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Come si curavano i nostri nonni

Per lavare e disinfettare ferite ed escoriazioni
far bollire dell’acqua con un po’ di sale, farla raffreddare e poi usarla.- Quando non si aveva a portata di mano nessun tipo di disinfettante usavano la propria urina.

Per fermare il sangue
in mancanza d’altro, specialmente se succedeva in campagna, spaccavano una canna e applicavano sul taglio o ferita uno o più dischetti di cellulosa che si trovano tra un nodo e l’altro (assomigliano a delle piccole ostie).

 Perdita dei sensi
facevano annusare l’aceto

 Per calmare la tosse
facevano bollire un litro circa di acqua con 3 o 4 fichi secchi,3 o 4 mandorle (compreso la buccia legnosa), qualche buccia di arancia o limone,2 foglie di nespolo,un pugnetto di orzo,qualche radice di malva e un po’di camomilla; facevano ridurre il liquido alla metà e ne bevevano una tazza bollente ogni tanto, non trascurando di stare al caldo.

 Per il mal di stomaco-pesantezza di stomaco
facevano bollire 2 tazze di acqua con 3 o 4 foglie di alloro con la buccia di mezzo limone e un cucchiaio di zucchero; facevano ridurre il liquido alla metà e lo assumevano bollente.

 Per le slogature
bagnavano della canapa (usavano sfilacciare lo spago usato per legare i covoni di grano “a curdell”) nel bianco d’uovo montato a neve e con essa fasciavano l’arto slogato; la fasciatura asciugandosi diventava rigida; il giorno dopo la toglievano e a volte ripetevano l’operazione.

 Per irritazione e arrossamenti della cute dei neonati
sbattevano con la forchetta o la frusta in parti uguali acqua e olio di oliva fino a che l’emulsione diventava come una crema e poi l’applicavano sulla cute arrossata.

Per il prurito o irritazione cutanea da contatto
(a volte succedeva che stando vicino a sacchi di leguminose o graminacee si veniva colti da prurito e sulla pelle si formavano delle bolle rosse “afarecc” ) passavano sulla parte irritata delle fette di zucchine.

 Per bruciore/irritazione agli occhi
applicavano sugli occhi chiusi fettine sottilissime di patate che sostituivano quando si asciugavano e ripetevano l’operazione per una buona mezz’ora.

 Per i geloni
sulla parte interessata strofinavano ripetutamente l’aglio

 Per calli e verruche
vi applicavano più volte 1 o 2 gocce di latte di fico.

 Per il giradito
Immergevano rapidamente il dito nell’acqua intanto che bolliva, ripetevano l’operazione dopo qualche ora.

 Per la caduta di capelli o barba a chiazze
strofinavano sulla parte più volte al giorno la cipolla per 10/15 giorni.

 Per i foruncoli 
lessavano le foglie di malva, le applicavano strizzate sul foruncolo e fasciavano, dopo qualche ora sostituivano la malva, l’operazione veniva ripetuta fino a ottenimento risultato.

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 Per l’infiammazione alle gengive
facevano bollire la pianta della malva e usavano l’acqua della bollitura per sciacquare la bocca più volte al giorno.

 Per il mal di denti
tenevano sul dente che faceva male un chiodo di garofano.

 Per le stomatiti
la sera prima di andare a letto mettevano in bocca un po’ di miele.

 Per il raffreddore e mal di gola
facevano bollire con cannella, chiodi di garofano e un po’ di zucchero una tazza di buon vino, ne inalavano i fumi e dopo lo bevevano bollente prima di andare a letto.

 Per il mal d’orecchio
andavano da una donna che allattava un bimbo (una bambina non andava bene) si facevano dare un paio di gocce di latte (lo mettevano in un ditale) e lo inserivano nell’orecchio che faceva male.

 Per la puntura di ape o zanzara
facendo pressione con una lama metallica facevano un piccolo segno di croce sulla puntura d’insetto e poi ci strofinavano la cipolla.

 Per l’acidità di stomaco
masticavano il gambo di una foglia di prezzemolo.

 Per piccole scottature
ricoprivano la parte interessata con il sale fino.

 Per le screpolature delle mani/dita
lavavano bene le mani con l’acqua calda, spalmavano la sugna (grasso di maiale), strofinavano bene le mani e poi con un panno toglievano l’eccedenza.

 Per il vermifugo per bambini
mettevano nella culla vicino alla testa del bambino spicchi d’aglio e rametti di ruta.

 Per la stitichezza dei bambini
davano da bere un decotto di foglie di ortica.

 Per la stitichezza degli adulti
mangiavano una bella ciotola di siero e ricotta ancora calda.

Per bloccare la diarrea
usavano bere sciroppo di amarene che preparavano al momento opportuno con zucchero e amarene in rapporto 1:1 e conservavano in vasi di vetro al buio in cantina.

 Per il mal di pancia 
usavano bere la camomilla calda con zucchero e limone

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