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Categoria: "Crescita spirituale"

E' Natale ! Forgiveness : un'occasione per perdonare !

Come e perché il perdono cambia la vita

Il perdono è l’essenza della libertà. E vi libererà dal vostro passato, e vi libererà soprattutto per il vostro futuro. Consente di liberare spazio al vostro interno e di creare la vita e l’amore che volete veramente.

La maggior parte di noi pensa che il perdono è nei confronti di qualcuno o dipende dall’altra persona. Quante volte avete pensato: “Adesso gli verranno i sensi di colpa per come mi hanno fatto del male, e poi verrà da me, costernato, e poi forse io perdonerò!”

Naturalmente, questo è quello che tutti pensiamo prima di conoscere meglio il concetto di perdono, perché ascoltiamo solo il nostro ego ferito. Ma bisogna capire che la dura realtà è diversa: tutto inizia e finisce con noi. Ha poco a che fare con l’altra persona. Quello che abbiamo dentro di noi, che tiene imprigionata la nostra realtà è il rancore: ci tiene in ostaggio, ci teniamo in ostaggio da soli. Solo noi possiamo liberare il prigioniero, ma noi stessi siamo il prigioniero.

Quando scegliamo di perdonare decidiamo che è più importante essere felici che avere ragione ad ogni costo. Quando scegliamo di perdonare allora decidiamo di essere pronti a lasciare andare tutto per renderci di nuovo liberi.

So che questa affermazione è provocatoria. Si potrebbe pensare: “Ma aspetta un momento, io ero molto, molto offeso!“ E avete ragione, probabilmente sono stati molto crudeli con voi. Perdonare non significa negare ciò che vi è stato fatto. Al contrario: il perdono è concedersi di sentire il male fino in fondo, provare dolore e rabbia per quello che è successo, e nonostante tutti questi sentimenti negativi,scegliete di essere di nuovo felici, di stare bene perdonando.

Il perdono è una decisione. Bene! Perché è il concetto di perdono come decisione autonoma, che si deve abbracciare per evolvere,  perché rancori irrisolti condizionano la nostra vita, il risentimento detta legge nella nostra esistenza solo se noi gli diamo questo potere.
Quando ci aggrappiamo al risentimento non possiamo sfuggirne – possiamo sfuggire le persone che ne sono all’origine, ma purtroppo i sentimenti che questo rancore porta con sé, faranno il loro ritorno nelle nostre nuove relazioni. E’ un processo esasperante!

Spesso pensiamo che la risposta sia al di fuori di noi – ad esempio trovando la persona “giusta” non si sentirebbe il dolore che abbiamo provato in altre relazioni. Ma la verità è che quello che abbiamo dentro di irrisolto, torna a galla (rancore compreso): questa è la cattiva notizia.

La buona notizia è che il perdono è un modo per lasciare andare via tutto. Il perdono ha il potere di trasformare tutti i rapporti: si può perdonare chiunque, e qualunque cosa sia stata deliberatamente inferta al nostro animo.

Ma come in tutte le cose dobbiamo cominciare a piccoli passi ed essere aperti a una trasformazione. Se funziona – se effettivamente lasciar andare i vostri sentimenti più duri vi libera allora tutto il vostro mondo può cambiare. Allora perché non dare un bel colpo di spugna?!

Ecco una mini-guida su cosa fare:

Fase 1: essere disposti a perdonare. Disponibilità significa che vi siete aperti alla possibilità di perdonare. Siete aperti ad essa. È una possibilità. Ciò non significa che tutto ad un tratto, si cancella il passato. Significa solo che consapevolmente create nella vostra mente (e soprattutto nel cuore), uno spazio per la possibilità di una nuova realtà, la realtà in cui non vi è più spazio per il rancore, una realtà in cui si è perdonato.

Fase 2: portare i vostri risentimenti/rancori in superficie. Chiedetevi: “Perché sono arrabbiato?” Individuate chiaramente le sensazioni che avete in mano. Se volete fate una lista, e chiedetevi se vi siete sentiti come offesi o avete sentito di essere stati delle vittime. Basta avere chiaro il sentimento che vi anima.

Fase 3: distinguere l’Anima dall’Ego. Questo passaggio è fondamentale per capire che siamo tutti fondamentalmente buoni, che spesso facciamo degli errori e che spesso non intenzionalmente siamo capaci di ferire gli altri.
Abbiamo un vero sé, che è la nostra bontà intrinseca (Anima), e un sé ferito, che opera mosso dalla paura (Ego). E’ il vostro sé ferito, non è il vostro vero sé, che fa male ad altre persone. Questo è vero per tutti. Quando ci facciamo guidare dal nostro sé ferito (per paura e dolore), ci facciamo del male e lo facciamo anche ad altre persone. E tutti nella vita involontariamente abbiamo fatto male ad altre persone! Molti di noi hanno lo hanno fatto anche alle persone che amavano (e amano) veramente! Questo non accade perché siamo cattivi. Questo non accade perché siamo personeviziate, o senza scrupoli o senza morale!

Succede perché stiamo male! E lo stesso vale per chi vi ha ferito. Chi fa male agli altri, fa del male anche a se stesso. Questo rende l’offesa o il ferire una cosa giusta? Certo che no! Ma è quello che accade nella maggior parte dei casi, quindi è meglio riconoscere e conoscere questo aspetto della realtà, piuttosto che rimanere catturati nell’illusione che certe persone sono l’incarnazione del male. Guardare gli altri come “cattivi” invita a giustificare azioni di rabbia e risentimento; al contrario la visualizzazione degli altri come persone ferite che chiedono aiuto invita alla compassione ed al perdono.

Fase 4: individuare la vostra parte di responsabilità. E’ tempo di guardare la vostra parte di colpa e di prendere un po’ di responsabilità personale. Chiedetevi: “Come ho causato dolore a questa persona o in quale situazione di sofferenza l’ho portata? Come ho fatto una cosa simile che è stato fatta anche a me in passato?”Questo può essere difficile da fare, ma è molto importante.
Essere onesti sulla propria parte di responsabilità nella situazione creatasi è essenziale. La vostra “colpa” potrebbe essere che avete fatto qualcosa di simile a ciò che è stato fatto a voi in passato da altre persone (questo è spesso il caso, in particolare nelle nostre relazioni adulte). Oppure potrebbe essere che avete trattenuto la rabbia e l’odio contro una certa persona per un periodo troppo lungo fino ad esplodere in un risentimento, in un rancore ingiustificato, se comparato alla situazione.
Siate il più onesti possibile. Rileggete la vostra lista, guardate le cose specifiche che avete elencato, e chiedetevi “Ho fatto una cosa simile?” Potreste essere sorpresi delle risposte che troverete.

Fase 5: Arrendersi. Ora che avete fatto tutto il “lavoro sporco” è arrivato il momento di lasciare che i vostri sentimenti cambino nel tempo e soprattutto di lasciare andaretutti quelli negativi. Tutti i passaggi di cui sopra vi guideranno verso un cambiamento reale.

Non posso dire quanto tempo ci vorrà, ma vi posso dire che, se si decide consapevolemente di perdonare, questo accadrà. Si perdonerà. E quando lo farete tutto il resto cambierà! E sarete finalmente liberi!

http://www.promiseland.it/2012/11/15/forgiveness-ovvero-perdonare/

 

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L'ARTE DEL PERDONARE

e' la chiave del benessere interiore.

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Il perdono e' un atto che si compie per-dono!

o meglio e' un atto LIBERATORIO

-

Passiamo spesso dalla paura alla tolleranza, dal giudizio al perdono. Ma questo non basta, SAREBBE APPROPRIATO fare un altro passo ancora più importante. La tolleranza implica una stima di "diversità di valore". Si è tolleranti verso quelli che consideriamo inferiori. 
Il perdono implica l'ipotesi di un errore. Si perdona a chi crediamo abbia sbagliato, peccato.

Perdono è sinonimo di "colpa". Ogni cosa che succede deve per noi essere colpa di qualcuno. O sono sempre colpevoli gli altri o lo siamo noi. Ci è estremamente difficile osservare ciò che è e riconoscere in questo ciò che abbiamo creato con i nostri preconcetti e pregiudizi.
Ora sappiamo che nessuno ha mai sbagliato, nessuno è "meno" di noi. Tutto è una questione di "punto di osservazione" e della credenza che esista il tempo.

Ciononostante tutto succede "ora" e ciò che vediamo intorno a noi è solo un RIFLESSO di ciò che siamo, cioè un'infinità di LIVELLI di coscienza.


Vediamo negli altri ciò che siamo nei nostri piani meno sviluppati o più ampi; vediamo, e così possiamo "ricordare", la nostra limitatezza e la nostra grandezza.


Liberare gli altri dai nostri giudizi e dalle nostre valutazioni significa quindi liberare noi stessi e gli altri da di ciò che siamo stati ieri e dare a noi e agli altri la FIDUCIA E L'AMORE incondizionato del quale avevamo bisogno per cominciare a crescere

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LA GUARIGIONE HAWAIANA

HO-OPONOPONO

il processo di riconciliazione

Vi cambia la vita

Indicata per tutti, proprio per tutti, ma utilissima per i terapeuti, reikisti, cristalloterapeuti, psicologi etc....medici....

Ho-oponopono significa "correggere un errore" o "fare la cosa corretta" nella lingua originale hawaiana.

Benché fino ad ora non molto conosciuto in Italia, l' Ho-oponopono fa parte dei metodi di guarigione dell'antica filosofia Huna.

Nel sistema Huna La tecnica di guarigione HAWAIANA Ho'oponopono è multipersonale, richiede la partecipazione di tutti al processo di riconciliazione, di soluzione di problemi.

La metodologia HAWAIANA DELL' HO-OPONOOPONO in sintesi consiste nell'operare nella propria vita e nel gestire le proprie relazioni in accordo coi seguenti punti:

1. L'universo fisico è una realizzazione dei miei pensieri.

2. Se i miei pensieri sono negativi, essi creano una realtà fisica negativa.

3. Se i miei pensieri sono appropriati, essi creano una realtà fisica di perfetto Amore.

4. Io sono al 100% responsabile nel creare il mio universo fisico come è.

5. Io sono al 100% responsabile di correggere i pensieri negativi che creano una realtà indesiderata. Tutto esiste qui dentro me come pensiero nella mia mente.

Invocazione Ho-oponopono:

"Divino Creatore, padre, madre, figlio, tutti in uno...

Se io, la mia famiglia, i miei parenti o antenati abbiamo offeso la tua famiglia, i tuoi parenti o antenati in pensieri, parole, fatti o azioni dall'inizio della nostra creazione fino ad ora, io chiedo il tuo perdono...

Lascia che questo perdono ripulisca, purifichi, liberi, tutte le memorie, i blocchi, le energie e le vibrazioni negative e tramuti queste energie indesiderate in pura luce...E così è."

...

Continua a leggere su : https://www.spaziosacro.it/interagisci/il_potere_del_perdono/index.php

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DIFFERENZE TRA PIACERE, FELICITA', GIOIA E BEATITUDINE …

Il piacere è fisico, fisiologico.

Nella vita il piacere è l'aspetto più superficiale; è titillazione, semplice solleticamento.

Può essere sessuale, può appartenere ad altri sensi, può diventare un'ossessione per il cibo, ma è radicato nel corpo.

Il corpo è la tua periferia, la tua circonferenza, non è il tuo centro.

Vivere nella circonferenza significa vivere in balia di tutte le situazioni che si sviluppano attorno a te.

L'uomo che cerca il piacere rimane in balia del casuale.

Come le onde nell'oceano, che sono in balia dei venti.

 

Ci sono quando arriva un forte vento, quando il vento scompare anche loro spariscono. Non hanno un'esistenza indipendente, sono dipendenti, e qualunque cosa dipenda da un'altra crea una schiavitù.

 

Una spada a doppio taglio Il piacere, dipende dall'altro.

Se ami una donna, se questo è il tuo piacere, quella donna diventa la tua padrona.

 

Se ami un uomo, se quello è il tuo piacere e senza di lui sei scontenta, disperata, triste, allora hai creato un legame.

Hai creato una prigione, non sei più libera.

 

Se stai cercando denaro e potere, allora dipenderai dal denaro e dal potere.

L'essere umano che continua ad accumulare denaro, se il suo piacere è di avere più denaro, diventerà sempre più miserabile.

 

Più ne ha e più vorrà, e più ne ha e più avrà paura di perderlo - una spada a doppio taglio.

Volerne sempre di più, il primo taglio della lama; e perciò diventerà via via più miserabile.

 

Più chiedi, desideri, più senti che ti manca qualcosa, e più ti consideri vuoto, bisognoso.

 

Dall'altra parte - l'altro taglio della lama - c'è il fatto che più hai e più hai paura che ti possa venire tolto.

 

Può esserti rubato… la banca può fallire, la situazione politica nel paese può cambiare, il paese può diventare comunista. Ci sono mille cose dalle quali dipende il tuo denaro. Il tuo denaro non ti rende padrone, fa di te uno schiavo.

 

Il piacere è periferico e quindi è costretto a dipendere dalle circostanze esterne.

 

È pura titillazione. Se il piacere sta nel cibo… che cosa esattamente lo sta provocando? - semplicemente il sapore! Per un attimo, mentre il cibo passa sulle papille gustative nella tua lingua, avverti una sensazione che interpreti come piacere. È una tua interpretazione. Oggi ti sembrerà piacere, domani potrà non sembrarti più piacere. Se ogni giorno mangi lo stesso cibo, le papille gustative della tua lingua diverranno insensibili al suo sapore. Presto ti verrà a noia - è così che la gente si stanca delle cose. Un giorno lo passi a rincorrere un uomo o una donna, e il giorno dopo trovi qualunque pretesto per sbarazzartene. È la stessa persona, non è cambiato nulla! Cosa è successo nel frattempo? Ti sei annoiato dell'altro, perché tutto il piacere consisteva nella novità. Ora l'altra persona non è più una novità; il suo 'territorio' ti è familiare. Conosci bene il corpo di quest'altra persona… le curve del suo corpo, la sensazione del suo corpo. E ora la mente vuole trovare qualcosa di nuovo. La mente è sempre alla ricerca affannosa di qualcosa di nuovo. Questo è il suo modo di tenerti sempre legato al futuro, da qualche parte nel futuro. Continua a farti sperare, ma non ti dà mai dei frutti - non può farlo. Può solo creare nuove speranze, nuovi desideri.

 

Proprio come le foglie crescono sull'albero, nella mente crescono desideri e speranze. Volevi la casa nuova e ora la possiedi - e dove è andato il piacere?

È esistito solo per un momento, quando hai realizzato il tuo sogno. Una volta raggiunta la meta, la tua mente ha perso interesse; ha iniziato a tessere una nuova trama di desideri.

 

Ha già iniziato a pensare ad altre case, più grandi. Succede così per tutte le cose. Il piacere ti relega in uno stato nevrotico - irrequieto, sempre in agitazione: così tanti desideri e ogni desiderio insaziabile, che fa di tutto per attirare l'attenzione.

 

Rimani vittima di questa folla di desideri insani - insani perché non sono realizzabili - e continuano a trascinarti in direzioni opposte.

 

Diventi una contraddizione. Un desiderio ti porta a sinistra, l'altro a destra, e tu continui a nutrirli entrambi simultaneamente. E così ti senti diviso… ti sentirai lacerato, ti sentirai cadere a pezzi. Nessuno è responsabile. È la totale stupidità di desiderare il piacere che crea questa situazione.

 

È un fenomeno complesso. Non sei l'unico che cerca il piacere: milioni di persone, proprio come te, stanno cercando lo stesso tipo di piacere. Ecco perché c'è una grande lotta: competizione, violenza, guerra. Tutti sono diventati nemici: l'uno contro l'altro perché cercano tutti la stessa cosa, e non la possono avere; la lotta perciò dev'essere totale. Devi rischiare tutto, per niente: perché quando vinci, non guadagni nulla, e in questa lotta sprechi tutta la tua vita. Una vita che avrebbe potuto essere una celebrazione diventa una lunga, estenuante e inutile sofferenza. Quando sei così preso dal piacere, non puoi amare, la persona che cerca il piacere usa l'altro come mezzo per arrivare al piacere. Usare l'altro come un mezzo è uno degli atti più immorali possibili, perché ogni essere è un fine in se stesso, non puoi utilizzare l'altro come un mezzo. Ma se sei alla ricerca del piacere dovrai usare l'altro come mezzo. Diventerai astuto, perché è davvero una lotta: se non sei furbo sarai ingannato e, prima che gli altri ti imbroglino, dovrai tu imbrogliare loro. Machiavelli ha suggerito, a chi cerca il piacere, che la migliore difesa è l'attacco. Non aspettare mai che sia l'altro ad attaccarti: potrebbe essere troppo tardi. Prima che l'altro ti attacchi, attaccalo tu! Questo è il miglior metodo di difesa, ed è molto usato - che tu conosca Machiavelli o meno.

 

La seconda parola da capire è felicità.

La felicità è psicologica, il piacere è fisiologico.

La felicità è un pochino meglio, un po' più raffinata, leggermente superiore, ma non così diversa dal piacere.

 

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Si può dire che il piacere sia una specie minore di felicità e che la felicità sia una forma superiore di piacere - le due facce della stessa medaglia.

 

Il piacere è un po' primitivo, animale; la felicità è un po' più acculturata, un po' più umana - ma è lo stesso gioco, ripetuto nel mondo della mente.

 

Non sei più così interessato a sensazioni fisiologiche, sei molto più interessato a sensazioni psicologiche.

Ma in fondo non sono cose molto diverse, ecco perché Buddha ha usato solo due di quelle quattro parole.

 

La terza parola è gioia; la gioia è spirituale.

È diversa, totalmente diversa dal piacere o dalla felicità.

Non ha nulla a che fare con 'l'altro', è qualcosa di interiore.

Non dipende dalle circostanze, è tua.

 

Non è una titillazione prodotta da qualcosa: è uno stato di pace, di silenzio, uno stato meditativo.

È spirituale.

 

Beatitudine: il trascendente

Ma Buddha non ha parlato neppure della gioia, perché c'è ancora un'altra cosa che va al di là della gioia. Lui la chiama beatitudine.

 

La beatitudine è totale. Non è né fisiologica né psicologica né spirituale.

Non conosce divisione, è indivisibile.

È totale, in un senso, e trascendentale nell'altro.

 

Buddha parla soltanto di due parole. La prima è il piacere, che include la felicità. La seconda è beatitudine, che include la gioia.

 

Beatitudine significa che hai raggiunto il punto più profondo del tuo essere.

 

Appartiene alla profondità del tuo essere, dove neppure l'ego esiste più, dove prevale solo il silenzio: tu sei scomparso.

 

Nella gioia tu esisti ancora un po', ma nella beatitudine tu non ci sei più - l'ego si è dissolto, è uno stato di non essere.

 

Il piacere è momentaneo, esiste nel tempo - dura per un tempo limitato;  la beatitudine è non temporale, è fuori dal tempo.

 

Il piacere inizia e termina, la beatitudine continua per sempre.

 

Il piacere va e viene, la beatitudine non viene e non va - è già lì, nel punto più profondo del tuo essere. Il piacere deve essere carpito all'altro: tu diventi o un mendicante o un ladro.

La beatitudine ti rende padrone. La beatitudine non è qualcosa che inventi, ma che scopri. La beatitudine è la tua natura più profonda.

È lì dall'inizio: tu non l'hai mai notata, l'hai data per scontata - tu non ti guardi mai dentro. Questa è l'unica miseria dell'essere umano: continua a guardare all'esterno - cercando e indagando.

Non la puoi trovarla all'esterno perché non è lì. La beatitudine è il punto più profondo del tuo essere. Il piacere lo devi mendicare dagli altri, e naturalmente diventi dipendente. La beatitudine ti rende il padrone.

La beatitudine non è qualcosa che accade, è già presente.

 

Denaro, potere, prestigio - ti rendono astuto. Cerca il piacere e perderai la tua innocenza, e perdere la tua innocenza è perdere tutto. Gesù dice: “Sii come un bambino piccolo, soltanto allora potrai entrare nel regno di dio”. Ha ragione, ma chi è alla ricerca del piacere non può essere innocente come un bambino. Deve essere molto furbo, molto astuto, molto 'politico', solo così può aver successo in questa competizione da tagliagole che esiste dappertutto. Ognuno è pronto a colpire chiunque altro… non vivi tra amici. Il mondo non può essere amichevole fino a quando non lasciamo cadere questa idea di competitività.

 

Se sei felice a spese della felicità di qualcun altro, sei imprigionato per sempre. Naturalmente… se sei felice alle spese della felicità altrui, e questo è l'unico modo che hai per essere felice, non c'è un altro modo. Se trovi una donna bellissima e in qualche modo riesci ad averla, l'hai sottratta dalle braccia di qualcun altro. Noi facciamo il possibile per far sembrare più bella tutta questa faccenda, ma è solo apparenza. Ora l'altro, che in questa partita è stato sconfitto, è arrabbiato, pieno d'ira. Attenderà l'occasione adatta per vendicarsi, e prima o poi troverà l'opportunità. Qualsiasi cosa voi possediate al mondo lo possedete a spese di qualcun altro, a spese del piacere di qualcun altro. Non c'è altro modo. Se tu veramente vuoi non essere nemico di nessuno al mondo, devi lasciare cadere l'intera idea della possessività. Usa tutto ciò che è disponibile nel momento, ma non essere possessivo. Non provare a rivendicarlo come tuo.

 

Veniamo con le mani vuote e ce ne andremo a mani vuote, perciò che senso ha, nel frattempo, continuare a voler possedere tutte queste cose?

 

La felicità, il piacere, dipendono dallo sfruttamento: sono sempre a spese di qualcun altro. Ti sei laureato al primo posto nel tuo corso universitario - e tutte quelle migliaia di altri studenti che stavano lottando per arrivare primi? È a loro spese che sei arrivato primo. La mente può continuare a lungo in questo gioco, se tu non raggiungi una profonda comprensione, se non sei davvero intelligente. Una cosa da ricordare è: non tentare mai di essere felice a spese della felicità di qualcun altro. È orribile, inumano. Questa è violenza nel vero senso della parola. Se diventi un santo semplicemente condannando gli altri come peccatori, la tua santità sarà solo un gioco dell'ego. Se dipendi da qualcuno per la tua felicità diventerai uno schiavo. Stai diventando dipendente, stai creando una prigionia. Tu dipendi da così tante persone… che diventano, in maniera quasi impercettibile, i tuoi padroni e, a loro volta, ti sfruttano. Ricorda che è un mutuo accordo: lo sfruttamento non è mai a senso unico. Il marito crede di essere il padrone, e la moglie sorride, perché lei sa come stanno le cose. Ognuno a modo suo prova a essere il padrone dell'altro. È proprio una situazione strana: tutti quanti in un certo senso sono divenuti padroni degli altri, e contemporaneamente schiavi degli altri. È una situazione che ti lega mani e piedi. Siamo tutti interdipendenti; siamo sia carcerieri che prigionieri."

OSHO

 

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Occorre attendere di sentirsi pronti per decidere di continuare un cammino di crescita spirituale ?

Un pensiero di Osho per rispondere al dilemma di ogni allievo :

Occorre attendere di sentirsi pronti per decidere di continuare un cammino di crescita spirituale ?

Solo le persone intelligenti possono essere confuse,

possono permettersi di essere confuse.

Le persone stupide non si permettono di essere confuse

e quindi non cercheranno mai un maestro (un cammino spirituale)

Non possono andare da un Mastro, è troppo rischioso !

 

Sanno che il Maestro li manderà in confusione …

E in uno stato di confusione non sapranno più chi sono,

cosa stanno facendo e per quali motivi lo stavano facendo …

 

Un cammino spirituale quando si inizia ti porta in confusione

Quando si prosegue ti porta via la tua vecchia identità,

che era tua sicurezza.

 

Scegliere di continuare il cammino, è pericoloso …

… ma attraverso il pericolo trovi la tua strada,

attraverso il pericolo divieni consapevole !

 

Solo attraverso la ricerca tu potrai ritrovare la strada di casa.

 

Se attendi a seguire il percorso perché non ti senti pronto,

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perché non ti senti preparato, non ti sarà di alcun aiuto,

rimanderai solo una decisione che potevi prendere subito.

 

Una decisione non può non creare turbamento,

solo i morti o chi non vive non è mai confuso.

 

La confusione dimostra solo una cosa,

che sei ancora vivo e che stai crescendo.

 

Non cercare la certezza, la certezza di essere pronti per fare qualcosa significa suicidio.

 

Io sono per la chiarezza non per le certezza.

 

La chiarezza la trovi nel Cammino …,

la certezza appartiene invece alla tua mente che desidera rimanere stagnante

in quello che già conosce.

 

La vita, al contrario vuole muoversi …

… e se continui a vivere e a seguire il cammino,

un giorno tornerai finalmente a casa !

 

(Osho)

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Riflessioni e consigli di un veterinario per accompagnare i nostri amici a quattro zampe negli ultimi giorni di vita

Andare dal veterinario per la “puntura” è una pratica sempre più diffusa. Molti ricorrono all’eutanasia per non fare soffrire i loro amici a quattro zampe, altri per sbrigare in fretta la “faccenda” e liberare la casa da un animale che soffre, sporca e si lamenta.

In realtà quasi sempre si tratta di un atto di profondo egoismo: quello che si vuole evitare è innanzitutto la nostra sofferenza. In questo libro, l’autore narra la sua esperienza di veterinario a fianco degli animali che stanno per morire e di come il percorrere insieme l’ultimo viaggio con consapevolezza, senza il ricorso forzato alla “puntura”, può trasformarsi in una splendida esperienza di crescita, durante la quale paradossalmente si rafforza il legame tra noi e l’animale.

Come afferma nelle prime pagine del volume lo stesso autore, il libro vuole essere solo una traccia…, un suggerimento che non pretende di essere seguito alla lettera da tutti, ma che si pone solo come momento di riflessione e di consapevolezza sul tema della morte, un tabù che la nostra società inutilmente tenta di nascondere e ignorare.

Continua su Macrolibrarsi

http://www.promiseland.it/2012/11/12/amici-fino-in-fondo/

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IL QUINTO VANGELO di TOMMASO APOSTOLO,vangelo apocrifo....ma in realta' IL PRIMO !

IL VANGELO DI TOMMASO APOSTOLO COL TESTO COPTO A

FRONTE, TRATTO DAL MANOSCRITTO DEL NILO.

DI

MARIO PINCHERLE

 

Nel 1945, all'inizio dell'Era dell'Acquario, vicino al villaggio di Nag Hammadi, in Egitto, lungo il

corso del Nilo, e stato scoperto un antico manoscritto, assieme ad altri antichi volumi.

Eranascosto in una brocca di terracotta profondamente sotterrata.

 

Si tratta del VANGELO SECONDO L'APOSTOLO TOMMASO.

Da questo antico scritto, sicuramente autentico, rimasto

per quasi duemila anni completamente inaccessibile, appare la figura di Gesu, cosi come la vide il

suo apostolo che gli era tanto vicino da venire da Lui chiamato "DIDIMO" cioe "Gemello

spirituale”

Un Gesu umano oltre che divino, dolcissimo, spiritoso, amante della gioia.

Questo avvenimento e considerato dagli esperti il piu importante fatto spirituale della nostra

Era.

 

MARIO PINCHERLE. E’ nato a Bologna.

Ha fatto studi classici. Si e laureato in

ingegneria e si interessa alla

"paleotecnologia". E’ ANCHE ARCHEOLOGO

A lui si debbono

fondamentali scoperte all'interno del

"Tempio del Sole", la Grande Piramide

d'Egitto. ScriveVA libri di Archeologia.

E’ MORTO 2 MESI FA

NOI LO RINGRAZIAMO PER QUELLO CHE CI HA INSEGNATO

 

PREFAZIONE

È la primavera dell'anno 1945. Il sole sta sorgendo per la prima volta là dove si spengono le stelle

dell'Acquario, quella costellazione che gli antichi chiamavano “La Brocca". Da poco tempo

tacciono gli ultimi echi della seconda guerra mondiale.

A una sessantina di chilometri da Luxor il Nilo volge bruscamente verso occidente, aggirando il

colle di Gebel el Tarif, poi riprende la sua direzione naturale verso nord. Sulla collina appaiono

numerose tombe scavate nella roccia. Risalgono a tutte le epoche: VI dinastia egizia, epoca

greco-romana ed infine ai tempi dei monaci dell'antico monastero di Pacomio.

 

Due contadini utilizzano dei ruderi antichi per costruire una cisterna per l'irrigazione.

Dallo scavo viene alla luce una grande giara di argilla. Ormai il piccone ne ha infranto la parte superiore e così è facile

allargare il foro ed estrarre una "brocca" di dimensioni minori. Aperta, ne viene fuori un rotolo di

lino cerato e bitumato. Srotolandolo si spacca. Ne escono molti manoscritti. Sono i codici detti di

"Nag Hammadi", dal luogo del ritrovamento.

 

Alcuni manoscritti vengono distrutti o gettati via.

Altri, di apparenza migliore, sono portati al Cairo e venduti, per tre sterline, a un rigattiere che

si premura di dividerli e di cederli al migliore offerente. Un rotolo giunge nelle mani di un

antiquario. Un altro è comprato dal Museo Copto del Cairo. Lo stesso Museo, negli anni successivi,

riesce a raccogliere altri rotoli. Infine l'antiquario vende il suo rotolo all'Istituto Jung di Zurigo.

Gli studiosi possono finalmente tradurre le antichissime scritture vergate in caratteri copti

grecizzanti. Le parole dell'Acquario sono venute alla luce del sole.

 

Si tratta di tredici codici originariamente formati da più di 1350 pagine. Ce ne sono pervenute

1130. Quasi tutti i codici hanno una legatura di cuoio, sono stati scritti verso la fine del primo

secolo dopo Cristo. Si tratta di traduzioni in copto di manoscritti più antichi, forse redatti in

aramaico.

Tra essi vi è il "Vangelo secondo Tommaso", che è anche conosciuto col nome di

"QUINTO VANGELO", e dovrebbe invece essere chiamato IL PRIMO VANGELO, dato che è il

più antico  e dato cheTommaso fu l’unico apostolo che avendo conosciuto personalmente Gesu’  ha scritto un vangelo

 

Questo testo contiene molte frasi di Gesù fino ad oggi sconosciute. In esse appare un concetto

nuovo: il Cristo non vince le forze del mondo servendosi del dolore. Sua arma non è la

sofferenza ma la conoscenza che, attraverso Gesù, esce dal tempo e diventa eterna, cosmica.

* * *

Il Vangelo secondo Tommaso, ossia le parole nascoste che Gesù il Vivente rivelò e che Tommaso

trascrisse, è il Secondo Codice di quella raccolta di scritti e contiene 114 Detti di Gesù, in forma

arcaica. Pertanto vengono ritenuti una fonte anteriore ai cosiddetti “Vangeli sinottici”, poi

entrati a far parte del Canone della Chiesa Cattolica Romana.

 

Questi Detti rientrano in quella congerie di Vangeli (cosiddetti "apocrifi",

ma che, nella esatta accezione della parola greca, poi alteratasi, significano "scritti prima")

i quali contenevano, oltre alla narrazione della vita di

Cristo, anche raccolte dei suoi detti e dei miracoli da lui compiuti.

 

I quattro "Evangelisti" non fecero che una scelta fra tutto questo materiale esistente,

ricavandone la loro propria forma letteraria ed un testo individuale, che poi venne canonizzato,

ossia riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa, mentre tutti gli altri scritti vennero lasciati cadere

nel dimenticatoio, non senza aver loro affibbiato l'etichetta squalificante di "apocrifi" intesa nel

senso di "falsi", il che, come si è detto, non corrisponde alla realtà.

 

A conferma dell'autenticità del Vangelo secondo Tommaso, basterà ricordare che, fin dal 1897,

sempre in Egitto, nella località di Ossirinco nel Medio Egitto, erano stati rinvenuti due frammenti

di papiro a cui se ne aggiunse un terzo nel 1903, che contengono molte parole, ma tradotte in

greco, del testo copto del Vangelo di Tommaso.

 

Il Papiro n. 654 riporta il titolo e il nome di Tommaso.

La critica moderna e in particolare il glottologo francese Jean Doresse che per primo tradusse

questo testo, nel 1959, e il tedesco H.C. Puech che ne curò altre versioni in tedesco, inglese e

olandese, ritengono che il Vangelo secondo Tommaso sia uno dei più antichi della tradizione

scritta cristiana e lo fanno risalire alla metà del I° secolo dopo Cristo. La lingua copta era poco

diffusa in Egitto e conosciuta solo da una stretta cerchia di eruditi, per cui la Biblioteca di Nag

Hammadi doveva appartenere ad una comunità ristretta e di diretta estrazione gnostica. Il

messaggio contenuto nei suoi testi è infatti restato del tutto estraneo al mondo ebraico-cristiano

posteriore e a tutti i successivi filosofi e teologi che vi appartengono, particolarmente

dopo la condanna della eresia ariana, fatta dal concilio di Nicea nel 325 dopo Cristo.

 

* * *

I detti segreti di Gesù, rivelati all'apostolo prediletto, contengono invece un messaggio ben

diverso e legato non a quella tradizione, ma alla ricerca interiore e alla prevalenza di tutto ciò

che è spirituale ed eterno rispetto alle cose caduche e instabili. La famiglia e gli affetti terreni

vengono al secondo posto, rispetto allo Spirito e all'Amore Cosmico.

L'ascesi di cui si parla nel Vangelo di Tommaso, assai si avvicina all'Induismo, al Sufismo e al

Buddismo, fino a giungere al non interesse per la preghiera, il digiuno,l’elemosina.

Gesù è il Vivente in eterno, come il Padre e la Madre

(lo Spirito Santo che e’ amore tra loro che genera UN FIGLIO, i figli di Dio).

I tre, sono UNO.

 

Il Regno di Dio è già sulla Terra e Gesù lo ha rivelato, ma gli uomini non hanno avuto occhi per

vedere ed orecchi per intendere il messaggio della Verità e della Vita e cioè la "RICERCA DELLA

PROPRIA DIVINITÀ INTERIORE", attraverso la spiritualizzazione della carne.

 

E come si fa Spirito la carne? Non attraverso il digiuno. Chi digiuna si crea un inferno. Non

attraverso la tortura e il dolore, maestri di pazzia. La strada è un'altra. Tommaso l'ha capito. E

così lo ha capito quel suo ignoto discepolo che prepara la “brocca” e vi nasconde i manoscritti,

perché giungano a noi, generazione futura.

 

Anche Enoch trenta secoli prima ha fatto la stessa cosa. Le sue scritture sono nell'ombra e

attendono la maturazione dell'uomo.

È l'epoca della "brocca", oggi. Se al mattino dell'equinozio di primavera saliamo su un monte

anche noi, come quei due contadini che hanno scavato il pozzo di Nag Hammadi, vediamo sorgere

il sole là dove sbiadiscono e scompaiono a poco a poco le stelle della BROCCA.

È questo l'evento segnalato dalle stelle: la parola di Gesù torna alla luce.

 

Così Tommaso scandagliò Cristo. Mettendo il dito nella piaga, non si fermò alla superficie.

Penetrò al di là dell'epidermide. Il suo occhio si affacciò in spazi siderali sconfinati. Al di là del

piccolo uomo sanguinante, apparve il Grande Uomo Cosmico. Tremando per la scoperta, Giuda

Tommaso Didimo gridò le parole di Gesù: "Meraviglia delle meraviglie: la carne si fa Spirito!".

 

Gemello, in aramaico, si dice TAUMA, cioè Tommaso. Gemello, in greco, si dice DÌDUMOS. Non ci

sono dubbi, è una duplice conferma che l'autore del QUINTO VANGELO è il gemello spirituale di

GESÙ, e non il suo fratello gemello carnale. TAUMA è dunque il custode delle parole segrete.

Ascoltiamolo.

Nella collezione di libri gnostici, trovata a Nag Hammadi nel 1945, troviamo, accanto al Vangelo di Tommaso,

anche il Libro Segreto di Giovanni, tre Apocalissi di Pietro, una di Paolo e una di Giacomo, oltre il Libro di

Tommaso il contendente. Dodici volumi, legati in pelle e scritti su papiro, sono ora al Museo Copto del Cairo

(fra cui il "nostro" Vangelo) e uno è alla Fondazione Jung di Zurigo.

 

Il Vangelo secondo Tommaso è vicino alla tradizione della prima Chiesa cristiana, ma differisce dai Vangeli

sinottici per la sua natura esoterica.

 

Molte sette, sorte verso la fine del I° secolo in Siria, si trasferirono in Egitto; seguiva principalmente il

Vangelo di Tommaso quella dei Naasseni. In tutte le dottrine gnostiche si parla di un salvatore disceso dai

cieli, che dona agli uomini di buona volontà la conoscenza di ciò che è necessario per trovare la vita eterna.

La salvezza giunge soltanto ai pochi che vorranno comprendere queste verità nascoste.

 

Il Vangelo di Tommaso fu conosciuto e studiato anche dai Manichei. I padri della Chiesa lo conoscevano

anch'essi; ne parlano: ORIGENE (III° secolo) nell'Omelia a Luca, 1, 5: lo condanna come apocrifo e ricorda

che la Chiesa cristiana ha scelto solo 4 fra i molti Vangeli in circolazione ed uno fra quelli scartati fu

proprio quello di Tommaso.

 

S. AGOSTINO (Predica contro gli avversari dei profeti e della legge, 2,14) dichiara apocrifi tutti i Vangeli

al di fuori di quelli canonici.

EUSEBIO DI CESAREA: (Op. III, 25,6) respinge il Vangelo di Tommaso, dichiarandolo scritto da eretici.

CIRILLO DI GERUSALEMME (Catech. 4,36) dichiara, falsamente, che è stato scritto, in epoca posteriore,

dai Manichei.

PAOLO infine, riconosce la possibilità dell'esistenza di un altro vangelo (Galati, 1,6) e di un altro aspetto di

Gesù (2 Cor. 11,4).

 

A NOI È CHIARA LA DISTINZIONE: C'era un culto pubblico ed ufficiale e uno segreto e condannato.

 

Ambedue facevano risalire il loro credo alla predicazione di Gesù. Pur usando lo stesso materiale dei vangeli

sinottici, Tommaso tratteggia un ben diverso ritratto di Gesù. Non si parla della sua nascita miracolosa,

della sua vita in famiglia, della sua tentazione diabolica, di guarigioni e di miracoli che, per gli altri

evangelisti, sono la testimonianza migliore della divinità del Cristo. Non vi è l'episodio della cacciata dei

mercanti dal tempio, del viaggio trionfale a Gerusalemme, dell'ultima cena, del tradimento di Giuda, della

comunione, del peccato e del perdono ed infine della morte sulla croce e resurrezione nel terzo giorno. Non

vi é alcun richiamo biblico come avveramento di profezie messianiche. Non si parla di ciò che i seguaci di

Gesù sono tenuti a fare. Preghiere, elemosine, digiuni, vengono rigettati. Non si parla nemmeno di buona

condotta morale e di opere buone e malvage (da compiere e da evitare).

La vita del popolo ebraico in Palestina in quell'epoca storica è ignorata.

Gesù rivolge i suoi detti all'uomo di sempre, a tutta l'umanità

del presente e delle generazioni future.

Non si occupa di ciò che gli uomini dovrebbero fare, ma di ciò

che dovrebbero imparare a conoscere con una ricerca di carattere interiore.

 

Gli apostoli e i discepoli che predicarono agli Ebrei, distorsero la vera immagine di Gesù ed i suoi

insegnamenti spirituali e riferirono i fatti e i detti secondo la loro personale interpretazione che

doveva essere per quanto possibile collegata e armonizzata con la loro antica religione.

 

Solo uno degli Apostoli, Tommaso, comprese la novità e l'unicità del messaggio di Gesù. Era l'unico capace di

comprenderlo, il suo gemello spirituale. Non ricorda di aver udito da lui nessun accenno al peccato ed

alla redenzione col sacrificio sulla croce per il perdono di quel peccato. Non sono importanti i Suoi

miracoli, sono importanti le Sue parole: il Regno di Dio é fuori dalla storia e dal tempo.

 

L'unica cosa, la sola essenziale, è l'autoconoscenza, la ricerca interiore; e la sola cosa da ricercare

per fare la volontà del Padre ed entrare nel suo Regno che è già, nascosto, all'interno dell'Io.

Il Regno è sempre presente, non deve venire in futuro. Non riguarda solo il popolo ebraico, ma ogni

uomo che vive e vivrà sulla terra e saprà comprendere il messaggio del Cristo. Il Regno si rivelerà, in

tutti gli uomini che, avranno raggiunto la conoscenza, la Verità, la Luce della divina eternità che è in

ogni uomo.

 

Non è difficile comprendere perché il Vangelo di Tommaso non sia stato accettato dalla Chiesa Cristiana

Occidentale, che finì per dominare su quella Orientale. Essa non ha mai ammesso l'esistenza di un

insegnamento segreto del Cristo, dedicato a pochi eletti.

Gli accenni esoterici contenuti nel Vangelo di Giovanni, sono sempre passati in sottordine ai principi stabiliti

dal canone ecclesiastico ortodosso.

Il messaggio di Tommaso non è però andato perduto: per suo mezzo ora sappiamo che Gesù è il Rivelatore di

una dottrina segreta che appartiene all'uomo da sempre. Questa dottrina, conosciuta da tutti i grandi

iniziati è la VERITÀ unica, eterna, la cui ricerca è il compito dato all'uomo su questa terra.

 

ALFABETO COPTO

= A hl,PA

= B BETA

= G GAMMA

= D DELTA

= E EPSILON

= Z ZETA

= È ETA

= Th TETA

= I IOTA

= K KAPPA

= L LAMBDA

= M MI

= N NI

= X Xi

= O OMICRON

= P Pi

= R RO

= S SIGMA

= T TAU

= U IPSILON

= F FI

= CH CHI

= PS PSI

= O OMEGA

= Sc SCIAI

= F FAI

= K KAI

= H HORI

= F FENFIA

= Ş SIMA

= T TI

L'alfabeto COPTO comprende le ventiquattro lettere

dell'alfabeto greco, più sette lettere tipicamente egizie

 

IL VANGELO

DI TOMMASO

 

Ecco le parole segrete

che Gesù Vivente ha detto

e che Didimo, Giuda Tommaso, ha trascritto.

1.

E Lui ha detto:

“colui che trova il senso segreto di queste parole

non assaggerà la morte."

2.

Gesù disse:

"chi cerca non smetta di cercare

finché non trova

e quando troverà

resterà sconvolto

e, così sconvolto,

farà cose meravigliose

e regnerà sul Tutto".

3.

Gesù ha detto:

"Se chi vi guida vi dice:

sì, il Regno è nei Cieli,

allora gli uccelli del cielo saranno in vantaggio,

se vi dicono che è nel mare,

allora i pesci saranno in vantaggio.

Ma il Regno è dentro voi

e fuori di voi.

Quando voi vi conoscerete,

allora sarete consci

e saprete che siete voi

i figli del Padre Vivente.

Ma se vi capita di non conoscere voi stessi,

 

 

allora restate poveri

e siete la povertà stessa!"

4.

Gesù ha detto:

"l'uomo vecchio non esiti

a rendere i suoi giorni

come i sette giorni di un neonato

all'origine della vita,

e continuerà a vivere,

perché ciò che è prima diviene ciò che è dopo

e tutto si unisce".

5.

Gesù ha detto: "Conoscerai il tuo futuro

e ciò che è nascosto ti sarà svelato,

perché non vi è nulla di nascosto che non apparisca".

6.

I suoi discepoli lo interrogarono e gli chiesero:

"vuoi tu che digiuniamo,

in che modo pregheremo,

come faremo l'elemosina

e quali regole seguiremo riguardo ai cibi?"

 

Gesù rispose:

"Non dite sciocchezze

e ciò che non vi sentite di fare, non lo fate,

perché tutto si svela di fronte al cielo.

Non vi è nulla di nascosto che, in verità, non venga alla luce,

alla lunga non possa apparire"

 

COMMENTO

Provate ad aprire lo sportello della gabbia ad un uccellino prigioniero: potrà succedere che,

spinto da un coraggioso impulso, si precipiti fuori e voli verso la libertà, ma potrà anche

succedere che si ritiri timoroso in un angolo. Se esce, può andare a finire nelle fauci di un gatto ο

nel becco di un uccello rapace; se resta, perde un'occasione unica e può pentirsene per tutta la

vita. Ε la sua vita non sarebbe degna di questo nome, se dovesse trascorrerla tutta fra le sbarre

della sua prigione....

Anche l'uomo è in gabbia e, spalancargli troppo bruscamente la porta, può voler dire precipitarlo

nelle fauci della droga, del suicidio della violenza e del delitto. Ne sappiamo qualcosa al nostri

giorni.

Certamente la felicità non è dentro la gabbia, è fuori, ma tutti hanno paura di essere felici.

D'altra parte, le sbarre della sua gabbia l'uomo se le è costruite lui stesso, millennio dopo

millennio, con un lavoro estremamente minuzioso e nello stesso tempo assurdo. Ma vi è una

speranza per la vita di chi è ingabbiato: capire in che modo le sbarre sono sorte dal nulla.

 

Ogni sbarra è un paraocchi e ogni benda è un "diavolo". Così l'uomo si trova circondato da mille

diavoli che assolvono fedelmente alla loro funzione, facendo il loro dovere. Sono come tanti

segnali stradali: attento, lì c'è una curva, puoi uscire di strada. Fermati e lascia agli altri la

precedenza, spaventati, trema, terrorizzati.....

.

Andrebbe tutto bene se l'uomo capisse quei segnali. Purtroppo, là dove sembra segnata una

curva, la strada è dritta. La gabbia si risolve in una esasperante perdita di tempo. Tuttavia se

l'uomo troppo precipitosamente ne esce, la libertà raggiunta esteriormente, ma non ancora

interiormente, diventa pericolosa per lui. Occorre dunque rimettere i segnali al loro posto giusto

e soprattutto capirli: come sono nati? Come si sono formati? Che funzione hanno i "diavoli"?

 

* * *

Leggemmo con scandalizzata sorpresa nel libro di Enoch questa frase: "Guarda il demonio da ogni

lato e non da un lato solo, come tu fai. Lo vedrai ritornare ad essere Dio!".

 

Il diavolo, in aramaico,è definito «stra “ahra” » cioé "l'altro punto di vista",

la "visione parziale", il paraocchi: ecco CHI E’ IL DIAVOLO !.

 

L'ambiente in cui si sviluppano i diavoli è quello sottoposto alle ristrettezze dello spazio e del

tempo. Regno del diavolo è il mondo dei corpi e delle anime.

Il diavolo ha effetti sulla materia e sulla mente, dato che l'anima è fatta di pensiero limitato.

 

Ma quando il pensiero ritornando Spirito si allarga, si completa e attinge alla verità e all'eternità,

uscendo dalle ristrettezze dello spazio e del tempo, allora l'uomo fa un salto di livello.

Ε questa la differenza fra l'anima e lo spirito. La prima, fatta di pensiero limitato, provvisorio,

mentre lo Spirito è pensiero vittorioso, che ha superato ogni visione parziale.

* * *

Il primo atto dell'ingabbiamento dell'uomo è consistito nell'aver spezzato "il frutto dell'albero

della Vita", dividendo la Creazione in "buona" e "cattiva".

 

La vita deve pulsare liberamente, spinta dalle due grandi energie cosmiche:

quella distruttiva e luminosa e quella costruttiva e tenebrosa.

 

Sia la luce che la tenebra sono fenomeni positivi, tutti e due creati da Dio. Dobbiamo vederli in

questo modo: la tenebra come luce che si spegne, la luce come tenebra che si illumina. La luce è

"bene". La tenebra è un altro tipo di "bene". Non avendo capito questa verità, restammo

meravigliati, quando leggemmo in Enoch: "Dio creò la luce e vide che essa era buona e creò le

tenebre e vide che anch'esse erano buone...".

 

Le prime sbarre della gabbia che l'uomo si era costruito erano fatte di buio: aveva

arbitrariamente stabilito che le tenebre sono malvage. Conseguenze di questo pensiero

aberrante sono le frasi che anche oggi sentiamo pronunciare: Dio, abbi pietà di noi, Signore

misericordia, Signore non ci indurre in tentazione, liberaci dal male e dalle tenebre!

 

Coloro che conoscono l'Ebraico, sanno che questi imperativi in realtà sono verbi al presente: nella

preghiera di Gesù è detto: "... Tu ci liberi dal male, tu non ci induci in tentazione, tu ci rimetti i

nostri debiti nell'istante in cui li rimettiamo ai nostri debitori....!!!!!!!!!!!!

 

Così il piccolo uomo, chiuso nella sua gabbia, si è trovato all'inizio in una posizione di una certa

comodità.

 

Se ha sbagliato: è Dio che lo ha indotto in tentazione. Il male lo fa soffrire? È Dio che

non è stato misericordioso. Ma la Verità è un'altra. Occorre che l'uccellino impari a pensare nel

modo giusto, altrimenti, appena uscito dalla gabbia verrà sbranato dal gatto, cioè divorato dalla

paura. Pensare nel modo giusto vuol dire liberarsi dalle opinioni sbagliate dalle false verità rubate

in un terreno lavorato dagli altri, cioè da coloro che nel lento trascorrere dei millenni hanno

trovato vantaggioso mantenere in gabbia i propri simili. Occorre Pensiero libero.

Puntualissimo, allo scattare dei segnali cosmici, questo Pensiero è venuto all'appuntamento.

l'uomo ha aperto gli occhi. Antichi manoscritti sono tornati alla luce.

Solo un secolo prima sarebbe stato troppo presto: li avrebbero bruciati a furor di popolo.

 

* * *

Una di queste voci nuove è quella di colui che fu così vicino a Gesù da respirarlo, di colui che non

si è fermato alla superficie del Salvatore ma ha voluto penetrare al di là dell'epidermide,

cacciando coraggiosamente il suo dito nel profondo. Più ο meno a partire da Giuda, tutti gli

apostoli sono stati interpreti non sempre fedeli ο, come nel caso di Simon Pietro, talvolta

rinnegatori di Gesù. Tutti meno uno. Soltanto uno che avesse capito Gesù avrebbe potuto

riportare fedelmente il suo messaggio spirituale.

 

Ma capire Gesù vuol dire "ESSERE GESÙ". Ecco

il SEGRETO dell'essenza divina: Gesù è la STRADA, LA VERITÀ, LA VITA. Gesù è l'estremo

livello raggiungibile dall'uomo. Chi lo raggiunge si trova ad essere “LUI”. Il piccolo, nervoso Giuda

detto Tommaso Didimo, è passato al di là del traguardo e da quel momento è stato più che

fratello gemello di Gesù, il suo alter ego: Gesù stesso, specchiato.

Ora possono trovare un'eco nella nostra coscienza le parole segrete che egli ha udite. Sono

parole vere, eterne. Eccole:

"Ιο mi chiamo Giuda come l'altro apostolo, ma sono detto Τaυma, Tommaso, cioè Didimo, e vi dirò

quando e come Gesù mi ha chiamato così. "

 

* * *

Gesù dettava. Io scrivevo. Ora, attraverso tante sbarre e tante spade, giunge a voi la Sua Voce.

Sembrano parole oscure, ma colui che ne scopre il senso segreto si libera per sempre dalle morti.

Come sorrideva Gesù quando gli dicevano che il Regno è su nei cieli. Rispondeva: "Allora gli uccelli

chissà come sono in vantaggio su voi." Poi diventava serio e con voce dolcissima aggiungeva: "Il

Regno è dovunque: fuori e dentro di voi, sopra e sotto.

Il Regno non è altro che il Pensiero Vivente, il Padre Vivente. Se lo riconoscete, siete recipienti

colmi di Vita. Ma se non lo riconoscete, siete il vuoto stesso! "

 

* * *

Quando noi lo chiamavamo: "Signore, vieni con noi a pregare e a digiunare?" Lui ci guardava con

occhi pieni di ironia e ci rispondeva: "Ma che male ho fatto?" Ε poi aggiungeva: "Non dite

sciocchezze e non perdete tempo a fare ciò che intimamente non vi sentite di fare"……….

* * *

SE VOLETE CONTINUARE A LEGGERE E SAPERE,  E CI SONO TANTE FRASI DI GESU’ CHE “SCANDALIZZEREBBERO I “BENPENSANTI”,

SAREBBE APPROPRIATO  IL LIBRO DI PINCHERLE…..QUI NON C’E’ DI PIU’, MA VE LO CONSIGLIEREMMO VOLENTIERI

MA TUTTAVIA NEL RISPETTO ASSOLUTO DELLA VOSTRA LIBERTA’ DI SCELTA……

 

CHE OGNI COSA SIA FATTA A MAGGIOR GLORIA DELLA LUCE

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