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Categoria: "Cure Naturali"

Antiossidanti naturali: 10 cibi contro radicali liberi e invecchiamento

Gli antiossidanti naturali: 10 cibi contro radicali liberi e invecchiamento !!

Sentiamo parlare spesso degli antiossidanti. Che cosa sono? Si tratta di sostanze presenti in numerosi alimenti, che aiutano l’organismo a contrastare i radicali liberi, a prevenire l’invecchiamento e a mantenere i tessuti sani.

 

 

Gli antiossidanti, con particolare riferimento a polifenoli e flavonoidi, proteggono la salute degli occhi e la vista, migliorano la circolazione e favoriscono il benessere del cuore e dei vasi sanguigni. Ecco alcuni degli alimenti più ricchi di antiossidanti.

1) Kiwi Il kiwi è tra i frutti più ricchi di antiossidanti. Il suo primato è dato dall’elevata presenza di polifenoli, che sono in grado di proteggerci dall’invecchiamento e dalle malattie degenerative, tra le quali troviamo il Parkinson e l’Alzheimer. E’ il kiwi di qualità gold a contenere un tasso maggiore di polifenoli rispetto al kiwi comune, di colore verde. Approfittiamo dei benefici di questo frutto quando è di stagione: da novembre a giugno.

2) TÈ VERDE Il tè verde è un vero e proprio concentrato naturale di antiossidanti, tra i quali troviamo polifenoli, bioflavonoidi e tannini. Può essere gustato sia in inverno che in estate, in versione casalinga. Un consumo regolare di tè verde può apportare numerosi benefici al nostro organismo: rimineralizza e tonifica ossa, pelle e capelli, rafforza il sistema immunitario, facilita la digestione e riduce l’assorbimento degli zuccheri.

3) MELOGRANO Il melograno presenta una concentrazione di antiossidanti molto elevata, superiore anche al tè verde. Tra gli antiossidanti contenuti nel melograno troviamo i flavonoidi, che proteggono il cuore e le arterie e che presentano proprietà antinfiammatorie e gastroprotettive. Grazie all’acido ellagico, il melograno ci aiuta a contrastare i radicali liberi.

4) MIRTILLI, FRUTTI ROSSI E E BACCHE DI ACAI I mirtilli presentano spiccate proprietà antiossidanti. Il contenuto di sostanze benefiche è superiore nei mirtilli selvatici, che sono ritenuti migliori rispetto ai mirtilli coltivati in serra dal punto di vista nutrizionale. Il potere antiossidante dei mirtilli è dovuto al loro contenuto di flavonoidi, che ci aiutano a prevenire malattie metaboliche, degenerative e cardiovascolari. Inoltre, ci proteggono dal cancro. Sono ricchi di antiossidanti tutti i frutti di bosco e i frutti rossi, comprese fragole eciliegie. Tra i frutti ricchi di antiossidanti simili ai mirtilli troviamo le bacche di Acai, considerate benefiche per le loro proprietà antinfiammatorie e anticancro.

5) GRAVIOLA La graviola è un frutto tropicale dalla polpa molto morbida a cui vengono attribuite importantiproprietà anticancro, soprattutto dal punto di vista della prevenzione. I benefici della graviola nel contrastare i tumori sono dovuti alla sua ricchezza di antiossidanti. Alcuni di essi rappresentano infatti delle sostanze citotossiche in grado di contrastare le cellule tumorali. La graviola, inoltre, ha proprietà antibatteriche e favorisce la digestione.

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6) Avocado

L’avocado è ricco di vitamina A e di vitamina E, sostanze antiossidanti che aiutano il nostro organismo a liberarsi dai radicali liberi, ritardando l’invecchiamento dei tessuti. L’olio estratto da questo frutto presenta uno spiccato contenuto di antiossidanti. Studi recenti hanno indicato l’olio d’avocado come un vero e proprio toccasana per la salute, in grado di contrastare i danni del tempo in mood naturale. I suoi pigmenti potrebbero rappresentare una nuova frontiera nella cura delle malattie degenerative.

 

7) CAROTE La presenza di vitamina C e di beta-carotene rende le carote degli ortaggi particolarmente ricchi di antiossidanti. Secondo studi recenti, mangiare carote allunga la vita. Gli scienziato hanno scoperto che elevati livelli di carotene presenti nel sangue sono inversamente associati al rischio di morte prematura, con particolare riferimento alle malattie cardiovascolari e ai tumori. In generale, mangiare frutta e verdura fresca aiuta a mantenersi in salute e a prevenire la morte prematura.

8) POMODORI I pomodori sono famosi per la loro ricchezza di licopene, un potente antiossidante. Proprio grazie al licopene, sono ritenuti un alimento benefico per proteggere il nostro organismo dall’ictus. Una percentuale elevata di licopene nel sangue è in grado di prevenire le malattie cardiovascolari. Mangiare pomodori è inoltre utile per contrastare il colesterolo e la pressione alta. Il contenutodi licopene dei pomodori è pari a 11 mg/100 g nella polpa ed a 54 mg/100 g nella buccia. La concentrazione di antiossidanti è stata valutata come superiore nei pomodori biologici.

9) CACAO E CIOCCOLATO Il potere antiossidante del cioccolato è garantito dalla presenza di cacao, un alimento ricco di flavonoidi. Il cioccolato migliore è quello con il più elevato contenuto di cacao e con la minore presenza di zuccheri raffinati. Ci riferiamo soprattutto al cioccolato amaro extra-fondente. Il cacao migliore proviene da agricoltura biologica ed è coltivato secondo criteri etici. Il cacao, con i suoi antiossidanti naturali, garantisce il buon umore e regola colesterolo e pressione sanguigna.

10) GOJI Le bacche di goji si distinguono per il loro elevato contenuto di antiossidanti naturali, che le rendono un aiuto prezioso nel contrastare i radicali liberi, con un effetto benefico sia per i tessuti dell’organismo che nella prevenzione delle malattie tumorali legate alla pelle. Secondo gli studi più recenti, le bacche di goji sono in grado di rallentare il moltiplicarsi delle cellule tumorali. Hanno inoltre proprietà antinfiammatorie e sono utili per proteggere la vista.

 

http://curiosity2013.altervista.org

 

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Bambini agitati : ecco i Fiori di Bach

Fiori di Bach per bambini agitati e aggressivi: ecco alcuni fiori di Bach che possono aiutare i vostri bambini a ritrovare la serenità

 

Una introduzione ed alcuni tra i fiori di Bach per bambini agitati, particolarmente indicati per i bambini.

 

Impatiens – il fiore dell’impazienza – per i bambini che vogliono fare tutto da soli.

 

Dr. Bach dice: “Per coloro che sono veloci nel pensiero e nell’azione e che desiderano che tutto sia fatto senza esitazione né ritardo. Quando sono malati hanno fretta di guarire. Per loro è molto difficile essere pazienti con le persone lente perché ritengono che ciò sia sbagliato e una perdita di tempo e, tentano di farle diventare più rapide in tutti i sensi. Spesso preferiscono lavorare e pensare da soli, per fare le cose seguendo il proprio ritmo.”

 

Il bimbo Impatiens vuole tutto e subito, s’irrita facilmente fino ad arrabbiarsi se così non accade. rapido in tutto anche nel parlare è iperattivo, impulsivo. Ha bisogno di indipendenza….per lui non è facile integrarsi nel gioco, nel gruppo…può arrivare all’intolleranza e all’isolamento. Questo bel fiore color malva gli insegnerà la pazienza e la gentilezza…….

 

Beech l’essenza dedicata ai bambini poco tolleranti

 

BEECH – è l’essenza dedicata ai bambini con eccessivo senso critico, soprattutto a cogliere i difetti altrui, bambini poco tolleranti…

criticoni che hanno da dire su tutto…

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“per chi sente il bisogno di vedere più bontà e bellezza in tutto ciò che li circonda. Questo rimedio aiuta ad acquistare la capacità di cosa c’è di buono anche nelle cose che sembrano loro sbagliate, al fine di diventare più tolleranti, indulgenti e comprensivi con ogni individuo” dice il dr. Bach.

 

Agrimony, per quei bambini coraggiosi che cercano di minimizzare i loro problemi

 

Per tutti quei bambini coraggiosi, ma tormentati, che cercano di minimizzare i loro problemi.

Sembrano bambini felici, spensierati. hanno però uno sguardo triste, un comportamento inquieto e ansioso, sebbene abbiano sempre pronto un sorriso o uno scherzo.

Hanno paura a rimanere da soli, perché la solitudine li mette davanti al loro dolore, che loro non riconoscono.

 

Fiori di bach per bambini agitati: descrizione del dr. Bach . “Sono persone gioviali, allegre, generalmente di buon umore, che amano la pace e sono molto afflitte dalle discussioni e dai litigi, tanto che per evitarli sono pronte a rinunciare a molto. Sebbene in genere abbiano problemi e siano tormentate, inquiete e preoccupate mentalmente e fisicamente, esse nascondono le preoccupazioni dietro il buon umore e gli scherzi; sono considerate ottimi amici da frequentare. Spesso abusano di alcool o di droghe per stimolarsi e aiutarsi a sopportare la propria afflizione con allegria.”

http://www.naturopataonline.org/gravidanza-neonati/rimedi-naturali-bambini/9230-fiori-di-bach-per-bambini-agitati.html

Fiori di Bach per bambini agitati, autrice: naturopata Pinuccia Ceriani

 

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BATTERI E FUNGHI : un aiuto dal POMPELMO

POMPELMO: Il Super Alimento in grado di eliminare 800 tipi di BATTERI e oltre 100 FUNGHI

Il pompelmo (Citrus paradisi) è l’unico agrume che si suppone non provenga dall’Asia sudorientale, ma dall’America Centrale. Si dice sia stato scoperto nel 1750, probabilmente a Barbados o alle Bahamas. In realtà è plausibile che da questi luoghi sia stato portato in Florida,

ma sembra alquanto strano che da lì abbia potuto raggiungere anche il Mar Mediterraneo.

Succo di Pompelmo

Sono numerose le proprietà benefiche del succo di pompelmo. Innanzitutto esso va a stimolare la secrezione dei succhi biliari e gastrici, e inoltre ha notevoli doti digestive. Per esempio, mezzo bicchiere di succo di pompelmo è ideale per sostituire a fine pasto il tradizionale bicchierino di amaro. In esso è presente un alto contenuto di fruttosio, il quale viene assorbito molto velocemente, e quindi è in grado di fornire in breve tempo energia. Il succo di pompelmo, dunque, rappresenta un ottimo integratore per gli atleti e per gli sportivi che si sottopongono a sforzo fisico. Non solo: esso svolge un’importante azione depurativa del sangue, ed è fortementediuretico (il pompelmo rosa ancora di più rispetto al pompelmo chiaro).

 

 

 

Ricco di fibre e di vitamine A, B,e C e soprattutto flavonoidi, potenti antiossidanti che aiutano il fegato e prevengono l’insorgere di malattie cardiovascolari; il flavonoide più abbondante presente nel pompelmo è la naringenina, che è un prezioso antiossidante e antitumorale. Oltre alla naringenina il pompelmo contiene anche una sostanza chiamata limonene, con proprietà antitumorali.

 

 

 

L’assunzione di pompelmo è suggerita in casi di inappetenza, alimentazione degli anziani, difficile digestione, disturbi del fegato, insufficienza renale, capillari fragili, ed infezioni polmonari.

 

 

 

Per le sue proprietà il pompelmo è un alimento indicato a fine pasto per le persone in sovrappeso, in quanto accelera la trasformazione dei grassi in energia. Se assunto in dosi corrette insieme alla caffeina, diventa un ottimo analgesico con poche controindicazioni.

 

 

 

Nel pompelmo troviamo sali minerali come calcio, fosforo, potassio, magnesio, zolfo, sodio, cloro, ferro, rame. La buccia contiene oli essenziali come il limonene, il citrale ed il pinene che svolgono un’azione antidepressiva.

 

 

 

Estratto di semi di Pompelmo

 

 

 

Dai semi di pompelmo viene ricavato un estratto considerato particolarmente benefico per la cura naturale della salute, dalle numerose applicazioni. L’estratto di semi di pompelmo viene considerato come un potente antivirale e battericida. Presenta un elevato quantitativo di sostanze in grado di contrastare le malattie, di antiossidanti e di fitonutrienti denominati bioflavonoidi. L’estratto di semi di pompelmo è ricco di vitamine e di sostanze amare che tonificano stomaco e fegato, migliorano l’attività dei reni, purificano il sangue e contribuiscono a tenere sotto controllo il livello del colesterolo.

 

 

 

Esso possiede proprietà antivirali e antimicotiche, unite alla capacità di contrastare numerosi virus e batteri, tra cui l’E.Coli. Si è inoltre dimostrato efficace nella pulizia di strumenti chirurgici. Uno studio pubblicato tra le pagine del Journal of Alternative and Complementary Medicine ha evidenziato la capacità dell’estratto di annientare oltre 800 tipologie di virus e batteri, 100 ceppi di funghi e un vasto numero di parassiti.

 

 

 

 

L’estratto di semi di pompelmo può essere impiegato in caso di:

•disturbi e malattie da raffreddamento (raffreddore, influenza);

•infezioni delle vie respiratorie (laringiti, tracheiti, tonsilliti, bronchiti); – Candida albicans e altre micosi ;

•disturbi e malattie dell’apparato digerente (prima fra tutte l’ulcera gastrica e duodenale in presenza di Helycobacter pylori);

•infezioni delle mucose e della pelle;

•parassitosi

 

 

 

Le virtù terapeutiche dei semi di pompelmo sono state scoperte nel 1972 dall’immunologo Jacob Harich. Lo studioso lo notò in un modo davvero particolare: a differenza di altri semi, quelli di pompelmo gettati via insieme ad altri residui vegetali non si decomponevano. Questo fatto confermava la presenza al loro interno di principi disinfettanti capaci di combattere l’aggressione di germi e muffe. Ma i semi di pompelmo sono anche una miniera di antiossidanti e di sali drenanti, che stimolano i processi di diuresi indispensabili per predisporre il corpo al rinnovarsi.

 

 

 

 

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Ricerche effettuate in seguito hanno rivelato che i semi contengono numerose sostanze attive, fra le quali le più significative sonoflavonoidi, naringina, quercetina, esperidina, apigenina, che insieme a numerose altre costituiscono il fitocomplesso dalle proprietà antimicrobiche.

L’estratto dei semi di Pompelmo è chiamato GSE, acrònimo di Grapefruit Seed Extract, ed è generalmente ricavato dai semi e dalle membrane del frutto disidratato, mediante vari processi che portano alla formazione di nuovi legami chimici, che hanno mostrato di agire su un’ampia varietà di microrganismi nocivi, come batteri, funghi, virus, lieviti, muffe, e anche parassiti come vermi e pidocchi, oltre a protozoi quale l’ameba, capace di cagionare diarrea e dissenteria, diffusa specialmente nei paesi dove l’igiene è carente.

 

Il meccanismo d’azione del GSE sembra inibire la struttura e l’efficienza della membrana cellulare microbica, che, modificandosi, causa la perdita di elementi citoplasmatici e diventa, inoltre, incapace di assorbire gli aminoacidi dall’ambiente circostante, per cui i microrganismi vanno incontro alla morte per mancato apporto nutritivo.

L’estratto di semi di Pompelmo è quindi utilmente adoperato, per l’azione antibatterica e antivirale, come coadiuvante contro infezioni microbiche faringee, auricolari, cutanee, intestinali.

 

 

 

L’estratto di semi di pompelmo viene considerato come un potente antivirale e battericida. Presenta un elevato quantitativo di sostanze in grado di contrastare le malattie, di antiossidanti e di fitonutrienti denominati bioflavonoidi. Tra di essi è presente l’esperdina, capace di stimolare in modo naturale il sistema immunitario. L’estratto di semi di pompelmo contiene inoltre vitamina C, acido citrico, steroli e tracce di sali minerali.

 

 

 

Ad esso vengono attribuite delle proprietà anticancro. Le sostanze presenti nella polpa e nei semi di pompelmo sarebbero infatti in grado di limitare il rischio di cancro al colon. Uno studio condotto presso l’Università della Georgia ha descritto l’estratto di semi di pompelmo come un disinfettante molto efficace e non tossico, a differenza dei comuni prodotti, altamente ricchi di tossine e pericolosi per ambiente, animali e uomo.

 

 

 

Altri usi

 

 

 

L’estratto di semi di pompelmo è considerato un prodotto molto utile da portare con sé in viaggio. Esso agisce infatti come un arma naturale contro i germi e può essere utilizzato per disinfettare gli ambienti e l’acqua. Viene inoltre impiegato per la cura degli animali domestici, soprattutto in caso di infezioni della pelle o di punture di pulci e zecche.

 

 

 

Può essere utilizzato nelle pulizie domestiche per la rimozione dei batteri dalle piastrelle o dagli spazi della casa, oltre che dagli attrezzi utilizzati per il giardino. E’ un antiparassitario naturale che viene impiegato per la protezione delle piante dagli insetti, sotto forma di spray, dopo essere stato diluito in acqua.

 

 

 

L’estratto di semi di pompelmo è utile per pulire e disinfettare tutte le superfici resistenti della casa. Può essere aggiunto in piccole quantità ai saponi e ai detersivi o detergenti per aumentare la loro potenza contro germi e microbi. Può essere inoltre versato in poche gocce nei saponi liquidi utilizzati per il lavaggio delle mani o nei prodotti per la detergenza del corpo e dei capelli, come shampoo e bagnoschiuma. E’ utile inoltre come aggiunta al dentifricio, direttamente sullo spazzolino, per migliorare la pulizia dei denti e della bocca.

 

 

 

Viene impiegato come integratore alimentare, da utilizzare in poche gocce e sempre diluito, ad esempio nelle spremute. Assumere l’estratto di semi di pompelmo, diluito ed in piccole quantità ogni giorno, aiuta a prevenire numerose infezioni.

 

 

 

Alcune gocce di estratto di semi di pompelmo possono essere aggiunte nei vasetti della marmellata preparata in casa per ottenere un effetto conservante e antimuffa. Può essere utilizzato per eliminare la muffa anche dalla doccia, dai sanitari e dalle superfici lavabili della casa, diluendone poche gocce nell’acqua ed applicandolo con uno spruzzino. Nello stesso modo può essere impiegato per disinfettare durante le pulizie. Nella preparazione di cosmetici naturali può essere impiegato come conservante.

 

 

 

Di Ricardo Lautizzi

 

 

 

Fonte: dionidream.com

 

 

 

Tratto da: informatitalia.blogspot.it

http://terrarealtime.blogspot.it/2015/01/pompelmo-il-super-alimento-in-grado-di.html?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed:+TerraRealTime+(TERRA+REAL+TIME)

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Eritemi e dermatiti? Li risolve l'enotera

L’olio estratto di questa pianta associato a vita mine ed erbe depurative, nutre e combatte disidratazione e seborrea.

 

Le dermatiti sono reazioni infiammatorie della pelle che si manifestano con eritema, prurito, vescicole ispessimento della cute, secchezza, fessurazioni. La dermatite allergica è dovuta a sostanze che vengono a contatto con la pelle e innescano una reazione di ipersensibilità specifica nei confronti di un allergene. Tra le sostanze allergizzanti ricordiamo farmaci per uso topico, tinture, profumi, metalli (solfato di nichel), conservanti. La dermatite atopica, invece, insorge solitamente nell’infanzia. Spesso esiste una predisposizione familiare e una possibile associazione con altre manifestazioni allergiche quali rinite e asma. Nei soggetti atopici il metabolismo dei grassi essenziali che regolano l’integrità delle membrane cellulari della pelle risulta deficitario, con un aumento dei mediatori chimici dell’infiammazione.

 

Attenzione a cereali e pomodori

 

Chi soffre di dermatite atopica non dovrebbe esagerare con latte, frumento, soia, pesce, arachidi, che sono potenzialmente allergizzanti. In caso di ipersensibilità verso le graminacee va ridotto il consumo di cereali (in particolare frumento), pomodori crudi, arance, frutta secca, frutta con nocciolo (pesche, albicocche ecc.). Se si è allergici alle betulacee, si eviteranno mele, sedano, carote e arance.

 

 

 

I grassi giusti “ristrutturano” la cute

 

Le dermatiti infiammatorie (e in particolare la dermatite atopica) rispondono positivamente alla somministrazione di acidi grassi essenziali in grado di frenare la tendenza infiammatoria e di aumentare l’idratazione e l’elasticità della pelle: va bene a tale scopo l’olio di ribes nero (macerato glicerico 1 DH, 50 gocce una volta al giorno) e l’olio di enotera, una capsula una volta al dì, entrambi per un ciclo di un mese.

 

 

 

Sulla pelle evita i prodotti troppo schiumogeni

 

La pelle atopica è ipersensibile; evita di applicare prodotti contenenti sostanze sintetiche come i parabeni, i PEG, i detergenti a base di laurethsolfati, i profumi, ma anche gli oli essenziali e gli oli estratti da germe di grano o mandorle per una possibile ipersensibilità verso queste sostanze.

 

Utilizza invece creme a base di acidi grassi essenziali (GLA), contenuti nell’olio di borragine ed enotera: riducono la secchezza e la disidratazione migliorando le funzioni protettive della pelle.

http://obiettivobenessere.tgcom24.it/2014/01/31/eritemi-e-dermatiti-li-risolve-lenotera/

 

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Enotera

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FAMIGLIA: Onagraceae.

 

HABITAT: originaria dell’America del Nord, cresce ormai spontanea anche nelle regioni temperate dell’Europa, in particolare su terreni sciolti e in posizioni soleggiate.

 

PARTE USATA: i semi.

 

PREPARAZIONI FARMACEUTICHE CONSIGLIATE: olio titolato in acido gamma linolenico min. 8% (Commissione E tedesca), la cui posologia giornaliera va da 10 a 15 mg/kg, suddiviso in due somministrazioni preferibilmente lontano dai pasti.

 

COMPOSIZIONE CHIMICA: è assai ricca di un olio contenente abbondanti acidi grassi insaturi e cioè acido gamma linolenico (8-14%), acido linoleico (65-80%), acido oleico (6-11%). Gli acidi gamma linolenico e linoleico appartengono ai cosiddetti Omega 6. Quest'olio viene ricavato per pressione a freddo e, come tutti gli oli ricchi di acidi grassi insaturi, si conserva male. Tutti questi acidi grassi sono insolubili in acqua ma solubili nei solventi organici. Sono presenti anche degli ellagitannini macrociclici detti enoteina A ed enoteina B.

 

PROPRIETA’ TERAPEUTICHE: gli acidi grassi essenziali, cioè quelli che non possono essere sintetizzati dall’organismo, sono costituenti importanti dei fosfolipidi delle membrane cellulari, dove concorrono ad assicurarne la fluidità e l’integrità. Inoltre sono i precursori degli eicosanoidi come prostaglandine, leucotrieni e trombossani. Il fabbisogno di acido linoleico in un soggetto adulto normale va dal 6 all’ 8% del fabbisogno calorico giornaliero, che viene normalmente soddisfatto da un adeguato consumo di oli vegetali.

 

Azione sulla cute: l'olio di enotera sembra essere attivo contro la dermatite atopica e contro gli eczemi. In effetti i pazienti affetti da dermatite atopica hanno una ridotta attività dell'enzima delta-6-desaturasi, che converte l'acido linoleico in acido gamma-linolenico, con presenza nel plasma di livelli di acido cis linoleico abnormemente alti e dei suoi metaboliti nettamente più bassi. Inoltre questi pazienti sono molto più sensibili agli effetti negativi degli anti-infiammatori non steroidei a livello gastrico rispetti ai soggetti non affetti da questa malattia.

La spiegazione risiederebbe nella ridotta produzione di prostaglandine, notoriamente protettive sulla mucosa gastrica, a partire dagli acidi grassi poli-insaturi, con conseguente maggior inibizione delle ciclo-ossigenasi a livello gastrico da parte dei farmaci suddetti.

Un gruppo di ratti era nutrito con una dieta ricca di olio di enotera, dopodichè gli animali venivano esposti a radiazioni per valutare l'eventuale effetto protettivo dell'enotera sui danni cutanei causati dalle radiazioni stesse. Venivano misurati anche i livelli plasmatici di acidi grassi liberi negli eritrociti e nel plasma. Si è visto che l'olio di enotera riduceva la sensibilità della pelle agli effetti flogogeni e l'aumento del flusso sanguigno indotti dalle radiazioni. Negli animali trattati con olio di enotera i livelli plasmatici di acido linoleico, gamma linolenico, diomogammalinolenico e arachidonico aumentavano in modo significativo, mentre nei loro eritrociti vi era un sensibile aumento di acidi gamma linolenico e linoleico.

 

Studi clinici:

Uno studio clinico in doppio cieco ha coinvolto 50 pazienti affetti da eczema atopico, con elevati livelli plasmatici di acido cis-linoleico e invece con bassi livelli di suoi metaboliti, ivi compreso l'acido arachidonico. Essi ricevevano per os l'olio di enotera o un placebo per un periodo di 30 giorni, con valutazione sia soggettiva sia oggettiva da parte del personale medico sull'eventuale miglioramento della sintomatologia. Al termine della sperimentazione si è notata una significativa riduzione della sintomatologia sia dal punto di vista soggettivo sia da quello obiettivo nei soggetti trattati con l'olio di enotera rispetto a quelli che ricevevano il placebo .

Uno studio clinico controllato ha indagato l’effetto di un olio di enotera contenente il 72% di acido linolenico e il 10% di acido gamma linolenico sulla composizione fosfolipidica degli acidi grassi nell’epidermide e nei neutrofili in 15 pazienti con dermatite atopica. Essi assumevano per os tre dosi differenti dell’olio suddetto: 2g, 4g e 6g/die per 1 mese. Al termine dello studio si è visto che vi era un aumento significativo (p<0,05) dei livelli di acido diomogammalinolenico nei neutrofili e anche nelle zone di cute lesionata dalla dermatite atopica, ma solo a partire dalla dose di 4 g/die dell’olio qui utilizzato .

Un altro studio clinico in doppio cieco è stato condotto su 24 bambini affetti da dermatite atopica, 12 dei quali ricevevano per via orale l'olio di enotera e 12 un placebo per un periodo di 30 giorni. Al termine della sperimentazione si osservavano significativi miglioramenti sintomatologici e clinici con normalizzazione dei livelli plasmatici di acido cis linoleico e dei suoi metaboliti nei bambini del gruppo verum rispetto a quelli del gruppo placebo.

E' stato fatto uno studio clinico in doppio cieco su un gruppo di bambini affetti da dermatite atopica, che ricevevano olio di enotera o un placebo, per valutarne l'effetto su questa patologia. Al termine della sperimentazione si è notato un significativo miglioramento delle condizioni cliniche di questi bambini, con un incremento del contenuto percentuale degli acidi grassi n-6 nella membrana degli eritrociti e dell'acido diomogamma linolenico nel plasma. Quest'ultimo fatto è particolarmente importante perché l'acido diomogamma linolenico è un importante precursore dei prostanoidi ad azione antiflogistica. Non sono state osservate alterazioni nella microviscosità della membrana cellulare degli eritrociti, nonostante l'aumento in essa degli acidi grassi poli-insaturi a catena lunga.

E’ stato fatto uno studio clinico controllato su 14 pazienti affetti da dermatite atopica con cute particolarmente secca, per valutare l’effetto su di essi dell’olio di enotera. Venivano misurati i livelli sierici di gamma interferone e di IgE in aggiunta ai dati clinici pre e post terapia, per vedere se l’eventuale effetto benefico dell’olio di enotera possa dipendere da un meccanismo immunologico. Si è visto che al termine del trattamento il miglioramento clinico era evidente, con un significativo aumento (p<0,01) dei livelli sierici di interferone gamma e un significativo calo (p<0,05) dei livelli sierici di IgE. Questi dati indicano che l’effetto positivo dell’olio di enotera sulla dermatite atopica può dipendere, almeno in parte, dalla sua capacità di aumentare l’interferone gamma e di ridurre le IgE.

E' stato anche fatto un lavoro di metanalisi su nove studi clinici in doppio cieco per valutare i dati sull'efficacia dell'olio di enotera nell'eczema atopico. Ne è emerso che questo prodotto ha consentito di ottenere miglioramenti della sintomatologia soggettiva e clinica statisticamente significativi (p<0,001), con ripristino di livelli plasmatici di acido cis linoleico e dei suoi metaboliti pressochè normali.

 

Azione sui disturbi mestruali e sulla mammella: sembra che gli acidi grassi essenziali di cui l'enotera è ricca costituiscano i precursori della prostaglandina E1, che alcuni studi ritengono capaci di ridurre i livelli plasmatici di prolattina. Siccome l'iperprolattinemia sembra essere implicata nella genesi dei disturbi tipici della fase premestruale, questa droga potrebbe essere utile nel trattamento di questi disturbi, in particolare di quelli quali irritabilità, disturbi di tipo depressivo, tensione mammaria e ritenzione di liquidi.

 

Studi clinici:

Uno studio clinico controllato ha valutato l’effetto dell’olio di enotera su 10 sintomi associati con la sindrome premestruale in 38 donne affette da questa patologia. Le donne partecipanti dovevano assumere l’olio di enotera titolato in acido gamma linolenico al 9% alla dose di 2 g/die o un placebo per 3 cicli mestruali consecutivi. Al termine della sperimentazione le donne del gruppo verum avevano una certa riduzione dei sintomi, che era al limite della significatività statistica. Non sono stati osservati rilevanti effetti collaterali.

Altre osservazioni cliniche riferiscono che il trattamento con questa droga è in grado di ridurre le dimensioni dei noduli mammari di natura fibrosclerotica, di ostacolarne la formazione e di ridurre le recidive di queste lesioni dopo loro asportazione chirurgica.

Uno studio clinico in doppio cieco ha coinvolto 200 donne portatrici di cisti mammarie, cui veniva somministrato per os olio di enotera alla dose di 6 perle al giorno o un placebo per 1 anno. Le cisti erano monitorate tramite ecografia, che si eseguiva ogni 3 mesi. Al termine della sperimentazione si è osservato che le pazienti del gruppo verum avevano una minor tendenza a formare nuove cisti rispetto a quelle del gruppo placebo, ma tale dato era al limite della significatività statistica. La tollerabilità dell'olio di enotera in questo studio è stata ottima .

E' stato fatto uno studio clinico su 170 donne affette da mastalgia, trattate con olio di enotera per un periodo di tre anni per via orale. Il 59% di queste pazienti aveva dolori bilaterali e il 38% solo unilaterali. Al termine del trattamento il 26% delle donne trattate con l'olio di enotera riferiva una netta diminuzione dei dolori mammari, mentre il 74% mostrava solo lievi miglioramenti della loro sintomatologia.

 

Azione sui processi immunitari: si è notato che gli acidi grassi poli-insaturi di cui l'enotera è ricca paiono in grado di deprimere la reattività e la produzione di anticorpi da parte dei linfociti e la funzionalità dei monociti e dei macrofagi nei processi infiammatori cronici e in alcune malattie autoimmuni, in particolare l'artrite reumatoide.

Ciò potrebbe essere dovuto a un'aumentata produzione di prostaglandine della serie E, in particolare della E1, che hanno una moderata attività flogogena, e ad una ridotta secrezione di leucotrieni, la cui attività infiammatoria è invece assai rilevante.

E’ noto che la produzione dei radicali liberi e in particolare dei ROS, è importante per lo sviluppo e il mantenimento dell’artrite reumatoide. La maggioranza dei radicali liberi viene in questo caso prodotta dai sinoviociti e dai condrociti, ed è stato dimostrato che alcune citochine, in particolare il TNF alfa, favoriscono questo processo, grazie soprattutto alla loro capacità di aumentare l’attività dell’enzima ossido nitrico sintetasi. Inoltre l’ossido nitrico può favorire il riassorbimento osseo indotto dalle citochine. Gli acidi grassi poli-insaturi, in particolare quelli della serie n-3 che sono i precursori degli eicosanoidi e quelli della serie n-6 che favoriscono la produzione del TNF alfa e dell’interleuchina 6, potrebbero in linea teorica peggiorare la malattia, ma va considerato che alcune prostaglandine sopprimono la formazione delle citochine, cosicchè gli acidi grassi poli-insaturi della serie n-3 si oppongono all’effetto flogogeno degli acidi grassi poli-insaturi della serie n-6. L’acido grasso poli-insaturo maggiormente protettivo sembra essere l’acido gamma linolenico, di cui è ricco l’olio di enotera, probabilmente perché esso è il principale precursore della prostaglandina E1.

 

Studi clinici:

Uno studio clinico controllato ha arruolato 24 donne e 4 uomini affetti da morbo di Sjogren, che ricevevano per os 2 g./die di olio di enotera o un placebo per 2 mesi, con lo scopo primario di verificare se l’olio di enotera fosse in grado di migliorare i danni oculari e orali causati dalla malattia e per valutare il suo effetto sui livelli plasmatici ed eritrocitari di acidi grassi liberi. La valutazione era fatta tramite opportuni test (Schirmer-I, Bijsterwald) per valutare le condizioni orali ed oculari. Si è visto che al termine della sperimentazione i pazienti del gruppo enotera mostravano evidenti miglioramenti in questi test, che non avvenivano nei soggetti del gruppo placebo. I livelli plasmatici ed eritrocitari di prostaglandina E1 e di acido diomogammalinolenico aumentavano in modo statisticamente significativo (p<0,001) solo nei pazienti del gruppo enotera. Non sono stati registrati effetti collaterali degni di nota.

L’olio di enotera è una fonte importante di acido gammalinolenico, che aumenta la produzione delle prostaglandine della serie 1, in particolare la E1, che hanno una modesta azione flogogena al contrario di quelle della serie 2. Inoltre riduce la sintesi di leucotrieni, in particolare del leucotriene B4. Per questo motivo sono stati reclutati, in uno studio clinico controllato, 16 pazienti affetti da artrite reumatoide, che assumevano per os 540 mg/die di acido gammalinolenico (GLA) oppure 240 mg/die di acido eicosopentaenoico (EPA) e 450 mg/die di GLA e 18 controlli apparentemente sani che ricevevano un olio inerte. Lo scopo dello studio era quello di valutare l’azione antiflogistica e antidolorifica di questi prodotti per 12 mesi di terapia. Si è visto che al termine dello studio i pazienti dei gruppi verum avevano un significativo miglioramento sintomatologico, con un evidente riduzione del consumo di farmaci anti-infiammatori non steroidei. Non vi erano differenze statisticamente significative tra i due gruppi verum per quanto riguarda i parametri suddetti. Non sono stati registrati rilevanti effetti avversi .

Uno studio clinico ha arruolato 37 pazienti affetti da artrite reumatoide e da sinovite in fase attiva, che ricevevano per os 1,4 g./die di olio di enotera o un placebo per 6 mesi. Venivano valutati prima, durante e al termine della terapia una serie di sintomi per quanto riguarda la loro intensità, con raccolta dei dati da parte dei medici curanti. Al termine della sperimentazione si è notato un significativo(p<0,05) miglioramento della sintomatologia nei pazienti del gruppo verum rispetto a quelli del gruppo placebo, con un'ottima tollerabilità del rimedio.

E’ stato fatto uno studio clinico controllato allo scopo di valutare l’effetto dell’olio di enotera sulla funzionalità NK (natural killer) di cellule mononucleari periferiche. Un gruppo di soggetti di età compresa tra i 55 e i 75 anni riceveva per os 2 g/die di olio di enotera, di olio di pesce o un placebo per un periodo di 12 settimane, valutando l’attività di tipo NK delle cellule mononucleari periferiche pre e post terapia. Si è visto che l’olio di enotera non modificava l’attività NK delle cellule suddette, mentre l’olio di pesce la riduceva del 48%. Tale riduzione scompariva completamente dopo 4 settimane dalla fine dello studio.

 

Farmacocinetica: è stata studiata in un gruppo di volontari sani, cui veniva somministrato l'olio di enotera lontano dai pasti al mattino al risveglio e nel tardo pomeriggio. Si è notato che la biodisponibilità di questo olio è piuttosto elevata, con raggiungimento del picco plasmatico massimo dopo circa 4 ore dalla somministrazione e con presenza di livelli plasmatici significativi per circa 8 ore.

 

Indicazioni principali: dermatite atopica, eczemi, eritema solare, scottature solari, mastopatia fibrocistica, sindrome premestruale.

 

Azione principale: dermoprotettiva.

 

Altre azioni: decongestionante mammaria, utile nella sindrome premestruale, immunostimolante.

 

EFFETTI COLLATERALI: nessuno degno di nota.

 

CONTROINDICAZIONI: nessuna in particolare.

 

INTERAZIONI FARMACOLOGICHE: l'olio di enotera non deve essere usato assieme ai farmaci anticonvulsivanti perché può abbassare la soglia alla quale avvengono gli attacchi convulsivi.

Uno studio nel ratto ha mostrato che l’olio di enotera è sicuro nell’epilessia, dal momento che anche dosi elevate di questo olio proteggevano l’animale dalle crisi epilettiche in svariati modelli animali di epilessia. L’acido arachidonico contenuto nell’olio di enotera inibiva le correnti ioniche del sodio e la trasmissione sinaptiche, mentre la prostaglandina E1, la cui produzione era stimolata dall’olio di enotera, aveva azione anticonvulsivante. Lo studio indica che l’olio di enotera può tranquillamente essere adoperato in caso di epilessia .

 

DATI TOSSICOLOGICI: uno studio clinico ha valutato l’effetto di una miscela tra olio di pesce e olio di enotera capace di fornire 456 mg di DHA e 353 mg di acido gamma linolenico versus placebo sui livelli plasmatici di acidi grassi liberi in donne in gravidanza. Sono state arruolate 40 donne, che assumevano per os la miscela suddetta o un placebo per 2 mesi, misurando pre e post terapia i livelli plasmatici di colesterolo, colesterolo LDL, colesterolo HDL, trigliceridi, fosfolipidi ed esteri colesterinici. Al termine dello studio vi era un significativo aumento dei livelli plasmatici di acido gammalinolenico (+49,9%) e di DHA (+59,6%) nelle donne del gruppo verum, senza modificazioni apprezzabili negli altri parametri esaminati tra i due gruppi. In entrambi i gruppi 3 donne hanno avuto moderati disturbi gastrointestinali. La miscela in questione non ha causato alcuna alterazione della gravidanza e nessuna incidenza di anomalie nei nuovi nati.

http://www.cristalfarma.it/it/la-fitoterapia/enciclopedia-naturale/enotera.html

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COLESTEROLO e TRIGLICERIDI : un aiuto dalla Cyclanthera pedata

Caigua (Cyclanthera pedata)

Caigua

- Descrizione botanica

- Impiego

- Descrizione della pianta

- Descrizione dell'impiego

- Note ed avvertenze

 

Descrizione botanica

Denominazione botanica: Cyclanthera pedata Schard. - fam. Cucurbitacee

Sinonimi: Caihua - Nomi stranieri: ted. – Inkagurke;

Parti usate: frutto fresco senza semi

 

Indicazioni della caigua

- trattamento dei livelli di coleslterolo

- trattamento dei livelli dei trigliceridi

- riprostino del profilo lipidico

- trattamento del diabete

 

Descrizione della caigua

La caigua è una pianta nativa del Perù che fa parte della famiglia delle Cucurbitacee. Il suo nome scientifico è Cyclanthera pedata, ma la si trova sotto molti altri nomi: Achocha, Achokcha, Caihua, Caygua, Cayua, Caigua, Korila ecc. Il suo genere comprende una quarantina di specie indicizzate. È una pianta originaria dall'America centrale, molto presente sui banchi dei mercati e nell'alimentazione tradizionale. È coltivata fino a 2000 m di altitudine. Si tratta di una pianta molto apprezzata anche dal punto di vista estetico. Il suo carattere rampicante, il suo fogliame lussureggiante ed il profumo dei suoi fiori sono innegabili qualità decorative. Di questa vigorosa rampicante simile alla vite, si raccolgono i frutti quando sono ancora acerbi, mentre la loro “buccia” è ancora verde. Questi hanno una polpa bianca, tenera, dal sapore di cetriolo e di fava e sono buoni in insalata o come verdura saltata in padella. I frutti più maturi possono essere farciti, fritti o anche marinati come i cetriolini, avendo cura di ritirare precedentemente i semi. Il fogliame ed i piccoli fiori delicati sono hanno un aspetto molto piacevole: questa pianta può dunque essere coltivata soltanto per il suo valore decorativo; bisogna solo notare che si tratta di una pianta immensa di più di 4 m che chiede molto spazio. Benché questa pianta abbia tendenza a fiorire tardi, i primi frutti appaiono in seguito (in agosto). È una pianta annuale da coltivare come i cetrioli, in pieno sole.

Impiego

 

Gli studi clinici realizzati dimostrano che la caigua aiuta a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue. Con il suo utilizzo, si può raggiungere una riduzione dei livelli di colesterolo totale del 18%, e di cattivo colesterolo o LDL del 23%, con il vantaggio supplementare di aiutare ad alzare il livello di buon colesterolo o HDL di fino al 42%. L’LDL si accumula nelle arterie come la componente lipoproteica e agente determinante dei processi arteriosclerotici.

Nella composizione della caigua esistono molti elementi che spiegano questi effetti anti-colesterolo. I più conosciuti sono i fitosteroli come il sitosterolo-3-beta-D-glicoside. Queste sostanze sono simili chimicamente al colesterolo, inibiscono il suo assorbimento a livello intestinale e causano la riduzione dei suoi livelli nel sangue.

 

Si tratta di una specie allogama, cioè una pianta nella quale l'ovulo è fertilizzato da polline derivato da un altro fiore. È tuttavia autofertile, visto che in teoria una sola pianta può garantire l'impollinazione dei fiori femminili. La caigua è anche una pianta monoica, cioè che segrega in parti differenti della pianta i fiori maschili e quelli femminili. È tuttavia possibile effettuare un'impollinazione manuale come per le altre varietà di zucche.

I fiori sono di piccola dimensione, di un bel colore giallo. La formazione del frutto ha luogo dopo il solstizio d'estate (il 21 giugno) quando i giorni iniziano ad accorciarsi.

I primi frutti possono essere raccolti a partire dalla metà d’agosto.

Una delle curiosità di questa specie è che possiede un mezzo particolare per la propagazione dei semi. Quando i frutti hanno raggiunto la loro maturità, si aprono ed espellono una decina di semi lanciandoli a molti metri. Queste sementi nere hanno anche una forma abbastanza bizzarra.

L'impollinazione della caigua è realizzata principalmente tramite gli insetti.

 

Descrizione dell'impiego

Gli impieghi culinari di questo piccolo frutto straordinario sono numerosi in Sudamerica.

Gli impieghi della caigua in Europa invece sono soprattutto medicinali.

Sembra che la caigua agisca come un ipotensore. Contribuirebbe a ridurre il colesterolo nel sangue. Le conferiscono proprietà benefiche nel trattamento delle malattie coronariche e più generalmente cardiache.

È anche raccomandata per il trattamento di malattie come il diabete grazie alla sua azione regolatrice del metabolismo dei lipidi e dello zucchero nel sangue.

Si tiene così conto della sua azione positiva nel quadro della riduzione dell'obesità (ad esempio nelle diete o come integratore).

Il frutto contiene peptine, acido galatturonico, diidrossitriptamina, resine, minerali come il fosforo, vitamina C, lipoproteine e componenti sferoidali con azione ipoglicemica e contro il colesterolo LDL.

Per centinaia di anni la caigua è stata utilizzata per preparare cibi creoli come il "Guiso Caiga" o la "Caigua Rellena", ma gli antichi sciamani peruviani che praticavano la medicina tradizionale folcloristica, usavano la caigua per applicazioni medicinali come l’abbassamento del colesterolo o della pressione del sangue e nei trattamenti di perdita del peso.

I primi studi fatti dall’istituto peruviano di Altura della Cayetano Herédia University hanno dimostrato che i fitosteroli della caigua hanno un’influenza positiva nell’assorbimento di entrambi i tipi di colesterolo (endogeno ed esogeno) riducendo drasticamente la sua biosintesi. Questo ne evita l’accumulo in organi come fegato, pelle, intestino ed arterie, e riduce il rischio di sviluppare diverse malattie.

Inoltre l’ipercolesterolemia e l’ipertrigliceridemia sono correlate al rischio di malattie coronariche e cardiache, un rischio che cresce con l’età e specialmente nelle donne in menopausa (sulle quali sono stati fatti diversi studi).

Altri studi più recenti confermano il ruolo dei flavonoidi nel combattere l’eccesso di colesterolo e anche come agenti immunostimolatori contro agenti infettivi, e antiossidanti.

 

Note ed avvertenze

Non si raccomanda di consumare i frutti della caigua durante la gravidanza anche se da un punto di vista strettamente tossicologico, la caigua è considerata come non tossica.

Non è stata riportata nessuna reazione o interazione sfavorevole con altre sostanze.

Occorre tuttavia interrompere il consumo se vengono notate reazioni sfavorevoli, e si consiglia in questo caso di consultare un medico.

Le informazioni qui riportate sono soltanto a titolo indicativo, non possono sostituire i consigli medici di professionisti del settore sanitario. Il consumo del frutto della caigua non può mai permettere di diagnosticare, curare, o prevenire alcuna malattia ma rappresenta un aiuto naturale.

 

 

http://www.erbe-officinali.com/caigua.html

 

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