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Brufoli e Punti Neri ; rimedi naturali

Fin dall’età della pubertà ecco due nuovi nemici della bellezza della nostra pelle: brufoli e punti neri. Vi darò qualche rimedio naturale per allontanarli. Ma prima capiamo bene di cosa si tratta.

 

I brufoli e i punti neri, come l’aumentata untuosità della pelle, sono tutte manifestazioni dell’acne. Questa malattia è causata dall’infiammazione dei follicoli piliferi e delle ghiandole sebacee a loro annesse. Diversamente da ciò che abbiamo sempre sentito dire su questo disturbo, l’alimentazione ha una scarsa influenza nel processo di infiammazione di queste ghiandole. La maggior parte della responsabilità è da attribuire agli ormoni, allo stress e al livello di sonno.

 

Recenti studi hanno dimostrato qualche relazione tra il consumo di latticini ed alimenti ad alto indice glicemico e il manifestarsi dell’acne. Da evitare quindi latte e zuccheri. Molti sono invece i cibi che possono aiutare a debellare il problema!! Vitamine A, E, C, Zinco, Selenio, Acidi Grassi Omega 3 e acqua sono le sostanze che contribuiscono a ridurre l’infiammazione. Importante inoltre sapere che rendere la pelle troppo secca, cercando di contrastare l’untuosità associata all’acne, non è un buon rimedio. A lungo andare infatti il corpo potrebbe rispondere aumentando la produzione di sebo.

 

Detto questo ecco qualche rimedio naturale per contrastare gli odiosi brufoli e i loro cugini punti neri.

 

Il primo toccasana per la nostra pelle, da usare però con cautela, è il liquido ottenuto dall’unione di mezzo bicchiere di acqua tiepida, un cucchiaio di succo di limone e un cucchiaino di bicarbonato. Il limone ha proprietà astringenti e insieme al bicarbonato disinfetta. Potrete farli agire sulla pelle per quindici minuti e poi risciacquare con acqua tiepida.

 

Altri due aiuti provenienti dalla natura sono l’aglio e la cipolla. Hanno entrambi proprietà antibiotiche e antimicrobiche. Aiuteranno a eliminare il pus e l’infezione in corso. Potete passarli direttamente sbucciati e crudi nei punti interessati.

 

Anche l‘avocado e il cetriolo sono ottimi per rendere la pelle più splendente e per raggiungere validi risultati. Frullato e spalmato il primo, applicato direttamente sulle zone da risanare il secondo, sono un vero toccasana.

 

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Una maschera da poter applicare sul viso ogni due giorni, semplice da realizzare e formidabile sulla pelle è quella composta unendo miele, albume d’uovo e limone. Basterà montare a neve un albume ed unirci un cucchiaio di miele e qualche goccia di succo di limone.

 

Potrete preparare un’altra maschera unendo il succo di un’arancia, due cucchiai di argilla verde e un cucchiaino di latte vegetale. Questa maschera va spalmata sul viso, rispalmata dopo trenta minuti e lasciata in posa per altri venticinque minuti.

 

L‘aloe vera e il succo di foglie di menta sono altri due doni della natura efficaci contro i brufoli.

 

Potete prendere in considerazione anche l’impacco creato con l’unione di yogurt bianco al naturale e farina d’avena fine. Il composto va lasciato agire sul viso per una mezz’oretta e poi risciacquata. Usare prodotti dalle proprietà antibiotiche dopo questo impacco aumenta l’efficacia di questo rimedio.

 

Anche tutte le pratiche di esfoliazione e scrub servono per rendere più pulito il viso. Senza ovviamente esagerare per non ferire la pelle. Gli ingredienti di cui abbiamo parlato, va da sé, possono essere utilizzati anche da soli o nelle combinazioni che preferite. Molto importante è anche far respirare la pelle del nostro viso. Questo significa che un gesto fondamentale per il nostro scopo è quello di struccarsi ogni volta che si trucca ben bene e il prima possibile.

 

 

Roberta Miele

http://www.senzabarcode.it/2013/05/15/rimedi-naturali-contro-brufoli-e-punti-neri-2/

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Cellulite: combatterla con il metodo di cottura dei cibi

Combattere la cellulite prima di sedersi a tavola. Le indicazioni arrivano dall’Università di Bologna e puntano il dito contro gli Ages (Advanced glycation end products), sostanze che si generano con la cottura e che possono indurre l’antiestetica patologia. Non soltanto la ritenzione idrica come possibile causa della formazione di pannicolopatia edematofibrosclerotica (il suo termine medico) quindi, ma anche la preparazione dei propri cibi.

>>Scopri i rimedi naturali contro la cellulite

A discutere delle possibili implicazioni della cottura nella formazione della cellulite esperti del settore riunitisi a Roma per il 34° Congresso nazionale della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME). Sarebbero proprio le fase preparatorie dei pasti a influire in misura netta sulla formazione degli Ages (Advanced glycation end products), sostanze prodotte dall’unione tra proteine e glucosio che portano poi allo sviluppo della patologia, responsabili anche dell’insorgenza delle rughe.

>>Scopri come combattere la cellulite con frutta e verdura

Durante il convegno è stato sottolineato come cibi ricchi di queste sostanze siano la pasta, la crosta del pane bianco, il latte a lunga conservazione UHT (o fresco se sottoposto a bollitura), la carne arrosto o alla brace, le torte cotte in forno. A queste si aggiungerebbero anche le bevande “light” e i dolcificanti. Basse quantità assicurerebbero invece verdure, latte fresco pastorizzato, gli alimenti cotti a fuoco basso o al vapore. Secondo quanto ha riferito il chirurgo plastico che ha presieduto l’incontro, il Dr. Emanuele Bartoletti:

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Le scelte alimentari contribuiscono alla distribuzione del grasso in alcune aree del corpo e influenzano la struttura stessa dei tessuti, modificando la dieta si incide direttamente sulla qualità della pelle.

 

Invita a una maggiore attenzione verso le proprie scelte a tavola anche il Dr. Luigi Rossi, che spiega meglio i rischi connessi con la presenza di Ages negli alimenti una volta superata una certa età:

Il rischio aumenta del 13% introducendo un milione di unità Age al giorno, in pratica l’equivalente di una fetta di torta o a 150 grammi di frittura o a 200 grammi di carne alla brace. Le conseguenze dell’accumulo di Ages nell’organismo non si vedono da giovani, ma cominciano a farsi sentire dopo i 35 anni.

http://www.greenstyle.it/cellulite-combatterla-con-il-metodo-di-cottura-dei-cibi-36925.html

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Zecche: come eliminarle nel modo piu' sicuro?

Mai preso una zecca? Voi come le togliete? Dicono di non mettere olio o altre sostanze per soffocarle, una volta che si sono attaccate, perché possono portare l'insetto a rigurgitare il sangue e ad aumentare la probabilità di infezioni.

 

 

In alcuni casi possono trasmettere malattie pericolose, come il morbo di Lyme o borreliosi. Di solito le zecche si trovano in grande numero in boschi e prati molto frequentati da ungulati selvatici (caprioli, cervi, cinghiali...), quindi passeggiando si rischia di tornare a casa con qualche ospite indesiderato.

Per esperienza personale, toglierle con le pinzette è rischioso, si rischia di staccare il corpo, mentre la testa resta affondata nella pelle. Poi al pronto soccorso ti tolgono un pezzo di carne per essere sicuri di non lasciare nulla dentro (visto con i miei occhi sulla gamba di un mio amico, che per una microzecca si è ritrovato un cratere circolare grande dieci volte tanto).

Io personalmente preferisco farle staccare subito, e ho sperimentato due metodi, che condivido. Poi decidete voi se tenerla addosso e andare dai medici, oppure togliere la zecca con le pinzette. Non do quindi consigli, ma condivido il mio modo di affrontare questo problemino. Metodo 1: mettete una noce di sapone liquido su un batuffolo di cotone e strofinate la zecca per una trentina di secondi con movimento rotatorio. La zecca dovrebbe restare sul batuffolo di cotone. Metodo 2: mettere del dentifricio sulla zecca, aspettare qualche minuto e poi poterla togliere agevolmente con le pinzette, senza violenza.

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Qui i consigli dell'AUSL:

http://www.ausl.pr.it/page.asp?IDCategoria=630&IDSezione=3956&ID=389460

Buona fortuna!

Isy

http://www.greenme.it/spazi-verdi/clorofilla/892-le-zecche-come-eliminarle-nel-modo-pi%C3%B9-sicuro

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Clima : Record di Co2 nell'aria

9 maggio 2013: una data da segnare sul calendario. Molti di noi, tra qualche anno, potranno dire ai nipoti “io c’ero”. Per la prima volta nella storia della nostra specie la concentrazione di C02 in atmosfera ha raggiunto le 440 parti per milione. Semplificando molto, si può dire che l’anidride carbonica pompata lassù dalla combustione di petrolio e carbone (i motori della modernità) produce un effetto di serra. Stiamo insomma parlando del cambiamento climatico: la C02 dovrebbe rientrare nella soglia limite di 350 ppm ( era 280 ppm nell’era pre-industriale). Il 9 maggio qualcosa è cambiato: erano 5 milioni di anni che sul Pianeta non “circolava” tanta C02. La notizia è stata ripresa dal Guardian, dal New York Times, dal Time e da Scientific American.

Il Guardian parla di “milestone”. Bill McKibben il grande giornalista ambientale americano che ha fondato un movimento di mobilitazione civile su scala globale per indurre i governi a prendere coscienza della minaccia climatica (350.org), ha scritto in homepage che la nostra dipendenza dai fossili è “out of control”.Una espressione sintetica che in inglese racchiude molto di più di quanto possa essere reso in italiano. McKibben aggiunge infatti che “gli esseri umani si trovano ora in un territorio completamente inesplorato”.

Che cosa è esattamente fuori controllo?

Nel trend quotidiano, nella confortante routine del “tutti i giorni”, Il clima è l’ultima delle nostre preoccupazioni. Diamo per scontato il cielo sopra di noi, in una favola dell’impossibile che ci inchioda alle nostre illusioni (nulla cambierà, sole in estate, neve in inverno), senza nessuno slancio prospettico. Il clima è lontano, è una astrazione; il clima è un Rapporto IPCC, oppure una preoccupazione dotta. Il clima, soprattutto, non fa parte del Pianeta, non è un fattore del funzionamento della biosfera. Quindi la climatologia non ha lo stesso rango delle altre scienze. Ed è questo su cui vale la pena soffermarsi. Il trattamento impari che, in questa indifferenza ecologica di massa, subisce la Scienza, sì, con la “s” maiuscola, il moderno Totem delle nostre certezze assolute. Basta sfogliare qualche magazine per scoprire una infinità di notizie sul funzionamento del cervello, sulle dinamiche sociali fondate da qualche neurotrasmettitore, sull’epigenetica nella relazione di coppia; la scienza informa di sé la nostra rappresentazione del mondo, e siamo disposti a crederle con amore. Ma se si tratta dei suoi moniti sulle conseguenze di una alterazione del sistema climatico, ecco che no, il vecchio irrazionalismo che l’Illuminismo ci ha insegnato a considerare barbarico e selvaggio, appannaggio di tribù animiste e di popolazioni semi-primitive, torna a farla da padrone. Non crediamo al global warming, o comunque esso non ci appare poi così inquietante e grave. Cioè, detto più onestamente, non ci appare reale.

Quel numero, un tondo 400, ci sta insomma dicendo - asettico, crudo, incomprensibile - che quasi sempre vogliamo la realtà a nostra immagine e somiglianza; che la realtà non è quella che è, ma quella che pretendiamo sia. La questione climatica, reduce dal fallimento del vertice di Doha, dicembre 2013, schiava della sua virtuosa burocrazia coraggiosa e inutile, non è una faccenda ecologica, e neppure scientifica. Ecco cosa è: una faccenda umana, nettamente umana, che ha disposto sul tavolo da gioco la sua fiche più potente: il desiderio.

I carburanti fossili alimentano il nostro stile di vita. Carbone e petrolio sono penetrati nei gangli del nostro benessere, dandoci calore in inverno e una vita decente per la maggior parte delle persone, almeno in Occidente. Ma senza una riduzione massiccia del loro impiego il clima si avviterà su se stesso in effetti difficilmente prevedibili, ma di certo catastrofici. Bisogna usarne di meno, ma come? Desiderando di meno: meno riscaldamento, meno condizionamento, meno vestiti, meno viaggi in aereo, meno spostamenti in macchina, meno carne. Ed è questo il punto, come impedire all’uomo di desiderare ciò che l’uomo moderno considera inalienabile, ossia il suo diritto sacrosanto a godere? La libertà di godere, come spiega Massimo Recalcati, produce l’illusione che la felicità stia nella mancanza di vincoli nel somministrarsi il piacere.

Il desiderio moderno non ha niente a che fare con il bisogno, o con la sanzione; la libertà di godere continuamente, sempre, e in modo nuovo - ingurgitando oggetti o riempiendo le nostre vite di superflue esperienze della noia e del divertimento - è la menzogna fondante del nostro tempo. Ma l’uomo che gode del suo perenne vuoto emette fattura: questo piacere implica carburanti fossili, e nutre la spirale del consumo del mondo, che comprende anche l’atmosfera.

I nostri consumi parlano del rapporto irresponsabile che abbiamo con i combustibili fossili, ecco cosa significa l’affermazione di Bill McKibben: out of control. Prima ancora del clima, siamo noi ad essere fuori controllo. Bulimici di consumi, obesi di desideri del nulla: incastrati in un meccanismo che non vuol vedere la realtà, occultandola continuamente in un corto circuito tra fantasia e responsabilità. Una concezione consumistica della felicità non può motivare se non poche decine di migliaia di persone nelle nazioni OCSE a optare per uno stile di vita più sostenibile. Il mio desiderio di felicità è la mia libertà, e la libertà è il mio valore supremo. Su questo si fonda tutta la nostra società del godimento. Ma in questo si radicano anche le costituzioni moderne di stampo occidentale.

Non possiamo quindi chiedere a Paesi come il Rwanda o il Gabon di diminuire le proprie emissioni serra quando noi non sappiamo neppure rinunciare all’ennesimo viaggio dall’altra parte del mondo, motivato dalla sola vanità del nostro esotismo post moderno.

Il primo passo dell’alba del giorno dopo - il mattino seguente a quella data fatidica, 9 maggio, in cui abbiamo scoperto che il riscaldamento del Pianeta si muove, è vivo e reale e che conduce oltre le soglie della Storia - potrebbe essere uno spostamento drastico di punto di vista

 

http://notizie.libero.it/

@Elisabetta Corrà

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Johnson & Johnson, talco ritirato dal mercato: e' cancerogeno

Prodotti per i bambini pericolosi. Il famoso marchio di cosmetici Johnson & Johnson ha perso la sua licenza per per produrre il prodotto nello stabilimento Mulund, sobborgo di Bomaby in India. Lo ha deciso la Food and Drug Administration indiana, dopo la scoperta risalente al 2007 di 15 lotti di talco per bambini in cui è stata rilevata la presenza di un pericolosissimo componente cancerogeno e fortemente irritante, l'ossido di etilene. L'ordine entrerà in vigore a partire dal 24 giugno prossimo e, nel frattempo, la società ha 90 giorni per fare ricorso.

 

 

"L'ossido di etilene può essere usato legalmente per la sterilizzazione, ma la società non si è preoccupata di effettuare i test dopo il processo per controllare le quantità residuali presenti nel prodotto. E i prodotti sono utilizzati per i neonati. E 'necessario che l'azienda prenda tutte le precausioni possibili", ha detto KB Shende della Fda. "Siamo impegnati nella produzione di prodotti che soddisfino gli standard di qualità seguiti da tutti i nostri siti di produzione globali e tutti gli standard normativi locali di alta sicurezza. Stiamo lavorando diligentemente con l'agenzia per risolvere questo problema", ha fatto sapere un portavoce della multinazionale, già contestata dal movimento animalista per la sua massiccia attività di sperimentazione sugli animali.

Alla Mulund, l'azienda produce borotalco, bende adesive Band-Aid e assorbenti igienici. Un portavoce della J&J ha confermato l'ordine della FDA, che riguardava solo i prodotti cosmetici. Per questo la società potrà continuare a fabbricare i prodotti non cosmetici nello stesso sito. "La materia in questione - spiega il portavoce- come citato dalla fine FDA, si riferisce a un numero limitato di lotti prodotti nel 2007. La FDA ha sollevato preoccupazione per il trattamento con ossido di etilene, che non è stato incluso come parte del processo di fabbricazione presentato alla FDA. Questo metodo è ampiamente utilizzato per dispositivi medici di tutto il mondo. Questa è stata seguita come eccezione e tutti i protocolli di sicurezza interni sono stati seguiti per garantire che la sicurezza del consumatore non sia stato compromesso. Inoltre, abbiamo accertato che non c'erano lamentele o effetti imprevisti / indesiderati riportati riguardanti qualsiasi dei lotti in questione".

Alla luce di queste evidenze l'Enpa chiede che il nostro Ministero della Salute predisponga "immediatamente controlli accurati su tali prodotti anche nel nostro Paese e che, ancor più perché trattasi di prodotti destinati ai bambini, qualora dovessero essere trovate sostanze pericolose per la salute, provveda adeguatamente al ritiro dal commercio. E' comunque un' ottima regola non acquistare prodotti delle multinazionali che effettuano da sempre l'inutile quanto barbara sperimentazione sugli animali e prediligere invece le ditte che da sempre hanno scelto di coniugare la qualità dei loro prodotti all'etica e al rispetto delle persone, degli animali e dell'ambiente".

Che cosa è l'ossido di etilene? Si tratta di un composto utilizzato nella produzione chimica su vasta scala, che, a temperatura ambiente, è molto pericoloso. Questa sostanza chimica è infiammabile, cancerogena, mutagena e irritante. Insomma, un'esposizione non protetta e costante può causare mutazioni genetiche o alterazioni del DNA. Può danneggiare i polmoni e il sistema cardiovascolare. Le manifestazioni fisiche dopo l'esposizione comprendono mal di testa, vomito, vertigini, disturbi del sonno, dolore alle gambe, debolezza, rigidità, sudorazione o ingrossamento del fegato.

Roberta Ragni

http://www.greenme.it/consumare/cosmesi/10316-jhonson-e-johnson-ritirata-india

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