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IL RITORNO DEL CRISTO

IL RITORNO DEL CRISTO

Un altro AVATAR

di ALICE A. BAILEY

 

Il presente è pieno di promesse, ma anche di difficoltà;

in questo preciso momento il destino del mondo e, se possiamo dirlo con tutta riverenza,

la venuta e l’attività immediata del Cristo, sono nelle mani degli uomini.

 

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Un Avatar, Il Cristo, per intenderci, aspetta di discendere di nuovo sulla Terra.

 

Quest’immersione nel nostro mondo infelice non è per Lui attraente. Dovrà lasciare il quieto ritiro montano dove ha atteso guidando l’umanità, istruendo i discepoli, gli iniziati per assumere il proprio posto alla ribalta del mondo, per rappresentare la propria parte nel grande dramma che vi si svolge.

 

Questa volta lo farà apertamente, dinanzi a tutti e non nell’oscurità. Le piccole dimensioni del pianeta, la diffusione e rapidità delle comunicazioni, consentiranno a chiunque di assistere alle Sue attività. Tale prospettiva non può suscitare in Lui che un certo orrore, presentando prove, adattamenti, esperienze inevitabilmente penose.  Egli non viene come onnipotente Iddio quale può concepirlo la mente umana, ma come il Cristo, fondatore del regno di Dio sulla Terra, a completare l’opera iniziata e dare nuova testimonianza della divinità in circostanze ben più difficili.

 

Riunirà attorno a Sé, in incarnazione fisica, collaboratori e consiglieri scelti, non gli stessi che gli furono accanto quando i tempi erano più semplici, ma quei membri della famiglia umana che oggi lo riconoscono e che si preparano a lavorare con Lui, secondo le proprie possibilità. Egli si accinge a tornare in un mondo molto diverso, lui stesso e’ diverso.

 

Ciò costituisce maggiori difficoltà poiché, per attuare la volontà di Dio, intelligentemente, Egli dovrà rivolgersi all’intelletto degli uomini e non solo, come allora, al loro cuore.

 

Suo compito principale è certamente stabilire giusti rapporti umani in ogni settore della vita. Cercate di raffigurarvi ciò che implica il compito che lo attende e le che dovrà inevitabilmente affrontare, in particolare le errate valutazioni mentali delle

moltitudini.

 

Un Avatar od un Cristo, si manifesta e discende sulla terra per due ragioni: per una imperscrutabile ed inconoscibile Causa che ve lo induce, e per la richiesta o invocazione dell’umanità stessa.

 

Per conseguenza, un Avatar è un evento spirituale che si presenta fra noi per produrre grandi mutamenti o importanti restaurazioni, per iniziare una nuova civiltà e condurre l’uomo più vicino a Dio.

 

Questi grandi Esseri sono stati definiti “uomini d’eccezione che appaiono di tempo in tempo per cambiare la faccia del mondo e per dare inizio ad una nuova era nei destini dell’umanità”. Vengono in periodi di crisi, spesso le producono essi stessi, allo scopo di eliminare ciò che è vecchio e non più rispondente ai tempi, e di preparare la via a forme nuove e più idonee per la evolventesi vita di Dio immanente nella natura. Vengono quando il male dilaga; per tale ragione, se non per altre, possiamo oggi attendere un Avatar. Le condizioni per la riapparizione del Cristo esistono.

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Il grido d’invocazione dell’umanità (il secondo motivo di un avvento divino) ha un effetto potente, poiché le anime umane, specie se concordi, hanno in sé qualche cosa d’affine alla natura divina dell’Avatar. Siamo tutti divini, figli dell’unico Padre, come ha detto

l’ultimo Avatar, il Cristo. Il centro divino vivente in ogni cuore, umano, se risvegliato ed attivo, può evocare risposta dall’Alto Luogo dove Colui che viene attende di manifestarsi.

Soltanto l’invocazione dell’umanità compatta, il suo “intento congiunto” può determinare la discesa di un Avatar.

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Sempre, e ad ogni grave crisi umana e nell’ora della necessità, quando deve essere instaurata una nuova razza o risvegliata a nuova e più ampia visione un’umanità pronta, il Cuore di Dio mosso dalla Legge di Compassione invia un Istruttore, un Salvatore, un Essere che illumina, un Avatar, un Trasmettitore, un Intermediario, un Cristo.

 

Questi trasmetterà un messaggio che risanerà, additerà agli uomini il prossimo passo, illuminerà un oscuro problema mondiale e manifesterà qualche aspetto della divinità fino allora ignorato. Sul fatto della continuità di rivelazione e sul succedersi della progressiva manifestazione della Natura divina è basata la dottrina degli Avatar, dei Messaggeri e delle Apparizioni divine e dei Salvatori. Di tutti la storia dà indubbia testimonianza. L’aspettativa mondiale della riapparizione del Cristo si fonda sulla realtà di questa testimonianza, di questo succedersi di Messaggeri e di Avatar, e sulla tremenda necessità attuale degli uomini.

 

L’innato riconoscimento di questi fatti induce gli uomini d’ogni paese ad invocare in modo sempre più intenso il soccorso o l’intervento divino;  il riconoscimento di tali fatti provoca pure l’emanazione dal “centro ove il volere di Dio è conosciuto” dell’ordine che un Avatar si manifesti. Entrambe queste richieste hanno indotto il Cristo a permettere ai Suoi discepoli di tutto il mondo di sapere che riapparirà quando avranno compiuto la preparazione necessaria.

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La ragione per cui Egli non è più tornato sta nel fatto che i Suoi seguaci non hanno compiuto quanto necessario. La Sua venuta dipende ampiamente, come vedremo avanti, dall’instaurazione di retti rapporti umani. La chiesa, anziché favorirla, l’ha ostacolata nello zelo fanatico di fare molti “cristiani” anziché dei veri seguaci del Cristo.

Ha accentuato le dottrine teologiche e non l’amore e la comprensione amorevole di cui fu esempio. La chiesa ha esaltato il focoso Saul di Tarso e non il mite falegname di Galilea, Giuseppe.

 

Perciò Egli ha atteso.

Ma la Sua ora è giunta, per la necessità degli uomini di tutta la terra, per il grido di invocazione

delle moltitudini e per concorde giudizio dei Suoi discepoli di tutte le fedi del mondo.

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Quando il Cristo, Avatar d’Amore, riapparirà: “I Figli degli uomini, che sono ora Figli

di Dio, si volgeranno dalla luce splendente per irradiarla sui figli degli uomini che ancora non

sanno di essere Figli di Dio. Allora Colui che viene si manifesterà, e i Suoi passi nella valle

delle ombre saranno affrettati da Colui che possiede immenso potere e sta sulla vetta del

monte emanando amore eterno, luce suprema e pacificante, Volontà silente.

 

“Allora i figli degli uomini risponderanno. Una nuova luce risplenderà nella tenebrosa ed

esausta valle terrena. Allora nuova vita scorrerà nelle vene degli uomini e la loro visione abbraccerà

tutte le possibili vie del futuro.  Così la pace tornerà in terra, una pace mai prima conosciuta.

Allora la volontà di bene sboccerà in comprensione, e questa fiorirà in buona volontà negli uomini”.

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Una delle difficoltà ad accettare l’insegnamento riguardo al ritorno del Cristo è costituita dal fatto che, sebbene lo si insegni da secoli, nulla è ancora avvenuto. È un fatto, e in ciò risiede gran parte della perplessità.

 

L’attesa della Sua venuta non è nuova, nulla vi è d’eccezionale, ma coloro che tuttora credono al Suo ritorno sono, secondo i casi, tollerati, canzonati o commiserati. Tuttavia, considerando i tempi attuali, i loro significati, l’intenzione e il volere di Dio, e dopo attento esame della situazione mondiale, possiamo ritenere che il momento presente sia unico nel suo genere sotto diversi aspetti, e che al Cristo si presenti una opportunità eccezionale, dovuta a condizioni planetarie esse stesse eccezionali.

 

Oggi esistono certe condizioni, e nel secolo scorso si sono verificati degli avvenimenti che non si erano mai prodotti.

 

Può essere utile considerarli per ottenere una prospettiva migliore. Il mondo nel quale Egli verrà e’ nuovo, seppure non ancora migliore; gli uomini sono pervasi da idee nuove e hanno nuovi problemi. Il Cristo verrà in un mondo essenzialmente unificato; la Sua riapparizione e la Sua conseguente attività non possono limitarsi ad una località ristretta che resti ignota alla grande maggioranza degli uomini, come accadde in Palestina duemila anni fa. La radio, la televisione, internet(diciamo noi)  la stampa e la diffusione veloce delle notizie renderanno la Sua venuta diversa da quella di qualsiasi Messaggero precedente; i rapidi mezzi di trasporto renderanno il Cristo accessibile ad innumerevoli milioni di uomini, i quali per mare, per terra, per via aerea, potranno recarsi presso di Lui; mediante la televisione, internet, il Suo volto sarà familiare a tutti e invero “ogni occhio Lo vedrà”.

 

Anche se il Suo livello spirituale e il Suo messaggio non ricevessero un riconoscimento generale, sarà necessariamente generale l’interesse.

Egli può riapparire in modo del tutto inatteso; chi può dire se si presenterà come uomo politico, economista, condottiero, scienziato o artista?

 

È errore credere, come alcuni fanno, che l’opera del Cristo si svolgerà in prevalenza tramite le chiese o le religioni. Agirà necessariamente per loro mezzo quando le condizioni lo consentiranno e quando in esse esisterà un nucleo vivente di vera spiritualità e la loro invocazione sarà abbastanza potente da giungere fino a Lui.

 

Egli si servirà di tutti i canali possibili per ampliare la coscienza umana e ottenere un giusto orientamento. Tuttavia, è più esatto dire che opererà essenzialmente quale Istruttore del Mondo e che le chiese saranno soltanto uno dei Suoi canali d’insegnamento.

 

Tutto ciò che illumina le menti, tutto ciò che tende a diffondere giusti rapporti umani, ogni mezzo di vera conoscenza, ogni metodo per tramutare la conoscenza in saggezza e comprensione,tutto ciò che serve ad ampliare la coscienza dell’umanità e gli stati di consapevolezza e sensibilità subumani, tutto ciò che disperde miraggio e illusione, spezza le cristallizzazioni e

smuove le condizioni statiche, sarà oggetto delle concrete attività della Gerarchia spirituale

che dirige.

Egli sarà limitato dalla qualità e intensità dell’invocazione degli uomini, a loro volta condizionati dal grado evolutivo raggiunto.

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Egli, rappresentante dell’amore di Dio, è chiamato ad operare di nuovo in quel mondo dove il Suo messaggio per duemila anni è stato respinto, dimenticato o male interpretato, e dove gli uomini sono stati ovunque animati da odio e separatività. Perciò si troverà immerso in un’atmosfera estranea e in una situazione mondiale tale da richiedere tutte le Sue divine risorse,e sarà sottoposto a durissima prova.

 

L’idea comunemente accettata che debba tornare come onnipotente guerriero, trionfante ed irresistibile, non ha fondamento.

Un fatto, invece,che poggia su basi sicure, è che alla fine condurrà il Suo popolo (l’umanità intera) a Gerusalemme, ma non alla città ebraica, bensì al “Luogo di Pace” (questo è appunto il significato del nome “Gerusalemme”)

 

. ….nessuno sa in quale nazione verrà.

 

Egli potrebbe presentarsi come inglese,russo, nero, latino, turco, indiano o con qualsiasi altra nazionalità. Chi può dirlo?

Potrà essere cristiano, indù o buddista, oppure non appartenere ad alcuna fede;

 

non verrà a rinstaurare antiche religioni, incluso il cristianesimo, bensì la fede dell’uomo nell’amore del Padre, nel fatto che il Cristo è un AVATAR vivente, nello stretto, indistruttibile rapporto soggettivo fra tutti gli uomini.

Avrà a disposizione facili mezzi di contatto e comunicazione in tutto il mondo, opportunità del tutto nuove a cui deve prepararsi.

 

Altro elemento particolare che distinguerà la Sua venuta non sarà solo l’attesa generale, ma anche il fatto che oggi si conosce e si insegna molto riguardo al regno di Dio, o Gerarchia spirituale del pianeta.

Le forze rigeneranti, ricostruttive e della resurrezione sono attive in tutti i gruppi che aiutano ad elevare l’umanità, a ricostruire il mondo, a restaurare stabilità e sicurezza, preparando in tal modo (coscientemente o meno) la via per

l’avvento del Cristo.

Vi e inoltre un eccezionale risveglio dell’antico insegnamento del Buddha, che penetra nei paesi occidentali e trova aderenti e devoti ovunque. Il Buddha è il simbolo della illuminazione, e oggi in tutto il mondo s’insiste molto sulla luce. Nel corso dei secoli, milioni di uomini hanno riconosciuto nel Buddha un Portatore di Luce dai mondi superiori. Con le Quattro nobili Verità

 

Egli espose le cause dell’infelicità umana e indicò i mezzi per eliminarla.

Egli insegnò: cessate di identificarvi con le cose materiali e con i vostri desideri; stabilite un giusto

senso dei valori; cessate di attribuire principale importanza ai possessi e all’esistenza materiale;

seguite il nobile ottuplice sentiero, il sentiero dei giusti rapporti con Dio e con i vostri fratelli,

e sarete felici.

I passi su questo Sentiero sono:

 

Giusti Valori o Alta qualità dei Valori

Alta qualità della Parola

Alta qualità del Comportamento

Alta qualità del Pensiero

Alta qualità dell’Aspirazione

Alta qualità della Condotta

Alta qualità dello Sforzo

Alta qualità dell’Estasi o felicità

 

Oggi questo messaggio è particolarmente necessario in un mondo in cui la maggior parte di questi stadi verso la felicità vengono sistematicamente trascurati. Sulla base di questo insegnamento il Cristo erigerà la costruzione della fratellanza umana, poiché i retti rapporti sono espressione dell’amore di Dio e costituiranno la prossima e più importante dimostrazione della divinità inerente all’uomo.

 

In questo mondo devastato, caotico ed infelice, gli uomini hanno una nuova occasione di rinunciare ad un modo di vivere egoistico e materialistico e cominciare a percorrere la Via illuminata.

Nel momento in cui l’umanità dimostri la sua disposizione a farlo, il Cristo, l’Avatar, verrà e oggi tutto comprova che essa sta imparando la lezione e muove i primi passi esitanti sulla Via illuminata dei giusti rapporti.

 

Il momento presente è unico in quanto costituisce (come non mai) un ciclo o periodo di convegni civici, nazionali e internazionali; associazioni, comitati, riunioni e leghe si organizzano ovunque per studiare e discutere il benessere e la libertà degli uomini. Tale fenomeno rappresenta una delle più valide indicazioni della prossima venuta del Cristo. Egli è l’incarnazione della libertà e il Messaggero della liberazione. Egli stimola lo spirito e la coscienza di gruppo, e la Sua energia spirituale è la forza attrattiva che unisce gli uomini per il bene comune.

 

La Sua riapparizione unirà tutti gli uomini di buona volontà sparsi nel mondo,qualunque ne sia la religione e la nazionalità. La Sua venuta evocherà un vasto e reciproco riconoscimento del bene esistente in tutti.

 

Questo fa parte dell’unicità della Sua venuta, per cui già ci stiamo preparando. Uno studio della stampa quotidiana ne darà la prova.

L’invocazione (cosciente o inconscia) dei molti gruppi operanti per il bene dell’umanità, provocherà la Sua riapparizione nel mondo fisico.

Questo grande atto d’invocazione è compiuto dagli uomini orientati verso lo spirito, dagli statisti illuminati, dai religiosi e dagli uomini dal cuore colmo di buona volontà. Essi lo evocheranno se sapranno restare uniti nell’intento, con speranza e attesa fiduciosa.

Questo lavoro preparatorio deve essere focalizzato ed effettuato da coloro che amano veramente l’umanità, dai gruppi consacrati al miglioramento umano e da uomini disinteressati.

 

Il buon esito di tale sforzo, preordinato dal Cristo e dalla Gerarchia, dipende dalla capacità del genere umano di usare la luce che già possiede per stabilire giusti rapporti nelle famiglie, nelle comunità, nelle nazioni e nel mondo.

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Fra l’atteso ritorno del Cristo ed i tempi del Suo primo avvento vi è perciò una essenziale differenza; il mondo oggi è pieno di gruppi operanti per il bene dell’umanità. Alla luce dei lunghi cicli di storia umana trascorsi, questo tentativo è relativamente nuovo e il Cristo deve prepararsi ad operare con questa tendenza.  Il “ciclo di convegni” ora in piena attività fa parte della situazione eccezionale di cui deve tener conto.

 

Il primo passo sarà la risurrezione dell’umanità dalla morte della civiltà, delle vecchie idee,dei vecchi modi di vivere; la rinuncia ai fini materiali e al pernicioso egoismo, e l’incedere nella chiara luce della resurrezione. Queste non sono espressioni simboliche o mistiche, ma condizioni che si produrranno nel periodo in cui il Cristo riapparirà; sarà un ciclo tanto reale

quanto quello dei “convegni” ora così alacremente organizzati.

 

Duemila anni fa il Cristo insegnò il vero significato della rinuncia o crocifissione; ora il Suo messaggio sarà imperniato sulla vita di resurrezione.

Il periodo di resurrezione che il Cristo inizierà, Sua opera essenziale in cui saranno comprese tutte le Sue altre attività, sarà frutto del fermento e della germinazione oggi in atto e di cui i numerosi convegni sono manifestazione esterna.

 

Con tutta riverenza possiamo dire che questa “opportunità” implica due fatti, entrambi difficili a comprendersi.

Dobbiamo riconoscere che la Sua Volontà è sincrona con quella del Padre e che questa sincronizzazione ha condotto ad una decisione fondamentale.

 

Per il comune cristiano non è facile comprendere che il Cristo procede costantemente verso esperienze

che hanno sempre maggior potere, e che nella Sua esperienza divina nulla vi è di statico o permanente, tranne l’inalterabile amore per l’umanità.

 

Lo studio accurato del Vangelo, se libero da preconcetti, rivela molte cose. Le consuete interpretazioni altro non sono che interpretazioni umane di una serie di vocaboli aramaici, greci o latini. Il fatto che la maggior parte dei commentatori visse molti secoli addietro, sembra aver conferito a tali vocaboli un valore arbitrario. Le parole di un interprete moderno appaiono di nessun valore paragonate a quelle d’antica data; pure egli è probabilmente più intelligente e più colto di quello antico, e può inoltre avvalersi di numerose traduzioni e di una scienza esatta.

Esistono difetti dovuti all’ignoranza del passato ed è ingiusto supporre che un commentatore antico offra maggiori garanzie di uno moderno che sia più colto e intelligente.

Cosi’ molte parole e azioni del Cristo sono state travisate o mal interpretate.

 

Se il Nuovo Testamento è verace nel modo di presentare il Cristo, se riferisce esattamente le Sue parole secondo le quali, ad esempio, possiamo fare “cose maggiori” delle Sue, e se è vero che disse: “Siate perfetti come il Padre nostro che è nei cieli”, in che cosa erriamo riconoscendo l’ incapacità dell’uomo di evolvere la mente in modo simile alla Sua, e di conoscere ciò

che Egli vuole farci conoscere?   Il Cristo disse che “chiunque farà la volontà di Dio, saprà”.

Egli stesso apprese in tal modo e ci assicura che è valido anche per tutti noi. E allora perche’ dubitiamo?

Perche’ ci hanno intrappolato in una “religione studiata a tavolino” ?

 

L’insorgere del significato della Volontà di Dio nella coscienza di Cristo lo condusse a importanti decisioni e ad esclamare: “Padre, non la mia ma la Tua volontà sia fatta”. Tali parole indicano nettamente conflitto e non fusione delle due volontà; indicano la determinazione

da parte del Cristo di non opporre la propria a quella del Padre. ….cosi’

 

Improvvisamente Egli ebbe la visione della divina intenzione per l’umanità e, tramite l’umanità, per il pianeta nel suo complesso.

All’apice di tale completa conoscenza e nel momento della totale dedizione al necessario sacrificio della propria vita affinché il piano fosse compiuto, si produsse in Lui un’improvvisa, grande espansione di coscienza.

Egli penetrò nel significato della divinità meglio di quanto non fosse mai sembrato possibile; il mondo del significato e quello dei fenomeni scomparvero e, in senso esoterico, Egli perse interamente Se stesso. Per un momento non gli rimasero né l’energia della mente creativa, né quella dell’amore. Fu privato di tutto ciò che aveva reso la Sua vita sopportabile e piena di significato.

 

Ma Una nuova energia divenne disponibile, quella della Vita stessa, permeata di proposito ed attivata dall’intenzione. Ma era un’energia nuova ed ignota, non ancora compresa.

Per la prima volta al Cristo divenne chiara la relazione con la volontà che finora si era espressa nella Sua vita tramite l’amore e l’opera creativa di inaugurare una nuova legge religiosa.

A questo punto sperimentò il Getsemani della rinuncia. Gli venne rivelato ciò che era più grande, vasto e inclusivo, e ciò che era sembrato tanto vitale e importante scomparve nella più ampia visione.

 

Questa vivente realizzazione dell’Essere e dell’identificazione con l’intento di Dio, il Padre, il Signore del Mondo, a livelli di consapevolezza di cui nulla conosciamo, costituì la consapevolezza in sviluppo del Cristo sulla Via dell’Evoluzione superiore. !!!

 

MI FIDO E MI AFFIDO….lo diciamo sempre quando facciamo reiki , faccio questo a maggio gloria della luce, le mie mani sono le tue mani… sia fatta la volonta’ del Dio padre/madre…..ecco la chiave del cambiamento….

 

È la Via che oggi Cristo percorre e la iniziò in Palestina duemila anni fa.

Egli seppe, in un senso fino allora a Lui stesso ignoto, l’intenzione di Dio, il significato del destino umano e la parte che doveva sostenere per compierlo. Nel corso dei secoli abbiamo prestato scarsa attenzione alla reazione del Cristo al proprio destino in relazione a quello umano.

Ci siamo ben poco occupati della Sua reazione alla conoscenza acquisita; siamo stati egoisti e avidi nel reagire alla Sua opera e al Suo sacrificio.

 

La suprema qualità, o aspetto divino, ora è percepibile nella vita del Figlio di Dio che progredisce. Egli conosce il significato dell’intelligenza, realizza l’amore e la sua qualità attrattiva. Grazie a tali conoscenze, ora diviene consapevole della potenza

della volontà e della realtà dell’intenzione divina che quella volontà deve (ad ogni costo)

attuare. Questa fu la maggiore crisi del Cristo.

 

La Gerarchia spirituale del nostro pianeta (la Chiesa invisibile di Cristo) non è un centro di pace, bensì un vortice d’attività mossa dall’amore, il luogo ove s’incontrano le energie provenienti dal centro del volere divino e dall’umanità, il centro della divina intelligenza. Il Cristo si era orientato verso quel centro divino, che nelle antiche Scritture è definito “luogo della serena determinazione e della

volontà calma e tranquilla”. Quell’affermazione segnò una crisi ed una decisione nella Sua vita e ne attestò il progresso verso il conseguimento divino.

 

Nel giardino di Getsemani disse: “Padre, non la mia, ma la Tua volontà si compia”,

indicando la propria realizzazione del Suo destino divino. Il significato di quelle parole non è  (come sovente detto dai teologi) l’accettazione del dolore, di un penoso futuro e della morte.

 

Fu un’esclamazione, certamente evocata dalla realizzazione dell’universalità della propria missione e dall’intensa focalizzazione della Sua vita in senso universale.

L’esperienza del Getsemani era possibile soltanto ai Figli di Dio dello stesso, eccezionale grado evolutivo del Cristo, e non ha vero rapporto con la crocifissione, come invece ritengono molti commentatori.

 

Il Cristo non si riferì alla morte, ma alla vita; non alla croce ma alla risurrezione.

 

Nel passato, la nota dominante della religione cattolica-cristiana è stata la morte, simboleggiata nella morte del Cristo e molto svisata da S. Paolo nello sforzo di stabilire una continuità fra la nuova religione portata dal Cristo e la vecchia degli Ebrei.

 

Nel ciclo che il Cristo inaugurerà dopo la Sua riapparizione, gli insegnamenti religiosi di tutto il mondo mireranno alla resurrezione dello spirito nell’umanità; verrà messo in rilievo il Cristo vivente in ogni uomo, e l’uso della volontà per realizzare la vivente trasfigurazione della natura inferiore testimoniata dal Cristo risorto.

 

Questa “Via della Resurrezione” è la Via radiosa, la Via illuminata che conduce a sempre maggiori manifestazioni della divinità nell’uomo; è la via che esprime la luce  dell’intelligenza, la radiante sostanza del vero amore e l’inflessibile volontà che non consente né disfatta né regresso. Tali sono le caratteristiche che paleseranno il Regno di Dio.

 

Oggi l’umanità si trova in un particolare, eccezionale punto mediano, fra un passato infelice e un futuro pieno di promesse che potranno attuarsi se la riapparizione del Cristo, il nuovo AVATAR, verrà riconosciuta e si farà la debita preparazione.

 

Il presente è pieno di promesse, ma anche di difficoltà;

in questo preciso momento il destino del mondo e, se possiamo dirlo con tutta riverenza,

la venuta e l’attività immediata del Cristo, sono nelle mani degli uomini.

 

di ALICE A. BAILEY

 

 

 http://www.bailey.it/alice-bailey/TRATTATO-DEI-7-RAGGI-Vol4.pdf

 

 

 

 

N O T A

La pubblicazione di questo libro è finanziata dal Fondo Libri del Tibetano, che è un fondo che si rinnova allo scopo di perpetuare gli insegnamenti del “Tibetano” e di Alice A.Bailey.

Tutto il denaro erogato dal Fondo per pubblicare questo libro vi ritorna con la sua vendita in modo da assicurarne una successiva edizione.

 

Vi e’ una invocazione che nel mondo milioni di persone recitano ogni giorno:

 

LA GRANDE INVOCAZIONE

 

Dal punto di Luce entro la Mente di Dio

Affluisca luce nelle menti degli uomini.

Scenda Luce sulla Terra.

 

Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio

Affluisca amore nei cuori degli uomini.

Possa il Cristo tornare sulla Terra.

 

Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto

Il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini;

Il proposito che i Maestri conoscono e servono.

 

Dal centro che vien detto il genere umano

Si svolga il Piano di Amore e di Luce.

Che sbarra la porta dietro cui il male risiede.

 

Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano divino sulla Terra.

 

Questa Invocazione o Preghiera non appartiene ad alcuno né ad alcun gruppo, ma a tutta

l’Umanità. La bellezza e la forza di essa stanno nella sua semplicità, e nel suo esprimere certe

verità centrali che tutti gli uomini accettano, in modo innato e normale la verità che esiste

un’Intelligenza fondamentale cui, vagamente, diamo il nome di Dio; la verità che, dietro ogni

apparenza esterna, il potere motivante dell’Universo è Amore; la verità che una grande Individualità,

dai Cristiani chiamata il Cristo, venne sulla Terra, e incorporò quell’amore perché

potessimo comprendere; la verità che sia amore che intelligenza sono effetti di quel che vien

detto il Volere di Dio; e infine l’evidente verità che solo per mezzo dell’umanità stessa il Piano

divino troverà attuazione.

ALICE A. BAILEY

 

 

NOTA FONDAMENTALE dalla BHAGAVAD GITA Libro IV°, Sutra 7, 8.

 

“Ogni volta che il Dharma decade ed in ogni dove si afferma l’adharma, (materialismo,

anarchia, disordine, ingiustizia, N.d.T.) allora Io Mi manifesto.

 

Per la salvezza dei giusti e la distruzione di coloro che fanno il male, per ristabilire fermamente

il Dharma, Io rinasco di età in età.”

 

BHAGAVAD GITA Libro IV°, Sutra 7, 8.

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