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LE POLVERI SOTTILI ACCORCIANO LA VITA DI 9 MESI

Allarme dell'Organizzazione mondiale della sanita': l'inquinamento responsabile di 40 mila morti.

Secondo lo studio l'Italia, applicando la norma europea, risparmierebbe fino a 28 miliardi di euro all'anno
N ove mesi di vita: e' il costo che in media ciascuno di noi paga all'inquinamento atmosferico, responsabile in Italia di 40mila morti premature ogni anno, secondo i dati presentati nel rapporto « Effetti sulla salute dell'inquinamento atmosferico legato al trasporto » , appena pubblicato dall'Ufficio Regionale per l'Europa dell'Organizzazione mondiale della sanita' ( Oms).
Il principale colpevole indicato dal rapporto e' il particolato fine, una miscela di particelle sospese in aria di differenti dimensioni, origini, caratteristiche, che hanno la capacita' di penetrare nei polmoni fin nella regione alveolare. Aggravano le malattie polmonari ostruttive croniche, inducono uno stato infiammatorio generale che accresce il rischio cardiovascolare, aumentano la sensibilita' agli allergeni, favoriscono l'insorgenza del cancro al polmone e influiscono negativamente sullo sviluppo polmonare dei neonati e dei bambini.

L'aumento della mortalita' e i danni alla salute non derivano solo da un'esposizione prolungata a concentrazioni elevate di particolato fine. Gli studi condotti in tutta Europa negli ultimi dieci anni dimostrano che gli effetti deleteri delle polveri sottili sono visibili dall'oggi al domani: un aumento della concentrazione di particolato pari a 10 microgrammi per metro cubo d'aria corrisponde a un immediato incremento dell' 1,3% del tasso quotidiano dei decessi per malattie respiratorie e dello 0,9% per malattie cardiovascolari.
« I dati scientifici sono inoppugnabili: l'inquinamento atmosferico uccide ? dice Roberto Bertollini, direttore del Progetto Salute e Ambiente dell'Ufficio regionale europeo dell'Oms ? e si tratta di morti in gran parte evitabili, perche' oggi abbiamo le risorse tecnologiche per abbattere drasticamente la concentrazione delle polveri sottili. Basterebbe applicare in Italia la direttiva comunitaria che pone un tetto massimo alla concentrazione media giornaliera delle particelle di dimensioni inferiori ai 10 micron e ai 2,5 micron ( le cosiddette Pm10 e Pm2,5), per risparmiare ogni anno 12.000 decessi prematuri » . Valutando in termini economici le perdite umane e il costo dell'assistenza sanitaria per i malati, l'Italia applicando la norma europea risparmierebbe fino a 28 miliardi di euro all'anno.

Al momento, pero', il nostro Paese e' ben lontano dal raggiungimento degli obiettivi della direttiva. Nei primi tre mesi del 2005, piu' di 30 comuni italiani hanno superato per oltre 35 giorni la concentrazione limite giornaliera. « Dovremmo ridurre del 40 50% l'emissione di particolato per rientrare nelle soglie indicate dalla direttiva » , dice Bruno Agricola, direttore generale della salvaguardia ambientale del Ministero dell'Ambiente.
La combustione dei motori delle auto, sia diesel che benzina, e' la fonte principale di Pm10 e Pm2,5, seguita dal riscaldamento domestico, dalle attivita' industriali, dall'erosione del manto stradale dovuta al traffico e dall'abrasione di freni e pneumatici.

Il rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanita' sottolinea che l'inquinamento da particolato fine non e' un problema locale: le polveri sottili attraversano i confini tra le regioni e tra le nazioni. Nel 2000, per esempio, il nostro Paese ha - importato- dalla Francia il 7% del particolato diffuso nell'atmosfera e a loro volta le emissioni italiane hanno contribuito all'inquinamento negli altri Paesi europei.

L'Oms raccomanda quindi l'adozione di una politica condivisa a livello comunitario e, insieme alla Commissione Europea, sta lavorando alla nuova strategia di lungo periodo sull'Aria Pulita per l'Europa ( Cafe).
Al tempo stesso, pero', l'analisi delle soluzioni adottate a livello locale da alcune citta' europee per abbattere la concentrazione dell'inquinamento atmosferico dimostra che non e' possibile applicare con successo un modello in un contesto diverso da quello in cui e' stato messo a punto. « In altre parole, l'introduzione di un pedaggio per l'accesso al centro cittadino, che a Londra ha ridotto drasticamente il traffico e l'inquinamento, non sortirebbe lo stesso risultato se applicata, per esempio, a una cittadina di provincia italiana » , spiega Andrea Ricci, dell'Istituto di studi per l'integrazione dei sistemi. « Le misure per il controllo dell'inquinamento ? conclude ? devono essere differenziate in base allo scenario locale. La Commissione europea e le autorita' nazionali hanno il compito di coordinare la lotta all'inquinamento, di elaborare standard comuni e di mettere a disposizione i finanziamenti necessari, ma la scelta concreta delle soluzioni spetta alle amministrazioni locali » .

FONTE : Il Sole 24 Ore

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