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LA PASSIONE DI GESU' : LA SETTIMANA SANTA

E’ INIZIATA PER I CRISTIANI LA SETTIMANA CHE CI RICORDA LA PASSIONE DI GESU’

Passione che si perpetra fino al giorno DELLA PACE

Come ogni anno vorrei condividere emozioni, sentimenti e amore

MAESTRO, MAESTRO GESU’ GRAZIE

NEL MIO PICCOLO  VORREI DIRTI TI AMO

MA HO UN FAVORE DA CHIEDERTI: INSEGNAMI AD AMARE ANCHE CHI NON MI COMPRENDE, CHI NON E’ VICINO AL CUORE

CHI MI DERIDE ,CHI E’ INDIFFERENTE

Tu mi fai ricordare tutti i sofferenti della terra, tutti i poveri, i degradati, gli intoccabili

Tu mi riporti a tutto cio’ che il PADRE ha creato sulla Terra

Tu sei l’ESEMPIO che con semplicita’ vorrei iniziare a manifestare

Con amore con amore con amore vengo con te

Tra le retrovie

Tra questo marasma umano

Tra piaghe e dolori

Tra tenerezze e passioni

Con ogni stupidita’, ogni grandezza………ma mai con indifferenza

Baci baci baci sulle tue piaghe ardenti

Joti- CARMEN

1° tappa della passione di Cristo

Questa vuole essere  una condivisione per nuove comprensioni

E’ l’augurio di una NUOVA RINASCITA

Dopo la Domenica delle Palme

Ulivi come bandiere,

ecco la Settimana Santa per la Cristianita’

la commemorazione della passione e morte e Resurrezione del MAESTRO GESU’

Voglio parlarne non in termini religiosi ma amorosi

Si parla tanto di altri Maestri e poco del Cristo, il maestro nazareno

Forse perche’ la nostra tradizione ce lo ha presentato sempre secondo stereotipi cattolici

che ce lo hanno allontanato dal nostro sentimento.

Vorrei, secondo le parole di Augusto Cury,presentare, in  nove tappe l’altro suo volto.

Affinche’ la Pasqua non sia la festa dell’Uovo, delle gite fuori porta, della vacanza,

bensi’ una FESTA DI RESURREZIONE

un cambiamento nella nostra vita, nel nostro sentire, nel nostro evolvere spiritualmente.

GESU’: AUTENTICO E AMICO

Nel corso della sua vita Cristo manifesto’ un potere straordinario.

Le sue parole lasciavano interdetti i suoi interlocutori e oppositori ed esaltavano le moltitudini.

Quando inizio’ il suo “Calvario” nel Getsemani  mostro’ un volto che i discepoli non avrebbero mai pensato di vedere, quello della sua fragilita’.

Il nostro comportamento in generale e’ proprio l’opposto:abbiamo una necessita’ quasi paranoica di esibire i nostri successi e di ricevere applausi

Mentre nascondiamo le nostre miserie e preferiamo non mostrare i nostri punti deboli

Il Maestro invece ebbe il coraggio di confessare ai suoi tre amici piu’ intimi quello che sentiva dentro dicendo a chiare lettere:

” una tristezza mortale mi opprime”

Come fa uno che ha curato lebbrosi, ciechi e che ha resuscitato dai morti ad affermare che e’ avvolto da una angoscia cosi’ profonda?

Com’e’ possibile che una persona che non ha avuto paura nemmeno di fronte alla prospettiva di subirere fratture multiple a seguito di lapidazione dire ora che la sua anima e’ depressa fino alla morte?

I discepoli abituati alla fama del maestro rimasero profondamente scossi da quella manifestazione di sofferenza e fragilita’.

Lo ritenevano un superuomo dotato di natura divina.

Nella nostra concezione umana Dio non soffre, non ha paura, non prova ne’ dolore ne’ ansia

Dio e’ superiore ai sentimenti che perturbano l’umanita’.

In Galilea apparve qualcuno che proclamava di essere si’ figlio di Dio, ma che tanto lui che suo Padre provavano emozioni si preoccupavano e amavano singolarmente ogni essere umano..

Il pensiero di Gesu’scandalizzo’ gli ebrei che proclamavano l’esistenza di un Dio imperturbabile ed irraggiungibile.

I discepoli non erano consapevoli del fatto che il maestro di li’ a poco sarebbe stato condannato, torturato e crocifisso, non come figlio di Dio ma come figlio dell’uomo.

Le sue sofferenze furono le stesse di qualsiasi altro uomo:le frustate, le spine, i chiodi della croce penetrano nel corpo fisico di un uomo

I discepoli, affascinati dal potere di Cristo non avrebbero mai immaginato che avrebbe sofferto e avrebbe avuto bisogno di loro.

Ma ecco che all’improvviso il maestro non solo comunica a loro di essere triste ,ma che gli piacerebbe che gli facessero compagnia e pregassero con lui.

Gesu’ visse in pieno l’arte dell’autenticita’ ma i discepoli, spaventati, non compresero…e si addormentarono….

Gesu’ non nascondeva i propri sentimenti,  invece noi tendiamo a trattenerli e finiamo per essere autopunitivi e impietosi verso noi stessi

Come se non ci fosse consentito sbagliare o avere momenti di fragilita’.

Ci sono persone che non espongono mai i loro sentimenti e nessuno li conosce come sono dentro, ne’ il coniuge, ne’ il compagno, ne’ i figli, ne’ gli amici piu’ intimi, nonostante abbiamo una profonda necessita’ di condividere.

Il maestro dei maestri della scuola della vita, ci ha lasciato un modello vivo di cosa significa essere una persona emozionalmente sana

Cadde in una profonda tristezza sapendo tutto quello che lo aspettava, ma non ebbe paura ne’ vergogna a dichiarare apertamente le sue emozioni agli amici

E loro trascrissero sui papiri questa caratteristica della sua personalita’ e la diffusero nel mondo…..

Buona purificazione

Questa e’ la settimana della purificazione

Delle emozioni da esprimere condividere e trasmutare…

Del cambiamento

Per poi

Rinascere…

Grazie Maestro Gesu’!

2° tappa

 

 

CRISTO non andava in cerca di eroismo

Una persona intenzionata a fondare una religione o ad essere un eroe

nasconderebbe i sentimenti che invece Cristo espresse nel giardino del Getsemani

Cio’ dovrebbe dimostrare che non voleva competere con nessuno

I suoi obiettivi erano piu’ alti.

Voleva aiutare l’uomo e introdurlo nell’eternita’

Non andava in cerca di eroismo ma voleva semplicemente portare a termine quello per cui era stato designato,

il suo progetto trascendentale.

Il momento cruciale di quel progetto era giunto:bere il suo amaro calice, affrontare il suo martirio.

In quel buio giardino, abbandonato da tutti, anche dai suoi amici, doveva prepararsi a sopportare quei  tormenti.

Nel processo di preparazione rivelo’ il suo dolore e si mise a dialogare su di esso con il Padre.

Mentre per alcuni la fragilita’ di Cristo nel getsemani non era che ritrazione

Io invece vi leggo la piu’ bella poesia di liberta’ e di autenticita’.

Era libero di nascondere i suoi sentimenti e fare l’eroe, ma non lo fece.

Mai nessuno di cosi’ grande fu altrettanto autentico.

LE SOFFERENZE CAUSATE DAGLI AMICI:

Il calice di dolore di Cristo dal Getsemani al Golgota, luogo della crocifissione,

e’ costituito da numerose e diverse sofferenze

Analizzeremo  le tappe di questo processo.

Quale fu la prima sofferenza che sperimento’?

Fu quella causata dai suoi tre amici: il dolore piu’ acuto e’ proprio quello causato dalle persone che amiamo di piu’!!!!!!.

Il maestro all’apice del suo dolore chiese l’aiuto di Pietro, Giacomo e Giovanni.  E non lo ottenne.

Eppure il maestro comprese che l’ascolto delle sue parole in cui dichiarava una tristezza mortale e la visione della sua angoscia,

fu ragione di grande stress per quei giovani galilei , che infatti sprofondarono in una strana sonnolenza.

Lo stress interno sottrae energie alla corteccia cerebrale, energia che viene usata da altri organi del corpo, ad esempio la muscolatura;

il risultato di questa sottrazione di energia e’ una stanchezza fisica esagerata ed inspiegabile.

Molti di noi diventano intolleranti quando vivono una frustrazione a causa degli altri,

ma Gesu,’ specialmente per i suoi discepoli ,non si scoraggiava mai,

non perdeva la speranza riposta in loro, nemmeno quando lo deludevano profondamente.

Con il Maestro della scuola della vita possiamo imparare che la maturita’ di una persona non si misura alla cultura o dall’eloquenza

ma dalla speranza e dalla pazienza che possiede

e dalla sua capacita’ di stimolare le persone ad utilizzare i propri errori come mattoni per costruire saggezza.

I suoi discepoli  solo cosi’ compresero e si dispiacquero molto….

Grazie Maestro Gesu’

3°tappa

-

Il TRADIMENTO DI GIUDA

“La notte del suo arresto fu una delle piu’ angoscianti della  vita del Maestro.

Egli non si preoccupava della squadra di soldati che stavano venendo a prenderlo,

il dolore che sentiva per il tradimento di Giuda era molto piu’ forte dell’aggressivita’ di centinaia di soldati

Se la sofferenza provocata dai soldati feriva il suo corpo, quella provocata da Giuda Iscariota, l’amato discepolo, lo feriva nell’anima.

Ma egli non sprofondo’ in un mare di frustrazioni solo perche’ sapeva difendere le proprie emozioni

e non coltivava grandi aspettative nelle persone per le quali si donava

e quindi si riprendeva in fretta.

Non e’ la quantita’ di stimoli stressanti a cui siamo sottoposti che ci fa soffrire, ma la qualita’.

Il dolore del tradimento e’ indescrivibile!

Il Maestro aveva sempre trattato Giuda con amorevolezza, mai lo aveva sminuito davanti agli altri discepoli benche’ fosse a conoscenza delle sue segrete intenzioni.           Lo tratto’  sempre con dignita’.

Questo comportamento per noi e’ impensabile.

Il maestro non si diede neppure da fare perche’ non avvenisse il tradimento, ma si limito’ ad invitare Giuda a ripensare al proprio comportamento

Che struttura emozionale doveva avere dentro questo Maestro della Galilea per riuscire a sopportare l’insopportabile!

Egli riusciva A filtrare le offese e le aggressivita’ rivolte verso di lui e in questo modo si rendeva EMOZIONALMENTE LIBERO di poter amare le persone.

IL SUO IMPEGNO PRINCIPALE GESU’ LO AVEVA PRESO CON LA PROPRIA COSCIENZA E NON CON L’AMBIENTE SOCIALE

Non deformava il proprio pensiero ne’ cercava di dare risposte gradite ai suoi ascoltatori anzi, per rimanere fedele alla sua coscienza spesso creava situazioni pericolose per la sua stessa vita..

Considerava la fedelta’ alla  propria coscienza piu’ importante di qualsiasi altro tipo di accordo sotterraneo o di comportamento dissimulato.

Colui che rimase fedele alla sua coscienza e insegno’ ai suoi discepoli a volare alto,

su quella medesima rotta fu colpito alle spalle

Giuda non imparo’ quella lezione e fu infedele alla sua stessa coscienza”

************************************************************

Siate fedeli a voi stessi

Siamo fedeli a noi stessi

Abbiate cura di voi

4° tappa

ABBANDONATO DA TUTTI:

Vedremo ora il terzo tipo di sofferenza vissuto da Cristo  nella sua settimana di passione

Quando fu arrestato dopo il tradimento di giuda, Cristo fu abbandonato da tutti

“Non diro’ mai che ti conosco”…e’ la tipica frase di Pietro quando gli fu chiesto se era discepolo di quell’uomo.

E’ facile restare fedeli ad una persona forte, e’ facile dare credito ad uno situato all’apice della sua fama, ma e’ una delle

Insidiose trappole della modernita’.

Molti si lasciano entusiasmare dal suono degli applausi ma col passare del tempo si ritrovano ad avere come unica compagna la solitudine.

Cristo sapeva che un giorno i discepoli lo avrebbero lasciato solo.

Anche se dicevano che non lo avrebbero mai fatto.

Ed effettivamente nel momento finale nessuno riusci’ ad essere INTREPIDO al punto di rimanere con lui.

Quei giovani della galilea cosi’ apparentemente forti in realta’ erano fragili e si fecero vincere dalla paura.

Ma il Maestro non li abbandono’ e non perse la fiducia in loro perche’ nei suoi piani l’obiettivo fondamentale

non era punirli quando sbagliavano ma essere la loro guida in un viaggio di trasformazione interiore

Poiche’ comprendeva che l’esistenza umana era troppo complessa per essere imbrigliata da leggi e regole di comportamento,

le strade percorse da Gesu’ non erano quelle del giusto e dello sbagliato

egli era venuto non per le rigide leggi dettate da Mose’ ma per aiutare l’uomo ad immergersi nelle flessibili leggi della vita.

Anche il tradimento di Pietro ne e’ un’esempio.

Era facile per Pietro essere forte quando stava vicino ad una persona forte, era facile donarsi a chi non ha bisogno,

ma gli fu difficile stare vicino ad una persona fragile.

Nel momento in cui Cristo si spoglio’ della sua forza per diventare semplicemente il figlio dell’uomo, la forza di Pietro venne meno.

Quando Pietro vide l’espressione triste, la respirazione affannosa di Gesu’ rimase profondamente scosso e penso’:

“ non sara’ che tutto quello che ho vissuto fino ad ora accanto a quest’uomo e’ stato solo un miraggio che e’ diventato un incubo?”

Non rinnegava solo il maestro ma anche tutto quello che avevano vissuto insieme.

Gesu’ sapeva che il suo amato discepolo stava assistendo al suo martirio e che mentre era impietosamente colpito, Pietro lo rinnegava.

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Questo rinnegamento scavo’ un solco profondo in Gesu’ molto piu’ profondo di quello provocato dai soldati.

Ma Gesu’ amava Pietro profondamente e lo conosceva bene e capiva il suo stato d’animo. E quindi gli era vicino nonostante tutto.

L’amore del maestro di Nazaret verso i suoi discepoli e’ la piu’ bella ed illogica poesia esistenziale mai vissuta da un uomo.

Pietro poteva anche escludere il Maestro dalla propria storia, ma Gesu’ non lo avrebbe mai abbandonato perche’ lo considerava insostituibile.

Nessuno ha mai amato e si e’ dedicato con tanta premura a persone che lo frustravano e gli davano cosi’ poco in cambio…..

GESU’ come possiamo imparare da te ad AMARE

Anche quelli che ci rinnegano? Che ci danno frustrazioni?

In questa settimana che ci ricorda il tuo dono

Insegnaci a donarci

A tutti e a tutto

Grazie!

5° tappa:

Tutte le volte che Cristo prevedeva un avvenimento frustrante relativo ai suoi discepoli, aveva almeno 4 grandi obiettivi.

Primo, alleviare il proprio dolore. Prevedendo in anticipo le frustrazioni a cui sarebbe stato sottoposto,

attrezzava le sue difese emozionali per proteggere se stesso nel momento in cui si fossero presentate.

Quando i discepoli lo abbandonarono non fu colto di sorpresa.

Amava e si donava senza riserve agli esseri umani, ma non si aspettava molto da loro.

Non c’e’ niente che preservi l’emozione quanto ridimensionare le aspettative che nutriamo nei confronti delle persone che ci circondano.

Ogni volta che ci aspettiamo troppo, aumentano anche le nostre probabilita’ di cadere nelle grinfie della delusione.

Gesu’ aveva accettato in quei momenti l’abbandono e la solitudine.

Anche quando vide che Pietro lo rinnegava e gli altri dietro di lui, volle mostrare loro che non pretendeva cose impossibili.

Viste le lezioni che aveva impartito loro in quei singolari tre anni e mezzo avrebbe potuto essere esigente, ma non lo fu.

Poiche’ era il maestro dei maestri della scuola della vita sapeva che superare la paura, vincere l’ansia

ed elaborare le sofferenze erano le lezioni piu’ difficili da applicare nella vita.

Il Maestro utilizzo’ il dolore stesso che i discepoli gli avevano inflitto per aiutarli ad interiorizzarsi e ad espandere la loro comprensione della vita.

Che Maestro ha mai sacrificato tanto in nome dell’insegnamento ai suoi allievi?

Non li avrebbe mai abbandonati, nemmeno se loro avessero abbandonato lui

Quarto punto, voleva che fossero preparati a non perdere la fiducia in se stessi a prescindere dai loro errori.

Non voleva che si lasciassero prendere dal senso di colpa e dallo scoraggiamento.

Egli voleva fornire loro i mezzi e la strada per il ritorno.

Purtroppo Giuda non torno’. Il senso di colpa e un’intensa reazione depressiva lo portarono al suicidio.

Pietro anche se in lagrime torno’.

Gli educatori, i genitori, i manager di imprese si preoccupano di correggere gli errori immediati e di ridisegnare le rotte del comportamento.

Si impongono.

Gesu’ invece voleva condurre i suoi discepolo allo sviluppo dell’arte del pensare, fosse anche al prezzo di errori umilianti.

Tuttavia prima che si sentissero in colpa, stava gia’ preparando loro il rimedio

Rispettando comunque il loro libero arbitrio…..(infatti Giuda decise di non tornare!)

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MAESTRO GESU’

Insegnaci ad amare senza aspettative

Insegnaci a dare a chi ci ha offeso sempre un’altra possibilita’ di ritorno

Rispettando tuttavia il libero arbitrio

Grazie!

6° tappa nel percorso di Gesu’

ANSIA VITALE-ANSIA PATOLOGICA- ATTACCO DI PANICO

Abbiamo visto che nel Getsemani Gesu’ si dichiaro’ depresso

Si trattava di una malattia o di uno stato d’animo momentaneo?

Molti psichiatri e psicologi pensano che qualsiasi ansia sia patologica.

Non e’ cosi’.

Esiste invece un’ansia vitale e normale che abita l’intelligenza di ogni essere umano

ed e’ presente nella costruzione dei pensieri, nella ricerca del piacere e nella realizzazione di progetti

L’ansia vitale stimola la creativita’.

Anche Gesu’ aveva ansiosamente aspettato l’ultima cena con i suoi discepoli per veder portato a compimento il desiderio del suo cuore.

L’ansia diventa patologica o morbosa quando ostacola la normale attivita’ intellettuale e riduce la liberta’ emozionale.

Le caratteristiche piu’ evidenti dell’ansia sono: labilita’ emozionale, irritabilita’, iperaccelerazione del pensiero, difficolta’ a gestire la tensione, perdita della capacita’ di concentrazione, deficit di memoria e comparsa di sintomi psicosomatici.

L’ansia patologica fa vivere in funzione dell’anticipazione costante di quello che potrebbe succedere.

Il Maestro della scuola della vita aveva vaccinato i suoi discepoli contro l’ansia patologica poiche’ coltivava in loro la liberta’ dalle preoccupazioni della sopravvivenza, coltivava in loro la tranquillita’, la solidarieta’, l’amore reciproco, la lucidita’, la coerenza, l’unita’;insegnava affinche’ imparassero ad affrontare i problemi reali della vita quotidiana anziche’ quelli immaginari creati dalla mente.

L’uomo cosi’ diveniva sicuro di se’, stabile,  un uomo che sa interiorizzarsi, che sa gestire coerentemente i suoi pensieri e le sue emozioni durante i momenti piu’ turbolenti della sua vita.

I giovani di oggi escono dalle scuole e dalle universita’ con un diploma o titoli accademici abilitati all’azione nel mondo fisico ma non sanno come comportarsi nel loro mondo personale ne’ essere agenti di trasformazione della propria storia emozionale intellettuale o sociale.

Quando siamo ansiosi qualunque problema diventa un mostro, siamo instabili e irritabili; la nostra gentilezza si dissolve e finiamo per aggredire le persone che abbiamo intorno.

In Gesu’, al culmine della sua angustia, la sua umanita’ riusciva ancora a brillare e benche’ si sentisse profondamente abbattuto era premuroso con le persone che lo circondavano. Non ha mai scaricato la propria tensione su di loro ne’ vi ha rovesciato il suo dolore.

Eppure la sua passione era intensissima.

Luca ci riferisce che l’ansia del maestro era cosi’ intensa che mentre pregava i suoi pori si aprivano e il sudore scorreva sul suo corpo fino a bagnare la terra ai suoi piedi.

CRISTO ebbe un attacco di panico nel giardino del Getsemani?

Vediamo che cos’e’ la sindrome da attacco di panico o DAP

Il profilo psicologico di un dappista e’ caratterizzato da ipersensibilita’ emozionale, da preoccupazione eccessiva per il proprio corpo.

E’ il “teatrino della morte”

L’attacco di panico e’ caratterizzato da una paura improvvisa e drammatica di stare per morire o per svenire, ha una intensa reazione ansiosa, vi e’ tachicardia, accelerata frequenza respiratoria, forte sudorazione, eventuale perita delle urine, obnubilamento, spesso si ha l’impressione di avere un infarto e si corre da un medico perche’ rassicuri che non si sta per morire.

Se gli attacchi di panico si prolungano negli anni Si hanno problemi di  autonomia  la’ dove puo’ essere compromessa la capacita’ di uscire da soli  e di  non poter vivere senza un accompagnamento

La liberta’ allora e’ completamente persa poiche’, loro malgrado, queste persone diventano dipendenti.  Soffrendo moltissimo per questo anche perche’  spesso non sono compresi dalla famiglia, dalla societa’ in cui vivono  cosi’ piano piano  diventano anche emarginati che si emarginano.

Nessuno muore per la sindrome di attacco di panico, ma queste persone soffrono piu’ di chi sta veramente avendo un infarto o si trova in reale pericolo di vita.

In America si e’ trovata solo ora la spiegazione di questa patologia che non e’ assolutamente psicologica (dicono loro) o per lo meno non solo.

Si e’ visto che essa viene creata da un mancato biofeedback di due zone del cervello:corpo calloso e ippocampo.

Tuttavia, nell’attesa di qualcosa di chimico piu’ adeguato, sarebbe importante decaratterizzare nella memoria il teatrino della morte, recuperare il controllo dell’io nei momenti di maggior tensione e gestire i pensieri negativi, come fece il MAESTRO DI NAZARET  nei momenti difficili del Getzemani.

Nel giardino del Getzemani tuttavia Gesu’ non ebbe un attacco di panico, sebbene abbia presentato diversi sintomi psicosomatici.

In quella fatidica notte l’ansia del maestro non aveva niente a che vedere con la paura della morte, ma piuttosto del tipo di morte a cui andava incontro e del comportamento che avrebbe dovuto mantenere in ciascuna delle tappe della sua sofferenza.

Poi Lui confidava completamente nel Padre!

(Cosi’ dicono alcuni Maestri spirituali,  che se un dappista avesse cosi’ tanta fede da abbandonarsi al Divino Se’ Superiore, sarebbe libero da questa malattia che per loro e’ di origine karmica)

Le biografie di Cristo ci raccontano che compiva molti miracoli fisici ma non nell’anima e nella personalita’ .

La personalita’ non ha bisogno di miracoli ma di trasformazioni.

Perfezionare l’arte del pensare, imparare a filtrare gli stimoli stressanti, investire in saggezza durante le stagioni fredde della vita sono nobili funzioni della personalita’ che pero’ non si conquistano in tempi brevi.

A noi tutti piacerebbe eliminare velocemente e istantaneamente le nostre sofferenze ma non e’ possibile.

Non esistono strumenti adatti a cio’ (a meno che non succeda un miracolo)

Dobbiamo imparare dal Maestro a veleggiare dentro a noi stessi e ad affrontare il dolore con dignita’ e coraggio e a usarlo per levigare la nostra Anima.

MAESTRO GESU’

Insegnaci ad arrenderci fiduciosi al Nostro Divino

Per incontrare la saggezza

E liberarci dalla paura

Grazie!

7° tappa

Come avra’ fatto il PADRE a far bere “il calice della passione” a Gesu’?

Il figlio aveva compreso che il calice era inevitabile e per questo si arrese alla sua volonta’.

Egli pensava che se avesse fallito anche il piano di Dio  e quindi la redenzione dell’umanita’ non avrebbe avuto luogo,

ne’ si sarebbe realizzata la liberazione dalle miserie e nessuna creatura avrebbe raggiunto l’eternita’.

Mentre pregava nell’orto del Getzemani  la volonta’ di Gesu’ non ebbe risposta dal Padre ma non per questo egli smise di pregare.

Perche’ pregava?

Perche’ quel dialogo silenzioso lo sosteneva, irrorava la sua anima di speranza e gli restituiva le forze.

Forse per il Padre morire in croce sarebbe stato piu’ sopportabile che vedere il proprio figlio rimanere tranquillo pur essendo percosso, rimanere docile pur essendo ingiuriato, essere tollerante pur essendo flagellato, avere la liberta’ di riuscire ad amare e perdonare pur essendo annichilito sulla croce.

Gesu’ compi’ la volonta’ del Padre affinche’ “essendo Dio divenuto uomo, l’Uomo diventasse Dio”

Quindi bere l’amaro calice non corrispondeva a soffrire come un povero miserabile

Ma alla realizzazione dell’ambizioso progetto di Dio: infondere l’immortalita’ nell’uomo temporale.

Il venerdi’ santo GESU’ muore sulla croce per questo.

Grazie Maestro

Per avermi avvicinato a te

Nell’amore immortale

Mi hai redenta soltanto amandomi

Insegnami, sono pronta

ora

Ti amo timidamente ma fermamente

8° tappa

CRISTO  e’ una persona emozionalmente sana perche’:

-          Proteggeva le proprie emozioni nei momenti di maggior tensione

-          Filtrava gli stimoli stressanti

-          Non trasformava la sua memoria in una pattumiera delle miserie dell’esistenza

-          Non viveva in funzione delle offese e del rifiuto della societa’

-          Era convinto di cio’ che pensava e gentile nell’esporre le sue idee

-          Viveva l’arte del perdono, era cioe’ capace di riprendere in qualunque momento il dialogo con le persone che gli avevano creato frustrazioni

-          Investiva in saggezza per affrontare i momenti duri della vita

-          Non fuggiva di fronte alla sofferenza ma l’affrontava con lucidita’ e dignita’

-          Gestiva i suoi pensieri con liberta’  e non lasciava che idee negative prendessero il sopravvento nella sua mente

-          Era un agente trasformatore della sua storia

-          Non soffriva per ansia da anticipazione

-          Spezzava ogni tipo di carcere intellettuale

-          era dotato di raziocinio brillante perche’ prendeva in considerazione ogni possibilita’

-          non gravitava intorno alla fama e non perdeva mai il contatto con le cose semplici

-          era socievole, gradevole e rilassante

-          sapeva condividere i suoi sentimenti e parlare di se’

-          viveva l’arte dell’autenticita’

-          viveva l’arte della motivazione

-          non si aspettava molto dalle persone che lo circondavano, nemmeno dai piu’ intimi anche se si donava intensamente a loro

-          aveva una pazienza enorme nell’insegnare

-         

-          non rinunciava mai a nessuno, nemmeno  se le persone lo abbandonavano

-         

9° E ULTIMA TAPPA

LA RESSURREZIONE:LA PASQUA!

Considerazioni dopo la passione:

Dio Padre e il figlio Gesu’ sono forti o sono deboli?

Sono forti al punto di non aver bisogno di mostrare la propria FORZA

Grandi al punto di mescolarsi agli uomini piu’ disprezzati della societa’

Nobili al punto di voler essere amati dagli uomini e non da volerli come schiavi o servi.

Piccoli al punto di essere percettibili solo a quelli che vedono con gli occhi del cuore

Solo qualcuno molto forte e molto grande insieme riesce a farsi cosi’ piccolo e cosi’ prossimo.

Se ogni essere umano, indipendentemente dalla sua religione, incorporasse nella sua personalita’

alcune di queste caratteristiche, il mondo non sarebbe piu’ lo stesso.

Il Padre e il Figlio, alle acque impetuose preferiscono il silenzio della brezza e l’umilta’ anonima della rugiada.

Riverente mi inchino e accolgo il silenzio

Il mistero ci aprira’ le sue porte e capiremo che non siamo mai stati divisi se non dai nostri pensieri, dalle nostre preoccupazioni e problemi.

Vi auguro e ci auguriamo una BUONA RESURREZIONE

Una BUONA PASQUA nel nome di Gesu’

Che possiamo tutti  essere  in pace

In serenita’, in salute e amore

www.SPAZIOSACRO.IT

 

 

 

 

 

 

 

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