosciute e viene utilizzata per le sue qualità officinali e tessili, oltre ad essere un ottimo alimento per preparare gustosi piatti.

Il suo nome deriva dal latino “urere” (bruciare). La “puntura” dell’ortica, che provoca un fastidioso prurito, è un meccanismo di difesa della pianta dagli animali in cerca di cibo e dall’uomo stesso.

La primavera è il periodo migliore per raccogliere l’ortica perché i suoi getti sono teneri. Munitevi di guanti per evitare il fastidioso inconveniente di grattarvi e riempirvi di bolle.

 

Valerianella (Valerianella Olitoria): questa erba selvatica si può raccogliere nei campi, soprattutto vicino ai vigneti. Predilige le zone assolate e ha foglie spatolate, tenere e grassette. Fiorisce in primavera inoltrata e i suoi fiori sono piccoli e azzurrognoli.

È ottima da gustare in insalata accompagnata da pancetta a cubetti abbrustolita.

 

Barba di becco (Tragopogon pratensis): questa pianta ha foglie lanceolate. Il suo fusto può raggiungere il metro di altezza e il suo fiore è una larga margherita gialla che dà origine a un soffione più grande di quello del tarassaco. Si trova nei luoghi erbosi e umidi.

In cucina si usa tutta la pianta, compresa la radice. I germogli giovani assomigliano come sapore agli asparagi.

Il nome “volgare” barba di becco pare derivi dal longobardo “bikk” che significa “becco del caprone”.

 

Erba cipollina (Allium Schoenoprasum): si può trovare anche “selvatica” nei campi, lungo i fossi e nei luoghi incolti di montagna. Ha steli fini e cilindrici molto simili alla cipolla, il bulbo è biancastro e i fiori sono sferici e color malva.

Si può utilizzare triturata finissima per aromatizzare formaggi freschi, le salse per i crostini, le patate lessate e le uova sode. Oppure si può aggiungere nelle insalate. È una pianta preziosa per chi ama il sapore della cipolla, ma non riesce a digerirla.

Se desideriamo avere a disposizione l’erba cipollina tutto l’anno la possiamo essiccare o congelare. Se la essicchiamo, quando la utilizziamo ricordiamoci di irrorarla con succo di limone.

 

 

 

Confettura di cardo mariano

Ingredienti:

1 kg di radici di cardo mariano – 2 spicchi di aglio – 1 limone – aceto di mele q.b. – olio extravergine di oliva q.b. – sale – pepe.

 

Procedimento:

Pulite il cardo mariano e conservare solo le radici (le foglie si possono cucinare al forno o utilizzare per preparare una frittata). Lavate le radici in acqua resa acidula dal limone e tagliarle a pezzi regolari, lunghi circa 4 cm.Fate bollire le radici in acqua salata, a cui va aggiunto un bicchiere di aceto di mele per 20 minuti. Una volta cotti, si scolano e si lasciano raffreddare su un canovaccio.

 

Frullate le radici con l’aglio, un pizzico di sale e pepe, aggiungendo l’olio extravergine di oliva a filo, fino a quando non risulta un composto cremoso. Mettete la confettura in vasi sterilizzati.

 

Per una buona sterilizzazione i vasi ben chiusi vanno posti in una pentola alta e capiente, con l’acqua che deve superare di almeno 3 cm la capsula di chiusura dei barattoli. Quando l’acqua bolle abbassate la fiamma e fate sobbollire per 30 minuti. Lasciate intiepidire i vasi prima di toglierli dalla pentola e asciugarli.

 

Appena freddi metteteli in un luogo fresco e possibilmente al buio.

 

 

 

Torta salata con ortiche e ricotta

Ingredienti:

500 gr di pasta brisée – per il ripieno: 500 gr di foglie di ortica – 1 cipolla – 200 gr di ricotta – 2 uova – latte q.b. – sale – pepe.

 

Procedimento:

Pulite le ortiche, conservando solo le cime tenere. Lavatele e fatele cuocere a vapore per 5 minuti. Tritate le foglie finemente, unite la ricotta, un tuorlo e gli albumi montati a neve. Salate, pepate e amalgamate bene gli ingredienti.

 

Tenete da parte un po’ di pasta brisée per fare le strisce sulla torta e tirate una sfoglia con cui foderare uno stampo imburrato del diametro di 25 cm. Versate il composto di ortiche e ricotta e ricoprite con strisce ricavate dalla pasta tenuta da parte. Pennellate le strisce di pasta con il tuorlo d’uovo a cui va amalgamato un po’ di latte.

 

Cuocete in forno preriscaldato a 170° per 30 minuti. Si può gustare sia calda che fredda.

 

Risotto alla barba di becco

Ingredienti:

250 gr di riso arborio – 1 mazzetto di germogli di barba di becco – 1 l di brodo – 1 cipolla – olio d’oliva – 40 gr di parmigiano reggiano – sale.

 

Procedimento:

Lessate i germogli di barba di becco in acqua salata per 5 minuti, scolateli e teneteli da parte.

 

In un tegame soffriggete la cipolla nell’olio d’oliva, unite i germogli di barba di becco, il riso e il brodo, ogni volta che sarà necessario, fino a quando il riso non arriva a cottura.

 

Togliete dal fuoco, salate e amalgamate con il parmigiano reggiano grattugiato.

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