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IL RITORNO DEL CRISTO: GLI AVATAR DI IERI E DI DOMANI

IL RITORNO DEL CRISTO : GLI AVATAR DI IERI E DI DOMANI

di ALICE A. BAILEY 

“Avatar” è un vocabolo sanscrito che letteralmente significa “che discende da molto

lontano”.

 Ava (come prefisso ai verbi e ai sostantivi verbali) esprime l’idea di “lontano, via,

giù”.

Avataram (comparativo) “più lontano”.

 La radice A V sembra sempre denotare l’idea di  PROtezione dall’alto ed è usata in parole composte che indicano protezione da parte di re o di

capi; oppure, in riferimento agli dei, significa che un sacrificio offerto è accolto favorevolmente.

Si può dire perciò che la parola “Avatar” significa: “Discende con l’approvazione della

sorgente superiore dalla quale proviene e con beneficio del luogo dove giunge”.

 (Dal dizionario sanscrito di Monier-Williams).

Il Cristo aspetta di discendere sulla Terra. Quest’immersione nel nostro mondo infelice non è per

Lui attraente. Dovrà lasciare il quieto ritiro montano dove ha atteso guidando l’umanità, istruendo

i discepoli, gli iniziati ed il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo, per assumere il

proprio posto alla ribalta del mondo, per rappresentare la propria parte nel grande dramma che

vi si svolge. Questa volta lo farà apertamente, dinanzi a tutti e non nell’oscurità. Le piccole

dimensioni del pianeta, la diffusione e rapidità delle comunicazioni, consentiranno a chiunque

di assistere alle Sue attività. Tale prospettiva non può suscitare in Lui che un certo orrore,

presentando prove, adattamenti, esperienze inevitabilmente penosi. Egli non viene come onnipotente

Iddio quale può concepirlo la mente umana, ma come il Cristo, fondatore del regno

di Dio sulla Terra, a completare l’opera iniziata e dare nuova testimonianza della divinità in

circostanze ben più difficili.

Riunirà attorno a Sé, in incarnazione fisica, collaboratori e consiglieri scelti, non gli stessi che gli furono

accanto quando i tempi erano più semplici, ma quei membri della famiglia umana che oggi

lo riconoscono e che si preparano a lavorare con Lui, secondo le proprie possibilità. Egli si

accinge a tornare in un mondo molto diverso, lui stesso e’ diverso.

Ciò costituisce maggiori difficoltà poiché, per attuare la volontà

di Dio intelligentemente, Egli dovrà rivolgersi all’intelletto degli uomini e non solo,

come allora, al loro cuore. Suo compito principale è certamente stabilire giusti rapporti umani

in ogni settore della vita. Cercate di raffigurarvi ciò che implica il compito che lo attende e le

che dovrà inevitabilmente affrontare, in particolare le errate valutazioni mentali delle

moltitudini.

Un Avatar od un Cristo si manifesta e discende sulla terra per due ragioni: per una imperscrutabile ed

inconoscibile Causa che ve lo induce, e per la richiesta o invocazione dell’umanità stessa. 

Per conseguenza, un Avatar è un evento spirituale che si presenta fra noi per produrre grandi mutamenti

o importanti restaurazioni, per iniziare una nuova civiltà e condurre l’uomo più vicino

a Dio. Questi grandi Esseri sono stati definiti “uomini d’eccezione che appaiono di tempo in

tempo per cambiare la faccia del mondo e per dare inizio ad una nuova era nei destini

dell’umanità”. Vengono in periodi di crisi, spesso le producono essi stessi, allo scopo di eliminare

ciò che è vecchio e non più rispondente ai tempi, e di preparare la via a forme nuove e

più idonee per la evolventesi vita di Dio immanente nella natura. Vengono quando il male dilaga;

per tale ragione, se non per altre, possiamo oggi attendere un Avatar. Le condizioni per

la riapparizione del Cristo esistono.

.

Il grido d’invocazione dell’umanità (il secondo motivo di un avvento divino)

ha un effetto potente, poiché le anime umane, specie se concordi, hanno in sé qualche cosa

d’affine alla natura divina dell’Avatar. Siamo tutti divini, figli dell’unico Padre, come ha detto

l’ultimo Avatar, il Cristo. Il centro divino vivente in ogni cuore, umano, se risvegliato ed

attivo, può evocare risposta dall’Alto Luogo dove Colui che viene attende di manifestarsi.

Soltanto l’invocazione dell’umanità compatta, il suo “intento congiunto” può determinare la

discesa di un Avatar.

.

Sempre, e ad ogni grave crisi umana e nell’ora della necessità, quando deve essere

instaurata una nuova razza o risvegliata a nuova e più ampia visione un’umanità pronta, il

Cuore di Dio mosso dalla Legge di Compassione invia un Istruttore, un Salvatore, un Essere

che illumina, un Avatar, un Trasmettitore, un Intermediario, un Cristo.

 

Questi trasmetterà un messaggio che risanerà, additerà agli uomini il prossimo passo, illuminerà un oscuro problema

mondiale e manifesterà qualche aspetto della divinità fino allora ignorato. Sul fatto della

continuità di rivelazione e sul succedersi della progressiva manifestazione della Natura divina

è basata la dottrina degli Avatar, dei Messaggeri e delle Apparizioni divine e dei Salvatori. Di

tutti la storia dà indubbia testimonianza. L’aspettativa mondiale della riapparizione del Cristo

si fonda sulla realtà di questa testimonianza, di questo succedersi di Messaggeri e di Avatar, e

sulla tremenda necessità attuale degli uomini. L’innato riconoscimento di questi fatti induce

gli uomini d’ogni paese ad invocare in modo sempre più intenso il soccorso o l’intervento divino;

il riconoscimento di tali fatti provoca pure l’emanazione dal “centro ove il volere di Dio

è conosciuto” dell’ordine che un Avatar si manifesti. Entrambe queste richieste hanno indotto

il Cristo a permettere ai Suoi discepoli di tutto il mondo di sapere che riapparirà quando avranno

compiuto la preparazione necessaria.

.

La ragione per cui Egli non è più tornato sta nel fatto che i Suoi seguaci non hanno

compiuto quanto necessario. La Sua venuta dipende ampiamente, come vedremo avanti,

dall’instaurazione di retti rapporti umani. La chiesa, anziché favorirla, l’ha ostacolata nello

zelo fanatico di fare molti “cristiani” anziché dei veri seguaci del Cristo.

Ha accentuato le

dottrine teologiche e non l’amore e la comprensione amorevole di cui fu esempio. La chiesa

ha esaltato il focoso Saul di Tarso e non il mite falegname di Galilea. Perciò Egli ha atteso.

Ma la Sua ora è giunta, per la necessità degli uomini di tutta la terra, per il grido di invocazione

delle moltitudini e per concorde giudizio dei Suoi discepoli di tutte le fedi del mondo.

.

Ma quando il Cristo, Avatar d’Amore, riapparirà: “I Figli degli uomini, che sono ora Figli

di Dio, si volgeranno dalla luce splendente per irradiarla sui figli degli uomini che ancora non

sanno di essere Figli di Dio. Allora Colui che viene si manifesterà, e i Suoi passi nella valle

delle ombre saranno affrettati da Colui che possiede immenso potere e sta sulla vetta del

monte emanando amore eterno, luce suprema e pacificante, Volontà silente.

 

“Allora i figli degli uomini risponderanno. Una nuova luce risplenderà nella tenebrosa ed

esausta valle terrena. Allora nuova vita scorrerà nelle vene degli uomini e la loro visione abbraccerà

tutte le possibili vie del futuro.  Così la pace tornerà in terra, una pace mai prima conosciuta.

Allora la volontà di bene sboccerà in comprensione, e questa fiorirà in buona volontà

negli uomini”.

.

Una delle difficoltà ad accettare l’insegnamento riguardo al ritorno del Cristo è costituita

dal fatto che, sebbene lo si insegni da secoli, nulla è ancora avvenuto. È un fatto, e in ciò risiede

gran parte della perplessità. L’attesa della Sua venuta non è nuova, nulla vi è

d’eccezionale, ma coloro che tuttora credono al Suo ritorno sono, secondo i casi, tollerati,

canzonati o commiserati. Tuttavia, considerando i tempi attuali, i loro significati, l’intenzione

e il volere di Dio, e dopo attento esame della situazione mondiale, possiamo ritenere che il

momento presente sia unico nel suo genere sotto diversi aspetti, e che al Cristo si presenti una

opportunità eccezionale, dovuta a condizioni planetarie esse stesse eccezionali. Oggi esistono

certe condizioni, e nel secolo scorso si sono verificati degli avvenimenti che non si erano mai

prodotti. Può essere utile considerarli per ottenere una prospettiva migliore. Il mondo nel quale

Egli verrà e’ nuovo, seppure non ancora migliore; gli uomini sono pervasi da idee nuove e

hanno nuovi problemi.

.

Il Cristo verrà in un mondo essenzialmente

unificato; la Sua riapparizione e la Sua conseguente attività non possono limitarsi ad

una località ristretta che resti ignota alla grande maggioranza degli uomini, come accadde in

Palestina duemila anni fa. La radio, la stampa e la diffusione delle notizie renderanno la Sua

venuta diversa da quella di qualsiasi Messaggero precedente; i rapidi mezzi di trasporto renderanno

il Cristo accessibile ad innumerevoli milioni di uomini, i quali per mare, per terra,

per via aerea, potranno recarsi presso di Lui; mediante la televisione il Suo volto sarà familiare

a tutti e invero “ogni occhio Lo vedrà”. Anche se il Suo livello spirituale e il Suo messaggio

non ricevessero un riconoscimento generale, sarà necessariamente generale l’interesse-

.

Egli può riapparire in modo del tutto inatteso; chi può dire se si presenterà come

uomo politico, economista, condottiero, scienziato o artista?

 

È errore credere, come alcuni fanno, che l’opera del Cristo si svolgerà in prevalenza tramite

le chiese o le religioni. Agirà necessariamente per loro mezzo quando le condizioni lo

consentiranno e quando in esse esisterà un nucleo vivente di vera spiritualità e la loro invocazione

sarà abbastanza potente da giungere fino a Lui. Egli si servirà di tutti i canali possibili

per ampliare la coscienza umana e ottenere un giusto orientamento. Tuttavia, è più esatto dire

che opererà essenzialmente quale Istruttore del Mondo e che le chiese saranno soltanto uno

dei Suoi canali d’insegnamento.

 

Tutto ciò che illumina le menti, tutto ciò che tende a diffondere giusti rapporti umani, ogni

mezzo di vera conoscenza, ogni metodo per tramutare la conoscenza in saggezza e comprensione,

tutto ciò che serve ad ampliare la coscienza dell’umanità e gli stati di consapevolezza e

sensibilità subumani, tutto ciò che disperde miraggio e illusione, spezza le cristallizzazioni e

smuove le condizioni statiche, sarà oggetto delle concrete attività della Gerarchia spirituale

che dirige.

Egli sarà limitato dalla qualità e intensità dell’invocazione degli uomini, a loro volta

condizionati dal grado evolutivo raggiunto.

.

Egli, rappresentante dell’amore di Dio, è chiamato ad operare di nuovo in quel mondo

dove il Suo messaggio per duemila anni è stato respinto, dimenticato o male interpretato, e

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dove gli uomini sono stati ovunque animati da odio e separatività. Perciò si troverà immerso

in un’atmosfera estranea e in una situazione mondiale tale da richiedere tutte le Sue divine risorse,

e sarà sottoposto a durissima prova. L’idea comunemente accettata che debba tornare

come onnipotente guerriero, trionfante ed irresistibile, non ha fondamento. Un fatto, invece,

che poggia su basi sicure, è che alla fine condurrà il Suo popolo (l’umanità intera) a Gerusalemme,

ma non alla città ebraica, bensì al “Luogo di Pace” (questo è appunto il significato del

nome “Gerusalemme”)

.

. ….nessuno sa in quale nazione verrà. Egli potrebbe presentarsi come inglese,

russo, negro, latino, turco, indiano o con qualsiasi altra nazionalità. Chi può dirlo? Potrà essere

cristiano, indù o buddista, oppure non appartenere ad alcuna fede; non verrà a rinstaurare

antiche religioni, incluso il cristianesimo, bensì la fede dell’uomo nell’amore del Padre, nel

fatto che il Cristo è vivente, nello stretto, indistruttibile rapporto soggettivo fra tutti gli uomini.

Avrà a disposizione facili mezzi di contatto e comunicazione in tutto il mondo, opportunità

del tutto nuove a cui deve prepararsi. 

 

N O T A

La pubblicazione di questo libro è finanziata dal Fondo Libri del Tibetano, che è un

fondo che si rinnova allo scopo di perpetuare gli insegnamenti del “Tibetano” e di Alice A.

Bailey.

Tutto il denaro erogato dal Fondo per pubblicare questo libro vi ritorna con la sua vendita

in modo da assicurarne una successiva edizione.

 

LA GRANDE INVOCAZIONE

 

Dal punto di Luce entro la Mente di Dio

Affluisca luce nelle menti degli uomini.

Scenda Luce sulla Terra.

 

Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio

Affluisca amore nei cuori degli uomini.

Possa il Cristo tornare sulla Terra.

 

Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto

Il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini;

Il proposito che i Maestri conoscono e servono.

 

Dal centro che vien detto il genere umano

Si svolga il Piano di Amore e di Luce.

E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede.

 

Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra.

 

Questa Invocazione o Preghiera non appartiene ad alcuno né ad alcun gruppo, ma a tutta

l’Umanità. La bellezza e la forza di essa stanno nella sua semplicità, e nel suo esprimere certe

verità centrali che tutti gli uomini accettano, in modo innato e normale la verità che esiste

un’Intelligenza fondamentale cui, vagamente, diamo il nome di Dio; la verità che, dietro ogni

apparenza esterna, il potere motivante dell’Universo è Amore; la verità che una grande Individualità,

dai Cristiani chiamata il Cristo, venne sulla Terra, e incorporò quell’amore perché

potessimo comprendere; la verità che sia amore che intelligenza sono effetti di quel che vien

detto il Volere di Dio; e infine l’evidente verità che solo per mezzo dell’umanità stessa il Piano

divino troverà attuazione.

ALICE A. BAILEY

 

 

NOTA FONDAMENTALE

“Ogni volta che il Dharma decade ed in ogni dove si afferma l’adharma, (materialismo,

anarchia, disordine, ingiustizia, N.d.T.) allora Io Mi manifesto.

Per la salvezza dei giusti e la distruzione di coloro che fanno il male, per ristabilire fermamente

il Dharma, Io rinasco di età in età.”

BHAGAVAD GITA Libro IV°, Sutra 7, 8.

 

CAPITOLO I

LA DOTTRINA DI COLUI CHE VIENE

Insegnamento occidentale

 

LA DOTTRINA DEGLI AVATARA

Insegnamento orientale

 

Nel corso dei secoli, in diversi cicli mondiali e in molti paesi (oggi in tutti) si sono prodotti

grandi periodi o punti di tensione, caratterizzati da un senso d’attesa piena di speranza. Si attende

qualcuno e la Sua venuta è presentita. Nel passato tale aspettativa è sempre stata proclamata

e alimentata dai religiosi, e quei periodi sono sempre stati difficili e caotici; hanno

sempre segnato il punto culminante alla fine di una civiltà o di una cultura, quando le vecchie

religioni si sono dimostrate inadeguate per far fronte alle difficoltà e ai problemi degli uomini.

 

L’avvento di un Avatar, di Colui che viene e, in termini attuali, la riapparizione del Cristo,

sono la nota dominante dell’attesa generale. Quando i tempi saranno maturi, l’invocazione

delle moltitudini sarà intensa e la fede di coloro che sanno sarà molto viva, in tal caso Egli

verrà, come è sempre venuto, poiché anche allora non vi sarà eccezione a quest’antica regola

o a questa legge universale. Per decenni il ritorno del Cristo, l’Avatar, è stato presentito dagli

uomini di fede in entrambi gli emisferi, non solo dai credenti cristiani, ma anche da coloro

che attendono il Maitreya, o il Bodhisattva, o l’Iman Mahdi.

 

Quando gli uomini sentono di avere esaurite tutte le proprie risorse e possibilità, sentono

che i problemi e le condizioni cui devono far fronte oltrepassano la loro capacità di risolverli

e superarli, si volgono ad un divino Intermediario, un Mediatore, che possa perorare la loro

causa presso Dio e venire in loro soccorso. Gli uomini invocano un Salvatore. Simile ad un

filo d’oro, attraverso tutte le fedi e le Scritture del mondo, scorre questa dottrina dei Mediatori,

dei Messia, degli Avatar. Essi si ritrovano ovunque, collegando così tutte le Scritture sacre

ad una sorgente centrale.

 

Un Avatar è Colui il quale (oltre ad un compito prescelto e un destino preordinato) ha la

particolare capacità di trasmettere energia o potere divini. Questo è un profondo mistero, dimostrato

in modo peculiare, e in rapporto all’energia cosmica, dal Cristo il quale (per la prima

volta nella storia della Terra, per quanto ne sappiamo) trasmise la divina energia dell’amore

direttamente al nostro pianeta e, in senso ben determinato, all’umanità.

 

Gli Avatar, o Messaggeri divini, vengono sempre considerati anche in rapporto con

qualche Ordine o Gerarchia di Vite spirituali, consacrate a promuovere il bene dell’umanità.

 

Tutto ciò che realmente sappiamo è che lungo le età grandi e divini rappresentanti di Dio ne

incarnano il Proposito influenzando tutto il mondo in modo tale che i Loro nomi restano noti

e la loro influenza percepita migliaia di anni dopo la loro scomparsa.

 

Ripetutamente sono venuti,e hanno lasciato un mondo mutato e una nuova grande religione; sappiamo inoltre che le

profezie e le fedi hanno sempre promesso che sarebbero tornati nell’ora della necessità. Queste

sono affermazioni di fatto storicamente provate. Oltre a ciò, poco si sa. 

“Avatar” è un vocabolo sanscrito che letteralmente significa “che discende da molto

lontano”. Ava (come prefisso ai verbi e ai sostantivi verbali) esprime l’idea di “lontano, via,

giù”. Avataram (comparativo) “più lontano”. La radice A V sembra sempre denotare l’idea di

protezione dall’alto ed è usata in parole composte che indicano protezione da parte di re o di

capi; oppure, in riferimento agli dei, significa che un sacrificio offerto è accolto favorevolmente.

Si può dire perciò che la parola “Avatar” significa: “Discende con l’approvazione della

sorgente superiore dalla quale proviene e con beneficio del luogo dove giunge”. (Dal dizionario

sanscrito di Monier-Williams). 

In tutti gli Avatar o Salvatori sono manifesti due moventi fondamentali: la necessità di

Dio di prendere contatto con l’umanità e la necessità degli uomini di aver rapporto con il divino

e di riceverne aiuto e comprensione. Animati da tali moventi, tutti i veri Avatar sono

perciò Intermediari divini. 

Essi possono esserlo perché si sono liberati da ogni limitazione, da ogni senso d’egoismo e

separatività, e non sono più il drammatico centro della propria vita, come avviene alla maggior

parte di noi. Raggiunto questo stadio di decentramento spirituale, possono divenire eventi

nella vita del pianeta; ad Essi ogni occhio può volgersi e da Essi tutti possono venire influenzati.

 

Un Avatar od un Cristo si manifesta perciò per due ragioni: per una imperscrutabile ed

inconoscibile Causa che ve lo induce, e per la richiesta o invocazione dell’umanità stessa.

 

Per conseguenza, un Avatar è un evento spirituale che si presenta fra noi per produrre grandi mutamenti

o importanti restaurazioni, per iniziare una nuova civiltà e condurre l’uomo più vicino

a Dio. Questi grandi Esseri sono stati definiti “uomini d’eccezione che appaiono di tempo in

tempo per cambiare la faccia del mondo e per dare inizio ad una nuova era nei destini

dell’umanità”. Vengono in periodi di crisi, spesso le producono essi stessi, allo scopo di eliminare

ciò che è vecchio e non più rispondente ai tempi, e di preparare la via a forme nuove e

più idonee per la evolventesi vita di Dio immanente nella natura. Vengono quando il male dilaga;

per tale ragione, se non per altre, possiamo oggi attendere un Avatar. Le condizioni per

la riapparizione del Cristo esistono.

 

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